I personaggi dell’ultima puntata
di Francesca Marchetti
Iralba e Carlo, i due speciali avventurieri hanno spuntato dalla lista le ultime località della marca maceratese da visitare: la città del restauro (e non solo) e la “Città europea dello sport 2022” terminando così il loro viaggio nella Marca Maceratese.
Marco Romiti
Ad aprire la diciannovesima puntata della web serie a Pollenza c’era Marco Romiti, che ha aperto le porte della fantastica collezione privata “Vite da Vespa”. «A 20 anni ho avuto la fortuna di acquistare la prima Vespa arrivata nelle Marche, un pezzo introvabile oggi, un modello del 1946, e da 40 anni mi dedico alla storia di questo veicolo. Ho fatto il calciatore professionista fino a 34 anni, uno dei più bei lavori al mondo, sono stato fortunato. Poi ho seguito l’altra passione, l’antiquariato, mestiere della mia famiglia. Nel frattempo mettevo insieme questo museo, con lo spirito da collezionista e non da affarista, e mi dà tanta soddisfazione. La mia preferita è la Vespa Sport 6 Giorni, la più importante a livello sportivo della Piaggio».
Francesco Benedetti
Francesco Benedetti è il titolare della “Bottega 4.0”, una falegnameria molto speciale. «Mio papà era intagliatore, un vero maker che metteva in pratica la sua grande passione e ingegnosità in un piccolo scantinato, ero stregato da questo mondo e anche io volevo fare il falegname. A 9 anni “per caso” mi regalò un seghetto a traforo, ricalcavo sulla carta velina delle figure di dinosauro, le incollavo sul legno e poi le ritagliavo. È un lavoro creativo e di precisione, le persone vengono da me quando hanno in mente un progetto difficile perché sanno che mi diverto. Anche mia madre era molto orgogliosa. Amo fare i tavoli con inserti in resina colorata, anche con fiori. La cosa più strana che mi è stata commissionata è uno schiaccia-banana da una signora colombiana, ma anche un torchio per il vino o la scarpiera magica dove far entrare le scarpe dal 38 al 48».
Andrea Marinozzi
Andrea Marinozzi mostra gli antichi tesori del suo negozio. «La mia famiglia ha una tradizione lunghissima nel restauro. Oggi il mercato dell’antiquariato è cambiato, ma il fascino delle cose antiche rimane. Ho fatto l’insegnante di storia dell’arte a Filottrano per 24 anni, mi piace tramandare quello che so, cercare di riuscire a formare gli studenti captando la loro attenzione e rendendo affascinante l’argomento. Prima di tutto però sono un restauratore, incisore e pittore, sento l’arte nel sangue, non è solo questione di tecnica. La prima opera che ho restaurato da solo era una miniatura su rame, un piccolo quadretto. Tanti sono gli oggetti collezionati a cui sono affezionato ma l’opera più preziosa che ho trovato è stata mia moglie.
Letizia e Iginia Carducci
Carlo e Iralba arrivano infine a Macerata, il capoluogo e fulcro della marca. Dopo una partita al gioco del pallone al bracciale e un’esibizione sul palco dell’Arena Sferisterio, i due finiscono al ristorante Osteria dei Fiori, dove a tentarli sono i manicaretti di Iginia Carducci. «Sono Chef, insieme a mio fratello Paolo, da 42 anni – ha spiegato -. Ho frequentato l’istituto alberghiero a Tolentino e da quindici anni sono presidente dell’Associazione cuochi della provincia di Macerata. Cerco di esprimere al meglio i prodotti della nostra terra anche svolgendo ricerche sulle vecchie ricette, come i vincisgrassi alla maceratese, che hanno ottenuto il marchio di qualità europeo Stg. Era un piatto da signori, veniva cucinato nei giorni di gran festa, si facevano arrostire gli animali da cortile e con le varie parti si faceva il sugo speciale per i vincisgrassi. Il mio piatto preferito è molto semplice, spaghetti con pomodorini e basilico freschi».
Molto legata alle tradizioni culinarie locali è anche Letizia Carducci. «Mi occupo dell’accoglienza e della gestione della sala del ristorante dal 1980, ma ho anche una laurea in Scienze politiche e una in Management dei sistemi turistici. Siamo molto orgogliose del riconoscimento che hanno ricevuto i vincisgrassi alla maceratese, insieme ad altri venti ristoratori abbiamo costituito l’associazione “Alfieri dello scacco” perché ci crediamo molto, è una tradizione di gusto che ci appartiene. La mia preferita, però, è la panzanella con ciauscolo, sintesi di bontà e territorio».
Alfredo Gironelli e Nicola Santoni
E dopo lo scacco, si riparte con lo sport. A palazzo Buonaccorsi ci sono due schermitori in “singolar tenzone”, uno di loro è Alfredo Gironelli. «Sono maceratese doc, ho iniziato a tirar di fioretto a 6 anni dopo aver assistito a una dimostrazione qui in centro. Mi sono subito iscritto nell’associazione oggi ribattezzata “Macerata Scherma”, sono presente da 18 anni. Studio Matematica all’università di Camerino e sogno di essere un buon insegnante di scherma, già lo faccio e mi dà tante soddisfazioni. Ci sono molti iscritti in tenera età, bambini e bambine, che sono più brave». L’altro fiorettista è Nicola Santoni. «Sono un ricercatore all’università degli studi di Macerata, originario di Jesi, dove ho cominciato a praticare questo sport. Abito qui da sei anni, insegno alla Macerata Scherma. Ho scelto la scherma quasi per scherzo, da piccolissimo mi ero innamorato di Dartacan, la parodia di Dartagnan. Voglio contribuire a far migliorare il club, c’è un nuovo progetto importante dal punto di vista della formazione educativa e schermistica, e spero che avremmo presto una palestra riservata a questo sport. Il torneo più lontano al quale ho partecipato? Da ragazzino a Tolone, in Francia».
Juan Luca Sacchi
Se si parla di sport arriva Juan Luca Sacchi, testimonial della “Città europea dello sport 2022”. «Mi sono trasferito da Appignano nel capoluogo dieci anni fa. Sono un amante dello sport in generale. Sono un ex calciatore, sono stato in squadra anche qui a Macerata, poi per motivi di studio ho lasciato il calcio giocato. Ho studiato al liceo classico e a quei tempi venivo a fare gli spettacoli al teatro Lauro Rossi, per due anni ho fatto le parti da protagonista. Purtroppo oggi ho poco tempo libero ma ad Appignano abbiamo creato una compagnia teatrale, “La giovane agorà”, che seguo il più possibile. Amo la mia terra, mi piace essere ospitale e ricevere amici qui in provincia, bere buon vino. Il mio piatto preferito è la pasta in bianco con parmigiano e pomodorini freschi».
COS’E’ MAMA – “MaMa” è la Marca Maceratese. È prima di tutto un territorio bellissimo, che va dal Mar Adriatico ai Monti Sibillini, verde e azzurro, giallo dei campi di grano e girasoli, rosso dei borghi che si accende alla luce dei tramonti. Paesaggi incantevoli ricchi d’arte e di storia, gente operosa che coltiva i campi come giardini e crea imprese d’ingegno e inventiva. Ed è la rete di tutti i Comuni della provincia di Macerata, un progetto straordinario che parte dal basso. «Subito dopo il sisma del 2016 – si legge nella presentazione – preoccupati ma non vinti, ci siamo messi insieme, al di là dei colori politici ma con una grande visione politica, e abbiamo firmato un patto per la valorizzazione e la promozione del nostro patrimonio d’arte e di paesaggi. MaMa per noi è un’infrastruttura della ricostruzione. Per tutti è un territorio da scoprire, un viaggio nell’Italia dei Comuni, una comunità da amare».
Sito Internet: https://www.marcamaceratese.info/
Mama su Facebook: https://www.facebook.com/MaMaMarcaMaceratese
Mama su Instagram: https://www.instagram.com/mama_marcamaceratese/
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati