di Mauro Giustozzi (foto De Marco)
Quando De Cecco fa calare quella palla stupenda e beffarda per la Sir Safety sul taraflex del palazzetto Fabio Giulianelli è già lanciato dalla tribuna dove ha seguito la finale in mezzo al campo ad abbracciare chiunque gli capita a tiro tra dirigenti, giocatori e addetti ai lavori a caccia di interviste.
«In una stagione così difficile aver preso ad un certo punto certe scelto complicate (l’esonero di De Giorgi e l’avvento di Blengini sulla panchina, ndr) – esordisce il patron della Lube Civitanova- anche criticate e soprattutto in un momento molto delicato della stagione questo risultato significa che ha vinto la società, ha vinto la responsabilità di prendere le decisioni. Ha vinto una squadra che ha dimostrato in questi ultimi tre-quattro anni di essere la più forte del mondo. Ci è mancato in questo finale di annata un solo tie break, quello che abbiamo giocato in Polonia e che purtroppo ci è costato l’eliminazione dalla Champions League. Quello che abbiamo fatto stasera, in questo finale, prima battendo Modena nonostante il covid, poi eliminando Trento che è una squadra forte, e adesso abbiamo sconfitto Perugia. Se non è meritato questo di scudetto ditemi voi quale altro successo lo è. Non c’è uno scudetto del passato più meritato di questo. Perché siamo i più forti non solo con i giocatori ma anche e soprattutto con la società».
Su questo tasto nell’euforia della vittoria, batte più volte Fabio Giulianelli che non sta nella pelle per questo sesto scudetto che festeggia, il secondo vinto nel palazzetto di Civitanova in una finale per il tricolore. «Ripetersi in questi anni non è stato affatto facile –prosegue il numero della Lube Volley- e non esisteva nelle classifiche degli ultimi decenni un club che vince lo scudetto per due anni di seguito. Noi ci siamo riusciti e, se il covid non ci avesse fermato lo scorso anno, sono sicurissimo che avremmo infilato una tripletta di scudetti. Siamo i campioni d’Italia ed è una felicità immensa esserci riusciti stasera. Peccato solo non averlo fatto in un palazzetto pieno di tifosi e di entusiasmo. Credo che sia un valore aggiunto alla nostra impresa averlo fatto in impianti senza tifosi».
«L’aspetto di trovare la concentrazione in questa strana situazione vissuta e trovare la forza ogni volta di mettersi in discussione e superare i momenti difficili e trovarsi ad essere dei protagonisti significa che c’è un dna, un qualcosa nei nostri giocatori che ci ha portato a strameritare questo successo. La dedica che faccio per questo scudetto la faccio col cuore alla società, alla Lube perché è stato un anno di sacrifici, un anno duro. Questa società vuol essere sempre protagonista ma essere protagonisti e poi vincere è qualcosa di fantastico che solo questi momenti ti ripagano».
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