Un’area Sae a Ussita
Vaccinare prima i residenti nelle soluzioni abitative di emergenza, dove si vive gomito a gomito, nei tre comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo che insieme contano circa mille e seicento abitanti, per metterli al sicuro dal virus e far loro raggiungere l’immunità di gregge. La proposta è contenuta in una lettera al commissario straordinario per l’emergenza covid Generale Francesco Paolo Figliuolo, al capo nazionale di Protezione Civile Fabrizio Curcio, al presidente regionale Francesco Acquaroli, all’assessore regionale alla sanità Filippo Saltarmartini, firmata dai sindaci di Ussita Silvia Bernardini, di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi, di Castelsantangelo Mauro Falcucci, alle prese con la doppia emergenza del sisma e del Covid 19.
La proposta è quella di «prevedere nell’ambito del piano vaccinale anti Covid-19 la possibilità di eseguire la vaccinazione di tutte le persone residenti nei comuni colpiti dal sisma Centro-Italia, in particolare di coloro che vivono nelle soluzioni abitative sopra descritte, in deroga ai criteri generali adottati al livello nazionale al fine di contenere la possibilità di diffusione dell’epidemia. Considerati i ridotti numeri di persone residenti nei comuni colpiti dal sisma e viventi in soluzioni emergenziali riteniamo che tale deroga consentirebbe di assicurare che comunità piccole come le nostre, già duramente provate dal sisma, che vivono in ambiti montani dove è anche molto difficoltoso garantire servizi di assistenza domiciliare e quindi particolarmente vulnerabili possano raggiungere l’immunità di gregge senza sostanziali ripercussioni sulla campagna vaccinale nazionale».
Il sindaco di Visso, Gian Luigi Spiganti Maurizi
Aggiungono i sindaci: «Come sapete i nostri tre comuni, Visso, Ussita e Castelsantangelo Sul Nera sono tra quelli maggiormente danneggiati dagli eventi sismici del 24 agosto e 26-30 ottobre 2016 e successivi, al punto tale che la quasi totalità della popolazione residente vive nelle strutture emergenziali realizzate a seguito dell’emergenza: sae, mapre o altre soluzioni realizzate in autonomia sulla base delle norme emergenziali emanate. Nello specifico gran parte della popolazione attualmente residente vive in soluzioni di ridotte dimensioni, 40 o 60 metri quadrati, munite di un solo servizio igienico, realizzate in villaggi con un’elevata densità abitativa. Da quanto sopra potete capire le enormi difficoltà a garantire un adeguato distanziamento sociale e l’impossibilità, per chi risultasse positivo al Covid-19 ad isolarsi nell’ambito della propria soluzione abitativa rispetto al resto del nucleo familiare». La proposta è nata nell’ambito del Comune di Visso, come spiega la vicesindaco Patrizia Serfaustini, visto il numero di casi in aumento che ha colpito la popolazione di recente, oltre ad aver colpito diversi dipendenti comunali, costringendo a chiudere per diversi giorni il Comune, con disservizi ai cittadini, a finire in quarantena è stato lo stesso sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi.
(M. Or.)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati