La classifica delle province italiane stilate da Il Sole 24 ore
di Giovanni De Franceschi
Qualità della vita: la provincia di Macerata guadagna due posizioni rispetto all’anno scorso piazzandosi al 30esimo posto su 107. Ma nelle Marche è penultima. Bene il settore “Cultura e tempo libero” con il sesto posto assoluto in Italia, la situazione peggiora nel settore “Ricchezza e consumi” con il 67esimo posto nel Paese. E poi c’è l’effetto Covid, una mazzata per il Pil pro capite, il lavoro, le imprese. E’ quanto emerge dalla 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, presentata sul Sole 24 Ore di oggi. L’indagine parte da un interrogativo: tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? «L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – spiega il Sole 24 ore – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori». L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: Ricchezza e consumi; Demografia e salute; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero. All’interno di queste aree sono stati inseriti poi 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale. La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni, sul podio a seguire Bolzano e Trento. La prima provincia marchigiana è Ascoli con la 13esima posizione, poi Ancona alla 16esima, Pesaro-Urbino alla 18esima, Macerata in 30esima, chiude Fermo alla 68esima posizione in Italia.
La fotografia del Maceratese nelle sei aree tematiche
RICCHEZZA E CONSUMI – Questo è il settore dove la nostra provincia fa registrare una delle peggiori performance con il 67esimo posto generale. Siamo addirittura nelle ultime posizioni quanto al Pil pro capite: la stima parla di un – 8,9% tra il 2019 e il 2020, il che ci colloca al 98esimo posto Restiamo sempre nelle parti basse anche per quanto riguarda l’importo della pensione di vecchiaia nel privato, con 1.033,71 euro di media al mese siamo 78esimi. Male anche gli assegni sociali, con 430 euro di media al mese siamo 80esimi. Mentre siamo 58esimi quanto a reddito disponibile: 19.271 euro pro capite all’anno di media. Con una spesa media per beni durevoli di 2.792 euro all’anno per ogni famiglia (52esima posizione). Quanto a depositi bancari il Maceratese è 38esimo con 19.499,3 di media pro-capite. Per il settore immobiliare, lo spazio abitato medio è di 77 metri quadri (39esima posizione), mentre la stima per il 2020 dei metri quadri compravenduti sui metri quadri offerti ci colloca al 69esimo posto, con 44,3. Siamo 23esimi quanto ad affitti, con 380 euro di media per appartamenti nuovi di 100 mq in zona semicentrale nei capoluoghi.
AMBIENTE E SERVIZI – In questo secondo settore va un po’ meglio, ma siamo sempre nella seconda metà della classifica con la 56esima posizione. A pesare il tasso di motorizzazione, qui il Maceratese si colloca all’81esimo posto con quasi 69 auto ogni 100 abitanti, e la scarsa digitalizzazione di enti locali, cittadini e attività. Le carte d’identità erogate quasi 27 ogni 100 abitanti (62esima posizione), le Spid (l’identità digitale) 146 ogni mille abitanti (79esima posizione) e siamo 43esimi per gli enti che hanno attivato il PagoPa, il 77,9%. Mentre sul territorio ci sono 59 Pos attivi ogni mille abitanti (42esima posizione). Mentre l’indice di trasformazione digitale riferita al capoluogo ci colloca al 75esimo posto. Alla scarsa digitalizzazione fa però da contraltare la spesa pubblica sul territorio dei Fondi europei 2014-2020 per l’Agenda digitale (38esimo posto), 12,4 euro pro capite. Insomma in termini di digitalizzazione quanto a spesa siamo piazzati bene, quanto a risultati molto peggio. Di contro per l’ambiente in senso stretto è stato speso molto meno: dei Fondi europei 2014-2020 per l’ambiente e la prevenzione dei rischi sono stati spesi circa 39 euro pro capite (63sima posizione), ma Indice di rischio climatico ci colloca al 18esimo posto, l’Ecosistema urbano riferito al capoluogo al 19esimo. Quanto a spesa sociale degli enti locali siamo 31esimi con 13 circa pro-capite, mentre 43esimi se si considera la percentuale di persone tra 25-64 anni che ha almeno il diploma (64,3%).
GIUSTIZIA E SICUREZZA – In questo settore siamo 33esimi in Italia. Sul capitolo sicurezza pesano in negativo gli omicidi stradali, che ci collocano al 102esimo posto in Italia con quasi 4 denunce ogni 100mila abitanti (Fermo, per fare un esempio, ha 0,5 denunce ogni 100mila abitanti) e siamo al 54esimo posto quanto a incidente stradali. Quanto al riciclaggio e impiego di denaro: oltre 2 denunce ogni 100mila abitanti e 67esima posizione. Mentre siamo alla 66esima posizione quanto a violenza sessuali: 8 denunce ogni 100mila abitanti. Per i furti in abitazione sono 213 le denunce ogni 100mila abitanti (39esima posizione), per quelli nelle attività commerciali 65 denunce (25esima posizione). Mentre sul campo della giustizia la peggiore performance riguarda la quota delle cause pendenti ultratriennali, circa il 18,8% del totale, e 81esima posizione in Italia. La durata media delle cause civili (691 giorni) ci colloca al 47esimo posto, e siamo al 27esimo quanto all’indice di rotazione della cause. L’indice di litigiosità invece, cioè le cause civili iscritte ogni 100mila abitanti, ci fa piazzare al 45esimo posto con 843 cause ogni 100mila abitanti.
AFFARI E LAVORO – Con questo settore si torna al 62esimo posto. Le peggiori performance sono rappresentate dalla banda larga, con appena il 3% di edifici coperti dall’infrastruttura Ftth siamo al 100esima posizione, mentre siamo 99esimo quanto a nuove iscrizioni di imprese: il 3% circa. Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate ci collocano invece al 78esimo posto, mentre siamo 38esimo quanto a diffusione del reddito di cittadinanza: quasi 10 assegni ogni 1.000 abitanti. Sempre nella seconda metà della classifica sul Gap occupazionale tra maschi e femmine (59esimi) con una differenza del 17% tra tasso di occupazione maschile e femminile in età 15-64 anni; stessa sorte Imprenditorialità giovanile (54esimi): solo l’8% di imprese tra quelle registrate ha un titolare under 35. Bene invece il dato relativo alle start up innovative, quasi 8 ogni mille società di capitale, che ci colloca al 26esimo nella classifica generale. Le imprese che fanno e-commerce sono invece il 3,5% (37esima posizione).
DEMOGRAFIA E SOCIETA’ – Con questo settore torniamo nella prima metà della classifica, grazie a una 45esima posizione complessiva. Quanto a casi di Covid siamo 51esimi tra le province italiane con poco più di 21 contagi ogni mille abitanti. Rimanendo in campo sanitario male il numero di pediatri (96esima posizione) con neanche due professionisti attivi ogni 1.000 abitanti 0-14 anni, mentre siamo 56esimi quanto a medici di base, uno circa ogni mille abitanti. Si scala invece la classifica fino al 38esimo posto con gli infermieri: 363 ogni 100mila abitanti il tasso di mortalità ci colloca al 35esimo posto. Quanto al consumo di farmaci siamo al 60esimo posto per gli anti depressivi con 13 unità minime pro capite e 44esimi per calmanti e sonniferi. Mentre l’indice di vecchiaia ci colloca al 68esima posto in Italia, infatti il tasso di natalità è di tre ogni mille abitanti (41esimi), il tasso di mortalità è di 5 per ogni 10mila abitanti (35esimi).
CULTURA E TEMPO LIBERO – E’ questo il settore che ci fa piazzare nella top ten in Italia con un sesto posto nella classifica generale. Ad incidere positivamente due primi posti assoluti: le palestre ogni 100mila abitanti e il numero di cinema. Molto bene anche per il capitolo biblioteche: con 7 ogni 1.000 abitanti siamo quarti, mentre 15esimi per il numero di librerie. Con 92 spettacoli ogni 1.000 abitanti siamo 19esimi quanto ad offerta culturale, mentre 20esimi la spesa al botteghino: 45,7 euro in media pro-capite all’anno. Con due bar ogni mille abitanti siamo invece 92esimi in Italia, 27esimi quanto a ristoranti: 4 ogni mille abitanti. Male lo sport trainato dall’effetto Covid e l’indice di lettura dei quotidiani che ci colloca al 65esimo con 31 copie diffuse al giorno ogni mille abitanti. Peggiore performance quella relativa agli abbonamenti della banda larga, solo il 6,8% ha un abbonamento Internet con almeno 100 Mbit/s. Siamo 83esimi in Italia.
EFFETTO COVID – Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020 – e inevitabilmente ha influito sulla la qualità della vita nelle province – l’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Si va dal Pil pro capite, passando per le ore di cassa integrazione, nuove iscrizioni e cessazioni di imprese e poi numero di medici di base o tasso di mortalità. Per quanto riguarda il Pil pro capite, nel Maceratese la stima del 2020 sul 2019 è di un -8,9%, mentre le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate sono aumentate del 36% da gennaio a settembre di quest’anno. Così come le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza, aumentate del 17,6% dal dicembre 2019 ad agosto 2020. Di contro, quasi nello stesso periodo, i depositi bancari delle famiglie sono cresciuti dell’1,9%.
Quanto alle iscrizioni di nuove imprese c’è stato un calo del 28,3% in un anno, da gennaio-settembre 2020 allo stesso periodo del 2019; mentre si registra un -18% sul capitolo cessazioni di imprese nello stesso arco temporale. Il numero di bar da gennaio a settembre è diminuito dello 0,2%, quello di ristoranti e attività di ristorazione mobile è invece cresciuto dell’1,9% e quello delle palestre del 2%. Nota positiva: sono cresciute le star-up innovative, da gennaio a ottobre 2020 +12,9%. Così come le imprese che fanno e-commerce: +11,5% da gennaio a settembre. La stima dell’assorbimento residenziale in provincia è del -29% rispetto al 2020, mentre il prezzo medio di vendita delle case in zona semicentrale nel capoluogo è diminuito del 5%. Quanto la pandemia abbia influito sulla qualità della vita lo testimonia anche un altro dato: la spesa per il sostegno alle fasce deboli degli enti locali è cresciuta del 21% in un anno. Mentre il tasso di mortalità standardizzato per 10mila abitanti ha fatto registrare una variazione del 3,2% da gennaio a giugno 2020 rispetto gennaio/giugno 2015-2020. Le nascite in un anno (gennaio-giugno 2020/gennaio-giugno 2019) sono diminuite del 2,6%, le iscrizioni anagrafiche del 29% nello stesso periodo. Sul capitolo sanità il numero di medici di base ogni 1000 abitanti è cresciuto da marzo 2019 a novembre 2020 del 7,3%. Mentre sul versante giustizia le cause pendenti nel primo semestre 2020 rispetto al 2017 sono aumentate del 49%.
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Poveri ma snelli…
Queste statistiche sono veramente inutili..