di Maurizio Verdenelli
La guerra sottomarina, o meglio sotterranea, è improvvisamente scoppiata in quel lembo di terra ben piantumato in cima (in tutti i sensi) a via Piave.
L’ala di circa 7 metri, dell’aereo Grumann specializzato nella lotta ai sottomarini, donato dagli Usa all’aviazione militare italiana (da questa “girata” al Car maceratese) pare non se la senta di voler trasvolare al suo luogo d’origine, alle ex caserma Saram, dove l’ha ora destinata l’amministrazione comunale. Se poi si considera che l’ala contiene al suo esterno, ben protetta dal plexiglass, l’icona della Madonna di Loreto Patrona degli aviatori, nei secoli scorsi ce ne sarebbe stato già abbastanza per lasciare le cose come stanno sin dall’inaugurazione del monumento avvenuta l’8 settembre 1996 grazie all’Associazione aeronautica e per volontà del sindaco “cattolicissimo” Gian Mario Maulo, in occasione della festività dedicata alla Vergine lauretana. E magari edificare sul posto un’edicola sacra.
Intanto l’escavatore inviato dall’ufficio tecnico sul posto per rimuovere l’ala e il suo basamento posti a ricordo della scuola Avieri soppressa nell’estate del 95, dopo aver inavvertitamente tranciato un cavo di uno dei due faretti interrati che davano tempo addietro luce al monumento, ha dovuto abbandonare il campo. Trovandosi di fronte ad un ostacolo imprevisto e al momento insormontabile: «un plinto di cemento armato che tiene ancorata saldamente questa parte d’aereo per alcuni metri in profondità al terreno» spiega l’avvocato Giuseppe Sabbatini, che da 50 anni è il presidente della sezione di Macerata dell’Associazione Arma Aeronautica. Sabbatini si è accorto dell’operazione trasloco casualmente facendo due passi nei pressi della sua abitazione, che quasi confina all’ombra dell’ala Grumann per tanti anni rimasta in passato a vigilare la palazzina Comando della Saram.
Macerata, via Piave 1996: l’inaugurazione solenne del monumento ex Saram con il sindaco Gian Mario Maulo
«E’ giusto che torni in quel luogo» ha dichiarato l’altro giorno a Cronache Maceratesi l’ex maresciallo Renato Brasili, che nell’88 fu istruttore capo di Bobo Craxi (tra i due sull’onda dell’amacord e dell’online messaggi di amicizia ed affetto dopo il servizio pubblicato da CM, leggi l’articolo). «Per carità, nulla quaestio se il sindaco Carancini ha poi comunicato questa nuova intenzione del Comune» interviene oggi l’avvocato Sabbatini «anche se avremmo gradito come associazione che ne aveva la manutenzione essere stati preventivamente avvertiti. E’ vero: non siamo più proprietari del monumento perché lo abbiamo realizzato come autorizzatoci su terreno comunale. Ma il Comune aveva affidato a noi la sua manutenzione e noi l’abbiamo sempre fatta a spese nostre compresa la periodica verniciatura. Purtroppo l’ala e’ stata spesso vandalizzata, imbrattata, senza voler poi riandare con la mente al rogo appiccato da ignoti il giorno prima dell’inaugurazione al telo che la ricopriva. Fiamme che provocarono danni pure alla struttura. Per attenuare i vandalismi sono stati poi spenti pure i due faretti. Ci dispiace solo per un fatto…».
Quale, presidente?
«Che l’avvocato Carancini a me doppiamente caro come collega e come ex aviere proprio alla Saram, non abbia ricordato bene il contenuto di una lettera inviatagli dall’associazione. Ha così dichiarato d’aver fatto sua la nostra richiesta di avere un diverso spazio per valorizzare il Monumento. Noi con una lettera datata 10 aprile 2019 priva sin qui di risposta dicevamo altro. Si chiedeva che il viale principale del nuovo quartiere delle ex casermette fosse intitolato alla memoria della medaglia d’oro Armando Di Tullio, cui la Scuola aeronautica era intitolata. Non chiedevamo certo il …trasloco del Monumento da via Piave dove l’abbiamo costruito a nostre spese evitando la perdita dell’ala che senza di noi sarebbe in 25 anni finita chissà dove, nel disinteresse generale. Il Monumento, che ricorda non solo la Saram ma tutti gli Enti e tutto il Personale dell’Aeronautica Militare di tutta la Provincia di Macerata è sorto lì dove si trova sia perché prescelto da una speciale commissione presieduta dal gen. Marcello Pedretti, che lo individuò dopo aver girato tutta Macerata, sia e soprattutto in ragione degli studi fatti per i venti che possono colpire l’ampia struttura dell’ala e dai quali lì era ampiamente protetta dalla Città e dal Convitto Nazionale».
Studi…?
«Sì, per mettere l’ala in sicurezza con robusto ancoraggio al terreno. Se il Comune ora vuole spostare il Monumento altrove deve a nostro avviso studiare bene la sua posizione e il suo ancoraggio al nuovo terreno evitando soprattutto danni possibili da avversità atmosferiche. Di certo per il futuro l’Associazione non si farà più carico della sua manutenzione per spese e relative responsabilità».
Ma a proposito del monumento e dell’eroe Di Tullio abbattuto sul cielo d’Alessandria d’Egitto nel 40…
«Ci è dispiaciuto tantissimo delle accuse che abbiamo letto tipo ”l’Aviere dimenticato”. In questo caso protestiamo davvero. Se c’è ancora una memoria della gloriosa Arma Azzurra a Macerata, si deve alla nostra associazione. Dopo la chiusura della caserma, l’Aeronautica ci affidò non solo l’ala ma anche il cippo dedicato all’eroe nato a Roma e sepolto al Verano. Cippo da noi affidato all’Avio club Macerata e posto nell’impianto di Bore di Chienti nel giugno del 2007 presenti alla solenne cerimonia i sindaci di Macerata (Giorgio Meschini) e Corridonia (Nelia Calvigioni) proprio perché ricordasse ancora Di Tullio fra giovani piloti in ambiente aeronautico…».
Poi?
«Poi il club, che ha intitolato ad “Armando Di Tullio” il suo campo di volo, è emigrato in un’altra superficie nel comune di Tolentino. Sono in corso pratiche per formalizzare il delicato passaggio in altra di sede ed il cippo è stato nell’attesa di essere ripristinato temporaneamente depositato in campo di volo adiacente alla futura aviosuperficie. Dov’è lo scandalo? La perdita di memoria? Il club si è detto comunque disponibile a rimettere a disposizione il monumento e noi potremmo considerare una richiesta in tal senso del Comune, ma solo a condizione che il c.d. “Campus scolastico” venisse prima intitolato alla memoria della Movm Armando Di Tullio com’era per la Scuola aeronautica che sorgeva in quel luogo». Chissà se potrà essere quella l’occasione per mettere insieme due valorosi simboli che sacrificandosi su fronti opposti ritroverebbero ancora, come già nell’ex Scuola Avieri, un nuovo incontro nel polo scolastico alle ex Casermette?
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L’ala allo stato attuale è circondata da alberi e non si vede bene, ma questo non lo dico solo io lo dicono in molti, certo quando fu deciso di spostarla, anche perché avrebbe fatto sicuramente una brutta fine, in quel momento non vi era posto migliore, ma se viene proposta questa nuova collocazione vicino al luogo dove esisteva la caserma dellA.M. ben venga. Non devono essere rancori attriti, lo si fa per il bene dell’Arma Aeronautica, facciamo vivere l’Arma Azzurra in questa Città, che ha dato tanto a Macerata e tanti cittadini lo ricordano bene. Mi soffermo qui.
la nascita della scuola dell’ A.M. fu intitolata al Sottufficiale Armiere Armando Di Tullio, caduto in battaglia e decorato con medaglia d’oro, in suo onore fu costruito un ceppo sormontato da un’aquila, anche questo monumento con la soppressione dell’Ente Militare, era prossimo alla sua distruzione, e per evitare questo, fu trovata una collocazione presso l’aviosuperfice di Morrovalle, poi chiusa e ancora una volta spostata presso la futura aviosuperfice di Tolentino, dove tutti felici, ma poi abbandonata di chi doveva prenderse cura.
Allora per concludere, ben venga che l’ala e il monumento tornino in quel luogo dove sia giusto che stiano, dando un punto di riferimento alle persone che hanno prestato servizio alla CIRAM, SSAM, SARAM, Scuola che non esiste più, in particolare ai tanti giovanni ormai cinquantenni che si trovano di passaggio per vedere i luogo a loro caro, e trovarsi un qualcosa che loro hanno visto e moltissimi si sono fatti fotografare, sarà un punto d’incontro e ricordarsi il periodo che hanno trascorso in quella caserma a noi cara.
VIVA L’AERONAUTICA MILITARE
Il piazzare dove dovrebbe essere collocato il monumento che ricordi l’A.M., è intitolato al pilota Generale VELARDI, maceratese, quale collocazione migliore.
Sindaco e Associazione Arma Aeronautica di Macerata, accendiamo i termosifoni e facciamo sciogliere questo gelo, insieme per realizzare qualcosa di bello per ricordadare la grande famiglia dell’Arma Azzurra.
Condivido appieno quanto commentato dal M.llo Vita. Anzi direi che mi sarei aspettato e sinceramente mi aspetto un “cambio” di atteggiamento da parte dello stimato Presidente Sabbatini. Ovverosia uno spirito “collaborativo con il Comune (e con il Sig. Sindaco) affinché “l’ala del velivolo” ritorni alle “casermette” (ora encomiabilmente trasformate in un “Campus formativo”). Caro Presidente (nonchè Ten. Sabbatini!) Lei insegna che la volontà può tutto anche “fermare il timore” dell’ira di un dio di antica memoria il “dio dei venti: Eolo”. Infatti sono certissimo della capacità dei tecnici del Comune di trovare soluzioni che diano garanzia di sicurezza. Quindi mettiamo da parte il “piccolo e magari giusto” risentimento di non essere stato avvertito (può succedere!) e lavoriamo “insieme” (ad es. con la consorella AAA di Montecassiano e perchè no, dividendo le spese di manutenzione) per riportare quel bel cimelio da Lei custodito con “amorevole attenzione” nel posto dove “sia giusto che sia” a memoria della nostra cara Scuola Aeronautica. Diamo all’Amministrazione Comunale ed ai Maceratesi un messaggio di Amore piuttosto che di “Fredde e spocchiose contese”. Inoltre se proprio l’ala non vuol essere spostata, si potrebbe davvero valutare il rientro del monumento (A. di Tullio), senza “pretendere” l’intitolazione del Campus al valoroso Aviatore, titolo che, a sommesso parere del sottoscritto, non sarebbe “adatto” visto che gli istituti formativi del campus sono di altro “genere” non assimilabili ad un Istituto formativo militare. Concludo ringraziando, sin d’ora, quanti vorranno sostenere ed adoperarsi perché sia realizzato il grande desiderio degli ex aviatori e dei tanti simpatizzanti della gloriosa Arma Azzurra e di quella struttura che ha accompagnato tante generazioni e che penso di “diritto” ormai possa e debba essere considerata parte della “storia di Macerata”. La Vergine di Loreto, che quest’anno l’Aeronautica celebra solennemente con un Giubileo Straordinario, sia ispiratrice di bene e di pace.
Quale è il problema? Serva a ricordare quella scuola dell’Aeronautica Militare che tutti ricordiamo con affetto. Ricordo da Corridonia il bombardamento di Macerata durante la Guerra. Ero in braccio a mia madre insieme ad una sacco di gente, con gli aerei che volteggiavano sopra PIediripa per poi dirigersi verso Macerata Ricordo bene l’enorme colonna di fumo più centrale nella zona Cairoli e una più piccola alla periferia. C’era uno che gridava “hanno colpito le Casermette”. Penso che si chiamasse cosi il luogo dove sorgeva l’Aeronautica Militare. E ricordo un pezzo del muro di cinta con ancora i segni delle schegge lasciate dal bombardamento terroristico di una città indifesa.
Le Casermette e la scuola degli avieri che vi trovava luogo fanno parte della storia, ormai antica, della città: ricordo fiumi di reclute riversarsi il giovedi e la domenica per le strade di Macerata, un centro agricolo di grande valenza dove tutto funzionava, una “Macerata granne”non ancora in declino. Le Casermette erano un accampamento militare di pace dove trovavano alloggio e mensa le reclute da istruire, quello che oggi si chiama Campus. Sono passati per le Casermette migliaia di ragazzi, molti si sono fermati per amore di una giovane con la quale hanno messo sù famiglia, tutti conservano l’orgoglio di aver fatto parte dell’Areonatica Militare, il cui culto è sempre stato tenuto vivo dalla Associazione Arma Areonatica (A.A.A.)presieduta da 50 anni dall’avv. Giuseppe Sabbatini (complimenti Presidente, la Presidenza più lunga della storia!)
L’A.A.A.si è sempre presa cura dell’Ala velivolo GRUMMAN il cui monumento fu eretto, d’accordo con il Comune, sulla piazza del Convitto, all’inizio di via Piave, e che oggi verrà trasferito all’ingresso delle nuove Casermette, dove recentemente sono state costruite le scuole: una scelta giusta, quella di ricordare con quel monumento ai ragazzi un pezzo di storia importante, attinente al passato del luogo dove essi oggi studiano a apprendono. L’A.A.A., che nulla ha da eccepire in merito a questa collocazione,la cui ragione anzi condivide, si è sempre fatta carico anche del monumento in ricordo di Armando Di Tullio, un aviatore medaglia d’oro mai dimenticato che partecipò alla guerra di Etiopia e di Spagna e alla seconda guerra mondiale, monumento inaugurato nel 1952 in occasione dell’apertura della Scuola Specialisti dell’Aeronatica Militare di Macerata, trasferito poi – andata via dalle Casermette anche la GDF -, con la determinante collaborazione dell’Avio Club di Macerata, prima a Corridonia ed ora a Tolentino, dove verrà realizzata la nuova aviosuperficie, e dove troverà una più che degna collocazione.L’A.A.A. ha sempre avuto a cuore questo monumento,composto da una lapide e da un’aquila, ma ha ancora più a cuore che lo stradone del nuovo campus scolatico venga intitolato, a perenne memoria, all’eroe Armando Di Tullio. Tutti noi Maceratesi, almeno quelli della “vecchia guardia”, che delle Casermette e dell’Aeronautica Militare hanno tanti ricordi, speriamo che questo avvenga, in quanto il ricordo di un nome, l’esposizione di un simbolo e l’intestazione di una via creano un forte collegamento tra il passato e il presente; e, se avverrà, se lo stradone delle scuole sarà intestato ad Armando Di Tullio, un grande plauso alla Amministrazione Comunale e all’avv. Presidente di lunghissimo corso della A.A.A. Giuseppe Sabbatini, e a tutti i suoi associati, che lo hanno sempre sostenuto e lo sostengono.
IL MINIMO CHE SI POSSA FARE PER UN CITTADINO MEDAGLIA D’ORO E MORTO DA EROE E’ IL RICORDO. QUALE MIGLIORE RICORDO E’ LA INTESTAZIONE DI UNA VIA DELLA SUA CITTA’ NATALE?
Avere il monumento ad Armando di Tullio è sempre stato l’orgoglio di noi soci dell’Avio Club di Macerata. Ad Armando Di Tullio era intestata l’Avio Superficie di Bore del Chienti che per vicende non dipendenti certo dalla nostra volontà, da troppo tempo stiamo aspettando, sarebbe meglio dire lottando, per ricrearla nella bellissima posizione dinnanzi al Castello della Rancia. Ora il monumento è solamente appoggiato nell’Avio Superficie Condor di Tolentino in attesa della nuova che verrà re-intestata all’eroe Di Tullio. Il monumento, messo a fianco della nuova pista, proprio difronte ad un castello sembrerebbe occupare il posto d’onore adatto ad un indomito dominatore dei cieli quale è stato il Di Tullio. Una avio superficie nei pressi di Macerata, è il miglior modo per ricordare la scuola militare Areonautica ospitata nella nostra città. Speriamo che l’averlo ora ricordato si trasformi in un appello per rimuovere gli ultimi ostacoli nella realizzazione della nuova avio superficie. Come soci dell’Avio Club di Macerata siamo affezionati al monumento e lo abbiamo sempre protetto e mantenuto nel massimo decoro; gli abbiamo dedicato, ogni anno, almeno una manifestazione aerea con un raduno di piloti da tutte le parti d’Italia. Ma, se dobbiamo privarcene, anche se con grande dispiacere, non faremo alcuna obiezione. Servirà, speriamo, a rinnuovare la memoria di un luogo che già da tempo i maceratesi non ricordano più come “le casermette” e che forse ora si sarebbe anche potuto chiamare “Campus le casermette”.
Io il mio servizio lo espletai al QG della 1a Regione Aerea a Milano,ma non si possono dimenticare gli anni in cui la SARAM era in funzione a Macerata e ricordo la città piena di avieri il sabato sera e gli automezzi militari che giravano per la città e Macerata non può dimenticare la SARAM e la sua storia aeronautica, che Sabbatini ha sempre valorizzato ed evidenziato dal campo di fortuna per dirigibili a Villa Potenza al sorvolatore su Vienna seppellito a San Severino.
Condivido quanto argomentato negli interventi precedenti. Non occorre, credo, una enorme somma per fare quanto si richiede. Ricordo con affetto ( e nostalgia) la SARAM, dove conclusi il servizio militare. Resti il ricordo di ciò che è stato, resti il ricordo di chi è volato in alto.
Signor Giammario Domizi, Lei nel suo commento scrive che il monumento è stato sempre protetto e mantenuto nel massimo decoro, ma dalle foto si evince che questo non sia vero, risulta non protetto di chi ha ricevuto in consegna il monumento in argomento.
Signor Massimo Vita, non capisco a quale foto lei si riferisca. Non vorrei confondesse l’ala con l’aquila. Qui l’unica foto in cui compare l’aquila è quella splendida del 2007 a Bore del Chienti. La prego di rispondere a questa mia perché chi legge potrebbe fraintendere mentre noi, come già scritto, lottando per poter riaprire una aviosuperficie, reintitolandola al Di Tullio, torneremmo ad onorare la sua memoria e quella della scuola SARAM. Grazie
Signor Giammario, mi riferisco alle foto del monumento dedicato al Sottufficiale Armando di Tullio, viste qualche giorno fasullo giornale.
(ultima parte corretta, mi scuso per l’errore)……….. giorno fa sul giornale.
Leggo del progetto di trasferimento dell’Ala del velivolo Grumman motivato con la volontà di collocare nel piazzale antistante le ex Casermette, oggi Campus scolastico, un simbolo che ricordi la quasi cinquantennale presenza in quel luogo dell’Aeronautica Militare.
La collocazione in quel sito di un segno a testimonianza e memoria del periodo in cui vi ha operato l’Aeronautica Militare penso sia auspicabile (è capitato a me, come a molti, di dover spiegare ai più giovani perché quel complesso è noto con il nome “le Casermette”…); non a caso d’altra parte si è sentito parlare di diverse ipotesi al riguardo, come l’erezione di una stele o l’intitolazione di viali o piazzali a personaggi simbolo; ma che la soluzione migliore sia il trasferimento dell’Ala del velivolo Grumman con la procedura usata (stando alle cronache), suscita invece non poche perplessità.
L’atto con cui l’Amministrazione Comunale nel 1996 autorizzò l’installazione dell’Ala nell’attuale ubicazione non fu motivato con il bisogno di una mera collocazione conservativa, ma con la volontà di erigere un monumento a ricordo degli uomini e dei reparti dell’Aeronautica Militare che avevano operato a Macerata e in altri centri della provincia: dunque con quell’atto si volle conferire all’Ala un valore simbolico che andava oltre le Casermette e le Scuole militari che vi si erano avvicendate. Lo stesso atto, inoltre, pose a carico della sezione maceratese dell’Associazione Arma Aeronautica sia il posizionamento che la manutenzione ordinaria e straordinaria del monumento, impegno che la detta Associazione risulta abbia onorato con accuratezza e continuità.
Stupisce dunque leggere che le operazioni di rimozione e trasloco dell’Ala siano state avviate all’insaputa della Associazione responsabile della sua cura e protezione; e stupisce il richiamo rivolto da qualche lettore all’Associazione affinché “cambi atteggiamento”, quasi avesse provocato e non subìto l’accaduto.
Credo che si debba e si possa superare quest’impasse, nel rispetto e nell’interesse di tutti, riconoscendo come necessario il consenso dell’Associazione Arma Aeronautica e, insieme, riconoscendo il valore simbolico assunto da quell’Ala che, per volontà anche della stessa Amministrazione Comunale, da ventiquattro anni non è più unicamente legato alla SARAM.
Ho seguito le notizie che recentemente hanno trovato eco sulla stampa locale a proposito di due simboli importanti non solo per la storia dell’A.A., ma anche per la città di Macerata. Più precisamente mi riferisco in primo luogo al trasferimento del monumento dell’ala-velivolo Grumman dall’attuale sede di via Piave all’ingresso delle Casermette e, in secondo luogo, alla polemica innescata intorno alla collocazione e al mantenimento del monumento alla memoria di Armando Di Tullio. Per quanto riguarda la struttura dell’ala-velivolo, non posso che elogiare qualsiasi iniziativa che, valorizzando il valore simbolico del monumento, persegua l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di tanti giovani che si sono fermati presso la scuola dell’A.A. di Macerata. Ma, credo, che i cittadini di Macerata e l’amministrazione comunale dovrebbero essere riconoscenti all’A.A. che, per ben 40 anni, ha contribuito positivamente alla creazione di un ambiente sociale più vivo e aperto, alla diffusione di un o spirito di forte coesione nazionale e, non ultimo, anche alla crescita economica della nostra città. Tutti questi contributi positivi sono risultate ancor più evidenti quando la scuola, per ragioni di ordine superiore, ha dovuto lasciare la sede di Macerata. La stessa riconoscenza la città dovrebbe riconoscere a quanti si sono adoperati per, non solo mantenerne vivo il ricordo, ma anche per testimoniare la sua azione positiva per il territorio. Mi riferisco, ovviamente, all’A.A.A. e al suo storico Presidente, Avv. Giuseppe Sabbatini; a loro si deve la costruzione della struttura, l’installazione dell’ala in via Piave e, soprattutto, la continua, solerte ed accurata manutenzione per tanti anni in un sito che si è dimostrato particolarmente idoneo in quanto il cimelio (a parte le abiette azioni vandaliche) non ha mai subito deterioramenti dovuti agli agenti atmosferici o ad altre cause ambientali. Ora, un suo trasferimento, per volere e ad opera dell’amministrazione comunale in una collocazione comunque degna, comporterebbe – direi in modo inevitabile – l’assunzione di ogni responsabilità e cura da parte dell’amministrazione stessa che ne avrà, con lo stesso rispetto e dedizione, cura.
Venendo ora alla polemica intorno al cippo dedicato all’eroe Di Tullio, devo dire che, nei recenti articoli al riguardo, le espressioni come “eroe dimenticato fra le erbacce” appaiano davvero eccessive, improprie e anche lesive nei confronti dell’A.A.A. che, dopo la chiusura della scuola, si è sempre attivamente adoperata per trovare idonea collocazione al monumento dedicato alla memoria dell’eroe Di Tullio. Una memoria che, giustamente, avrebbe dovuto passare dai giovani avieri in formazione ad altri giovani che, con modalità diverse, sono attirati dal fascino del volo e dalle imprese dei valorosi piloti. Dove far idealmente incontrare questi giovani se non presso gli attuali aeroclub? Per questo le scelte effettuate dall’A.A.A., ancorché temporanee per ritardo delle necessarie autorizzazioni, appaiono sensate e valide, così come l’auspicio che il cippo possa ricevere l’attenzione e la visibilità che i tanti valori incarnati dal personaggio cui è dedicato rimangono vivi e condivisi in un momento storico come l’attuale, assai incline alla dimenticanza degli insegnamenti del passato. Vorrei chiudere questa riflessione con un augurio: che i giovani di ieri possano ancora parlare attraverso ricordi e testimonianze ai giovani di oggi; e che il mondo attuale possa essere ancora portatore di un sentimento oggi raro: la riconoscenza! Quella che dobbiamo all’A.A., al legame che l’ha unita a Macerata e all’associazione che ne perpetua i valori ed il ricordo.