Donazioni per i terremotati,
chiesto rinvio a giudizio
per il senatore Pazzaglini e Casoni

VISSO - La procura contesta il peculato (al solo ex sindaco) e l'abuso d'ufficio relativamente a fondi raccolti per aiutare i vissani e transitati per due società. Il parlamentare della Lega e l'ex presidente della Croce rossa locale hanno sempre sostenuto che i soldi sono stati impiegati per gli scopi per cui erano destinati. Ora le carte sono in mano al gip

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Giuliano Pazzaglini

 

di Gianluca Ginella

Indagine sulle donazioni fatte per aiutare il comune di Visso dopo il sisma, la procura di Macerata ha chiesto il rinvio a giudizio per i due indagati: il senatore della Lega Giuliano Pazzaglini (ex sindaco del Comune) e l’ex presidente della locale Croce Rossa, Giovanni Casoni. Una richiesta firmata dal procuratore Giovanni Giorgio prima di Natale e nei giorni scorsi depositata al gip Claudio Bonifazi. Le ipotesi di reato sono di peculato (contestato al solo Pazzaglini) e di abuso d’ufficio. Le indagini riguardano donazioni per il sisma al comune di Visso, di cui all’epoca dei fatti (2017) Pazzaglini era sindaco, che sarebbe finito a due società. In sintesi secondo l’accusa l’allora primo cittadino avrebbe convinto chi voleva fare delle donazioni a non mandare i soldi al Comune perché le procedure sarebbero state lunghe ma di versarli a due società. Una di queste la Sibil iniziative srl gestita da Casoni, amico di Pazzaglini, e la seconda, la Sibyl project srl di cui era amministratore, dice l’accusa, lo stesso senatore insieme a Casoni. In principio l’indagine (che poi si è allargata) era partita da un esposto alla Guardia di finanza relativo al denaro raccolto (11.800 euro) da un gruppo di motociclisti, i New riders, nel maggio 2017. Denaro che il gruppo intendeva destinare alle casette dell’area dei laghetti di Visso per i commercianti terremotati. Una parte di questa somma, 10.300 euro (gli altri 1.500 euro erano per pagare le spese), erano stati consegnati direttamente al sindaco. I due indagati, assistiti dagli avvocati Giancarlo Giulianelli e Giuseppe Villa (per Pazzaglini) e Maurizio Ballarini (per Casoni), sostengono che i soldi delle donazioni sono stati sempre destinati alle finalità per cui erano stati raccolti. Pazzaglini in merito aveva presentato una articolata memoria difensiva per chiarire come fossero stati usati i soldi negando di aver trattenuto somme per sé. Medesimo discorso per Casoni che nega di aver trattenuto denaro.

 

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