Casa di riposo,
aumentano le rette:
la protesta delle famiglie

TOLENTINO - Accesa assemblea straordinaria dell'Asp per i rincari decisi dal Cda
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Il tavolo del Consiglio di amministrazione dell’A.S.P. insieme a Fausto Pezzanesi

 

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La casa di riposo di Tolentino

 

di Giacomo Gardini

«Se l’adeguamento della retta non sarà spalmato in maniera equa tra gli ospiti della struttura, noi familiari non pagheremo». A poche ore dall’inizio del suo mandato, il neodirettore dell’Asp “Civica Assistenza Tolentino” Simone Ricci, che subentra a Giuseppina Petrini, si ritrova tra le mani un nodo difficile da sciogliere. Un’assemblea straordinaria è stata convocata, nel pomeriggio di ieri, per rispondere alle rimostranze delle famiglie, che sembrano non aver gradito un rincaro improvviso sulle tasse di soggiorno mensili.

Alcuni-membri-del-Consiglio-Comunale-in-platea

Alcuni membri del Consiglio comunale in platea

«L’aumento ci è stato comunicato senza alcun preavviso –riporta Graziella Antonelli, portavoce dei familiari – Ci chiediamo sulla base di quali criteri sia stato approvato l’adeguamento. 50 euro sulla stanza singola, 150 euro sulla camera doppia e ulteriori 50 euro sul servizio di assistenza diurno: qual è la discriminante? Se il rincaro è davvero necessario, che si spalmi la spesa con un aumento di 70 euro per ospite, a prescindere dalla tipologia del servizio offerto». Al cospetto di una folla in protesta, il tavolo del consiglio di amministrazione dell’Asp: il presidente Giorgio Sbaraglia, la vicepresidente Lina Aliscioni, il neodirettore Simone Ricci e il consigliere Anna Andreani, oltre alla coordinatrice sanitaria dell’istituto, Moira Scalzini. In rappresentanza dell’amministrazione comunale, hanno partecipato all’assemblea il presidente del Consiglio Fausto Pezzanesi, l’assessore ai Servizi Sociali Francesco Colosi e numerosi consiglieri di maggioranza e minoranza. Il neodirettore della struttura ha immediatamente giustificato l’adeguamento della retta con particolari esigenze di bilancio.

«L’Asp deve fare i conti con un pareggio di bilancio revisionale autonomo – ha risposto Ricci ai familiari –. Di conseguenza le uscite devono corrispondere alle entrate. Dopo aver esaminato i costi del biennio 2017-18, abbiamo scelto di procedere all’adeguamento. Le ragioni sono molteplici. In primis, l’aumento del contratto nazionale di lavoro. Nel 2017 la struttura disponeva di lavoratori socialmente utili a costo zero, nel 2018 non è stato così. Si tratta di spese alle quali abbiamo dovuto sopperire con risorse interne. Per non parlare di una serie di costi indiretti che, mensilmente, gravano sulla struttura. Il nostro centro ospita 20 pazienti affetti da demenza, autorizzati in Rpd ma non contrattualizzati dalla regione: il costo di questa tipologia di ospite ricade direttamente su di noi. Abbiamo iniziato la procedura per chiedere la contrattualizzazione dei 20 ospiti e ci auguriamo vada a buon fine nel minor tempo possibile. Tuttavia, le spese maggiori provengono dal processo di miglioramento della qualità dei servizi che stiamo mettendo in atto. La presenza del personale infermieristico sanitario è ora garantita 24h-24 e abbiamo assunto altri tre operatori all’interno della struttura. Inoltre, nel 2019 inseriremo una figura che svolgerà un turno specifico per ospiti con esigenze particolari. Il nostro unico obiettivo è quello di garantire ai nostri anziani la migliore qualità di vita possibile».

La-platea

La platea

Dello stesso avviso la coordinatrice sanitaria Moira Scalzini, che ha invitato i presenti a riconoscere i grandi progressi raggiunti: « I servizi sono stati incrementati nel tempo, anche grazie alla collaborazione con le strutture limitrofe. Stiamo cercando di svolgere il nostro lavoro al meglio, anche in vista di questo ulteriore esborso economico che chiediamo ai familiari degli ospiti». Ma le giustificazioni addotte non hanno convinto i presenti: «Si tratta di cifre enormi – dicono i familiari degli ospiti – L’assemblea straordinaria andava convocata prima di procedere all’aumento della retta. Inoltre, il fatto di aver aumentato il numero dei residenti nella struttura ha appesantito la mole di lavoro degli operatori, già sufficientemente gravosa». Le famiglie hanno colto l’occasione per lamentare anche una gestione non ottimale dell’Asp nel post-sisma: frequenti furti di vestiario in lavanderia, scarsa comunicazione tra i reparti del centro, disparità di servizio tra i residenti e un servizio mensa che andrebbe migliorato. A tal proposito, il presidente Giorgio Sbaraglia si è detto disponibile al confronto: «Gradirei venisse eletto un rappresentante dei familiari degli ospiti, che in occasioni come questa funga da tramite tra le famiglie e il Consiglio di Amministrazione. Abbiamo bisogno di un contatto diretto con le famiglie, così da intervenire tempestivamente quando si presentano problematiche più o meno evidenti».

Graziella-Antonelli

Graziella Antonelli

Nel parapiglia generale, spazio anche a scaramucce politiche. I consiglieri di minoranza del Pd hanno comunicato alla platea di essere pronti a sostenere le richieste delle famiglie: «Tolentino si difende più che bene nel settore socio-assistenziale – ha dichiarato Bruno Prugni – Tuttavia, non è possibile che le famiglie siano state informate all’ultimo di un rincaro simile. La mia intenzione e dei colleghi del Pd era di portare la questione dell’adeguamento in Consiglio comunale, ma siamo stati bloccati dal segretario perché non previsto dallo statuto». «Nonostante il blocco – ha affermato Gianni Corvatta – il Pd porterà avanti la proposta di non aumentare le tariffe: non è possibile far contribuire l’amministrazione comunale alle spese?». L’assessore ai servizi sociali Colosi non ha apprezzato l’intervento del Pd e ha invitato i colleghi di minoranza a tenere fuori dalla struttura le invettive politiche: « Evitiamo di trasformare una questione tanto delicata in tribuna politica».

Nonostante l’Assemblea straordinaria si sia sciolta, la contesa resta viva. Il consiglio di amministrazione dell’Asp ha confermato che il rincaro, in quanto deliberato, va accettato e rispettato. Ma i familiari non cedono di un passo: o l’adeguamento sarà uguale per tutti, o le famiglie non pagheranno.



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