Il questore Pignataro con al suo fianco il dirigente della Digos, Nicoletta Pascucci, durante il saluto di Natale
«Macerata era stata identificata come la fabbrica della paura, ma è stata la città delle risposte e ha saputo dimostrare che questa è una città tranquilla» ha detto il questore Antonio Pignataro incontrando i giornalisti in questura per un saluto in occasione del Natale. Arrivato in città dopo i fatti di Pamela e Traini, Pignataro si è subito impegnato per contrastare lo spaccio di droga in città e per garantire una maggiore sicurezza.
Tra le iniziative i controlli serrati all’Hotel House, il contrasto all’abusivismo a Civitanova, i controlli sui mendicanti molesti. Ma è stato anche il primo in Italia a dare il via a indagini sui negozi che vendono la cannabis light e che ha portato a denunce e sequestri. Sempre in prima linea, ha partecipato direttamente ad azioni di controllo nel parco di Fontescodella e ai Giardini Diaz, luoghi che erano diventati primari nello spaccio in città. Ai giornalisti ha detto «dobbiamo ricercare insieme la verità e se commettiamo errori è giusto che ci vengano contestati. Siamo al servizio della gente e dello Stato. Chi svolge funzioni pubbliche deve adempierle con disciplina e onere anche se queste sembra siano diventate parole desuete. Dobbiamo credere nei valori di onestà e professionalità, valori che consentono a tutti di stare meglio». E su Macerata ha aggiunto «insieme possiamo vincere la guerra, non solo migliorare il tessuto sociale di questa provincia ma, permettetemi di dirlo, anche dell’Italia. Perché Macerata è stata l’ombelico dell’Italia». E ha concluso «non pretendiamo di estinguere il male ma di riaffermare il bene».
(Foto di Fabio Falcioni)
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Probabilmente il questore di Macerata è a tutt’oggi l’unica autorità in Italia che interpreta la normativa sulla cannabis ponendosi l’obiettivo di tutelare la salute dei cittadini, specie quelli della fascia più debole, e opera di conseguenza.