Il sindaco Carancini a Piediripa durante l’incendio del 6 luglio
Incendio Orim, nessuna contaminazione dei pozzi fuori dal perimetro dell’azienda. E’ quanto emerso dalla nuove analisi effettuate dall’Arpam in sei punti nell’area intorno alla ditta che si occupa di smaltimento rifiuti, devastata dal rogo del 6 luglio. L’agenzia ha esaminato pozzi privati e solo uno di essi è risultato contaminato da tetracloroetilene, con valori di 2,2 microgrammi per litro, rispetto alla soglia di 1,1 microgrammi per litro. I nuovi risultati sono stati resi noti durante il tavolo tecnico convocato ieri in prefettura. Sulla base di questi, i comuni di Macerata e Corridonia stanno rivedendo o hanno già rivisto le rispettive ordinanze di divieto di captazione. Per quanto riguarda Macerata, il sindaco provvederà a restringere l’area a 400 metri a valle e 100 metri a monte. Per Corridonia invece il primo cittadino ha revocato del tutto il precedente divieto. I divieti di captazione, che riguardavano un’area compresa tra gli 800 metri a valle e 300 a monte dell’azienda, si basavano sulla analisi condotte all’interno del perimetro della Orim, dove erano stati riscontrati livelli di contaminazione molto importanti delle acque sotterranee. Da lì, l’esigenza di controllare i pozzi privati della zona. Le indagini dell’Arpam comunque continueranno sempre al di fuori del perimetro della ditta, ma in un’area più circoscritta. Sul fronte invece delle condizioni strutturali dell’azienda, il Comune di Macerata ha revocato l’ordinanza di inagibilità dei locali adibiti ad uffici. Dopo la richiesta della proprietà, infatti, l’Ufficio tecnico ha verificato con un’istruttoria approfondita e sopralluoghi le condizioni degli uffici, concludendo per la loro agibilità. Resta invece l’ordinanza di inagibilità su tutto il reso dell’azienda.
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Ci vuole tempo ma il processo di inquinamento, se esiste, gradatamente si espande nel terreno e nelle falde.