di Maurizio Verdenelli
«Il sindaco mi ha detto che entro la fine del suo mandato realizzerà definitivamente il progetto complessivo per l’intera area cominciato con il restauro dei Cancelli di Ghisa e che prevede, atto finale, il ricollocamento della splendida statua di Giuseppe Garibaldi, opera del Ferrari, al centro della stessa piazza. Così com’era fino agli anni 30: il monumento come noto fu spostato dov’è attualmente per questioni di un traffico accresciuto. Non sarà facile considerati l’impegno tecnico e la mole della statua (a convincere l’insigne artista marchigiano che qui espresse il proprio capolavoro fu la massoneria) ma di questo progetto siamo tutti felici, come quella di fare, a quanto abbiamo appreso, dell’attuale bar King, un Caffè letterario una volta, e presto, che lo spazio sarà tornato nella disponibilità dell’Università, proprietaria dell’intero immobile, il palazzo Ugolini, già della famiglia nobile Conti che durante la seconda guerra conobbe l’onta d’essere scelto come sede del Comando tedesco per una grande area del territorio regionale».
Così Pietro Pistelli, giornalista ed autore di due importanti libri di storia garibaldina, oratore ufficiale (come tradizione) della cerimonia del 30 aprile, che ha commemorato in una splendida giornata di sole, il 169° anniversario della vittoria di san Pancrazio che Giuseppe Garibaldi con la legione costituita a Macerata, dove fu a lungo ospite, colse nella difesa della Repubblica Romana. Insieme con Pistelli sul palco degli oratori, l’organizzatore ‘principe’ della cerimonia, insieme con il comune e le associazioni d’arma, il col. Carmelo Capuano, presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e del Comitato d’Intesa tra le associazioni combattentistiche e d’arma.
Ad intervenire per l’amministrazione comunale, il sindaco Romano Carancini che ha citato speso l’Eroe dei Due mondi come modello attuale d’integrazione e comprensione tra i popoli. Per Garibaldi, ha detto il primo cittadino maceratese, non esisteva differenza alcuna tra ‘l’americano e l’italiano’. Era nota l’abnegazione del ‘Generale’ per il prossimo (esistono episodi di soccorso a favore di anziani con gravi malattie contagiose fuggiti da tutti) e il suo spirito d’accoglienza. Un esempio, quello di Garibaldi, importante per Macerata -di cui fu deputato all’assemblea costituente- e questi suoi tormentati giorni.
Alla cerimonia presenti diverse autorità –in rappresentanza della prefetta Preziotti, il dottor Spadafina- insieme con il prof. Angelo Ventrone, docente di storia ad Unimc, e l’on. Adriano Ciaffi. Una bella cerimonia dove ogni anno, causa l’età, ci si sente tra i protagonisti sempre meno. Da qui un comune sentire –anche da parte dell’ispettore Angelici, presidente dell’associazione di Polizia- per far intervenire dal prossimo anno una rappresentanza studentesca. «Anche l’avv. Carancini è d’accordo: ho personalmente un ricordo bellissimo. Se sono diventato uno studioso di storia garibaldina, se così appassionato alla storia, lo devo principalmente al mio docente, l’indimenticabile professor Dante Cecchi. Eravamo noi studenti tutti qui per lui che era l’oratore, anche, della cerimonia del 30 aprile cui Macerata resta così legata. E’ per me profonda emozione aver preso ormai da molti anni il suo testimone» conclude Pistelli, premio ‘Righetto 2014’ e delegato per le Marche e la Repubblica di san Marino dell’associazione ‘Giuseppe Garibaldi’. «Il mio sogno? Quello di vedere ricostituito il museo maceratese dedicato all’Eroe dei Due mondi: abbiamo documenti e materiali storici unici. L’ho ripetuto anche oggi al sindaco».
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Sarebbe ora… E il Museo del Risorgimento (e della Resistenza), che sarebbe secondo dopo quello di Roma?
Non so veramente da che parte incominciare a demolire quest’ennesimo ” delitto passionale” che il Carancini s’è messo ormai in testa di fare. Qualcuno dirà pure” ma chi sei tu per criticare questa scelta ?” nessuno” ,rispondo, ma vado avanti col mio discorso, molto chiaro e semplice, frutto solo della mia più umile mente. Primo. Non è da parte degli storici, né di studiosi , né di appassionati di Garibaldi in genere, che si possa spostare una statua di quella portata per rimetterla dov’era prima che venisse abbattuto Porton Pio e venisse poi realizzato il Monumento ai Caduti dal Bazzani alla fine- o al principio, dipende dalla prospettiva- di Corso Cavour , perchè prima di allora, la statua lì al centro della piazzetta aveva un senso, dopo non più, tanto che oggi non farebbe che intralciare il traffico in quell’area già poco snello di suo, e togliere quell’ariosità che solo un grande architetto, all’epoca, ha saputo dare. Secondo. Che dicono i geologi? E’ opportuno in quell’area sottovuotata da grotte e cavità naturali ,nonché ulteriormente alleggerita dai sottopassaggi postumi di Via Cavour , porre una statua di tale gravità? Terzo. C’è un qualche architetto, urbanista, che si senta di sottoscrivere tale scempio visivo in quel preciso punto?
Detto più in parole povere, Carancini vorrebbe fare un’accozzaglia di elementi storici, architettonici, di rimescolamento senza alcun risvolto d’interesse attuale ( ma perchè, piuttosto, anzichè sprecare il tuo tempo con Garibaldi, non pensi a fare le piscine, strapagate dai tuoi concittadini che sono rimasti con un palmo di naso?) che spero , vivamente, secondo quanto riportato da Verdenelli come suo proposito, sloggi prima di fine mandato.
Giuseppe Garibaldi è stato una vera e propria star della storia d’Italia, oltre che un condottiero. E le donne impazzivano per lui. A Caprera le donne gli inviavano messaggi appassionati, non i semplici SMS odierni, e lui rispondeva a tutte. A volte gli arrivava così tanta corrispondenza da dovere essere messa in grandi casse. Il problema diventavano le spese di affrancatura per le risposte. Alla fine, non potendo più affrontare l’acquisto dei francobolli, Garibaldi fece pubblicare un appello dicendo che chi voleva una risposta doveva inviargli l’affrancatura per il riscontro. Egli non amava i ricevimenti né l’alta società, né la beghe salottiere, ma le donne, sì. Quindi effettivamente sì, era nota la sua abnegazione per il prossimo, specie se di sesso femminile.
Qual’è la necessità di spostare il monumento a Garibaldi? Invece di sistemare le strade e marciapiedi di Macerata questo non interessa. Abbiamo un arretrato di manutenzioni in questa città impressionante. Così la priorità diventa spostare il monumento a Garibaldi? Vergogna, siamo stanchi di questa politica autoreferenziale e stucchevole. I cittadini di Macerata hanno dimostrato nelle recenti consultazioni che vi vogliono mandare a casa. Tirate le conseguenze.
Al vecchio posto, dove ora si trava Garibaldi ricollocherei l’ala che ricorda l’Aeronautica Militare a Macerata che oggi si trova nascosta tra gli alberi che non vede nessuno Viale Piave.
Il fatto che la statua si trovi in un angolo della piazza non toglie assolutamente valore e dignità all’eroe dei due mondi. Riposizionarlo al centro della piazza avrebbe un costo non indifferente, richiederebbe un potenziamento del soffitto del sottopassaggio a causa del peso della statua e nasconderebbe la bellezza dei cancelli appena ristrutturati. Ne vale proprio la pena? Non sarebbe meglio tenere semplicemente pulito l’angolo dove si trova ora?
Veramente una statua dice poco, racconta solo di un fisico tappetto anche se ben proporzionato, operazione di maggiore rilievo culturale sarebbe trasmettere sotto forma di lapidi, targhe o stele l’appassionato anche se sempliciotto pensiero del Garibaldi, ad esempio:
“Dacché nella famiglia umana, vi furono uomini che svestirono le forme umane per farsi impostori, cioè preti, dacché vi furono preti nel mondo, vi furono torture. Volendo costoro mantenere tutti gli uomini nell’ignoranza, quando emergeva alcuno che avesse ricevuto da Dio tanta intelligenza da capire le loro menzogne, quell’intelligente era da questi demoni torturato.”
” Il Papa, quel metro cubo di letame, è la più nociva fra le creature perché egli più di nessun altro è l’ostacolo al progresso umano, alla fratellanza fra gli uomini e dei popoli. Se sorgesse una società del demonio, che combattesse despoti e preti, mi arruolerei nelle sue file.” G. Garibaldi.
Per Meschini. Sarebbe opportuno, ad esempio, sistemare gli stalli di Via Martiri della Libertà, nel tratto prossimo alla piazza omonima, stalli scomodi a causa delle radici degli alberi.
Deve rimanere come sta’ la statua di Garibaldi e non in mezzo alla piazza, povera Macerata sei stata distrutta definitivamente.
Per concludere l’intenso dibattito su ‘statua di Giuseppe Garibaldi al centro della piazza oppure no’ registro il commento, dallo Yemen (dove è impegnato) di Emanuele Tacconi: «Secondo me la statua di Garibaldi deve rimanere li dov’è…per più motivi. In mezzo alla piazza è ingombrante, volgerebbe le spalle al monumento ai Caduti e provenendo da Corso Cavour rovinerebbe la bella visuale dei Cancelli/Piazza Annessione oltre al costo dell’operazione che secondo me e’ superflua». Da parte sua Pietro Pistelli, studioso garibaldino, contro argomenta: «La statua dovrebbe stavolta guardare verso Roma, non in direzione della città, come testimoniato dalle fotografie dell’epoca».
…..tu vuoi fare l’americano ma sei nato in italy.
Per Verdenelli. Mi raccomando, l’eroe guardi verso Roma e non verso la Mecca, perché, a differenza di altri, per Garibaldi, eroe dei due mondi, l’altro mondo era l’America (del Sud).
Il ritorno della statua di Garibaldi nella collocazione originale di per sé non è obiettivo virtuoso, benché le ragioni morali e culturali autorevolmente rappresentate da Pietro Pistelli siano comprensibili: insomma Garibaldi se ne sta un po’ troppo nell’angolo, per quanto si vogliano condividere i giusti revisionismi sulla sua figura, a dispetto poi di un monumento di impatto non certo minimale. Ma con i mutamenti intervenuti nel tempo (anch’essi fanno la storia ormai), come ad esempio lo scenario dell’opera di Bazzani richiamato da Tamara Moroni, occorre fare i conti, senza pensare poi alle questioni della viabilità, del sottopasso pedonale eccetera. Pistelli stesso propone un diverso orientamento della statua rispetto all’originale, con Garibaldi che guardi verso Roma… Ma a qualcuno e qualcosa le spalle deve darle, per di più in una piazza non-piazza, e alla fine la posizione attuale è quella meno problematica. In ogni caso una scelta del genere presuppone studio approfondito e confronto aperto, nonché un esame preventivo sulla scala delle priorità e delle opportunità, mentre sembra di assistere piuttosto, periodicamente, ad annunci volitivi.
Grazie, Verdenelli, del suo ulteriore contributo alla discussione. Inutile dire, che concordo appieno con Emanuele Tacconi. Allo studioso garibaldino Pistelli, vorrei invece far notare come sia improponibile oggi riposizionare la statua dove fu concepita inizialmente , quando basta guardare quella foto d’epoca sopra pubblicata- dove oltre a vedersi che in fondo a Via Cavour non c’era ancora lo spazio aperto sul Monumento ai Caduti che abbraccia nel suo piccolo come il colonnato di San Pietro l’ingresso e la fine di Via Cavour ,ma ” un muro”, che impattava la visuale e chiudeva l’intera via che si slargava a formare una piazza solo in prossimità dei Cancelli- si vedono solo persone a piedi, carretti e cavalli per cui, effettivamente, quella piazza con al centro il Monumento a Garibaldi aveva il suo senso, perchè di quella piazza gli allora maceratesi potevano fruire senza venire travolti dalle auto e respirare smog. Domanda, quindi: l’eventuale spostamento della statua porrebbe la necessità anche di un nuovo piano di viabilità, e quale sarebbe si sa o si va col metodo Stanislavskij? Ciò fermo restando, come anche detto da Gianni Menghi, che ricollocare quella mole di statua al vecchio posto offuscherebbe in prospettiva I Cancelli da una parte, il Monumento ai Caduti dall’altra, senza riceverne alcun beneficio oltreché estetico, pratico . E fermo restando anche, quanto detto da Giuliano Meschini, che quoto in tutto, ed aggiungo, che sarebbe meglio per Carancini ,e per tutti, entro fine mandato pensare a risolvere altrove la viabilità; mi riferisco al passaggio a livello ad inizio di Via Roma, zona prossima , fra l’altro , come suggerita dal Comune dove far sorgere nientemeno che l’ospedale unico! …ve le immaginate le ambulanze con le urgenze ferme 5 minuti – se va bene- al vicino passaggio a livello? Chiudo qui, altrimenti degenero come mio solito.
Veramente non mi pare bello continuare ovinamente a celebrare la gloria di un avventuriero che anziché studiare da medico o da avvocato, come avrebbero voluto saggiamente la mamma e il papà, se n’è andato tutta la vita per il mondo a cercare guerre da guerreggiare, infilandosi maniacalmente anche in conflitti in cui non c’entrava nulla, seminando lacrime e sangue in nome di ideali retorici o irrealizzabili e destinati al fallimento: tutti i sogni all’apparir del vero crollano mattone per mattone ma i morti ammaz.zati per niente restano e restano dimenticati.
Peraltro è paradossale onorare gli stragisti patrioti del Risorgimento e al tempo stesso solidarizzare con chi dalle guerre scappa abbandonando donne, vecchi e bambini. Molto più politicamente corretto sarebbe un monumento al vigliacco, al disertore, nostro simile, nostro fratello.
Secondo me la rappresentazione di Garibaldi come re dei due mondi va esaminata in relazione alla guerra, non dichiarata dal re Vittorio Emanuele II, che i Piemontesi scatenarono contro il Regno delle due Sicilie ed al successivo depredamento delle casse del Regno stesso. Ma i documenti comprovanti il depredamento, pur desecretati, pare che di fatto non siano ancora noti e diffusi.