E’ finita all’attenzione della giunta di Macerata la questione del sottopasso di Porta Montana in via del Convitto dopo la realizzazione dei murales da parte di alcuni writers in seno alle iniziative in programma per Ratatà. Numerose sono state le segnalazioni arrivate all’orecchio soprattutto dell’assessore al Centro storico e del Decoro urbano Stefania Monteverde rispetto al degrado percepito dopo la realizzazione delle pitture. Monteverde, in missione diplomatica a Taicang in Cina si starebbe occupando comunque della questione rimanendo in contatto con gli organizzatori del festival artistico con cui si starebbe cercando una soluzione. Un’opera, quella di Porta Montana, che anche chi mastica di arte, (e accetta le sperimentazioni più estreme) sembra non condividere. Imboccando il sottopasso balzano immediatamente all’occhio le pareti completamente imbrattate dallo spray e i pavimenti del sottopassaggio ridotti ad una colata di vernice. “Questa mattina sono passato come sempre nel sottopassaggio davanti al Convitto – racconta il lettore Alessandro Piersanti – ma sono tornato indietro perché anche mia nipote ha avuto paura. E’ inquietante. Non so se il Comune ha autorizzato una pittura con disegni di quel genere ma fa impressione”. Un murales ben diverso da quello immaginato (forse) e comunque lontano dall’altro, realizzato sempre dagli artisti di Ratatà, nel sottopassaggio di via Borgo San Giuliano dove aldilà del genere (apprezzabile o no) almeno l’esecuzione e i colori rendono un risultato gradevole.
(foto di Andrea Petinari)
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Se qualcuno sperava di risolvere i problemi di inciviltà e di degrado urbano con dei murales, quasi fossero dispositivi apotropaici… In ogni caso, è difficile definire questa roba “murales”. Diciamo che sono dei diagrammi utili ad un’analisi di psicologia urbana, una materializzazione degli incubi che popolano certe menti.
Buongiorno, sono Nicola Alessandrini, uno degli organizzatori del festival Ratatà. Mi piacerebbe innanzitutto parlare in prima istanza dell’enorme forza innovativa e creativa che il festival ha portato alla città e di cui purtroppo non si è fatto assolutamente accenno nella stampa locale.
Con un contributo pubblico assai esiguo per un festival di questo genere, una campagna di finanziamento pubblico promossa con le nostre forze che ha visto contributi di sostenitori da tutta Italia e da tutta Europa, con azioni di sinergia sia con realtà associative culturali che attività commerciali locali, siamo riusciti a creare un evento che non ha pari nel territorio nazionale, con oltre 25 esposizione gratuite ed aperte a tutti di artisti di primissimo piano della scena artistica internazionale, una mostra mercato che vantava oltre 120 realtà differenti con espositori che sono venuti a Macerata da varie città italiane (Roma, Bologna, Genova, Torino, Napoli, Milano, etc etc) e da moltissimi paesi Europei e non (Inghilterra, Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Croazia, Cile, Cina etc etc). Unito a tutto questo ci sono stati concerti e situazioni ludiche e laboratoriali (per adulti e bambini) ed incontri dal fortissimo valore culturale.
Detto questo, vorrei parlare dell’intervento murale incriminato.
Per togliere ogni dubbio ho già personalmente parlato con gli assessori Ricotta e Monteverde per poter ritinteggiare e ridipingere con nuovi soggetti il sottopasso che in linea con la profonda portata culturale del nostro festival, non vadano a toccare estetiche così disturbanti, ma che siano un momento di piacevole riflessione per i cittadini.
L’intervento è molto semplice e sarà eseguito il prima possibile in accordo con il comune, e ci scusiamo come festival di aver arrecato alla cittadinanza fastidio retinico per qualche giorno.
Vorrei anche chiarire una cosa molto importante: gli artisti che hanno eseguito questo intervento sono artisti di altissima fama nazionale, nonostante esteticamente molto poco digeribili, e hanno effettuato l’intervento in modo totalmente gratuito, così come gratuita è stata la fornitura dei colori, per cui se da una parte non ci sono stati finanziamenti pubblici per questa operazione, dall’altra è stato per noi organizzatori impossibile pretendere una bozza del lavoro che sarebbe stato eseguito, fidandoci, in buona fede, della capacità dei suddetti artisti di entrare in relazione umana con uno spazio urbano, scegliendo un linguaggio espressivo che fosse dialettico e non provocatorio.
Spero di aver fugato ogni dubbio, rimango in attesa di ogni chiarimento, e mi scuso ancora se in un festival pienissimo di cose bellissime ed importanti questo aspetto ci è sfuggito di mano.
In missione diplomatica in Cina???????
Ah ah ah ah ah ah ah ah….
Di norma la cultura costa, mentre l’ignoranza è gratis.
Beh certo, lavoro gratis e colori gratis era un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare…
L’arte che contesta l’arte. Ci troviamo di fronte ad una vera rivoluzione culturale che lottando contro se stessa esprime un annullamento concettuale che va al di là di una espressione che non va mostrata ma soltanto immaginata. Chissà che multa farebbero al poverino che venisse beccato a far pipì su tale opera? Mettete un cartello con su scritto che si sta per camminare su un quadro appeso per terra.
Buona sera a tutti, in accordo con il comune e nel pieno rispetto del volere dell’opinione pubblica maceratese, inizieremo sin da domani pomeriggio/domenica mattina a ricoprire l’opera murale del sottopassaggio di porta Montana, nell’attesa di concordare con il comune stesso un’operazione artistica mirata nell’immediato futuro, essendo a tutti gli effetti un collettivo artistico che opera in ambiti culturali.
Al di là delle facili polemiche, siamo molto più interessati alla politica del fare e del creare, e soprattutto, per amore del nostro territorio, di riportare a casa (stranamente senza fini di lucro), le esperienze che ognuno di noi artisticamente e culturalmente si è costruito in giro per il mondo.
Quindi adesso ripuliranno i murales, per poi farceli di nuovi….
Ma lasciarlo come era, no??
.
Parlano sempre di “Rivoluzione Culturale”, ma vorrei ricordare che, in Cina, è miseralmente fallita.
Ed anche qui, mi sembra, che stiamo a buon punto…