Il ponte crollato sull’A14 in zona Camerano
di Federica Serfilippi
Sarebbe stato uno sbagliato posizionamento del troncone centrale sui piloni a provocare il cedimento. In pratica, si sarebbe creato una sorta di dislivello tra un’estremità e l’altra del ponte, dovuto all’appoggio precario del viadotto sul perno. E’ questa l’ipotesi su cui si stanno concentrando le indagini della Polstrada per spiegare il collasso del ponte A14 in zona Camerano, che giovedì ha ucciso Emidio Diomede e sua moglie Antonella Viviani. Una mancanza di equilibrio tale da far scivolare prima un lato del cavalcavia, poi il suo opposto (leggi l’articolo).
Un’altra ipotesi riguarda lo schianto di alcuni sostegni provvisori, come detto dall’ingegnere di Autostrade per l’Italia Giovanni Scotto Lavina (leggi l’articolo). Per sciogliere i dubbi sarà decisiva la perizia di Luigino Dezi, il docente di Tecnica della Costruzioni dell’Univpm incaricato dalla procura di accertare ogni dettaglio tecnico del disastro (leggi le sue prime dichiarazioni).
L’autopsia dei due coniugi non può aiutare nella ricostruzione del collasso del cavalcavia: Emidio e Antonella sono morti sul colpo a causa dell’impatto con l’ostacolo. A sostenerlo è l’esito dell’autopsia effettuata oggi dal dottor Mauro Pesaresi . A stroncare all’istante le due vittime sarebbe stato un politrauma derivato dallo schianto violentissimo riportato nell’impatto col cavalcavia. La morte sarebbe sopraggiunta a causa delle lesioni interne gravissime derivate dai traumi all’addome e al torace. Ingente anche il trauma a livello del rachide cervicale. La possibilità di sopravvivenza è dunque apparsa impossibile al perito.
«Faccio fatica a ritenere che la tragedia si possa definire una fatalità. Posso invece pensare che ci sia stato un errore umano o un’errata valutazione dei rischi legati alla circolazione dei mezzi in autostrada e all’esecuzione dell’opera di innalzamento del viadotto». Sono le prime considerazioni di Vincenzo Maccarone, l’avvocato del Foro di Perugia incaricato dalla famiglia Diomede di seguire l’inchiesta per omicidio colposo plurimo aperta dalla Procura. E infatti non c’è solo l’errore umano al vaglio, la magistratura è al lavoro anche su altri quesiti. Il primo, le tempistiche: i lavori per l’innalzamento del ponte erano conclusi, oppure ancora in corso? I martinetti che sollevano il troncone erano in tensione o no? Poi, c’è il nodo appalti. L’obiettivo degli inquirenti è quello di ricostruire tutta la catena di ditte impegnate dallo scorso febbraio nei lavori manutentivi del ponte. Giovedì, oltre alla Delabech di Roma, che stava lavorando per conto della Pavimental, società controllata da Autostrade, c’era anche il Gruppo Nori di Castelnuovo di Porto (Roma).
Daniele Diomede, in attesa all’ospedale di Torrette
«Ora è il momento del dolore, che non finirà mai. Dovrò abituarmi a conviverci». Sono le parole commosse di Daniele Diomede, uno dei due figli della coppia morta in A14. Circondato dai parenti, Daniele, ex team manager della Sambenedettese, non si è mai allontanato dalla camera mortuaria. «Abbiamo perso – ha detto – due persone eccezionali che facevano solo del bene. Forse anche troppo. Sapere quale possa essere la causa del decesso cambia poco. Non hanno però sofferto. Mi sono sempre preoccupato del fatto che i miei genitori potessero soffrire. Se fossero morti per un errore di mio padre o di mia madre, avrei saputo con chi prendermela. Invece, così, non lo so proprio». A fine maggio, Daniele diventerà padre. «Avrei voluto presentargli mio figlio, ma non ce l’ho fatta. Dovrebbe nascere il 21. Speriamo di poter allungare i tempi fino al 28, giorno del compleanno di mio padre». Dopo l’autopsia, i corpi dei coniugi Diomede sono stati restituiti alla famiglia. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nella chiesa di San Paolo a Pagliare del Tronto. La camera ardente verrà allestita in una cappella attigua messa a disposizione da don Basilio, il parroco che celebrerà le esequie.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
massima solidarietà ed affetto al figlio. 3 decimi di secondo fatali che non hanno lasciato scampo ai 2 poveri malcapitati. nemmeno l’air bag è intervenuto (e la rachide salvata) visto che gli è cascato il mondo sopra il cofano e non urtato davanti!!! che tragedia immane. pure padre sta diventando!!!!! non se la passano liscia comunque. non sono esperto ma credo che non si possa e non si debba sollevare un ponte di quella portata con 2-3 cric!!!!
Condoglianze alla famiglia.
questa è la conferma che l’autostrada doveva essere chiusa, perché bisogna prevenire che qualcosa potrebbe succedere.
solo che la ditta come al solito vincitrice dell’appalto, per risparmiare, fa un ponte alla volta con tre operai, invece autostrada chiusa, ci vorrebbero molti operai per fare più ponti allo stesso tempo, VERO!!!!!!!!!!!!
Ma. va!!!!!
ma ormai la tragedia e’avvenuta e l’unica cosa che rimane da fare, anche se nessuno di quei due poveracci ritornera’ in vita, e’ andare alla ricerca di responsabilita’, in un sistema di appalti come il nostro, in cui il pesce grosso si mangia tutti gli altri, saranno subito individuate! O sbaglio?