”Abbiamo avuto una grande prova di serietà e onestà da parte dei sindaci dell’Ascolano: ‘io ho pochi danni. Andate prima lì, che c’è più bisogno’ hanno detto in molti”. A raccontarlo è il capo della Protezione civile delle Marche Cesare Spuri. ”In queste ore abbiamo avviato ulteriori sopralluoghi in tutta l’area del sisma, con un congruo numero di rilevatori, ai quali da domani se ne aggiungeranno altri 20 del Genio militare. Si devono prendere le prime decisioni, soprattutto per quanto riguarda scuole, municipi e chiese. Le scuole – ricorda Spuri – devono riaprire al più presto: dobbiamo valutare se i danni lievi possono essere riparati velocemente per consentire l’apertura in sicurezza, o individuare soluzioni alternative in attesa che arrivino i primi moduli”. Stesso discorso per i palazzi municipali e le chiese”. Oggi le verifiche statiche si estendono a Castelsantangelo sul Nera che ha avuto pesanti danni con la scossa di magnitudo 6 del 24 agosto.
Il capo della protezione civile regionale giudica fisiologici i crolli di edifici già ristrutturati dopo il sisma del ’97, in particolare a Pescara ed Arquata del Tronto: “Mi sembra rientrino non rientrino nella patologia. Ma anche noi, come Protezione civile delle Marche, stiamo facendo sopralluoghi specifici per capire se i criteri tecnici fissati dalla Legge 61 per la ricostruzione nel 1997 siano stati rispettati. La gran parte degli edifici crollati o gravemente lesionati nella zona di Arquata – spiega Spuri, che è un ingegnere – sono di tipologia costruttiva modesta: pietra, poca malta, niente catene. Case spesso molto antiche, su cui sono stati fatti leggeri miglioramenti. Per questo dico che, allo stato delle conoscenze, siamo nella fisiologia di un danno sismico, non nella patologia. Ma bene ha fatto la procura di Ascoli a disporre accertamenti anche sulla geolocalizzazione del ritrovamento dei corpi delle vittime”.
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