Leonelli, Marinelli, Crescimbeni, Riccioni e Salvi
Casini, Migliorelli, Bravi, De Luca, Giacchetti, Ghergo, Chiarai
di Monia Orazi
«Fate presto, qui ci sono ottanta dipendenti che dal prossimo primo ottobre saranno in mobilità senza più un lavoro, finalmente lo studio ambientale (leggi l’articolo) ha confermato che il cementificio non inquina, si è scatenato allarmismo ingiustificato». E’ questo l’appello disperato lanciato dai rappresentanti sindacali unitari del cementificio di Castelraimondo, Sauro Bravi, Gionata Ghergo, Alessandro Migliorelli e Franco Chiarai, riuniti oggi nella sala incontri dell’azienda, ormai ferma da un anno, alla presenza dei rappresentanti sindacali di categoria Massimo De Luca della Fillea Cgil, Andrea Casini Feneal Uil, Massimo Giacchetti Filca Cisl, di Renzo Marinelli e Mauro Riccioni sindaci di Castelraimondo e Gagliole, di Patrizio Leonelli vicesindaco di Castelraimondo, del consigliere provinciale Daniele Salvi addetto all’ufficio del presidente del consiglio regionale, davanti a diverse decine di dipendenti ed al direttore di stabilimento Roberto Crescimbeni. «Chi ha generato allarmismo senza supporto scientifico dovrebbe fare autocritica – ha affermato Sauro Bravi – per quanto riguarda l’offerta di acquisto Cementir si dovrà attendere l’omologazione del tribunale, potrebbero passare alcuni mesi».
Bravi ha analizzato le prospettive future: «Qui l’attività produttiva si può riprendere perché non ci sono rischi ambientali, c’è materiale da estrarre nella cava con una concessione ultraventennale. Nelle Marche a breve partiranno importanti opere pubbliche, tra le maestranze ci sono professionalità di grande esperienza». Il direttore di stabilimento Roberto Crescimbeni ha affermato: «Questi risultati dovrebbero essere motivo di riflessione per le organizzazioni ambientali che in passato hanno gettato fango sull’azienda e le amministrazioni locali, con l’obiettivo di destabilizzare e far perdere credibilità. Anche qualche rappresentante politico ne ha tratto vantaggio ingenerando paura nella gente. Chiedo alle istituzioni di tenere alta l’attenzione sulla vicenda, un segnale importante arriverebbe dalla Regione se si potesse completare l’iter per l’autorizzazione ambientale per il nuovo impianto, visto che ci è stato chiesto di presentare in tempi brevi un piano per la dismissione dello stabilimento. Questo è un attentato a gamba tesa». Daniele Salvi, consigliere provinciale ha aggiunto: «C’è stata strumentalizzazione politica, i dati ne spezzano via l’infondatezza». Salvi ha poi preso l’impegno di farsi portavoce con la Regione, per organizzare un incontro in cui discutere dell’autorizzazione integrata ambientale, «per trovare il bandolo della matassa e riprendere il percorso», necessaria per il nuovo impianto a partire dal 2018 e per lui «anche a livello ministeriale ci deve essere interesse per questo iter». I sindaci Marinelli e Riccioni hanno di nuovo ribadito che lo studio Arpam tranquillizza tutti sul fatto che il cementificio non inquina, affermando di essere disposti a fare tutto ciò che serve per la salvaguardia dei posti di lavoro ed una quanto più celere ripresa dell’attività produttiva. Giunta dai sindacati di categoria, Giacchetti, De Luca e Casini, la sollecitazione alle istituzioni a fare il possibile per velocizzare l’iter burocratico, perché per i lavoratori la scadenza di ottobre è decisiva per evitare il licenziamento.
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””Fate presto, qui ci sono ottanta dipendenti che dal prossimo primo ottobre saranno in mobilità senza più un lavoro”” è UN PROBLEMA, e me ne dispiace, ma ciò dipende da altre cause, quali gestionali, crisi del mercato ecc.. , comunque affari e giochi di potere e talvolta anche politici.
””lo studio ambientale ha confermato che il cementificio non inquina, si è scatenato allarmismo ingiustificato”” è ALTRO DISCORSO, e come ho rimostrato nell’ultimo articolo, non vorrei che fosse pilotato ad hoc.
Infatti, ho grandi dubbi su come e quando siano stati fatti i rilevamenti, che non dà nessuna sicurezza scientifica a lungo termine, se abbinate ad altre concause, possono aver scatenato l’incremento di tumori.
Ma quello che maggiormente preoccupa, è la riconversione per per la produzione con CDR e TERNOVALOZZATORE, che proprio non sono farfalle e caramelle per l’ambiente, ma soprattutto per l’uomo.
Infine, paventarsi dietro il ricatto morale dei 80 dipendenti è oltremodo meschino ed offensivo, sia per loro, per la popolazione, ma soprattutto per le persone decedute a causa della percentuale aumentata di alcune tipologie di tumori. E questi sono fatti e statistiche reali e riportate.