ACCALORATO – Francesco Micheli durante la riunione di oggi pomeriggio nella sala consiliare. Ai suoi lati Stefania Monteverde e Maurizio Mosca
CRITICA – L’intervento di Maria Francesca Tardella, consigliere comunale e presidente della Maceratese
di Maria Stefania Gelsomini
(foto di Andrea Petinari)
Nell’inconsueto clima al miele fra maggioranza e opposizione, unite e concordi sulla necessità di difendere lo Sferisterio, cambiare lo statuto dell’Associazione, coinvolgere la Regione Marche e incentivare il reperimento di fondi privati, il peperoncino ce lo mettono Maria Francesca Tardella e Francesco Micheli. Tutto accade durante l’audizione richiesta dal consigliere Bruno Mandrelli per fare chiarezza sulla quadratura del bilancio 2015 dello Sferisterio (per le ormai note riduzioni di risorse ministeriali e non solo) e sul bilancio previsionale 2016, che ha visto riunite la I e la IV Commissione consiliare (Affari costituzionali e Cultura).
La presidente della Maceratese, grande appassionata di lirica, nel suo intervento esce “dal coro autoreferenziale della serata” e lancia l’ennesima stoccata al direttore artistico Francesco Micheli. “Concordo con Mandrelli che lo Sferisterio è un patrimonio di tutti che va assolutamente difeso, ed è vero che la città deve essere vicina alla sua realtà più importante. Ma modificare lo statuto è un problema che dipende dalla qualità del prodotto, perciò il mio auspicio è che aumenti la qualità”. Ed elenca una serie di difficoltà: l’ospitalità, l’arrivo di turisti stranieri (vista anche l’incertezza sul futuro dell’Aeroporto di Falconara), l’impossibilità di confrontare il MOF con il ROF dove si esibiscono cantanti di livello mondiale come Juan Diego Florez, l’assenza di uno spettacolo dello Sferisterio sulla Rai e su Sky Classic, il reperimento di mecenati disposti ad elargire risorse in mancanza di un prodotto di qualità. E l’accento va sempre a finire lì: “è un pregio, grazie a Micheli, avere la programmazione un anno prima, ma ci deve far capire come si muovono gli altri teatri”.
Come a dire: perché gli altri hanno i migliori cantanti sulla piazza e Macerata no? La risposta del direttore artistico è molto dura e stavolta, contrariamente al solito, non ha affatto voglia di scherzare. “Quando sono arrivato nel 2012 ho trovato un clima conflittuale e diffidente, perciò ho cercato di far lavorare i mille talenti di questo territorio facendoli fruttificare, rischiando e puntando su innovazione e sperimentazione”. Il dibattito sulla copertura dello Sferisterio, altra questione annosa riemersa durante il dibattito, non lo appassiona “perché il teatro ha la capacità di vivere ugualmente tutto l’anno attraverso una serie innumerevole di attività collaterali”. In merito allo statuto dell’Associazione ammette che sì, “il profilo della manifestazione è radicalmente cambiato negli ultimi anni, anche per colpa mia, con una moltiplicazione di eventi, e quando si parla di qualità si parla anche di questo – rivolgendosi direttamente alla Tardella –, e la precarietà in cui viviamo è un’altra risposta: Florez lo si può prenotare con anni di anticipo, qui è un miracolo se posso programmare da un anno all’altro”. E giù con gli affondi. “Se sono soddisfatto dei traguardi artistici del festival? Sì, se la stampa e i critici scrivono che il MOF è il festival più importante d’Italia. C’è anche chi critica ma nessuno mette in dubbio la nostra qualità come tu fai Tardella. Credo che il pubblico sia un buon giudice, e la biglietteria aumenta.”
È poi la volta di rispondere alle polemiche sorte in seguito alle dichiarazioni rilasciate ad agosto, chiarendo il senso di quelle parole: “Dissi: mi dispiace che nel consenso che la città riserva, ci sia qualcuno che rimpiange certi allestimenti. Rimpiangete gli anni degli sprechi e delle tangenti? Anni in cui si spendevano soldi che non c’erano? Io ho 75mila euro per i costumi e le scene. Stavo facendo un discorso sociale e culturale, nessuna polemica con le passate stagioni o gestioni. Volevo solo dire che l’eleganza non è legata al prezzo, che più spendi e più vali”. Un grido di allarme che ha generato un mare di polemiche e, tra queste, il riferimento è ancora a Francesca Tardella: “come privata cittadina puoi dire ciò che vuoi ma come consigliere no. Il danno che causi allo Sferisterio nel continuare a sparare a zero e dire continuamente che la qualità artistica non è adeguata è gravissimo. La stima che professi nei miei confronti e lo stroncare il mio lavoro non coincidono: o mi sfiduci o, visto che il problema è economico, fai come Mosca che è nostro sponsor da anni… Mi piacciono le critiche, ma quelle che aggregano non che disgregano. Abbiamo sponsor per 450mila euro e non sono tutti sordi, evidentemente gli piace ciò che sentono. Fuori da Macerata mi esalto, io sono il direttore dell’anno e il MOF il miglior festival d’Italia, qui mi sembra di essere una sanguisuga mediocre”. Lo sfogo continua carico di amarezza: “spero in un nuovo dialogo perché così non va, ma a questo punto devo cominciare a difendermi. La proposta di Mosca dei nuovi cento consorti che con l’art bonus diventano azionari è gonfia di senso civico, ma un giorno – e si rivolge di nuovo alla Tardella – ho la tentazione di rassegnare le dimissioni e darti il mio posto. Devi assumerti la responsabilità delle cose che hai detto e a cui sto rispondendo”.
Dopo questo vivace scambio di battute e gli interventi di Riccardo Sacchi (FI), Anna Menghi (Comitato Menghi), Enrico Marcolini (La città di tutti), Carla Messi (5 Stelle), Ivano Tacconi (Unione di Centro), Paolo Manzi (Pd), Ninfa Contigiani (Pd), Maurizio Mosca (Città viva), Alessia Scoccianti (Pd), David Miliozzi (Pensare Macerata), del vice sindaco Stefania Monteverde in sostituzione del sindaco Carancini assente perché impegnato a Torino in una riunione dell’Anci, di Alfonso Belardinelli (componente del Cda), di Luciano Messi (responsabile di produzione), il commento di Bruno Mandrelli è eloquente: “Troppa grazia! È stata una discussione accalorata, non è cambiato niente da trent’anni a questa parte”. Tutti a casa con l’impegno di fissare al più presto un incontro e di porre la discussione sullo statuto dell’Associazione come primo punto all’ordine del giorno. Il futuro è ancora tutto da scrivere (sarà una Fondazione? Ancora non si sa), dipenderà anche gli sviluppi che seguiranno alla chiusura della Provincia con la sua conseguente fuoriuscita dall’Associazione e all’ingresso probabile della Regione che della Provincia ha preso le deleghe alla cultura.
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Piena stima a Micheli, condivido in toto il suo pensiero sul ns amato Sferisterio.
Micheli,un grande,ha ridato lo Sferisterio alla città,coinvolto migliaia di cittadini con manifestazioni collaterali.Le critiche sono esclusivamente politiche.Vai avanti cosi’
In anticipo ha fatto bene il Cons. Mandrelli a parlare della situazione economica “futura” dello Sferisterio. Abbiamo un grande Direttore Artistico e noi consiglieri dobbiamo collaborare affinché la macchina non si fermi. In consiglio comunale sono entrate nuove forze politiche che a mio parere vanno rispettate e non mettere poi in evidenza con pacche sulle spalle chi ha dato di più o di meno. Anche perchè da come ho ascoltato tutti amiamo lo sferisterio, ora più che mai con le notti bianche è entrato nella città. Il clima di miele come si dice nell’articolo tra maggioranza e minoranza è la responsabilizzazione dei nuovi arrivati che finalmente distinguono una politica diversa in momenti cosi difficili economicamente per la nostra città. Allo Sferisterio, si sono create professionalità di livello internazionale e questo è merito di tutti anche del passato. Mi permetto di dire tutto questo anche perché il sottoscritto in 35 anni non è entrato mai nel Monumento dei 100 consorti maceratesi senza passare prima a fare il biglietto al botteghino, sono un amante delle prime, ascoltare l’Opera in questo modo è molto più bello.
Dopo la boutade dello scorso agosto ecco che, per l’ennesima volta, tenta di giustificare l’ingiustificabile.
Che ad agosto avesse fatto la pipì fuori dal vasetto se ne erano accorti tutti; invece che scurarsi per quanto detto il volere tenacemente continuare, su questa linea giustificativa, è l’ennesimo grossolano errore.
Per quanto riguarda le manifestazioni “collaterali” (che alcuni commentatori qui in passato hanno, giustamente, bollato come sagre di paese che con l’Opera ci azzeccano come i cavolfiori a merenda) ben vengano se servono per catturare l’attenzione ed aumentare l’interesse intorno all’Opera e allo Sferisterio, ma volerle addirittura farle diventare importante cinghia di trasmissione credo sia un’esagerazione.
Sulla qualità dello Sferisterio non so proprio cosa legga, in ambito di riviste specializzate, ma oggi lo Sferisterio (e la sua Stagione Lirica) sulla stampa specialzzata internazionale NON ha sicuramente la stessa importanza, la stessa attenzione e la stessa notorietà di qualche anno fa….
Lo stadio non va,lo Sferisterio nemmeno,perchè dico io non si trsferisce al Palasuole come quei simpaticoni della Lube e organizza tutti gli spettacoli che vuole.
Andavano bene i debiti di una volta, il cons. Tacconi dovrebbe sapere come sono andate le cose.Il muratore e’ sempre un paladino a difesa di nulla,meglio le sagre che i buffi pur di fare bella facciata
Sig Tacconi,lei era un amministratore ai tempi di Orazi,non avete mai reso pubblico il bilancio dello Sferisterio, ora vi indignate se Micheli evidenzia ciò?
Ferramondo touche’….