“Teoria gender in un libro di scuola”,
Lega Nord: “Genitori preoccupati”

IL CASO - Proteste a Tolentino per alcuni esercizi di testo. Intanto il capogruppo di Fdi in Regione, Elena Leonardi, interviene in merito alla votazione in Consiglio sulla mozione: "Presa di posizione della Regione di fronte all'introduzione dell'ideologia gender nelle scuole"

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libro teoria gender don bosco tolentino (3)

libro teoria gender don bosco tolentino (1)

 

«Ci è stato fatto notare come in alcune pagine dei libri di testo siano presenti elementi espliciti inerenti la cosiddetta “Teoria del Gender”, chiediamo chiarimenti alla dirigenza scolastica e al corpo docente dell’istituto comprensivo Don Bosco». Ad affermarlo gli esponenti della Lega Nord di Tolentino che, dopo aver ricevuto la segnalazione da parte «di genitori di bambini e bambine che frequentano la classe terza della scuola primaria» si dicono «palesemente preoccupati per la possibilità di inserimento all’interno dei piani dell’offerta formativa di questa “teoria” che troverebbe attuazione in pratiche ed insegnamenti non riconducibili ai programmi previsti dagli attuali ordinamenti scolastici». Dopo aver sottolineato che «fra i genitori si è riscontrata una forte preoccupazione derivante anche dalla risonanza mediatica di informazioni non sempre corrette» la sezione tolentinate del partito ritiene «indispensabile da parte della dirigenza scolastica fornire tutti i chiarimenti del caso in merito all’utilizzo del libro di testo adottato nelle classi terze della scuola primaria», ricordando che «l’articolo 30 della Costituzione recita “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio” e che la nota del 6 luglio scorso del ministero dell’Istruzione ribadisce che “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del piano dell’offerta formativa”».
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Elena Leonardi

Elena Leonardi

Il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, interviene in merito alla votazione avvenuta ieri in Regione sulla mozione “presa di posizione della Regione di fronte all’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole e delibera di giunta regionale n. 78 del 16.02.2015“. «Il voto pesa come un macigno: 15 contrari e tre astenuti contro i 9 a favore della mozione la dice lunga sulla logica di contrapposizione ideologica e partitica della maggioranza regionale», si legge in una nota diffusa da Leonardi, «il tema è così importante per i nostri figli che bisognava superare gli steccati ideologici e riconoscere il ruolo prioritario della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità». Il capogruppo ha poi ricordato: «le ammissioni fatte dalla stessa senatrice Fedeli, del Pd, quando, recentemente, ospite di un convegno a Potenza Picena ha riconosciuto l’assenza di linee guida trasparenti “per evitare alcune sperimentazioni che sono state fatte al di fuori dei canoni“, sperimentazioni che, nelle Marche, il Pd ha fatto finta di non vedere».

Per Leonardi «il luogo deputato ad una discussione seria sull’argomento era proprio l’aula dell’Assemblea legislativa e non le stanze di un convegno. Chi ha votato contro la mozione non ha risposto alla sua coscienza ma ha ubbidito all’ordine di partito o, pur facendosi portavoce di istanze sociali e di tematiche di sostegno alla famiglia ha nella sostanza sconfessato questi valori. Si chiedeva un segnale di contrarietà al travalicamento del decreto della cosiddetta “Buona Scuola” segnale che il Pd ed i suoi “satelliti” ancora una volta non hanno saputo e voluto dare». Nel dibattito, il capogruppo di Fdi-An ha evidenziato anche la presenza di una delibera di Giunta Regionale, mai revocata, nella quale si approva un progetto per la formazione di dirigenti e personale scolastico marchigiano sul tema della “implementazione della strategia nazionale Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender)“. Leonardi dopo aver evidenziato che «Fdi rispetta in pieno le diversità, anche sessuali, ed è favorevole al riconosciento di alcuni diritti civili» ha ribadito: «Ben altro però è questa azione subdola e strisciante che preoccupa giustamente le famiglie, anche quelle marchigiane».



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