Sottopasso, l’opera che divide la città
Il comitato: “Sopraeleviamo il treno”

CIVITANOVA - Il comitato del "no" ha incontrato l'amministrazione comunale e ha presentato le sue proposte. Costamagna "E' l'unico progetto possibile". I cittadini "Non avete fatto le giuste considerazioni, dovete strigliare le ferrovie". Castellucci: "Con 6 milioni di euro pago due capostazione per 120 anni, altro che tunnel"

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L’assemblea per discutere del sottopasso

 

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Le tante persone presenti nel salone

di Marco Ribechi

(foto di Federico De Marco)

Il sottopasso di via Carducci si appresta a diventare uno dei temi caldi della politica civitanovese. A testimoniarlo la grande affluenza all’assemblea organizzata ieri sera nel centro civico del quartiere Risorgimento (leggi l’articolo), a cui hanno partecipato oltre 100 persone. Un risultato che ha sorpreso sia il comitato “No al sottopasso” sia i membri dell’amministrazione comunale e che ha dimostrato l’interesse che suscita il dibattito. Tra i sostenitori dell’opera il sindaco Claudio Corvatta, il vice sindaco Giulio Silenzi, l’assessore ai lavori pubblici Marco Poeta, il presidente del consiglio comunale Ivo Costamagna, l’assessore all’ambiente Cristiana Cecchetti e l’autore del progetto Stefano Stefoni. Composto soprattutto da residenti e semplici cittadini invece il gruppo di oppositori, tra cui anche Tarcisio Tordini, membro del direttivo Pd cittadino anche lui fortemente critico nei confronti del progetto.

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Alcuni dei rappresentanti del comitato che si oppone al sottopasso

«Abbiamo spiegato le ragioni oggettive che rendono necessaria l’opera – ha detto Ivo Costamagna – tutte le alternative non sono fattibili. Inoltre il progetto è legato alla Quadrilatero e i finanziamenti non sono forniti direttamente dal comune di Civitanova (leggi l’articolo). La metro di superficie resta uno dei nostri obiettivi ma al momento dobbiamo realizzare il sottopasso. Quando finiranno i lavori della Quadrilatero il traffico in entrata a Civitanova aumenterà notevolmente e non possiamo permettere che la ferrovia faccia da tappo al fluire delle auto». Su tutt’altra lunghezza d’onda il comitato “No sottopasso” che non vede nella realizzazione dell’opera una soluzione: «Noi viviamo in quest’area, sappiamo bene che il passaggio a livello è un grandissimo problema per tutta la città – spiega Eros Melappioni che si oppone all’intervento – ma la soluzione non è il sottopasso. Siamo dispiaciuti perché il sindaco ci ha subito criticato per essere stati assenti alle precedenti riunioni, salvo poi affermare lui stesso che forse non erano state abbastanza pubblicizzate. Vogliono costruirmi un tunnel sotto casa, figuriamoci se non sono interessato. Evidentemente c’è un intoppo nella democrazia partecipativa anche perché ora vengono a dirci che è troppo tardi e non si può più tornare indietro. Quindi siamo costretti ad accettare una soluzione di 50 anni fa per una mera questione burocratica». Gli oppositori criticano duramente la posizione delle Ferrovie dello Stato che non tengono abbastanza in considerazione la stazione di Civitanova: 

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Piergiovanni Castellucci

«La prima cosa che chiediamo all’amministrazione è di strigliare per bene le Fs che rifiutano il dialogo su qualsiasi soluzione alternativa e si arroccano su una posizione dannosa per i cittadini e molto dispendiosa – spiega Piergiovanni Castellucci – a causa dell’assenza di un capostazione il passaggio a livello è gestito da Bari. Possibile che quello che decidono sia legge? I nostri politici hanno fatto le giuste richieste oppure semplicemente accettano ogni dictat? Vogliamo un incontro con le ferrovie perché il modo in cui viene gestito il passaggio è a dir poco incredibile». Su suggerimento di Vittorio De Seriis, ultimo capostazione di Civitanova, c’è una soluzione molto economica: «Il vero problema non è il passaggio del treno, ma quando il treno non passa – spiega De Seriis – infatti le sbarre si abbassano ad un orario prestabilito e si rialzano con un sensore dopo il transito delle vetture. Se però il treno è fermo in stazione per un ritardo o un guasto il sensore non si attiva e le sbarre, che sono azionate da Bari, non si sollevano. Per questo a volte il traffico è bloccato anche per più di 10, 15 minuti. Serve un sensore che venga azionato direttamente dal treno al momento della partenza e tutto si risolverebbe in circa 2 minuti». Questa soluzione non sarebbe possibile perché contrasta con le norme di sicurezza delle Fs: «Siamo sicuri che spiegando bene quanto accade, cosa che i nostri politici non hanno fatto, le Fs possono trovare una soluzione che tra l’altro noi già abbiamo ipotizzato – continua Castellucci – bisogna imporsi prima di fare un’opera impattante da 6 milioni di euro. Inoltre se un giorno sarà necessario un altro intervento cosa ci facciamo con questo sottopasso, lo richiudiamo? Con 6 milioni di euro possiamo pagare due capostazione che azionano le sbarre premendo un pulsante per i prossimi 120 anni, e creiamo anche occupazione, alla faccia dei lavori».

Treno sopraelevato

Un esempio di treno sopraelevato

Un’altra proposta è stata quella di interrare il treno, come per una metropolitana. «Sembra che il treno non possa essere interrato sempre per l’opposizione delle Fs – continua Castellucci – per questo i cittadini civitanovesi devono subire un danno di un’opera così impattante. Consideriamo anche che tutte le case e le attività commerciali dell’area, oltre a inevitabili danni strutturali alle fondamenta, subiranno anche un deprezzamento. E’ giusto che per colpa delle Fs, che sono un’azienda pubblica, siano i cittadini a rimetterci? Che facciano il tunnel al treno». Tra i presenti all’assemblea anche un’altra voce si è levata quella di Aldo Mandolesi con una proposta complessa ma molto interessante: «Sopraeleviamo il treno, come avviene in tante città europee. E’ una soluzione più moderna, permetterebbe di connettere San Marone e Risorgimento rendendo possibile anche l’accesso pedonale al parco pubblico in zona ex Cecchetti. Ora invece tutte queste strade sono bloccate dai binari. Sarebbe come fare un sottopasso continuo e migliorerebbe in modo drastico il traffico e la mobilità cittadina in tutto il centro, non in uno solo tratto di strada. Pensiamo in maniera moderna non cerchiamo le stesse soluzioni di mezzo secolo fa. Queste idee esistono in Europa ma qui invece neanche le hanno prese in considerazione. Hanno deciso che deve essere un sottopasso e così sarà, ma noi ci opporremo fino alla fine».



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