Alessandro Perri
Gli sviluppi delle attività dell’ospedale di Macerata continuano a preoccupare i lettori di Cronache Maceratesi nonostante le rassicurazioni arrivate su più fronti dal direttore dell’Area Vasta 3 Gigliucci (leggi l’articolo). E’ il caso di Alessandro Perri, giovane medico di Macerata in formazione specialistica all’ospedale Gemelli di Roma, che dopo aver letto i piani economici della Regione ha deciso di diffondere le proprie perplessità sul destino della struttura maceratese.
«Sono un medico in formazione specialistica all’ospedale Gemelli di Roma. Volente o nolente rappresento quella parte della popolazione che si chiede cosa possa offrire per il futuro il proprio territorio, se valga la pena o meno scommettere in esso vivendoci e lavorandoci, costruendovi qualcosa. La necessità di scrivere nasce da un piccolo trauma che ho ricevuto spulciando fra i punti dell’accordo programmatico dell’attuale presidente della regione Marche con un noto partito politico, partito che non nominerò perché non interessante ai fini del mio discorso. Sono rimasto basito quando ho notato che il “capitolo” sanità per il nostro territorio non esiste. Si fa riferimento alla costruzione di un ospedale nelle “Marche del Nord” alias provincia di Pesaro-Urbino, di uno nelle “Marche del Sud” alias provincia di Ascoli Piceno, di uno a Fermo e un ultimo nella provincia di Ancona. Manca proprio la provincia di Macerata. Nonostante la facile ironia ritengo che non bisogna scherzare sulla sanità che in media rappresenta circa l’80% delle spese di una regione». Il medico si chiede se forse c’è il bisogno di ammodernare l’ospedale provinciale. «Siamo convinti che il nostro ospedale basato su un progetto degli anni ’60 – continua Perri – e realizzato a partire dagli anni ’70 sia perfetto così com’è? Sono preoccupato, davvero. La regione Marche sta procedendo in maniera lungimirante verso una ricostruzione delle aziende ospedaliere che risponda alle esigenze dei tempi che stiamo vivendo. Si va a riorganizzare la rete ospedaliera attraverso la creazione di un numero minore di centri, che raccolgano però un grosso bacino d’utenza. Ciò è stato fatto con ottimi risultati in Toscana.
Questi centri saranno posti in posizioni strategiche, facilmente raggiungibili grazie a opportuni collegamenti con le infrastrutture viarie di maggiore importanza nell’ambito del territorio che servono, saranno dotati di ampi parcheggi e non ultimo, essendo nuovi, si serviranno di un’organizzazione adeguata alla medicina che si pratica oggi degli spazi dedicati all’assistenza. Saranno certamente strutture sicure che avranno costi di manutenzione limitati rispetto agli ospedali che andranno a “pensionare”». Il medico continua a sottolineare come «evidentemente l’ospedale provinciale di Macerata risponde già di tutte queste caratteristiche se il nostro territorio, in controtendenza a ciò che l’attuale presidente della regione intende fare nel proprio programma elettorale, non abbisogna di una struttura nuova». «Mi chiedo inoltre: una volta realizzata la nuova rete ospedaliera cosa accadrà all’ospedale provinciale di Macerata? Come e quando si sceglierà di investire in un ospedale vecchio e privo di spazi per ampliarsi, difficilmente raggiungibile e schiacciato tra due ospedali modernissimi? Non giriamoci intorno, temo proprio che la risposta sia brutale: mai. Anzi, a questo progetto non può che seguire un deciso depotenziamento della struttura e degli ospedali del territorio provinciale. Spero di sbagliare. Comunque continuo a scervellarmi chiedendomi come mai dovremmo essere l’unica provincia in cui non si procede nella direzione dell’ammodernamento della rete ospedaliera. Forse non ci meritiamo di esser considerati alla stregua delle altre province in regione». E ancora.
«Quali sono i criteri per la realizzazione di un presidio ospedaliero di base, primo o secondo livello? – continua Perri – Un presidio ospedaliero di base deve avere un bacino di utenza di 80mila-150mila abitanti; quello di primo livello un bacino d’utenza di 150mila, 300mila abitanti; uno di secondo livello un bacino d’utenza di 600mila-1milione e 200mila abitanti. Ma il nostro territorio non è meno popolato degli altri infatti la provincia di Pesaro-Urbino conta 363.510 abitanti, quella di Ancona 478.187, quella di Fermo 176.230, quella di Ascoli Piceno 211.317 Noi maceratesi siamo 320.263. Quindi al nostro territorio provinciale deve essere destinato un presidio ospedaliero di primo livello. Il problema è che l’organizzazione attuale prevede la presenza di tanti piccoli ospedali in cui si sovrappone l’offerta in termini di servizi. Dovendo attuare le norme vigenti è inevitabile che vengano chiusi dei reparti che sono “ridondanti” e che non sono previsti nei centri di base e dovranno o essere costruiti nuovi presidi ospedalieri o essere ampliati i reparti dell’ospedale provinciale, che va a svolgere ruolo di ospedale di primo livello, perché il bacino d’utenza dello stesso andrebbe ad aumentare. Ora, in che modo e dove si potrebbe “allargare” il nostro ospedale provinciale? Non mi sembra si possa. Si potrebbe pensare allora di dividere i servizi nei differenti presidi ospedalieri esistenti che andrebbero a costituire un unico ospedale. Bene, e quando un paziente ricoverato in cardiologia avesse la necessità di eseguire una consulenza da parte supponiamo dell’urologo cosa si farà? Verrà caricato in un’ambulanza per raggiungere il reparto di urologia presente a 20 km di distanza?
Io preferirei, da medico o da paziente, avere un unico ospedale funzionale che tre incompleti, ma la mia è un’opinione personale. Come mai da noi non è prevista la costruzione di un nuovo ospedale provinciale, moderno, che serva davvero l’intera provincia e sorga vicino alla superstrada che a breve ci collegherà in direzione ovest all’Umbria? Io non me lo spiego. Almeno non mi spiego perché si possa pensare di non trattare il nostro territorio alla stessa maniera di tutti gli altri nelle Marche. Allora condivido i miei dubbi, magari qualcuno dei lettori sa rispondere. Vi prego, non venitemi però a parlare di una politica di una o di un’altra parte partitica. Abbiamo un presidente della regione che rappresenta un elettorato di una fazione al presente mandato e che si presenta come rappresentante della propria opposizione attuale alle prossime elezioni; ho dunque la sensazione che non si abbia a che fare con una politica nuova ma di un progetto che già era in atto da tempo. Politici maceratesi, in particolare, chiamo voi in causa: mi spiegate che ruolo avrà la nostra provincia in ambito sanitario?».
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Diciamo che la storia da cui prende le mosse questo accorato ma informatissimo articolo e’ un po’ singolare e per certi versi poco credibile. Ma questo ci interessa relativamente . I contenuti invece sono in gran parte veritieri e corrispondono alle conoscenze che si hanno sulle scelte di politica sanitaria della Regione Marche.la nostra provincia appare in realtà sfavorita più dalle scelte in prospettiva che dalla situazione attuale che già non e’ del tutto rosea ( ricordiamoci però che nel complesso parliamo di una regione fra le migliori nel contesto italiano) . E’ probabile che le ragioni siano molteplici : errori passati , debolezza relativa della nostra capacità di rappresentanza , problemi strutturali . Ora però bisogna agire per recuperare il terreno perduto e per mettere sui tavoli regionali una proposta forte e credibile a tutela dei diritti dei cittadini del nostro territorio. Si può fare sopratutto se mettiamo da parte piccole logiche di campanile sconfitte in partenza . ( esempio. Contiamo gli ospedali presenti nella nostra provincia e facciamo i confronti)
Non e’ mai troppo tardi per pensare o sognare un nuovo grande ospedale sulla Val di Chienti a servizio del territorio provinciale ma perche’ lanciare ora la questione come un’arma politico-elettorale contro Spacca e Forza Italia e non rivolgere piuttosto una meritata sfilza di domande e accuse alle classi dirigenti che negli scorsi decenni egemonizzati dal centrosinistra quando il futuro si poteva ancora programmare e qualche risorsa c’era o si poteva trovare lasciarono dormire la cosa preferendo altre scelte? Non sono la persona piu’ indicata per difendere l’accordo Spacca-Fi ma i problemi della Sanita’ maceratese e marchigiana nascono con il programma elettorale che ha tanto stupito il dott.Perri?
Complimenti al giovane medico che ha fatto un’analisi puntigliosa sulla Sanità marchigiana presente e futura. Valuto con piacere ad esprimere le personali un rappresentante delle giovani generazioni che sicuramente ha la prospettiva rivolta a lungo termine.
Mi permetto di fare un appunto a Mario Iesari. La storia prende spunto ora perchè come dice l’intervistato ha letto il programma elettorale e quindi quando dovrebbe parlare, dopo il 31 maggio?
Comunque è chiaro che se l’Ospedale di Macerata vuole rafforzarsi dovranno chiudere o riconvertire i piccoli ospedali, non è possibile avere in provincia 7 ospedali pubblici!!!
Condivido in pieno tutti i dubbi espressi da Alessanro Perri sul futuro dell’ospedale di Macerata; li avevo già espressi , in parte, in un articolo pubblicato da questo giornale il 30ottobre del 2014, che si intitolava “Ospedale di Macerata, da anni la politica punta al ribasso”
( https://www.cronachemaceratesi.it/2014/10/30/santucci-ospedale-di-macerata-da-anni-la-politica-punta-al-ribasso/587237/)
Perri fa di più e meglio, dando un giudizio da medico e da maceratese
E’ verissimo, purtroppo, che solo Macerata è rimasta al palo, in questi anni, perché a Pesaro è stato concessa la costruzione di un nuovo ospedale “marche nord”, un nuovo ospedale di rete ad Ancona sud ( più l’INRCA, più il polo di Torrette, più altri ospedali) e Fermo , per bocca del presidente dalla provincia ha detto che mai rinuncerà al proprio ospedale di rete.
Per anni, evidentemente, Macerata non ha saputo parlare con una voce sola e forte; ora vediamo i risultati di questa politica che si è nascosta dietro le cosiddette “reti cliniche”, che a Macerata sembrano avere solo significato depotenziare l’ospedale provinciale. Attenzione, però, perché depotenziare l’ospedale di Macerata significa depotenziare tutta l’area vasta, col risultato che andremo tutti a curarci a Fermo o Ancona Sud, con un prevedibilissimo rischio di veder peggiorata la qualità della vita di tutti, oltre che vedere arretrare Macerata per importanza e centralità fra le città delle Marche.
Altro punto centrale che condivido con il Dott.Perri è l’isolamento dell’ospedale: lui dice che sarebbe opportuno costruire un moderno ospedale a valle, io mi accontenterei, per ora, dello svincolo sulla 77 di Campogiano e della costruzione della bretella Mattei/la Pieve: se ne parla da decenni, se fosse stata fatta almeno da 10 anni forse non saremmo a questo punto.
Perchè, chiede Perri; Macerata è stata trattata peggiorispetto alle altre città delle Marche?
Si può supporre che gli amministratori locali, in questi anni, non abbiano saputo avere una visione di insieme del territorio che con i suoi 320.000 abitanti sarebbe il bacino di utenza ideale per avere un ospedale di primo livello.
Ma direi di più: Macerata è stata volutamente depotenziata per la necessità di allargare il bacino di utenza delle strutture ospedaliere realizzate nell’anconetano, largamente sovradimensionate in relazione agli utenti che la stessa provincia di ancona ha.
Spero che nulla sia ancora perduto, basterebbe, per esempio, che gli amministratori che verranno , si rendessero conto che un ospedale di primo livello a Macerata sarebbe utile non solo per la nostra città, ma per l’area vasta intera.
Visto che le altre Provincie sembra che riusciranno a “potenziare” i loro presidi ospedalieri (o a farne di nuovi) mi chiedo: ma alloara è vero quello, che da molte parti si dice, sull’inesistente peso politico dei Consiglieri Regionali eleltti in Provincia di Macerata??
Insoma il classico 2 di spade quando briscola è denari….
Purtroppo caro dott. Perri in questi 15 anni di opposizione con la nostra lista civica ci siamo assunti la grande responsabilità di portare l’attenzione del consiglio comunale sulla sanità maceratese sollevando questioni che sono state sempre condivise all’unanimità! Da ultimo ci siamo fatti promotori insieme ad altri consiglieri di opposizione di una raccolta firme per sventare il trasferimento di oculistica a San Severino! Questo la dice lunga sulla volontà della politica cittadina di difendere la sanità del capoluogo rispetto ad una politica regionale ancona centrica!
Noi non perdiamo la speranza di avere una amministrazione che possa avere la credibilità di difendere la sussistenza del nostro ospedale fino a quando, insieme alle altre amministrazioni del territorio, non si arrivi ad un nuovo ospedale che possa servire l’intero territorio comprensoriale!
Questa è la politica che è mancata in questi anni!
Grazie a chi ha letto l’articolo e a chi mi ha contattato per esprimere la propria opinione riguardo l’argomento trattato e grazie anche a chi ha voluto commentare, fornendo ulteriori elementi di riflessione.
Un piccolo appunto però credo sia doveroso farlo ed è il seguente: il mio scopo è capire quale sia il progetto per la sanità nel maceratese, se ce n’è uno. Sono arrivato alla conclusione che non sono l’unico ad avere questa esigenza. Ora spero che da una parte i cittadini siano più incisivi nel chiedere chiarimenti, dall’altra i politici siano ben disposti a darli. Sono particolarmente curioso di capire non solamente se le mie posizioni siano condivisibili, ma quali siano di preciso i piani futuri.
In tutte le Marche le aree provinciali si sono organizzate in maniera chiara, definita, per poter intercettare fondi mirati alla realizzazione di strutture che rispondano alle richieste ministeriali. È necessario comprendere se il territorio maceratese stia facendo lo stesso, abbia intenzione di farlo in futuro o abbia altri progetti che differiscono da quelli che vedono la realizzazione di nuove strutture di primo livello che servano l’intero territorio provinciale. Un progetto mirato, è evidente, dovrà essere attuato anche nel maceratese e questo prima che il bacino d’utenza della nostra area vasta possa essere spartito fra gli ospedali dell’anconetano e del fermano. Non si tratta, dunque, solamente di garantire una sussistenza dell’ospedale del capoluogo, ma di garantire invece al nostro territorio quei servizi, quei posti letto e quelle prestazioni che si addicono ad un ospedale di primo livello, prestazioni che dovranno essere erogate in ambienti adeguati e con costi competitivi. Tutto questo, sia ben chiaro, non per campanilismo, ma perché ci spetta.
Tante parole per chiedere sinteticamente:
– Quali sono i progetti per la rete ospedaliera maceratese?
– Chi, persona fisica e partito politico, appoggia quale progetto e se ne fa carico?
Detto questo ci tengo ad evidenziare, poiché sono un ottimista di indole e penso che tutto si possa portare ad un epilogo favorevole, che il titolo dell’articolo che ho fornito a Cronache Maceratesi era un altro, meno impattante e catastrofista e volto invece a ragionare sul “che sarà…”.
Un saluto a tutti.