Si è rivelato alquanto interessante l’incontro organizzato dal Rotary Macerata con i club di Camerino, Tolentino e “Matteo Ricci” di Macerata per discutere del futuro dei distretti marchigiani. Nell’aula magna dell’università di Macerata, alla presenza del rettore Luigi Lacchè, l’altra mattina si sono susseguiti relatori d’eccezione, sollecitati dal giornalista Carlo Cambi, per dibattere sul futuro per i distretti industriali. “Quando ho iniziato – ha raccontato l’imprenditore Franco Moschini, presidente di Poltrona Frau di Tolentino – non c’era il distretto pellettiero a Tolentino, ma è nato con noi quando ci siamo trasferiti da Torino nella città maceratese ed è cresciuto man mano con la nascita di nuove aziende da parte di ex dipendenti della Frau”. Oggi alla luce dei cambiamenti indotti dalla globalizzazione, si può affermare che i distretti industriali sono eterogenei al loro interno poiché costituiti da imprese diverse per dimensione, posizionamento lungo la catena del valore e strategia competitiva.
Ma che fine faranno i distretti industriali? “Oggi – ha aggiunto Eleonora Cutrini, docente all’Università di Macerata – occorre puntare sulle medie-grandi imprese virtuose per coniugare la competitività internazionale con la salvaguardia di quel patrimonio di competenze specifiche e vantaggi di localizzazione, economie esterne marshalliane, di cui i distretti industriali italiani erano e restano ancora oggi particolarmente ricchi. Così facendo sarà possibile cogliere le opportunità offerte dalla crescita di un segmento di clientela sofisticata, della classe agiata nei paesi emergenti sempre più attenta ai valori estetici, tecnici e culturali espressi dal made in Italy”.
Secondo Ferdinando Cavallini, direttore generale della Banca della Provincia di Macerata, ora le aziende devono garantire quello che chiede il mercato, design, creazione di sinergie, perché attraverso le sinergie si recupera efficienza ed efficacia nello stare sul mercato. Con il convegno il Rotary ha voluto dare un piccolo, ma significativo, contributo per disegnare un nuovo e più efficace modello di sviluppo per la regione Marche. Al termine dell’incontro c’è stata la consegna di pubblicazioni ai relatori da parte dei presidenti Francesco Ciotti del club di Macerata, Marco Sigona di Macerata “Matteo Ricci”, Alberto Caprioli di Tolentino, Roberto Santacchi segretario di Camerino.
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Trovo interessante l’opinione del Past President Moschini. Peccato che si tratti di discorsi legati al passato e non al futuro avendo pensato bene di mollare tutto. Il risultato è che il distretto di Tolentino rischia oggi di perdere il suo fiore all’occhiello che batte bandiera a stelle e strisce e non tricolore. L’imprenditoria locale in generale e la terza generazione della famiglia che tanto ha rappresentato per Tolentino debbono interrogarsi in profondità. I dissesti provocati sono sotto gli occhi di tutti e le loro conseguenze stanno mettendo a dura prova il tessuto sociale. Basta con i ricordi della Belle Époque, servono progetti concreti!!
Anzianotti che non mollano l’osso e autoreferenzialita’ sono sicuramente la miglior ricetta per farci uscire dalla crisi e creare un futuro per i giovani.