di Giuseppe Bommarito *
Era la fine di ottobre dello scorso anno quando il circolo culturale Civitasvolta, una formazione della società civile di recentissima costituzione, ispirata, a termini di statuto, ai valori della democrazia e della legalità ed improntata ad una concreta partecipazione dal basso, avanzò pubblicamente la proposta, rivolta a tutti i consiglieri ed agli assessori comunali di Civitanova di sottoporsi volontariamente ai test antidroga, rendendone poi pubblici i risultati, al fine di rilevare l’eventuale uso o anche l’abuso di sostanze stupefacenti, analisi ipotizzate certamente come non obbligatorie, ma comunque definite dall’associazione come moralmente ed eticamente necessarie “perché serve il buon esempio delle istituzioni”.
Silenzio di tomba in quel caso dal Palazzo civitanovese, indifferenza totale e sbrigative alzate di spalle, nemmeno lo sforzo di esprimere un parere negativo e di motivarlo in qualche modo. Poi, qualche giorno fa, la proposta è stata inaspettatamente ripresa da Daniele Maria Angelini, consigliere comunale di lungo corso e tra i politici civitanovesi più in vista: “Chi gestisce il potere deve essere trasparente ed evitare sospetti di tolleranze, indulgenze e connivenze”, ha detto chiaro e netto l’esponente del Pd, inserendo peraltro la sua proposta in un discorso più complessivo riguardante la sicurezza, sempre più minata, specie sulla costa, da presenze criminali, anche organizzate, dedite allo spaccio ed alla gestione della prostituzione. Ma anche Angelini è stato del tutto snobbato dalla classe politica civitanovese. Solo Enzo Marangoni, consigliere regionale di Forza Italia, si è fatto sentire, esprimendo tutta la sua meraviglia per il fatto che tale proposta venisse proprio da un consigliere comunale del Pd e raccontando con amarezza e con ironia che sul tema giace da tre anni in Consiglio regionale una sua proposta di legge in tal senso, di fatto stoppata ed insabbiata proprio dal Pd e dalla maggioranza di centro sinistra.
Ancora una volta, quindi, una noncuranza piena, assoluta, del consesso politico civitanovese, evidentemente impegnato in tutt’altre faccende. Eppure tanta noncuranza mal si concilia con il dilagare della droga a Civitanova Marche, così come, peraltro – è bene ricordarlo ancora una volta –, in tutta la nostra provincia e in tutto il territorio delle Marche, regione ai vertici nazionali, insieme all’Umbria, nella tragica graduatoria relativa al tasso di mortalità per overdose da sostanze stupefacenti.
Una situazione drammatica, per tornare al nostro più importante lido costiero, ricordata senza mezzi termini poche settimane fa dallo stesso procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio ed avvalorata da notizie quasi quotidiane di arresti di spacciatori, spesso e volentieri posizionati anche dinanzi alle scuole medie inferiori, in attesa di quei ragazzini di undici, dodici anni, che ormai sono il bersaglio preferito di chi instancabilmente commercia con il male e offre la morte e deve assolutamente reclutare consumatori sempre più giovani. Civitanova, d’altra parte, è la città al centro di quell’indagine della magistratura definita “Taxi Drug”, attualmente in fase di dibattimento al Tribunale di Macerata, che registra il maggior numero di imputati che dalle nostre parti si ricordi, almeno a memoria di uomo, in processi del genere: ben 38 spacciatori alla sbarra, per la maggior parte italiani, accusati di aver ceduto cocaina per anni ad oltre trecento clienti delle più svariate categorie sociali (avvocati, professionisti, calciatori, casalinghe, impiegati). A Civitanova, per fare qualche altro esempio, i giornali hanno riportato un paio di anni addietro le meraviglie della nonna pusher, che ai giardinetti, invece di offrire le torte ai bambini, distribuiva loro droga. E sempre a Civitanova da anni si rileva in tutta la sua gravità il fenomeno dei “rave” estivi in qualche modo autorizzati o comunque consentiti dalla stessa Amministrazione comunale nei pressi della foce dell’Asola, dove – per non farci mancare nulla – quest’ultima estate un notissimo imprenditore civitanovese si è più volte esibito completamente fuori di testa (fulgido esempio per le giovani generazioni) in un ripetuto andirivieni tra la spiaggia e la sua grossa barca, non a caso ormeggiata nei pressi dello chalet dinanzi al quale si svolgevano quotidiane serate e nottate all’insegna dello sballo più completo di centinaia di ragazzi anche giovanissimi.
Quanto al collegamento con i problemi della sicurezza, giustamente sottolineati dal consigliere comunale Angelini, come ignorare che i proventi della prostituzione e quelli dei reati predatori (furti, rapine, scippi: una piaga enorme, e non solo per Civitanova) servono quasi sempre a mettere insieme la liquidità iniziale per entrare nel grande giro della droga, nella filiera dello spaccio e del traffico di sostanze stupefacenti, l’affare criminale per eccellenza, quello che, a tutti i livelli e fatte ovviamente le debite proporzioni, dall’ultimo degli spacciatori sino al mafioso capo clan che dialoga direttamente con i narcos colombiani, assicura nel minor tempo i guadagni illeciti più sostanziosi?
Dinanzi a tale preoccupante scenario, che riguarda tutta la collettività provinciale senza eccezioni di sorta, a partire dalla costa per arrivare ai paesini che svettano sulle nostre montagne, i test antidroga, se realmente effettuati da sindaci, assessori e consiglieri comunali, nonché da consiglieri regionali e parlamentari, potrebbero da soli risolvere la situazione? Certamente no, perché il problema è vastissimo e complesso, perché gli interessi economici legati alla droga sono fortissimi, perché occorre un’attività di prevenzione continua e sempre più estesa, perchè si moltiplicano i testimonial consapevoli ed inconsapevoli, perché le blande norme repressive esistenti non hanno la benchè minima capacità di deterrenza, perché ci vorrebbe un coinvolgimento più profondo e reale delle famiglie, della scuola, dell’associazionismo culturale e sportivo, della stessa Chiesa.
Eppure i test proposti da Civitasvolta, da Daniele Angelini, da Enzo Marangoni, meriterebbero attenzione, e non solo in quel di Civitanova, ma anche a Macerata, a Camerino, ad Ancona, perché, oltre a fugare dubbi sulla classe politica che – a partire dal più piccolo dei Comuni sino al Parlamento – governa le istituzioni, costituirebbero anche un atto di trasparenza, un tassello piccolo ma significativo di una battaglia culturale a favore delle giovani generazioni, un segnale rivolto a rimuovere l’indifferenza e a sconfiggere coloro che si ostinano a far credere che l’uso ed il consumo di droga (ormai con un principio attivo elevatissimo anche per quanto riguarda la cannabis) sia un fatto normale, da accettare e tollerare pure quando posto in essere da un adolescente da poco uscito dalle scuole elementari e con il sistema cerebrale ancora in fase di sviluppo, e quindi altamente vulnerabile.
D’altra parte, questi test, da effettuare a sorpresa sui rappresentanti delle varie istituzioni e da svolgersi nelle strutture pubbliche non solo tramite il sangue e le urine, ma anche a mezzo dei capelli (che per diversi mesi registrano l’uso delle sostanze, ne sono, per così dire, la memoria storica), negli ultimi anni sono stati previsti dopo ampi e accesi dibattiti in tanti enti locali italiani, governati sia dal centrodestra che dal centrosinistra. E’ ovvio, non sono mancate un po’ dappertutto le lamentazioni e le critiche, anche pesanti: il solito “ci vorrebbe ben altro”; basta con queste iniziative di facciata e di spettacolarizzazione del fenomeno, che nascondono solo un vero e proprio vuoto di idee in materia; non se ne può più di questo moralismo demagogico, reazionario e persino piccolo borghese. Figuriamoci se, dinanzi ad una tale proposta, non si fosse sollevata l’usuale e ripetitiva nenia dei politicamente corretti!
Eppure, in un contesto in cui l’abuso dilaga in tanti stili di vita, in cui i fili invisibili della droga silenziosamente avviluppano sempre più tanti settori dell’esistenza, dall’economia alla vita politica, istituzionale e civile, moltissime persone non possono fare a meno di porsi questa domanda, ed anche noi la poniamo in questo caso tutto civitanovese ai vari Corvatta, Costamagna, Silenzi, confidando in una loro presa effettiva di coscienza: se, tanto per fare un esempio, si va a controllare il tasso alcolemico e la presenza di sostanze stupefacenti in coloro che esercitano l’attività di trasporto di persone o cose, e che hanno quindi la responsabilità di tante vite umane, non sarebbe forse giusto che i cittadini sappiano a chi si affidano per il governo delle città, delle regioni e dell’intero Paese, che conoscano lo stato di lucidità dei soggetti i quali, per le pubbliche funzioni rivestite, determinano l’esistenza di milioni di italiani?
Ricordiamoci che il silenzio, l’indifferenza, il muro di gomma contro chi, come protagonista o come spettatore obbligato, è nel tunnel della droga, si riversano in primo luogo, certamente, sulle persone e le famiglie che spesso in piena solitudine vivono questo straziante dramma, ma subito dopo, a cerchi concentrici sempre più larghi, su tutti i settori della società civile circostante.
*Giuseppe Bommarito
Presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
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Caro Peppe su questa strada ti seguo ovunque. E’ una vecchia storia. Come si parla di sicurezza escono fuori questioni di principio, privacy, no a metodi repressivi eccc…. Tu ti ricorderai le mie battaglie per le telecamere da installare nei punti sensibili. Risultato ce ne sono poche e non funzionanti. La sicurezza è un tabù per alcuni esponenti della sinistra, non si sono ancora liberati dal sospetto di essere sempre controllati Non rendendosi conto che appellandosi solo al ruolo delle forze di polizia, ridotte al minimo e con scarsi mezzi, non possiamo monitorare e reprimere fenomeni di piccola e grande criminalità. Non passa giorno che gli inquirenti per i delitti di qualsiasi natura si avvalgono soprattutto di telecamere e di intercettazioni ambientali. Siamo tutti controllati ? Forse non si capisce che se si vuole si può seguire chiunque e ovunque. Quindi ben vengano tutti gli strumenti tecnologici che sono in grado di contribuire alla sicurezza dei cittadini, sia nella prevenzione che nella repressione. Io con in mano tutte le autorizzazioni del garante della privacy non ci sono riuscito. Non sono riuscito nemmeno a far comprendere che la sicurezza, rispettando le norme esistenti, non è di sinistra o di destra. E Invece, la destra ci specula sopra, la sinistra si rifiuta di aprire gli occhi. Non siamo messi bene. Comunque non mollare, anzi non molliamo. Un saluto
Il fare orecchie da mercante e lo snobbare la proposta dei test, da parte dell’amministrazione di Civitanova non puo’ far altro che nascere dei dubbi. Se una persona è pulita ed ha la coscienza a posto perché si rifiuta di farsi controllare. Il suo rifiuto o lo svicolare fa pensare che proprio pulita non sia. Tali controlli sono anni che vengono fatti ad autisti di bus e autotrasportatori. Anche molte aziende fanno tali controlli sui loro dipendenti. Perché proprio chi dovrebbe essere di esempio, visto la carica ricoperta, si esime da effettuare questi controlli? Come dice Angelini, “chi gestisce il potere deve essere trasparente per evitare sospetti di tolleranze, indulgenze e connivenze”. Sinceramente questi dubbi cominciamo ad averli sempre più presenti vista la tolleranza verso ciò che avviene alla foce dell’Asola dove permettono di fare Rave Estivi senza tenere conto delle proteste dei residenti e dei tanti genitori che vedono i loro figli andare a sballarsi in tale luogo dove tutto è lecito. Il sospetto che, chi dovrebbe combattere il fenomeno droga, abbia qualche interesse in merito, in noi cittadini sta crescendo sempre di più.
Non sarebbe più traumatizzante scoprire che i nostri amministratori siano fatti così, senza bisogno di ricorrere a sostanze stupefacenti?
Benvengano i test antidroga per la classe politica che siede nelle istituzioni, sia comunali, provinciali, regionali e nazionali. Intanto cominciamo a dare il buon esempio dal basso. Forza amministratori di Civatonova che venite chiamati in causa da Civitasvolta. Iniziate per primi a dare il buon esempio. Se veramente siete puliti non avete alcunché da temere. Anzi ne trarrete una buona visibilità e riceverete stima. Se vi nascondente o vi rifiutate allora darete spazio a chi sospetta. Non abbiate paura, fatevi avanti e dimostrate che non siete legati a questo mondo che sta colonizzando la vostra città.
INDIFFERENTI, SORDI ……..Sordi a tutti i costi
Malgrado la proposta che la nostra associazione ha lanciato nell’ottobre 2014 dei test antidroga come messaggio di UN’ETICA ORMAI PERSA , dal PALAZZO…. NIENTE, NESSUNA RISPOSTA, COMPLETAMENTE INVISIBILI, I NOSTRI CARI AMMINISTRATORI FANNO FINTA DI NON SENTIRCI , COSI’ DA ESSERE ANCORA UNA VOLTA DISPENSATI DAL DIMOSTRARE UN’ETICA MORALE.
NESSUN CONSIGLIERE, NESSUN ASSESSORE…E NEANCHE IL SINDACO SI E’ FATTO PROMOTORE AFFINCHE’ QUESTO TEST SIA PRESO IN CONSIDERAZIONE PER ESSERE ATTUATO.
SE DEVI PRENDERE LA PATENTE DAI UN’ESAME, SE VAI A SCUOLA FAI I TEST A DIMOSTRAZIONE DEL TUO IMPEGNO, INVECE SE SEI SINDACO, VICE SINDACO, ASSESSORE, consigliere… , NON SERVE NIENTE , AI CITTADINI NON DEVI DIMOSTRARE NIENTE, DI NIENTE TANTO MENO UN’ ETICA MORALE CHE OSEREI DIRE nascosta, quasi invisibile.
QUESTI TEST DOVREBBERO ESSERE RICHIESTI DALLE ISTITUZIONI:TEST ANTIDROGA E TEST DELL’ALCOOL
SOLO CON L’ESEMPIO QUELLO VERO, REALE TOCCATO CON MANO , SI PO’ AFFRONTARE QUESTO ENORME PROBLEMA CHE TOCCA TUTTI NOI. LA NOSTRA ASSOCIAZIONE ANCHE SE NON ASCOLTATA, ANCHE SE OSTEGGIATA,ANCHE SE INVISIBILE AI LORO OCCHI CONTINUA AD ESIGERE CHE QUESTI TEST SIANO ATTUATI PER IL BENE DELLA COMUNITA’, “CHE L’ESEMPIO ETICO SIA CON VOI”.
L’INDIFFERENZA GENERA DESERTO E DEGRADO
NELL’ULTIMO ARTICOLO SU CRONACHE MACERATESI BOMMARITO GIUSEPPE RIMARCA IL CONCETTO CHE L’INDIFFERENZA DI CHI GOVERNA LE ISTITUZIONI POTREBBE COSTITUIRE UNA CATTIVA ABITUDINE.
CIVITASVOLTA HA POSTO L’ACCENTO SULLA MISSIONE EDUCATIVA BASATA SULL’ESEMPIO DEI CONSIGLI COMUNALI, MA NESSUNO HA CERCATO DI CONTATTARCI.
SOLO 2 ASSESSORI HANNO DATO IL LORO COMMENTO POSITIVO SU FB, ED E’ FINITA LI, UNA CONCRETA DELUSIONE. CI SAREMMO ASPETTATI DAGLI ALTI VERTICI E DAL CONSIGLIO COMUNALE TUTTO UN PLAUSO AD UNA BELLA INIZIATIVA CHE, SE PUR NON OBBLIGATORIA, POTREBBE SVEGLIARE LE COSCIENZE.
LA BANALITA’ DEL MALE E’ ANCHE QUESTA: ASSISTERE INERMI ALLA ROVINA DI TANTE FAMIGLIE CHE INCONSAPEVOLMENTE FORAGGIANO LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. GLI SPETTATORI CHE ASSISTONO AD ATTI DI BULLISMO SONO QUELLI CHE RENDONO PIU’ CRUDELE LA SITUAZIONE TRA IL PERSECUTORE E LA VITTIMA. ALLO STESSO MODO SI COMPORTANO TUTTI I POLITICI E I FUNZIONARI INDIFFERENTI,TUTTI QUELLI CHE HANNO UN INCARICO ISTITUZIONALE SI DOVREBBERO SPORCARE LE MANI NELL’IMPEGNO CONCRETO VERSO LA LOTTA ALLA DROGA E ALLA TOSSICODIPENDENZA, ALLA DIPENDENZA TUTTA, MA CHE HANNO FATTO?
IN TRE O QUATTRO SONO USCITI SUI GIORNALI, MA NON HANNO SPINTO PER I TEST NEI CONSIGLI COMUNALI. SVOLGERE IL LORO INCARICO CON ONORE COME CONTEMPLA LA COSTITUZIONE SIGNIFICA IMPEGNO E LAVORO VERSO LA COMUNITA’ DANDO IL BUON ESEMPIO. NOI ATTUEREMO I TEST A SORPRESA PARTENDO PROPRIO DA CIVITANOVA, SULLA COSTA, INTERESSATA PIU’ DELL’INTERO MACERATESE AL FENOMENO DROGA DI CUI TUTTI I POLITICI SEMBRANO IGNORARE LA PORTATA SE NON PER SOSTANZIARE PASSERELLE O IPOTESI IMPROBABILI DI LOTTA ALLE MAFIE DE “NUANDRI”. I PARTITI HANNO UNA GROSSA RESPONSABILITA’: LA BUONA POLITICA CHE DA RISPOSTE NON PROPRIO SPENDIBILI NEL MARKETING.
Se per caso anche loro usano queste sostanze ecco spiegato perché non muovono un dito per fermare il dilagare dello spaccio e soprattutto i continui “Rave Party” che fanno da maggio a settembre presso lo chalet della foce dell’asola, in barba anche ai divieti impartiti dal procuratore della Repubblica Giorgio.
L’amministrazione di Civitanova, quando su queste pagine è stata attaccata sulla questione Palazzetto, ha subito prontamente replicato. Si sono espressi Corvatta, Costamagna, Silenzi. Non si sono nascosti. Hanno detto la loro sempre con molta prontezza. Perché ora non intervengono e rispondono con la stessa sollecitudine? Perché non ci fanno sapere cosa ne pensano di quanto viene loro chiesto? Perché si nascondono? Hanno per caso degli scheletri negli armadi o sono conniventi con le organizzazioni che gestiscono il dilagare della droga a Civitanova? Vogliamo conoscere il loro pensiero. Noi cittadini vogliamo sapere da che parte stanno. E’ un loro dovere morale e civile rispondere a queste domande che gli vengono da cittadini che non accettano più questo degrado che ogni giorno sempre più devono subire.
Nel momento in cui la democrazia italiana affronta il tema fondamentale del sistema elettorale perché non avanzare un petizione alle camere per la formulazione di una norma di portata generale che ponga come condizione per la ammissibilità ad una candidatura politica
il superamento del test antidroga e che sanzione con la decadenza dalla carica pubblica, comunque acquisita, chi, sottoposto doverosamente e sistematicamente a tale al controllo venga trovato in fallo?
Forse (direi sicuramente) non si riuscirà a normare subito un tale principio, ma il tema che tu giustamente (con Angeli e Marangoni) agitate aprirebbe una più ampia breccia nella pubblica opinione ed è possibile che in vista delle competizioni elettorali qualche partito sia indotto ad adottarla come norma interna ai propri candidati e che una tale scelta abbia un effetto premiante. Al momento, fermo il fatto che il tema da te agitato è di sostanziale rilevanza per una democrazia, trovo che la tua più che una proposta sia una provocazione a compiere atti di iattanza per sottrarsi all’infamia del sospetto. Il fatto che già questa macchia di fango tocchi oggi chi riveste pubbliche cariche, rischia di fare della tua proposta un incitamento al pubblico linciaggio.
Volete risposte su richieste che potrebbero essere imbarazzanti. Un modo per scuotere le ” coscienze”, ci sarebbe e di solito funziona con tutti. Toccate o fate riferimento al ” malloppo ” delle loro responsabilità.
Per Giovanni Domenella
Premesso e ribadito che il problema non riguarda solo Civitanova (anche se la proposta dell’associazione Civitasvolta è stato lo spunto per questo articolo), non vedo dove sia l’incitamento al pubblico linciaggio nei confronti degli attuali amministratori civitanovesi.
Questi ultimi, che io non ho certo accusato, né apertamente né subdolamente, di usare o di abusare di droga (semmai li ho accusati di indifferenza rispetto al problema), potrebbero tranquillamente dichiarare che intendono sottoporsi ai test oppure, al contrario, potrebbero illustrare ai cittadini ed ai lettori i motivi per i quali ritengono di non doverlo fare.
Quello che ferisce è che (come sopra ha scritto una lettrice), a fronte di decine e decine di interventi del Palazzo sul problema del nuovo Palazzetto, nessuno dei rappresentanti istituzionali del Comune di Civitanova Marche, dal Sindaco (che pure è un medico) all’ultimo arrivato dei consiglieri comunali, abbia ritenuto di esporsi su una questione del genere, abbia ritenuto di manifestare un segno di vicinanza a quelle famiglie e a quegli operatori che quotidianamente combattono una lotta disperata contro le sostanze stupefacenti, che abbia voluto dare un qualche segnale di interesse rispetto al problema.
Eppure io, fossi stato un amministratore comunale, a fronte della notizia drammatica di un’indagine della magistratura che riguarda la mia città e che vede come imputati quasi 40 spacciatori, con circa 300 consumatori individuati, avrei fatto un salto sulla sedia e avrei cercato di impostare una qualche autentica politica di sostegno al Dipartimento Dipendenze Patologiche ed alle scuole. Invece, niente di ciò è successo, anzi, una volta dimissionata per delle frasi infelici su facebook la precedente Assessora (o Assessoressa) ai Servizi Sociali, la città di Civitanova Marche è scomparsa del tutto anche dal tavolo di prevenzione apposito costituito presso la Prefettura di Macerata.
D’altra parte, anche l’opposizione di centrodestra, pur intervenendo più volte sui questuanti molesti (tanto per dirne una), sul problema della diffusione della droga a Civitanova è stata completamente silente.
Insomma, la partecipazione al disagio sociale non si esprime solo con qualche lacrima di coccodrillo in occasione dei vari funerali che riguardano giovani schiantati nel fisico e nell’anima dalla droga, ma si deve manifestare nell’operare concreto di tutti i giorni.
Leggo ora l’articolo dell’avvocato Bommaritoe dal mio punto di vista condivido totalmente quanto da Lui scritto. Credo che tutti quelli che occupano posti in qualsiasi campo con evidenti responsabilità, , dalla politica, alla sanità, al trasporto pubblico etc etc, debbano necessariamente dimostrare a tutti e con trasparenza la loro pulizia… e la loro lucidità mentale dal momento che sono chiamati a prendere decisioni fondamentali e a volte vitali nei confronti della società! Quindi da Assessore Provinciale e vice Sindaco invito tutti gli amministratori e i politici a rendersi totalmente disponibili a effettuare qualsiasi test, sia su sostanze stupefacenti sia sul tasso alcolemico! Giovanni Torresi
Condividendo la riflessione e le preoccupazioni,Se l’Avv.Bommarito non si offende e non se la prende a male, mi permetterei di emendare la proposta di Civitasvolta proponendo in alternativa o in subordine al test antidroga l’iscrizione all’Avis e quindi la donazione del sangue anonima, volontaria, gratuita, responsabile. Il limite del test antidroga proposto (se non ho capito male) sta nel fatto che sarebbe una tantum, il pregio della donazione del sangue effettuata da un donatore volontario effettivo è rappresentato dal fatto che oltre a compiere un gesto di alto valore umano e sociale, ad ogni donazione ( massimo due volte l’anno per le donne, quattro per gli uomini) si effettuano non solo i test antidroga ma le analisi contro ogni patologia (tipo abuso di sostanze alcoliche,HIV ecc. io da dirigente Avis e da donatore di sangue sospeso per motivi di salute sono pronto..vogliamo lanciare la campagna? Io ci sto ….PS: la generalizzazione come al solito non va bene, nella categoria dei donatori di sangue ci sono tanti amministratori locali che in quanto tali non hanno bisogno di fare il test…
.Anche eventuali controlli ai conducenti di automezzi pesanti, nonchè a tutti coloro che operano nel pubblico impiego (dai passacarte fino ai celerini, passando per i docenti universitari e le maestre)
Gent.mo sig. Sciapichetti, rimango basita leggendo la sua ultima frase: ” la generalizzazione come al solito non va bene, nella categoria dei donatori di sangue ci sono tanti amministratori locali che in quanto tali non hanno bisogno di fare il test…”
Cosa significa che dato che sono amministratori (quindi politici, quindi della casta) non hanno bisogno di fare il test? Dato che sono amministratori sono immuni da tutto per grazia divina? All’Avis utilizzate il loro sangue senza controlli? L’essere amministratori dà il potere di avere il sangue puro? Se è vero quello che afferma nella sua frase, si può tranquillamente ricevere sangue infetto donato da un amministratore poiché “essendo tale” non c’è bisogno di controllarlo. Non ho veramente parole!!!!!
@@Giovanna Biagetti. Sto aspettando una risposta dal Sig, Sciapichetti. Quello che dice è gravissimo, da arresto immediato, Spero per lui che non si sia spiegato bene e che “qualcuno” legga questa pagina.
Gent.ma Giovanna Biagetti, non pensavo che anche la donazione del sangue fosse argomento utile per imbastire una polemica ! Le chiedo scusa, ho sbagliato io ad intromettermi nei commenti; in genere non lo faccio mai. Comunque intendevo solo dire che non bisogna generalizzare perche’ gli amministratori che sono anche donatori di sangue ( e ce ne sono diversi) non hanno bisogno di fare alcun test in quanto ad ogni donazione sono sottoposti a qualsiasi tipo di controllo e non solo per ciò che concerne l’uso di sostanze stupefacenti. Poi il correttore automatico ha invertito le parole lasciando intendere altro e per questo le chiedo di nuovo scusa.
@Ciro Esposito: leggo solo adesso le sua nota che, non ha bisogno di commenti.Lei ha ragione, ho sbagliato ad inserirmi nella discussione di un blog che, solitamente risulta essere molto pacato, moderato e dialogante ( con qualche eccezione che ovviamente non conferma la regola!). Per tutti coloro che avessero letto o leggeranno senza pregiudizi e in buona fede ( quindi mi auguro anche per lei!) spero di aver chiarito tutto nella nota precedente che, anche se pubblicata dalla redazione questa mattina,ho inviato questa notte (molto prima della sua richiesta di chiarimento) e comunque chiedo scusa anche a lei per la mia “incursione” che ha evidentemente scosso il suo equilibrio psichico tanto da farle usare termini a mio avviso inopportuni. Se le puo’ essere di aiuto per ritrovare un poco di serenita’ come le auguro, le garantisco che non succederà più. Con rispetto
@Sciapichetti. A me se lei interviene o no, non me ne può fregar di meno. Per me nessun turbamento psichico o d’altro genere. Lei ha scritto delle cose vergognose, se ha sbagliato a scrivere e questo lo avevo fatto presente bene sennò rimango sullo stesso avviso.
Questi attacchi contro Sciapichetti mi sembrano eccessivi. Tiuto sommato si è limitato a dire che gli esami che precedono le donazioni di sangue possono sostituire i test antidroga.
In realtà, la sua proposta è un po’ semplicistica, visto che le donazioni di sangue vengono effettuate a discrezione dell’interessato e nel momento scelto dall’interessato, e non a sorpresa.
Però, detto questo, mi interesserebbe sapere cosa pensa Angelo della proposta di Enzo Marangoni, dispersa nel porto delle nebbie del Consiglio Regionale, e dei motivi per i quali la stessa è stata da anni insabbiata.
@Avv. Giuseppe Bommarito: la tua autorevolezza in materia, l’importanza del tema e la tua richiesta diretta mi obbliga per la stima che nutro comunque nei tuoi confronti a disattendere eccezionalmente a quanto scritto sopra in risposta ad un commento, ma sono sicuro che saprai comprenderne lo spirito le motivazioni.
Tu sai che su questo tema, (anche per averne parlato a voce tanto tempo fa) ho sempre condiviso le tue denunce, le tue preoccupazioni e le tue analisi. Non conosco i motivi per cui la proposta di Marangoni sia ferma in regione, del resto non sarebbe la prima rimasta bloccata (potrei citare diverse PDL ferme tra cui quella di cui sono primo firmatario sulla lotta alle ludopatie,alle scommesse e alle slot machines)che non sono approdate ancora neanche nella commissione competente. Nel caso specifico il Pd non ha bloccato niente e a mio avviso sbaglia Marangoni a farne una battaglia politica perché su questo come su altri temi riguardanti la legalità,la lotta alla criminalità organizzata e alle mafie penso non debbano esserci divisioni di sorta. Ritornando al test antidroga, non sono affatto contrario per una questione di trasparenza di chi, eletto dai cittadini è chiamato a ruoli di rappresentanza politica o istituzionale; sulla sua obbligatorietà sono perplesso ma potremmo discuterne, pronto a cambiare idea qualora tu mi convincessi del contrario. Quanto alla mia proposta che tu definisci “semplicistica” non sono invece per niente d’accordo perché chi conosce minimamente la materia sa, che tutti coloro che effettuano la donazione del sangue, si sottopongono ad ogni tipo di controllo e di test e ti posso assicurare dati alla mano, che un donatore non occasionale, ma effettivo (colui cioè che effettua più donazioni nell’arco dell’anno secondo una cadenza stabilita dalla legge), non può certo appartenere a categorie a rischio quali tossicodipendenti, alcolisti, effettuare rapporti sessuali a rischio ecc.ecc.in quanto i test lo evidenzierebbero comunque; sia ben chiaro, io parlo di donatori effettivi in quanto la periodicità delle donazioni sopperirebbe all’effetto sorpresa che come dici tu, nella mia proposta verrebbe a mancare, in quanto i controlli periodici sulla idoneità del donatore e sulle donazioni effettuati su chiunque sceglie in maniera volontaria di donare il proprio sangue, smaschererebbero in ogni caso chi fa uso di certe sostanze e otterrebbe oltre al risultato della trasparenza anche quello dell’utilità sociale.
Su questo, qualora tu lo volessi, sono pronto a fornirti tutte le prove e gli elementi necessari ad un approfondimento. Cordialmente
Per Angelo Sciapichetti
Grazie, innanzi tutto, per le tue precisazioni. Tieni presente però che io che non ho mai proposto di assoggettare obbligatoriamente a test antidroga i componenti di un qualsiasi consesso istituzionale. Io ho spinto affinché una decisione del genere venga presa liberamente dal singolo Consiglio Comunale o Regionale che sia e vincoli gli appartenenti a quell’organismo solo dopo che gli stessi avranno (auspicabilmente) deciso in tal senso.
Quanto ai test dei donatori Avis, fermo restando il problema dei donatori occasionali o comunque non sistematici (ai quali anche tu fai cenno), c’è il problema che il sangue e l’urina (queste, se non sbaglio, sono le analisi effettuate ai donatori) consentono di rilevare l’uso di determinate sostanze solo per qualche giorno, poi non più.
Comunque il dibattito apertosi con te è stato interessante, ed è comunque apprezzabile il fatto che tu sia intervenuto, mettendoci la faccia (a differenza delle inossidabili facce di bronzo degli amministratori civitanovesi).
La proposta di Sciapichetti di invitare gli amministratori locali e in generale i politici a divenire donatori di sangue in modo tale che così, automaticamente, vengano effettuati anche i test antidroga ha una sua validità, seppur parziale.
Colgo a questo punto l’occasione per invitare però Sciapichetti, che indubbiamente è un’autorità nel mondo AVIS, a far verificare dal suo mondo se i politici e i vari amministratori che risultano donatori del sangue, almeno come iscritti, lo siano poi davvero nei fatti ed effettuino la donazione del sangue almeno saltuariamente, salvo ovviamente i casi giustificati di impossibilità sopravvenuta per malattia o altre ragioni comunque valide. Scrivo questo poichè mi risultano casi di politici e amministratori locali che sono donatori solo sulla carta. C’è chi lo è solo per immagine e perchè porta consenso e magari si fa vedere alla festa annuale, c’è chi lo è per fare i prelievi del sangue una volta ogni tanto e quindi fa le analisi gratuite ma non dona il sangue, c’è persino chi non vuole fare le file per il prelievo e utilizza la corsia veloce dei donatori. Così è ridotta certa classe politica. Se l’AVIS facesse pulizia di questi falsi donatori avrebbe solo da guadagnarci. Mi spiace non poter donare il sangue per specifiche ragioni di salute come mi fu detto anni fa dall’AVIS alla quale mi ero rivolto allo scopo.