E’ finito sul Corriere della sera, in un articolo a firma di Gian Antonio Stella, l’ammonimento della Assm (la municipalizzata di Tolentino) al periodico “Multiradio press news” relativamente alla pubblicazione degli stipendi dei dirigenti della società. Che è parso un tentativo di voler imbavagliare la stampa. Stella oggi ha scritto un articolo uscito sul settimanale Sette del Corsera, trattando la vicenda: “la municipalizzata non è d’accordo? – scrive – Faccia causa. E deciderà il giudice. Fermo restando che in quel caso i dati pubblicati da Mpn, anche se non interessano un fico secco a chi di Tolentino non è come noi, dovrebbero a quel punto essere ripubblicati da tutti i giornali d’Italia per una questione di principio: piaccia o no a quei permalosi dirigenti (a proposito che paga per questo intervento di censura sbagliato: soldi pubblici?) non esiste una dose omeopatica di trasparenza. O c’è o non c’è”.
La Assm (che, va detto, è stata una delle prime società pubbliche d’Italia ad aver ottemperato agli obblighi imposti dalla normativa nazionale sulla trasparenza) a giugno aveva inviato una diffida alla Mpn, tramite il proprio legale, l’avvocato Andrea Netti, affinché non utilizzasse dati, che sono già pubblici ma che se trattati in maniera “parziale, strumentale e indiscriminata” (come reputato dalla società per la pubblicazione in questione), non potrebbero essere completamente condivisibili secondo la normativa sulla privacy. Di seguito la posizione con cui la società motiva la sua doglianza: “La Assm fonda la lettera inviata alla Multiradio press news su una deliberà dell’autorità Garante della privacy, che tratta di un uso limitato di queste informazioni. E quindi la mera pubblicazione, che risponde ad obblighi di trasparenza, non consente l’utilizzo diffuso e totalmente disinteressato di queste informazioni. C’è comunque un utilizzo che deve essere limitato, secondo una delibera del Garante visto che i dati sono reddituali, patrimoniali e familiari, quindi estremamente sensibili, perché strettamente personali”.
“La lettera – spiega l’Assm – arriva dopo che Mpn ha dato una prima pubblicazione di quei dati, ad inizio di giugno, senza aver chiesto un’autorizzazione. Un permesso che verrà richiesto alla società solo alla fine dello stesso mese per effettuare altre pubblicazioni. La Assm ritiene allora di negare l’autorizzazione, al fine di tutelarsi da eventuali azioni legali che potrebbero scaturire dai dirigenti in questione a causa dell’uso improprio di dati personali”.
Ma l’altolà della società non viene condiviso dall’Ordine dei giornalisti delle Marche, intervenuto con una lettera a firma del presidente Dario Gattafoni, citando la stessa pronuncia del garante in materia: “I dati personali concernenti le classi stipendiali, le indennità ed altri emolumenti corrisposti ad amministratori, dirigenti, lavoratori dipendenti ed autonomi da concessionari di pubblici servizi sono da ritenersi conoscibili da chiunque vi abbia interesse anche in sede di esercizio del diritto di cronaca da parte di chi esercita la professione di giornalista o collabora occasionalmente con mezzi di informazione”.
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Netti ha fatto una figuraccia. Facendo fare una figuraccia al cubo all assm .Informate netti che la censura non esiste piu’. La trasparenza fatevene una ragione non è un optional.
Sarebbe interessante verificare, tra le migliaia e migliaia di amministratori in Italia, quanti sono casualmente consulenti, o casualmente legali, o casualmente esperti in altri Comuni, in altre partecipate, in altri Enti pubblici o statali o parastatali…..
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Ovviamente e casualmente tutto accade sempre fuori dai confini del Comune/Provincia/Regione, dove fanno i consiglieri comunali o provinciali o regionali e dove non potrebbero (per la loro funzione pubblica) avere tali incarichi pubblici “in casa”….
I dirigenti dell’Assm dovrebbero dimettersi immediatamente. In alternativa dovrebbero essere licenziati in tronco per aver fatto fare una figuraccia del genere alla società. Se tutto ciò non accadrà la responsabilità sarà del sindaco e dell’amministrazione comunale.
Tra l’altro, come suggerisce Stella, ci dite chi ha pagato e quanto l’avvocato in questione per prendere questa assurda posizione?
Il giovane avvocato NETTI continua sulle orme del padre, da una vita a svolgereincarichi professionali legati agli enti pubblici. Da buon socialista, ora con le mani in pasta nel Pd, il grande Claudio ha un buon erede che segue la tradizione. La domanda da porsi e’, ma quali meriti professionali chiari e trasparenti ha l’avvocato Netti per svolgere questo incarico? Il sindaco PEZZANESI potrebbe dare una risposta in proposito?
Oltretutto, navigando nel sito, nella sezione “amministrazione trasparente”, che è sì completa nello scheletro e nelle varie voci richiesta dalla legge, si vede che i contenuti sono assai scarni, che i dati sono immessi con modalità “random”, che molte sezioni sono vuote e che lo stato patrimoniale degli amministratori non c’è o comunque non sta dove dovrebbe stare. I file Excel buttati là fuori dalla sezione non hanno alcun senso e rilevanza giuridica.
Se fossero stati zitti, invece di inviare diffide piene di protervia e di poca conoscenza della materia, magari avrebbero corso anche meno rischi di una segnalazione all’ANAC.
Riceviamo dall’amministrazione di Assm Spa :
Ci dispiace dover constatare che nonostante la chiarezza delle nostre comunicazioni (valutate come censura) anche il famoso giornalista Gian Antonio Stella, abbia equivocato (forse per mancanza di sufficienti informazioni) circa la non trasparenza dell’Assm S.p.a. (totalmente pubblica!).
Ripercorrendo i fatti, giova ricordare che MultiPressNews, giornalino edito dalla locale stazione radiofonica, nel numero di giugno 2014, a pag. 6, pubblicava una tabella denominata “Professionisti”, relativa ad attività di consulenza e professionali svolte sia da persone fisiche che altri soggetti, a favore dell’Assm.
A seguito di detta pubblicazione la società comunicava all’editore che non si era provveduto ad alcuna preventiva autorizzazione al “riutilizzo” dei dati già trasparentemente e doverosamente pubblicati sul sito http://www.assm.it . Tutto ciò allo scopo di non dover rispondere ad eventuali azioni o pretese di terzi il cui consenso alla “riutilizzazione” è necessario (soggetti ivi elencati) per tale pubblicazione. Detto monito veniva esternato a scopi cautelari, senza alcuna diffida in ordine al diritto di cronaca e tanto meno minaccia di fare causa.
Ciò venne recepito dall’editore che qualche giorno dopo ha provveduto ad inoltrare una generica richiesta a pubblicare i dati inseriti nella sezione “amministrazione trasparente” di questa Società. Immediatamente dopo perveniva alla scrivente, missiva da parte del Consiglio regionale delle Marche, Ordine dei Giornalisti, che in particolare enfatizzava il diritto di cronaca e quindi di pubblicazione da parte della testata giornalistica che ad esso si era rivolta.
Di fatto questa Società non ha mai avuto intenzione (e tanto meno lo ha fatto) di censurare il diritto di cronaca della testata, bensì aveva solo fatto notare il mancato rispetto di specifica normativa che avrebbe potuto comportare responsabilità a carico della Società stessa, nulla eccependo in ordine alla pubblicazione della delibera del cda ASSM del 5 luglio 2013, avente ad oggetto la determinazione dei compensi degli amministratori.
A tal proposito, si evidenzia che la pubblicazione della citata delibera risulta essere incompleta, rispetto a quella presente sul sito, e addirittura con aggiunte (in rosso) errate e fuorvianti ma nonostante ciò nessuna “censura” è stata finora mossa.
Non v’è chi non veda come strumentalmente (poiché ripreso anche da forze politiche) si sia posto l’accento su un comportamento mai adottato da questa Società, che risulta essere tra le poche in Italia ad aver ottemperato agli obblighi imposti dalla normativa nazionale sulla trasparenza e con risultati di esercizio estremamente positivi.
Al di là dell’obbligo previsto dalla normativa vigente, Assm S.p.a. è ben lieta di aver pubblicato i compensi degli amministratori che, guarda caso, risultano essere di gran lunga inferiori rispetto alla “governance” del passato, così come voluta e gestita da chi oggi pretende di fare moralismo a tutti i costi.
Ci dispiace dover pubblicamente intervenire su argomenti, peraltro non veritieri, di scarsa rilevanza per gli “elettori” ma di particolare interesse dei “lettori”.
Tuttavia non possiamo non cogliere l’occasione per ringraziare pubblicamente Cronache Maceratesi, unica testata giornalistica che di questo finto “scoop” ha dato una visione corretta e meritevole di un trasparente diritto di cronaca, avendo avuto il buon senso di informarsi sui fatti così come effettivamente avvenuti.
Questa replica è pura fuffa. Non c’è alcun diritto a chiedere l’autorizzazione a ripubblicare dei dati che sono già pubblici di per sé PER LEGGE. Fatevene una ragione. E chiedete scusa.
I dati presenti sulle sezioni trasparenza sono, per legge, pubblicati in cosiddetto formato aperto perché possano essere da chiunque elaborati e riutilizzati. Quindi nessuna autorizzazione al riutilizzo è dovuta così come appare la classica foglia di fico il trincerarsi dietro la tutela da eventuali azioni contro assm da parte dei’permalosi dirdirigenti’ , come li ha definiti Stella.
A quanto pare la trasparenza è osso ancora più duro da digerire di quanto Stella stesso potesse immaginare.
ma non capisco una cosa… a parte l’esibizionismo del giornaletto, i dati li hanno pubblicati o no? Se si, dove starebbe la censura? Questa e’ fuffa perche’ manca un senso vero alla questione
Caro Frodo, il tuo “commentucolo” (visto che tu parli di giornaletto e l’ASSM parla di giornalino permettimi di usare, giocosamente, questa definizione) dimostra chiaramente che sei parte in causa. Il senso? la pubblicazione dei dati nudi e crudi ha generato una lamentela scritta e la successiva richiesta di pubblicazione di ultreriori dati ha generato un diniego. Vedi un po’ se così riesci a capirne il senso…
signor Bucosse, io non la conosco e pertanto la invito a darmi del lei. Non so come possa permettersi certe insinuazioni sul fatto che io sia parte in causa. Se la definizione giornaletto la offende me ne scuso ma avevo solo ripreso quanto scritto nel comunicato dell’assm che poi era giornalino. La risposta al mio commentuncolo (si dice così , non commentucolo) mi aiuta comunque a capire meglio la vicenda e gliene sono grato