Sono la Pipa d’un poeta,
La sua nutrice, e: gli tengo a bada la Bestia.
Quando le sue accecate chimere
Vengono a sbattergli in fronte,
Fumo… E lui, nel suo delirio,
Non ha più niente da vedere.
… Gli rendo un cieìo, nuvole,
Il mare, il deserto, miraggi;
— Lui vi lascia vagare il suo occhio morto…
E, quando s’addensa la nube,
Crede di vedere un’ombra conosciuta,
— Sento che tra i denti stringe il cannello…
— Un altro vortice gli scioglie
L’anima, il cappio, la vita!
… E io mi sento spegnere. — Dorme —
…………………………………..
– Dormi ancora: la Bestia s’è calmata,
Fila il tuo sogno fino in fondo…
Amico mio!… il fumo è tutto.
— Se è come dicono che tutto è fumo…
(Parigi. – Gennaio)
T. Corbière, da Gli amori gialli, il foglio clandestino, 2008
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