Mario Luzi, “Nulla di ciò che accade e non ha volto”

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Mario Luzi

Mario Luzi

 

Nulla di ciò che accade e non ha volto

e nulla che precipiti puro, immune da traccia,

percettibile solo alla pietà

come te mi significa la morte.

Il vento ricco oscilla corrugato

sui vetri, finge estatiche presenze

e un oriente bianco s’esala

nei quadrivi di febbre lastricati.

Dalla pioggia alle candide schiarite

si levano allo sguardo variopinto

blocchi d’aria in festevoli distanze.

Apparire e sparire è una chimera.

E’ questa l’ora tua, è l’ora di quei re

sismici il cui trono è il movimento,

insensibili se non al freddo di morte

che lasciano nel sangue all’improvviso.

Loro sede fulminea è qualche specchio

assorto nella sera, ivi s’incontrano,

ivi si riconoscono in un battito.

Sei certa ed ingannevole, è vano ch’io ti cerchi,

ti persegua di là dai fortilizi,

dalle guglie riflesse negli asfalti,

nei luoghi ove l’amore non può giungere

né la dimenticanza di se stessi.

 

Mario Luzi, da Tutte le poesie, Garzanti, 1998



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