di Alessandra Pierini
Sono 38 i bambini tra i tre e i cinque anni che rischiano di rimanere l’anno prossimo in mezzo alla strada. Sono i piccoli iscritti dello scuola d’infanzia L’Ancora di via dei velini, gestita dal Faro, cooperativa che ne ha deciso la definitiva chiusura (leggi l’articolo). A comunicarlo ufficialmente, dopo che nei giorni scorsi era stato distribuita una comunicazione scritta ai genitori, è stato Lorenzo Staffolani, presidente della cooperativa, durante un incontro che si è svolto questo pomeriggio all’interno della scuola. Tra disegni e lavoretti di bimbi, alla presenza di maestre, genitori e del sindaco Romano Carancini, tutti seduti sulle sedioline dei bambini, Staffolani ha dichiarato che la cooperativa non potrà proseguire con la scuola materna, mentre continuerà a funzionare l’asilo nido: «La scuola d’infanzia – ha detto – ha una perdita strutturale di 50 mila euro, finora abbiamo coperto con entrate da altre attività ma non possiamo più permettercelo». Le maggiori imputate della difficile gestione sarebbero le spese per il personale e quelle per l’affitto: «Paghiamo 16 mila euro l’anno per i locali del nido – ha detto Staffolani – e 16 mila per quelli della materna». I locali appartengono alla Fondazione Maria Baiocco e don Pietro Bocaletti che fa capo alla diocesi di Macerata.
I genitori dei bambini hanno espresso stima e apprezzamento sia per il lavoro degli insegnanti che per la gestione della scuola. «Finora – ha detto William Berrè – avete fatto un ottimo lavoro, non riusciamo a capire perchè questo scivolone nel comunicarci all’ultimo minuto la volontà di chiudere». La maggiore preoccupazione dei genitori è infatti trovare un posto per il loro bambino in un altro asilo. E’ già iniziata infatti la corsa all’asilo per il prossimo anno visti che le iscrizioni chiuderanno il prossimo 28 febbraio. «Le scuole pubbliche – spiegano i genitori – ci hanno detto che c’è una lista d’attesa nella quale inseriranno i nostri bambini, le altre scuole private ci hanno già fatto presente che non potranno assumere un carico così significativo di bambini». I genitori, oltre a chiedere delucidazioni sui bilanci e sulla perdita (pagano circa 250 euro al mese per la retta dei loro figli), hanno recriminato sulla tardiva comunicazione che non permette di cercare soluzioni alternative.
In tutto questo, il Comune di Macerata non era stato ancora avvisato della scelta ma i genitori hanno invitato a partecipare il sindaco Romano Carancini che ha chiesto una ulteriore riflessione alla cooperativa Il Faro: «Sono intervenuto perchè sono 40 bambini della nostra città. Questa assemblea è un film già visto con i Salesiani. Quello che chiedo alla cooperativa è di riflettere su questa immediata chiusura e di ascoltare l’appello delle famiglie giustamente preoccupate. Di recente la cooperativa Il faro si è aggiudicata un bando per un importo significativo, quindi il Comune in qualche modo la sostiene, anche se non può mettere soldi. Diamoci qualche giorno per pensare se è possibile avere una fase di transizione più lunga, se il bilancio può essere riequilibrato. Oltre che per i bambini sono preoccupato per le insegnanti ».
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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C è chi fa del divieto di finanziamento pubblico alle scuole private una battaglia di civiltà. Beh allora questi , spesso sodali ideologici o partitici del sindaco , oggi non dovrebbero che essere contenti.
Non capisco il perché ed il per come del predicozzo istituzional comunale. A volte il silenzio è d ‘ oro.
Questi sono i risultati.
Sarebbe interessante vedere i bilanci di questa cooperativa ma ancor di più sapere quanti soldi hanno versato i comuni a cui questa cooperativa offre e guadagna tramite i servigi offerti.
@Ciro Esposito: le cooperative non possono guadagnare per statuto! Possono solo reinvestire (finché ce li hanno) i soldi provenienti dalle attività remunerative in quelle passive. Da papà di due dei bimbi coinvolti dalla chiusura ti dico che questi commenti (che, ovviamente sei libero di fare) spostano, purtroppo, l’attenzione dalla realtà del problema enorme che ci si è creato su cose che non stanno né in cielo né in terra!
L’ho già scritto in un altro articolo sullo stesso argomento,poi scomparso,ma lo ripeto volentieri.
Ai genitori giustamente preoccupati piacerebbe conoscere,oltre a quello del sindaco intervenuto vestito da ammiraglio,anche il pensiero dell’assessore Stefania Monteverde che essendo addetta alla scuola e alla comunicazione potrebbe anche comunicarcelo.Ma vedrete che non ce lo comunicherà.
Sarebbe stato diverso se si fosse trattato di centri sociali ,allora si che la sinistra al caviale si sarebbe sdegnata e attivata.
E a proposito delle ridotte risorse finanziarie, se qualcuno si prendesse la briga di esaminare gli atti della Giunta potrebbe notare ad esempio quanti contributi vengono erogati ad associazioni che sono vicine al potere,la cui benemerita utilità si rivela ogni cinque anni.
Sicuramente il canone d’affitto e’ congruo rispetto al valore degli edifici, ma dal dal momento che i fabbricati appartengono ad una fondazione gestita dalla Diocesi (così mi sembra di capire) non si potrebbe iniziare con una diminuzione degli affitti?
La Costituzione italiana, un libro sconosciuto ai più…
Articolo 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
@cerasi non la conosco, ma conosco molto bene la costituzione, un tema troppo delicato e complesso da affrontare in un commento ma mi piacerebbe farlo visto che ritiene di esserne uno dei pochi depositari.
Riguardo alla scuola l’incontro di ieri è stato molto positivo per un aspetto fondamentale. noi genitori abbiamo fatto squadra attorno alla scuola intesa come struttura organizzata, bimbi e maestre, e tenteremo di fare qualcosa in queato poco tempo che resta per mettere in piedi un piano B che eviti la chiusura di una splendida realtà.
Non ci piangiamo addosso ma ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo per trovare soluzioni senza recriminare sui perchè o per come.
Guardiamo avanti tutti insieme e qualcosa verrà fuori, avanti!
@Michele Rossi. Le coop non possono guadagare per statuto ma chi li dirige o ci lavora si. Queste scelte vengono di solito fatte per non diminuire i guadagni di chi li gestisce. Fidati che è così.
@ gabriele frontoni
Non sono depositario proprio di nulla…
Solo che una cosa è garantire agli alunni di non ritrovarsi per strada, altra cosa (assai diversa) è ricevere (o aver ricevuto) dei finanziamenti pubblici per mandare avanti scuole o istituti privati.
Ed il ragionamento che hanno fatto i Padri Costituenti era di una semplicità disarmante, semplicità che, nel corso dei decenni, è stata (a bella posta) stravolta, con tutta una serie di giustificazioni (tutte utilizzate per aggirare quell’articolo della Costituzione…):
Hai tutto il diritto di avere una scuola privata che insegni, nel rispetto della legge, l’educazione che ritieni più giusta per tuo figlio, ma te la paghi, visto che ci sono le scuole pubbliche
Pertanto credo sia giusto che i bambini abbiano tutto il diritto di non essere abbandonati, ma questo non deve diventare la scusa per eventualmente bussare a quattrini pubblici.
@Ciro Esposito: io continuo a credere che fare certi commenti sia facile, banale, scontato (tanto, nel mucchio, c’è sempre uno chissà quali soldi intascati da chissà chi…) e inutile alla soluzione del problema (detto tra me e te, per quanto io possa essere incazzato, e per quanto chi ha deciso di tagliare i finanziamenti all’asilo lo possa aver fatto per salvaguardare il proprio stipendio, alla fine sono privati e fanno quello che credono più opportuno!).
@cerasi sono in linea di principio d’accordo. Sempre perchè ritengo che il sistema giuridico italiano fondato dai padri costituenti sia essenzialmente un ottimo sistema che peró abbisogna di uomini che lo facciano funzionare.
Ebbene un tempo questi uomini c’erano, costruivano con una visione del futuro, sbagliavano per carità ma la ferita della dittatura e della guerra faceva che la carta costituzionale e le leggi si applicassero con maggior rigore e puntualità. Oggi inutile dilungarsi non è così. Gli asili pubblici mancano, sono insufficienti e lo stato sociale è deficitario. La materna di cui parliamo non riceve un bel niente, non puó per legge caro Cerasi, il Comune puó intervenire solo sul nido.
Ormai, come per la sanita, che la stessa carta costituzionale che citi garantisce gratuita per tutti è obtorto collo a pagamento visto che se vuoi fare un esame gratis aspetti sei mesi e magari nel frattempo schiatti, se paghi lo fai domani mattina, lo stato sociale è moribondo e possiamo ricostruirlo solo dal basso grazie all’unione di associazioni di genitori, cittadini etc.. Che si uniscono e trovano escamotage per ridurre costi fissi e rilevare strutture obsolete per tentare di farle progredire con l’aiuto di onlus, chiesa, e volontari.
C’è un tale disagio sociale che impone il dovere di fare qualcosa partendo dal basso e dalle piccole cose.
Spero di eseere stato chiaro, ripeto, è difficile esprimere concetti tanto complessi in un commento, buona domenica
@ gabriele frontoni
Se lo stato sociale è moribondo la colpa è dei cittadini stessi che, potendo, ne hanno ampiamente abusato, fino a violentarlo…
Già ho scritto su CM di come, quando le medicine erano gratis, in tutte le case c’era sempre l’armadietto dei medicinali (in alcuni casi un armadio vero eproprio a 2 ante) pieno di tutto perchè non si sa mai: si andava dal medico a farci prescrivere medicinali che non servivano, ma che era meglio tenere a casa per ogni eventualità
O le cure termali di cui molti dipendenti puvbblici usufruivano, anche senon ne avevano bisogno, poichè per 2 volte l’anno si perdevano ore di lavoro ma retribuite?
E sullo scentifico assalto della diligenza pubblica se ne potrebbe parlare (e a lungo): dalle pensioni baby al moltiplicarsi degli enti inutili, dalla moltiplicazione delle poltrone fino ad arrivare alla complessa enorme vorace macchina burocratica che deve alimentare se stessa a scapito dei cittadini….
Il “filo conduttore” di tutto questo sbracamento ritengo sia uno solo: chi decideva tali boiate era sicuro che i guasti si sarebbero visti anni e anni dopo quando, colui/coloro che l’aveva/avevano organizzati non sarebbe/sarebbero stato/i chiamato/i a risponderne.
Da uno Stato assistenziale siamo passati ad uno stato assistenzialista che ha dilapidato (con il concorso attivo di milioni di cittadini) vagonate, autostrade, montagne, catene montuose di denari pubblici…. Ed ora ci ritrviamo con le pezze al culo ed i servizi scarseggiano.
Le migliorate condizioni economiche (50 anni fa era l’eccezione 2 stipendi a famiglia) hanno creato altri bisogni che prima non c’erano (i pargoli si tenevano in casa); il benessere ha portato tante migliorie alle nostre vite, ma anche tanti problemi, forse per troppo tempo sottostimati.
E le soluzioni tampone, spesso messe in campo senza adeguati studi e riflessoni, si sono rivelate, alla lunga, peggiori delle cause che l’avevano generate.
Forse questo è il nostro limite, come popolo: siamo una comunità di furbetti, pronti a protestare se qualcuno salta la fila o lede i nostri diritti…Ma i primi poi a ricorrere all’amico o al parente per aggiustare una pratica, non pagare una multa, driblare la lista d’attesa….
Moltio spesso poi gli escamotage usati per cercar di risolvere la situazione sono solo scorciatoie per cercare di pagare meno tasse, oppure di accedere a finanziamenti, oppure a svicolare dai vari pagamenti…
Utile credo la lettura dell’articolo apparso nell’ultimo numero dell’Espresso
Potremmo parlarne per mesi. Ma ora bisogna agire.
Agire significa salvare la materna de L’Ancora e mettere nelle condizioni maestre e bimbi di proseguire serenamente.
Non sono un politico, le chiacchiere e le ricerche delle responsabilità mi hanno stancato. Vivo qui oggi. Adesso. E ho il dovere di cercare delle soluzioni per i miei figli e per tentare di costruire un mondo migliore di quello che ho trovato.
Non voglio lasciare macerie, fame e disperazione con allegata una relazione con i nomi dei responsabili.
Vorrei lasciare qualcosa di meglio con una relazione con scritto, questo abbiamo trovato, ci siamo spaccati le mani e siamo riusciti a migliorare un po’ la situazione. Ora continuate e prendete esempio.
A lavoro e guardiamo avanti, ricostruiamo tutti insieme!!!
@Michele Rossi. Essere privati e prendere un sacco di soldi, come la ccop in questione tramite contributi che fioccano da tutte le parti (Regione, comuni,provincia e con tutta probabilità anche da privati tra cui forse i genitori stessi) rende la coop. più pubblica che privata. Nel mucchio non è forse che ce ne può essere una,ma scavando altro che una. Ci sono cooperative serie e qualcuna un poco meno. Adesso non voglio entrare nel merito della coop. in questione che può avere tutte le ragioni possibili per effettuare certe scelte. Però ti voglio mandare un indirizzo dove vedrai che di situazioni che possono far nascere qualche dubbio ce ne sono e anche tante. http://www.nuovocaporalato.it/index.htm
Prendete l’esempio dalla cooperativa La Meridiana che solo dal comune di Macerata ,per i lavori che svolge, incassa alcune centinaia di migliaia di euro.
Così si fa ,basta giocare nella stessa squadra!
Nn conosco la situazione ma una cosa é semplice da capire… qualcuno mangia troppo e purtroppo altri in altre realtá mangiano poco. Se un comune o un ente distribuisse i soldi a piú associzioni o cooperative le cose sarebbero piú ecque…
Anche la cooperativa Il Faro ha vinto degli appalti presso il comune di Macerata!
Il punto è finanziario. La gestione della Scuola materna comporta un disavanzo annuale di 50.000 €. Quanto costa al contrario una scuola materna pubblica? Come sostiene il commentare di professione Cerasi c’è la scuola pubblica che pensa a tutti allora il problema è risolto. O no? Mi sembra che il Comune abbia già detto che non ci sono posti nelle materne pubbliche. Allora? Che i genitori se la paghino! Beh come soluzione non mi sembra male
Parliamoci chiaro come in tutta italia gli appalti sono na porcata e fatti su misura per pochi amici eletti… Macerata fa lo stesso del resto d’italia..
Quante belle parole sulla Costituzione! Quanto interesse sui conti della cooperativa e gli appalti! Ma i bambini? Chi si preoccupa di capire che fine faranno? Qui o li che importa, no? Tanto sono piccoli, non capiscono…. ma il loro diritto alla continuità educativa chi lo tutela? il disagio che si impone cambiando scuola per due volte di seguito in due anni (i bambini di 4 anni a settembre 2014 faranno l’ultimo anno di materna con maestre diverse metodi diversi e compagni diversi poi a settembre 2015 cambieranno di nuovo facce e metodi!!!) una struttura che si impegna nel sociale – vedi statuto-, e fortemente caratterizzata dal punto di vista religioso come prima qualcuno accennava, non si preoccupa affatto di questo?
Ma il sindaco Carancini, ha per caso proposto il subentro ad altre cooperative o società di gestione? No, potrebbero essere interessate molte società che si occupano di formazione, visto che a Macerata ce ne sono altre e soprattutto in Provincia, il fatto è che al sindaco non importa niente, come nel caso dei Salesiani. A Macerata purtroppo si vuole controllare tutto e tutti…..Il sindaco basta che chiamasse altre dieci società e chi è interessato al subentro, dietro una valutazione dei bilanci si potrebbe farsi avanti.