di Alessandra Pierini
(foto di Lucrezia Benfatto)
La scuola dell’infanzia “L’Ancora”di Macerata, gestita dalla cooperativa “Il Faro” chiuderà dal prossimo anno scolastico. I genitori si sono visti recapitare nei giorni scorsi, senza preavviso, una comunicazione a firma del presidente Lorenzo Staffolani direttamente dalle maestre che, a loro volta, lo avevano saputo solo venerdì sera. Alla base della decisione ci sarebbero difficoltà economiche e organizzative che hanno portato alla decisione che impedirà le iscrizioni all’istituto di via dei Velini attivo da circa 20 anni. L’Ancora continuerà ad offrire il servizio di asilo nido per bambini dai 3 mesi ai 3 anni ma non potrà più permettere la prosecuzione del percorso didattico anche nella scuola materna.
«Cari genitori – si legge nella comunicazione distribuita ai genitori – l’opera educativa che abbiamo sostenuto per tanti anni non è più in grado di reggere le difficoltà economiche ed organizzative che stiamo registrando in modo sempre più pesante. L’impossibilità di alleggerire i costi di gestione, l’aumento di oneri di ogni tipo e il venir meno d sostegni finanziari ci costringono ad assumere la decisione drastica di chiudere l’attività dell’Ancora, relativamente alla scuola dell’infanzia, al termine dell’anno scolastico in corso. Non si tratta di una decisione presa all’ultimo momento, ma dell’esito di una lunga verifica e di una attenta riflessione. L’amarezza per tale decisione è ancor più grande se si pensa ad una esperienza lunga trent’anni, che ha avuto sempre la stima delle famiglie, e alla riconosciuta professionalità e passione del personale. Nel comunicare questa decisione, vogliamo assicurare che il corrente anno verrà regolarmente portato a termine. Di conseguenza le iscrizioni alla Scuola dell’Infanzia (scadenza prevista per il 28 febbraio ) sono bloccate. Pertanto i genitori debbono rivolgersi ad altri Istituti scolastici».
Immediate le reazioni dei genitori dei quasi 40 bambini iscritti alla scuola indignati per una comunicazione così drastica, non preannunciata da nessun confronto con le famiglie, a cui invece è stato spesso comunicato quanto la cooperativa tenesse alla scuola, ai progetti messi in campo per ampliarla, migliorarla e renderla ancora più a misura di bambino. Tra l’altro le iscrizioni per il prossimo anno scadranno il 28 febbraio e i genitori, salvo ripensamenti della cooperativa, saranno costretti a trovare una scuola alternativa. «Una chiusura – scrive un gruppo di genitori – che ha colto tutti di sorpresa e che stride con il “gradimento” della scuola che vede sempre classi piene e liste di attesa. Oltre al dispiacere che condividiamo tutti per una realtà unica nel suo genere nella nostra città che scompare completamente, il sentimento che ci accomuna è l’ansia di trovare quanto prima soluzioni alternative valide sia come offerta formativa che come elasticità di orari per tutti i nostri bambini. Teniamo conto che ci sono bambini che stanno terminando il 2 anno di scuola materna e che per un anno dovranno cambiare ambiente, insegnanti, compagni di scuola, metodi didattici, inoltre ci sono bambini che a settembre, senza che i genitori venissero informati di niente, sono stati inseriti al primo anno di scuola e che dall’anno prossimo dovranno ricominciare tutto da capo.
Ci chiediamo, dal momento che lo stesso Staffolani lo scrive, se la decisione è “l’esito di una lunga riflessione e di una attenta verifica”, perché le famiglie non sono state avvertite, perché non è stato chiesto un confronto prima che questo accedesse? Ora ci ritroviamo tutti con le mani legate, le iscrizioni alla scuola pubblica che scadono di qui a 20 giorni, con molte scuole private che assicurano orari più elastici già piene. Siamo tutti genitori che lavorano e che hanno fortemente creduto in questa realtà, davvero stupenda e altamente qualificata e che si ritrovano dalla sera alla mattina di fronte ad una decisione che seppur lecita e nel pieno diritto della cooperativa il Faro, è del tutto scorretta nei tempi e nei modi».
Tante sono le mamme che testimoniano il loro attaccamento alla scuola. «Perdere la scuola è gravissimo per Macerata , funziona benissimo e ha cresciuto con sani principi tantissimi bambini» racconta una mamma. «Ho due bambine – racconta un’altra mamma – la prima ha fatto l’intero percorso all’Ancora, l’altra frequenta la scuola da quando aveva 7 mesi e ora non posso pensare di farle interrompere il percorso. La scuola ci alletta con principi sani e integrazione che le maestre hanno sempre applicato e contemporaneamente ci dà il ben servito con una letterina. La garanzia della continuità educativa è fondamentale e i figli non sono dei pacchetti postali». Forte è la delusione: “Sono rammaricata per non essere stata informata prima. Abbiamo investito nella struttura e ora ci troviamo in grande difficoltà».
I genitori sono stati invitati ad un’incontro con la direzione domani pomeriggio alle ore 17,30 per avere informazioni e chiarimenti. Di sicuro i genitori accorreranno, pronti a battersi per il futuro dell’Ancora.
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Venir meno di sostegni finaziari?….Quali e da parte di chi?
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Non si potrebbe cercare di invertire la tendenza e convincere, chi ha cessato questi sosegni finanziari, di continuarli????
Ma che le scuole elementari pubbliche questi bambini non li accettano? Quello che non capisco è il motivo per cui è stata aperta per venti anni e sopratutto vorrei sapere se le spese sono state pagate dalle famiglie. Non vorrei che il comune avesse speso i soldi delle tasse che mi ha estorto per tenere aperte queste strutture superflue visto che lo stato spende già per le scuole.
Ehi, ma non è la scuola gestita da comunione e liberazione?
che c’entrano le scuole elementari pubbliche????? qui si parla di scuola d’infanzia, cioè l’asilo, cioè la scuola materna!!!! che non ha preso fondi dal comune per buona informazione! per cui chi ha frequentato questa scuola e ha pagato le rette mensili, non solo non ha usufruito di servizi pubblici (gli asili comunali per capirsi) che pure gli spettavano di diritto (e quindi non è costato un solo euro al comune), ma con le proprie tasse, pagate o estorte che dir si voglia, ha pagato il servizio pubblico pure per gli altri che invece ne hanno, per scelta diversa e parimenti rispettabile e libera, usufruito!
Inoltre, quando la scuola pubblica sarà in grado di offrire i servizi, non ultimo quello della flessibilità di orario che va incontro alle esigenze di chi lavora l’intera giornata – a volte fino alle 20,00-, che spesso e volentieri offrono le strutture private, allora le potremo definire superflue!!!
certamente il modo ed i tempi con cui è stata comunicata la decisione di chiudere la scuola dell’infanzia sono inopportuni e dimostrano uno scarso rispetto delle famiglie e soprattutto dei bambini.
Ma perchè l’assessore Stefania Monteverde che si occupa di scuola e nidi d’infanzia non fa sapere ai genitori giustamente preoccupati cosa ne pensa?
Senza dubbio si sarebbe mossa di più se si fosse trattato di qualche centro sociale.
Poi ,dato che si occupa anche di comunicazione avendone perfino un master specifico,ci comunichi per favore come faccia il precedente segretario comunale a mantenere ancora la reggenza dei servizi tecnici.Forse,immagino, è per sostituire l’ing Tristan Luchetti quando è in prestito al comune di Montecassiano.Ma è una sostituzione gratuita oppure lo paghiamo ancora?
Sicuramente la Monteverde non avrà tempo di rispondere,pur essendo l’assessore alla comunicazione,ma visto che si occupa spesso anche di traffico,forse la comunicazione è da intendersi quella viaria.
Guarda Pisa Pia che se le cose stanno come dici tu, per me va benissimo. Solo che allora non capisco il problema, basta che la scuola calcoli le rette in base ai costi . Per quanto riguarda la Scuola come istituzione invece, io penso che il suo ruolo sia quello di istruire ed educare gli studenti. Se invece devono anche fare la custodia dei bambini , allora è giusto che ci siano strutture private che offrano il servizio a chi lo richiede, ovviamente non a carico del pubblico.