Il Consiglio regionale ha approvato con 24 voti favorevoli, 4 contrari e un astenuto la proposta di deliberazione per l’indizione del referendum abrogativo sulle norme di riordino delle sedi dei Tribunali che, nelle Marche, sta già determinando la chiusura ed il relativo trasferimento delle strutture che ospitano i Tribunali minori e periferici. Negli ultimi interventi prima della votazione (i consiglieri Franca Romagnoli, Massimo Binci e Adriano Cardogna) ed anche in quelli precedenti è emerso il rischio di giungere alla votazione di un provvedimento avente effetti comunque “tardivi e contraddittori”, poiché un eventuale referendum potrebbe essere indetto non prima di due anni (oltre al fatto che servirebbe la richiesta di cinque Consigli regionali presentata e depositata in Cassazione) quando il processo di riordino, soppressione e trasferimento potrebbe essersi già concluso. Contestualmente all’accoglimento della proposta, sono stati scelti i delegati regionali alla presentazione della richiesta di referendum nelle persone della vicepresidente Rosalba Ortenzi (delegato effettivo) e Francesco Massi (delegato supplente).
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Un politico navigato della famigerata “prima Repubblica” (mi pare fosse Andreotti) amava ripetere che “un’ordine del giorno non si nega a nessuno”. In altre parole, un provvedimento che non ha alcun valore reale può anche essere votato per compiacere chi lo propone, sapendo che comunque non se ne farà nulla. Un po’ di fumo negli occhi a un popolo che si ritiene pronto a bersi tutto quello che il potere gli propina (e spesso è così). Così mi sembra che sia anche questa vicenda del referendum sui tribunali minori. Se anche si dovesse arrivare a svolgerlo (ed io lo escludo) è praticamente certo che non raggiungerebbe il quorum trattandosi di una questione che – di fatto – riguarda una piccolissima minoranza di operatori (avvocati, giudici e dipendenti di uffici giudiziari) e una ancor più piccola minoranza di cittadini. Le elezioni regionali sono alle porte e allora … niente di nuovo sotto il sole: la politica continua a volare basso, molto basso! 🙁
Aria fritta allo stato puro!
Ecco un altro caso in cui la politica è lontana dai cittadini e dai loro bisogni
Evviva, comincia a prendere slancio la rimonta dei tribunali fatti in casa!
«A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti, o Pindemonte»
Il Consiglio Regionale si dovrebbe occupare delle cose serie, non deve friggere l’aria come dice giustamente l’avvocato Bommarito.
@ pierre
24 voti a favore: va bene che è aria fritta, ma dal voto si evince che abbiamo 24 chef in Consglio Regionale, credo sia un record internazinale
Aria fritta,ma aromatizzata. All’ odore di fregatura. Le Marche prima di ipotetiche cinque regioni che dovrebbero chiedere un referendum, oltretutto su una materia già vagliata dalla Corte costituzionale con sentenza del tre luglio scorso.Richiesta di referendum che dovrebbe essere accolto dalla Cassazione per poi raggiungere il quorum. Nel frattempo la situazione sarà cristallizzata diversamente.
Che tristezza pensare che chi ha votato oggi in consiglio regionale pensi che noi cittadini non riusciamo a distinguere le lucciole dalle lanterne.