L’analisi del voto di Roberta Pennacchioni – Segretaria Giovani Democratici Provincia di Macerata:
«Il risultato che scaturisce dalla consultazione elettorale ci pone di fronte ad uno scenario confusionario e frammentato che, da un ventennio di bipolarismo, ci spinge con prepotenza al tripolarismo: Pd, Pdl e M5S. Le urne ancora calde ci raccontano come l’Italia sia oggi un paese che non trova la forza di maturare un’alternativa esplicitamente e quantitativamente valida e che, soprattutto, non si riconosce nel “sistema politica” Quella che ci consegna ilvoto non è una rivoluzione, né tanto meno una situazione di stallo, ma piuttosto di evidente ingovernabilità. Una crisi organica in cui il sistema non è più in grado di dare una risposta mantenendosi all’interno delle sue regole ed in cui, in termini spiccioli, nessuna delle forze politiche ha i numeri per sorreggere una maggioranza in Parlamento. Il voto ha espresso una faccia della società italiana polarizzata tra un elettorato fidelizzato al vecchio come Berlusconi e una voglia di cambiamento radicale identificata in Grillo e nel mezzo ci siamo noi del PD. Sicuramente non abbiamo saputo interpretare quella rabbia sociale che si è tradotta in un voto a 5 stelle. Competeva a noi farlo, non certo a Berlusconi, ma abbiamo scelto una strada in campagna elettorale dai toni bassi che non ha pagato. Bisognava radicalizzare alcune posizioni ed essere maggiormente intransigenti e comunicativi su questioni che ha fatto proprie grillo e che poi, a ben vedere, evidenziano una comunanza di temi con il PD. A poco serve analizzare gli errori commessi prima e durante la campagna elettorale. A nulla serve il “processo a Bersani”, che ha vinto le primarie non grazie ad una congiura di palazzo ma perché votato da milioni di elettori. Siamo tutti ugualmente responsabili qualora ci fossero stati errori, dai giovani agli anziani dai renziani ai bersaniani. Ci serve, invece, consapevolezza piena di quanto è accaduto per evitare, nel nome della governabilità, errori che sarebbero mortali come un governissimo PD-Pdl. E’ necessario interpretare la rabbia sociale espressa dal Movimento 5 stelle e dare adeguate risposte ad essa. Solo a noi compete farlo di certo non lo si può pretendere dal vecchio e decrepito centro-destra. Per fare ciò è indispensabile un bagno di umiltà e rimettere il partito al servizio del cittadino e non avere la presunzione di pretendere il procedimento inverso e cioè che siano i cittadini a servire il nostro partito solo al momento del voto. Il voto ha rappresentato la sconfitta di un modello di fare politica ispirato ai potenti e ai clientelismi. Occorre una rivoluzione etica del modello politico, riscoprendo una vocazione sociale del nostro partito che ci veda capaci di dialogare e di essere vicini alla popolazione, attraverso un nuovo protagonismo giovanile ed una responsabilizzazione nei loro confronti da parte dei più adulti e navigati. Apriamo le porte dei nostri circoli ai giovani e ai loro problemi. Sperimentiamo vie comunicative innovative, con strumenti di partecipazione alle scelte del partito capaci di essere coinvolgenti attraverso, anche, un processo di “digitalizzazione” e di ingresso nel web del PD anche a livello provinciale. Ritornare tra la gente e riavviare le attività dei circoli parlando un linguaggio più semplice, più diretto e di temi più vicini ai problemi quotidiani, lasciando spazio ai giovani gli unici in grado di interpretare e capire il diffuso malessere del quale siamo protagonisti.»
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( fonte Google )
……ora che mezza casta è rimasta a casa, prima di consegnare il testimone, il medesimo ufficio di presidenza da Gianfranco Fini (non eletto) e con i rappresentanti di Lega, Pdl, Udc, Idv, Pd e deputati di agglomerati sciolti – prepara una succosa delibera per l’ultima riunione del 5 marzo: 30 assunti a tempo indeterminato. D’un colpo, ancora.
I contratti non cadono per sbaglio: vanno a proteggere i collaboratori, fidati assistenti e segretari, che hanno lavorato per i 18 componenti dell’ufficio di presidenza. Ci sono a disposizione 30 posti, ancora da spartire, ma che mettono tutti d’accordo. Tant’è che i questori – cioè i deputati che amministrano la Camera – non sono riusciti a controllare l’informazione riservata. E una fonte qualificata l’ha spifferata al Fatto Quotidiano.
I fortunati 30 hanno seguito un percorso diverso: a chiamata. Siccome il tempo per i rispettivi referenti politici è finito, la chiamata va resa infinita con una sanatoria che costerà 3 milioni di euro l’anno……….
–dal ilfattoquotidiano–
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/01/lultimo-regalo-di-fini-e-dei-deputati-30-nuovi-assunti-alla-camera/517327/
Eccezionale nello spiegare la sconfitta del PD (sì, perchè la trionfale marcia verso una larga vittoria si è alla fine trasformata in una sostanziale sconfitta) è stata Fiorella Mannoia: “Non ho votato il PD perchè io sono di sinistra”.
Roberta dici cose sacrosante.
Fermiamoci un attimo. Affermi che molta della rabbia che ha spinto il voto a Grillo poteva essere attenuata facendo le riforme. Ha ragione Bersani quando ricorda che il PD era minoranza in parlamento. Ma ora che una maggioranza esiste per le riforme perchè dobbiamo anteporre la formazione di un governo alle riforme ?
E’ evidente che i grillini non si fidano e come dargli torto visto che nel passato da maggioranza non siamo stati capaci di approvare almeno la legge sul conflitto di interessi. Non darei tanta importanza alla formazione del Governo (non a caso definito esecutivo) ma passerei tranquillamente a riscoprire la democrazia parlamentare in quanto al parlamento e non al governo compete dare gli indirizzi.
E’ davvero sbagliato insistere sulla formazione di un governo a meno che non si pensi ad un governissimo che segnerebbe la fine del PD.
Peraltro, come molti stanno scoprendo in questi giorni (bisognerebbe studiare prima di parlare) non solo un governo esiste ma è addirittura è in carica fino alla formazione di un nuovo governo senza limiti di tempo. Si ha un bel dire che ci sono state nuove elezioni quando una maggioranza per formare un nuovo governo non c’è.
Gli strumenti per diirigere un governo ci sono tutti e sono tutti nel parlamento: leggi, atti di indirizzo. Forse nei prossimi giorni o mesi i costituzionalisti saranno chiamati ad argomentare su fatti nuovi, ma non è la novità delle soluzioni, il cambiamento che deve interessarci ?
Continua con la passione che emerge da quello che scrivi.
Come non sopporto questi mea culpa dopo anni che una larga fetta del Pd ha chiesto e richiesto invano di tornare tra la gente, di scendere dai piedistalli, di un cambiare e di ritrovare un’identità di sinistra. Troppo comodo ora dire la colpa è di tutti, no cara segretaria provinciale la colpa è di chi ha sostenuto oppure taciuto o di chi si è accomodato, tappandosi occhi e orecchie, su un Pd oligarchico, antico e fazioso nel suo aver dimenticato ciò che significa essere di sinistra. Ma il fatto più grave è stato averlo sostenuto nelle sue aberrazioni dimenticando perfino il buon senso.
No, non mi sento affatto responsabile. IO NON HO VOTATO PD, PERCHE’ SONO DI SINISTRA.
Io non credo utile fare mea culpa. Non perchè non siano necessari e dovuti, ma semplicemente perchè non avrebbero nessun beneficio.
La gente vota con la pancia. La gente non ha la capacità di comprendere alcune cose di importanza fondamentale. Prendi la diaspora euro si/euro no: una grande percentuale di chi tentenna ha mutuo e/o finanziamenti. Tutti rigorosamente in euro, ma la loro ignoranza non li porta a capire che abbandonare l’euro e tornare alla lira significherebbe che la rata resta in euro, lo stipendio in lire.
Una rata da 500 euro, circa un milione, costerebbe dapprima 1.200.000 lire, poi 1.500.000 lire e ogni mese prima di versare l’importo devono fare una operazione di cambio valutario, con ulteriori commissioni.
Se oggi parli in giro, ad esempio dal medico o laddove trovi questa massa grillina, tutti a sparare sull’euro. Poi gli spieghi questa cosa del mutuo e reagiscono “No, non può essere vero…”, poi zittiscono e io infierisco “guarda è già successo nel 1992 con i mutui in ECU”. Se non mi credete cercate su google.
Questa ignoranza è pericolosa, peggio di quella di cui parlava Silone quando parlava dei cafoni. Qui siamo in una ignoranza voluta, perchè a differenza di allora i mezzi di documentazione ci sono.
Allora scopri che questo santone chiamato Grillo qualche anno fa sponsorizzava una palla di plastica che emettendo raggi infrarossi (ma anche i raggi gamma di mazzinga, magari) puliva il bucato senza detersivo.
http://attivissimo.blogspot.it/2008/11/biowashball-una-palla.html
I polli non mancano mai e ne hanno vendute a iosa, poi la gente ha capito sulle sue spalle, ma non ammette l’errore.
Ecco, un italiano su tre ha votata ad un venditore di palle, uno su quattro ad un delinquente pubblico. Sarebbe bastato mettere dall’altra via delle persone almeno presentabili per vincere, no? Macchè, si cerca il pelo dell’uovo.
Ti dicono di D’Alema. Certo D’Alema non mi piace, ma diamine abbiamo avuto al governo varie Gelmini, Carfagna, Brunetta. E di questi non ci vergognamo? A destra hanno rieletto Scilipoti e Razzi (quello che è passato a Berlusconi sennò non prendeva l’indennità parlamentare…) e noi stiamo a guardare al pelo?
Quello che è sicuro e definitivo, per quello che mi riguarda, è che solidarietà e collaborazione sociale per me sono parole morte. Ora siamo tutti avversari nella lotta alla sopravvivenza. E si, ve ne accorgerete tra pochi anni…
Mio bel Pischello, se ritornassero in vita i partigiani farebbero fuori a raffiche di mitra tutta questa banda di magnaccia di Sinistra, Centrosinistra, Centro, Centrodestra e Destra.
I tuoi moralismi risolutori valli a dire alla Giannini, che di Giannini il PD è pieno.
Sarebbe una legittima vendetta del popolo bove quella di usare il mitra. Il quale popolo bove, prima di diventare un branco violento, tenta un sostanziale cambiamento verso una democrazia di base con il Movimento 5 Stelle. Che non si fara concupire come è avvenuto con altri politici e voltagabbana. E, appena dentro le aule parlamentari, getterà una bomba a mano distruttiva per la logica dei magnaccia, decurtandosi di molto l’appannaggio parlamentare, accreditondo in un Conto il “risparmio” a fini socioeconomici.
Come giustificherà la neo-onorevole Irene Manzi con i Maceratesi questa nuova realtà?
Caro Bommarito,
Fiorella Mannoia ha sostenuto la lista Rivoluzione Civile (Ingroia, Di Pietro, Ferrero ed altri).
Se questa è la sinistra in Italia, allora gli elettori ne hanno decretato la fine.
In un panorama politico divenuto caotico, almeno un esito chiaro ed incontrovertibile.
Il PD ha perso le elezioni perché non sa cosa vuole.
Totale mancanza di linea. Non una proposta.
Più volte Bersani nelle interviste pubbliche, ha confessato: le cose si fanno e poi si dicono. Una frase che a molti militanti può apparire espressione di grande tempra morale e di ineccepibile serietà.
Ma non è bastata ai tanti elettori legittimamente in cerca di chiarezza strategica e programmatica, ma anche dell’esempio a partire dagli insopportabili costi della “politica”: eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti (i cittadini si sono già pronunciati con il referendum) dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, dimezzamento dei dirigenti pubblici e dei loro stipendi, ecc, ecc……
E’ mancata una seria e decisiva proposta di riforma dello Stato che costa troppo e non possiamo più permettercelo: vanno eliminate subito le province, le comunità montane e i tanti e numerosi enti e società pubbliche che sono stati creati ed inventati ad hoc in questi anni per ricollocare i “trombati” della politica (Consorzi di bonifica, gli ATO dell’acqua, dei rifiuti, le società miste, le società pubbliche, ecc……..), vanno accorpati e riorganizzati i piccoli comuni, ma anche le piccole regioni, e tant’altro ancora.
Questa assenza di proposte forti e decise e la mancanza di un timone è diventata via via palpabile e insopportabile.
Il PD non è riuscito a scegliere: prima ha abbracciato Vendola e il Psi (che insieme non arrivano al 4 per cento) senza misurarsi con iscritti e delegati; ha blandito Renzi per delegittimarlo e poi scaricarlo; ha sostenuto Monti per poi diffidarne.
Ha cercato di farsi troppi amici, ricavando sguardi obliqui e perplessi.
Avrebbe dovuto con coraggio sposare un progetto: ha rifiutato quello liberaldemocratico, ha lambito quello socialdemocratico ma non troppo sospettando (a ragione) che fosse senza sbocco, ha schivato la rabbia popolare e la domanda di democrazia diretta raccontandosi la storia del populismo.
Ma c’è di più.
Perché, nel tempo, il Partito democratico è diventato il partito delle intese (più o meno larghe) e non degli obiettivi.
Un partito che si allea con chiunque per lo status quo è un partito che valuta ottimale il proprio risultato politico non più in base al contenuto di programma realizzato, ma in base alla capacità di stringere un’alleanza.
Un partito che “prima vinciamo e poi decidiamo come fare” perde l’orizzonte delle soluzioni e riduce tutto a tattica.
Senza scegliere, il PD ha trasmesso paura: “di perdere”, ma anche “di andare al governo”. La mancanza di bussola, alla fine, ha fatto disperdere la direzione del voto.
Tutto giusto: il PD ha perso le elezioni per mancanza di coraggio, lungimiranza, capacità di capire le spinte sociali, carenza di leadership ecc. ecc.
Ma se questo è chiaro, non mi sembra altrettanto chiaro chi sia ad aver vinto queste elezioni e che cosa possa o voglia fare nell’interesse del Paese.
Ma che belle scodellone di brodaglia espiatoria sempre più allungata che sanno servirci i Giovani Democratici! E’ difficile, ormai, distinguerla dalla semplice acqua calda, ma si ha l’impressione che, anche allungatissima, quella brodaglia per loro rimarrà per sempre una scoperta.
Del resto sono gli eredi di una ormai lunga tradizione, e finché potranno permetterselo – dato che ormai sono (quasi?) tutti figli di papà – la porteranno avanti.
il voto dato al M5S non è un voto di protesta, ma bensì evidenzia una vicinanza del movimento ai bisogni della popolazione. La gente è stanca di vedere gente che sale in politica solo per fare i propri interessi economici, senza preoccuparsi minimamente di quali possano essere le problematiche sociali.Provate a dare un’occhiata al programma del movimento, probabilmente capirete il perché…….
Il voto dato al 5 stelle è un voto dato a Grillo, l’ha dimostrato lui stesso che se lo gestisce come vuole.
Cambiate slogan: “Uno vale uno, ma Grillo vale più di tutti…”