Dalla nostra lettrice Letizia Carducci un interessante contributo sul centro storico di Macerata:
Continuano a spegnersi le vetrine nel centro storico e per evitare che altre attività rotolino sulle proprie fragilità è tempo di mettersi in gioco e partecipare direttamente come persone, ciascuno con i propri talenti, “mettere in vetrina nuove idee” e richiederne l’attuazione al settore pubblico per la valorizzazione di una città che, come tutti i centri storici, tende a svuotarsi di residenti e di attività commerciali.
Il tessuto economico maceratese è legato a doppio filo, oggi come in passato, alle attrattive storiche ed ai servizi che offre la città e la continua perdita di pezzi,con riferimento sia alla proprietà pubblica che privata (Ex Upim – Banca d’Italia – Ovs), preoccupa ed avvilisce i proprietari degli immobili che non riescono ad affittare , i residenti che vivono lo spopolamento con una continua perdita di servizi, ed una maggioranza di commercianti che aldilà delle sterili polemiche cerca di guardare “oltre il proprio orticello”.
Un’idea nuova di città si costruisce con il contributo di chi la vive e ci lavora; anche a Macerata cittadini ed operatori economici sono contemporaneamente, a diverso titolo protagonisti di un processo in corso, soprattutto dentro le mura e solo una cittadinanza attiva può trasformare la crisi che stiamo vivendo in opportunità, per riportare la politica alla sua funzione di ascolto e servizio dell’intera comunità.
La fantomatica parola “crisi” contiene in sè due prospettive, il rischio e l’opportunità (il rischio di perdere e l’opportunità di cambiare) a patto che ciascuno assuma la propria responsabilità (respons – abilità): “sopravvive” chi si adatta prima e meglio al cambiamento in atto.
Il primo passo da fare è guardarsi intorno, informarsi, fare riferimento a buone pratiche già in atto altrove, condividere le idee con i professionisti disponibili e partecipare per ristabilire un senso di comunità troppo spesso dimenticato e dare forza ad un progetto d’insieme che possa trasformare il limite della cinta muraria in un valore aggiunto, anche attraverso una proposta commerciale di qualità, capace di differenziarsi in funzione dei servizi e di molte proposte culturali allettanti.
Il cambiamento presuppone dalla responsabilità dell’Amministrazione cittadina nel fare delle scelte, anche a rischio di impopolarità, per reinventare Macerata all’interno di un nuovo umanesimo dell’essere e dell’abitare, ma altrettanto necessaria è la consapevolezza diffusa che Macerata può essere a misura di tutti. Per ridare giusto protagonismo alla nostra città ed uno sviluppo fondato sul passato occorre recuperare integralmente la funzione vitale del centro storico, dove è insediata la nostra memoria, il nostro bello, dove risiede la nostra identità, e riattivare un centro commerciale naturale.
Urge un piano di marketing del territorio ed una cabina di regia in grado di effettuare rilevazioni ed elaborare strategie, per stabilire priorità e politiche d’intervento ed attuare per fasi successive obiettivi possibili, emersi con ampia dialettica anche a seguito degli Stati generali della Cultura svoltisi nello scorso anno in città, ma singole operazioni possono essere attuate fin da subito, a partire dalla valorizzazione dell’esistente, con un impiego minimo di risorse, con coraggio e determinazione.
Nessuno ha la soluzione in tasca, ma tra le idee “in vetrina” (condivise con molti commercianti) ci sono alcune azioni specifiche a carico dell’Amministrazione, a costo praticamente nullo:
– un’efficace informazione sulle possibilità di avvicinarsi o entrare in centro con l’auto (magari tramite mappa cartacea che indichi localizzazione, percorsi pedonali di collegamento, e costi, previa convenzione con i gestori dei diversi parcheggi a servizio del centro in modo da garantirne l’apertura 24/24h anche nei giorni festivi;
– il rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale in modo unificato per agevolare il raggiungimento e massimo utilizzo, dei parcheggi esistenti, spesso sottoutilizzati, oltre ad un collegamento navetta;
– la riorganizzazione dei mercati settimanali (posizionamenti che non rendano la città impraticabile per gli ignari avventori né per i negozianti che scompaiono dietro alle bancarelle) e conseguente allocazione di alcune tipologie di merci nell’area dei Giardini Diaz, che offre maggiori spazi per banchi e furgoni, magari rianimando un’altra struttura da anni abbandonata – la rotonda – con bar di servizio, per i mercati settimanali e periodici consolidati e per quelli che si aggiungeranno visto che un’azione sulla tipologia delle merci in vendita e caratterizzazione del mercato sembra più difficile;
– ricognizione e facilitazioni riguardo gli immobili sfitti affinché tante vetrine permettano a piccoli artigiani ed artisti emergenti di avere una seppur temporanea visibilità a costo zero: tramite specifici accordi i proprietari potrebbero beneficiare di nuove frequentazioni con conseguente valorizzare di locali mentre artisti e paladini del saper fare ricreerebbero un’atmosfera unica, di per se motivo di visita alla città con botteghe che sanno ricollegarsi alle migliori tradizioni, quell’artigianato che non trasmette solo schemi e moduli decorativi ma anche stili di vita ed etica del lavoro; qualcuno forse sarebbe stimolato a rimanere in città e tentare un’attività in proprio;
– consolidamento dell’attività di rete e partecipazione cittadina, attraverso un almanacco on line e info/totem fruibile nei punti chiave della città con mappa e calendario aggiornato degli eventi che si svolgono almeno nel centro storico: operatori economici e cittadini potrebbero, conoscendoli, amplificarne la comunicazione.
Le soluzioni alle questioni centrali di mobilità e traffico, di ordinaria manutenzione e di arredo urbano, di eventi di gran portata, sarebbero inefficaci senza un reale coinvolgimento degli operatori economici che devono in parte continuare, altri iniziare, ad esprimersi al plurale, a rafforzare il rapporto di buon vicinato e sostenersi a vicenda, per usare un termine abusato “a fare rete”, consapevoli che una concorrenza leale favorisce la città intera. Non basta più pagare le tasse e delegare completamente le problematiche quotidiane; anche la nostra città è sintesi di geografia, storia e persone, ed è proprio questo elemento che può e deve fare la differenza, non solo nelle stanze della politica.
Anche i proprietari o le agenzie immobiliari per loro conto , potrebbero contribuire alla valorizzazione degli spazi: una volta spente le vetrine il buio, la sporcizia, l’abbandono contribuiscono a deprimere chi resta.
Perché non riaccendere l’attenzione con un utilizzo più creativo?
Come residente e commerciante del centro, ascolto molte voci e so bene che tante cose sono state già dette e fatte; non ho nessuna intenzione di andarmene e condivido con molti altri la difficoltà e la necessità di proporre con sempre maggiore professionalità e creatività, qualcosa di nuovo, di non ripetibile altrove; di differenziare l’offerta, attraverso il lavoro quotidiano e per un bene comune . Un’assemblea pubblica fortemente partecipata sarebbe un bel segnale di cittadinanza e potrebbe esprimere con il contributo di specialisti illuminati .. ipotesi di lavoro concrete, su misura per le nostre esigenze, alle quali poi dovranno seguire gli impegni.
Non mancano gli esempi per raccontare di come l’unione faccia la forza: le giornate dedicate agli aperitivi europei e a tanti altri eventi, ma in particolare la piccola prova data con la prima Notte dell’Opera, ci danno il senso delle nostre potenzialità. Oltre 30000 persone sono venute d’estate, in una città completamente chiusa al traffico, senza una bancarella eppur vitale ed allegra: forse non hanno fatto acquisti quella sera, ma certo ci ritorneranno volentieri. Prove di cittadinanza in un mondo che cambia velocemente e spero travolga un sistema che non funziona. Un’attività che chiude i battenti è una perdita per tutti,oltre le polemiche, facciamo qualcosa: “non è possibile cambiare facendo le stesse cose di sempre”.
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è veramente triste camminare nel centro di MC durante la settimana dove si incontrano poche persone e sempre le stesse.Ma chi vuoi che ci venga a Mc dove le multe fioccano e i negozianti sono spesso scostanti!!!!!!!!
Per fa valere le idee e il lavoro dei creativi se ne devono andare coloro che hanno perso il potere e fanno tutto loro per loro vantaggi e l’aumento del loro potere altrimenti non cambia mai nulla. E visto che già hanno organizzato tutto per il 2013 e fatto per i loro amici si prendano anche le responsabilità dei fallimenti.
Strano che NESSUN politico vengano proposte per il rilancio del centro storico e da una lettrice sì.
Con che partito si candida signora Letizia che la voterò!!!
@ Marco mi puoi contattare questa è la mia mail [email protected]
Sig. Sindaco,
perché non mette la Sig.ra Letizia al posto di almeno due o tre dei suoi attuali assessori?
… mi chiedo quali negozi frequenta abitualmente signora …
Ho letto con attenzione le parole della signora Carducci e le ho riallacciate ad un commento all’articolo relativo al progetto del parcheggio sotto rampa Zara. Il commentatore parlava di centro storico/centrocommerciale con i commercianti che si organizzavano come si organizzano i commercianti dei centri commerciali, con servizi cogestiti,iniziative varie sempre cogestite.
Lo scorso anno, in una occasione in cui si parlava su CM dei problemi del centro storico accennai a Guardiagrele, dove i commercianti si sono organizzati in centrostorico/centrocommerciale.
Perchè non provare a sviluppare la proposta della signora Carducci?
Naturalmente sono i commercianti, in primis, a doversi muovere mettendoci del proprio, cosi’ come nei centri commerciali tradizionali.
Proviamo a sviluppare una discussione in questo senso?
Egregia Sig.ra Carducci mi unisco a Lei se permette nella disamina delle proposte per rivitalizzare il centro di Macerata o meglio per attrarre nuovi soggetti oltre ai soliti noti entro le mura cittadine.
Effettivamente con la dipartita del magazzino OVS il restauro (prossimo si spera ) dei “Cancelli” trova una sua ragione d’essere.
Potranno volgere la funzione per cui sono sati messi lì e cioè chiudere il centro cittadino ed impedire a ignari dell’attuale e futura desolazione cui vive il Centro.
Sono e rimarrò sempre contrario all’accesso dello stesso alle macchine mentre una sana politica di promozione dei parcheggi esistenti, un radicale abbattimento dei prezzi degli stessi con accesso come Lei suggerisca 24/24 mi trova veramente d’accordo, anzi nella gg di Sabato ed i festivi con apertura dei negozi dovrebbero permettere accesso GRATUITO con buona pace di APM Comune e gestori altri.
Il mercato settimanale trova per me la sua naturale posizione presso gli spazi già assegnati spazi stretti ma caratteristici altrimenti altro deserto settimanale, mentre la Rotonda dei Giardini Diaz a fronte di una sua profonda rristrutturazione è ( sono entrato ed ho visto con i miei occhi ) già FATISCENTE (ma nessuno dell’ufficio tecnico sembra averne pagato colpa).
Poi per quanto riguard gli affitti o meglio i proprietari degli immobili ove le vetrine da troppo tempo sono chiuse, Le domando, se abbiano o meno coscienza di quanto succede intorno a loro , perchè vivere di rendita va bene ma qua a me sembra si esageri.
Come è possibile aprire attività dove il primo impatto e quello di un fitto non sostenibilè e poca o nessuna trattativa ?
Le attività prima debbono prendere “piede” e poi possono produrre i guadagni atti a soddisfare tutti i partecipanti all’impresa altrimenti vado fuori in pianura presso spazi ampi ed ampi parcheggi con prezzi decisamente più bassi……..
Qua mi fermo ma tanto altro avrei da dire.
La proposta della signora Carducci ha molti pregi. E’ di buon senso , pragmatica , facilmente implementabile (meglio dire non richiede grossi investimenti) e contribuisce a muovere il dibattito sul ruolo del centro storico che è poi in definitiva la visione che la città ha di se per i prossimi anni. Perchè questo è il punto centrale della discussione: l’attuale mancanza da parte della classe dirigente maceratese (non è solo un problema di amministratori) di un idea di città a venire che possa rappresentare una risposta credibile alla crisi del nostro Comune che poi si inquadra nelle gravi difficoltà del nostro Paese. Se andiamo a vedere gli atti concreti possiamo dire che oggi ci si limita a ripercorrere le solite strade ormai chiaramente inefficaci . Edilizia speculativa (vendiamo territorio per avere un pò di risorse) e Spesa Pubblica (guarda la mobilitazione feroce a difesa della Provincia). Ma queste sono due risorse ormai prosciugate e lo rimarranno a lungo. Per cui è necessario che la Citta , tutta insieme, sia in grado di pensare un nuovo modello di sviluppo (sostenibile) facendo leva su quelli che devono essere anche i punti di forza della rinascita (se ce la facciamo ) del nostro paese. La cultura, l’innovazione , le produzioni di qualità , l’ambiente. In questo contesto la proposta della sig.ra carducci mi sembra abbia il limite di limitarsi a considerare il profilo “commerciale” della nostra città. Io credo che dovremo ambire finalmente a produrre ricchezza piuttosto che a ridistribuirla soltanto, ma in ogni caso ben vengano proposte come queste e soprattutto un dibattito finalmente concreto e fuori dalle contrapposizioni politiche.
CHE IL CENTRO STORICO STA MORENDO è SINCERAMENTE CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA. MI RICORDO 20 ANNI FA CHE C’ERA UNA ASSOCIAZIONE “MACERATA FUTURA” COSTITUITA DA COMMERCIANTI A CUI HO AVUTO IL PIACERE DI PARTECIPARE AD UNA DELLE LORO RIUNIONI, MA GIA ALLORA VI ERANO DEI PROBLEMI DI CONVIVENZA. SONO PASSATI GLI ANNI MA LA MUSICA NON CAMBIA.
CIRCA UN ANNO FA HO CONTATTATO TUTTA LE ASSOCIAZIONI DI NEGOZIANTI ESISTENTI A MACERATA PRE PROPORRE UN MIO PROGETTO E DOPO AVERVI DEDICATO MOLTO TEMPO LA RISPOSTA E’ STATA SEMPRE LA MEDESIMA: NO NON CI INTERESSA, NO NON ABBIAMO SOLDI, NON HO TEMPO E COSI’ VIA. PUTROPPO DA QUESTA ESPOERIENZA HO CAPITO CHE A MACERATA LE INIZIATIVE SI FANNO SOLO PER CONOSCENZE E PER CONVENIENZA SENZA LASCIARE SPAZIO A NUOVE IDEE E SENZA DOVER IMPEGNARE IL PROPRIO TEMPO A DISPOSIZIONE A FAVORE DELLA COMUNITA’. IN SOSTANZA NON SI FA NULLA SE NON CI SONO BENEFICI IMMEDIATI PER I NEGOZIANTI IN PRIMIS E POI PER I CLIENTI (COLORO CHE DOVREBBERO GARANTIRGLI L’APERTURA E NON LA CHIUSURA DELL’ATTIVITA’) MA QUESTO SEMBRA NON INTERESSARE PIU’ DI TANTO A NEGOZIANTI.
HO POTUTO CONSTATARE L’INDIFFERENZA DEGL ISTESSI NEI RECENTI SALDI DI GENNAIO, HO PROPOSTO LORO INIZIATIVE INTERESSANTI ED ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSE, MA ANCHE IN QUESTO CASO BUIO TOTALE.
E TUTTO QUESTO AL CONTRARIO DI ALTRI PICCOLI COMUNI COME MORROVALLE E TRODICA, SAN SEVERINO MARCHE ETC IN CUI I NEGOZIANTI SONO PIU’ ATTIVI E RECEPISCONO MEGLIO LE PROPOSTE TRASMESSE.
ALTRO NON SO CHE DIRE MA CHI VUOL CAPIRE CAPISCA.
Finalmente ….. ci voleva ,ottima analisi e altrettanto ottime le proposte . Letizia Carducci, propone una visione del centro storico in linea con il momento delicato che stiamo vivendo .
Ottima anche la proposta dell’assemblea pubblica che se cisarà mi auguro sia partecipata e costruttiva .
Condivido l’analisi fatta da Letizia e le proposte presentate per un rilancio del centro, sta all’Amministrazione Comunale la capacità di raccogliere determinate sollecitazioni per un reale impegno in questa direzione.
Migliorare la capacità di attrarre interesse: Un centro storico che trasmetta un’immagine positiva tende ad invitare molta gente a visitarlo, fare acquisti e passare il tempo libero e ritrovarsi.
· Un aumento negli investimenti per passeggiate, percorsi, aree pedonalizzate: sono tutti indicatori promettenti, della vitalità del centro storico. I residenti vogliono un centro animato, pieno di persone e non di auto.
IL centro oltre ad essere luogo di attività economiche, di servizi e banche, ha bisogno anche di un progetto specifico per stimolare nuova residenza. Sarebbe utile sapere qual è il patrimonio edilizio non utilizzato e con quanti appartamenti, locali commerciali e garage. Quanti studenti risiedono nel centro e quali costi. Va incentivata la manutenzione e il recupero del patrimonio edilizio esistente nel centro e del tessuto urbano confinante, C.so Cairoli, Le Fosse La Pace, Corso Cavour, per rendere i costi delle abitazioni meno gravosi.
Il centro storico è un patrimonio di tutti i cittadini di Macerata, non solo di chi ci vive e ci lavora: luogo d’incontro, luogo d’identità cittadina, da rendere fruibile con facilità, dai residenti e dai cittadini, da chi proviene dai comuni vicini, dai turisti.
Luogo di inclusione e non di esclusione. In tutto il resto del mondo allargano le zone pedonali per proteggere i Centri storici, solo a Macerata l’Amministrazione Comunale negli ultimi 6-7 anni si è data da fare per fare il contrario.
Brava Letizia! mi pare un’ottima base di partenza
Fare un assemblea pubblica sarebbe ottimo ma devono venire la gente di macerata quella vera i negozianti per dire la loro .. i soliti che già fanno tutto non servono più hanno distrutto il centro e sopratutto chi ha la creatività.. Carducci stabilisci una data …e dove farla..
secondo me per lanciare il centro storico di Macerata. bisogna contattare la NASA.
Vedo con dispiacere che sulla maggior parte dei commenti che apprezzano l’intervento di Letizia Carducci ( serio pragmatico e sopprattutto costruttivo ) ci sono tanti pollicioni verso il basso e allora…….. SI fortissimamente SIIII all’assemblea pubblica sul centro storico da fare presto perchè questo inervento come anche quello fatto dall’ associazione la Grondaia sul tema della raccolta differenziata sono il segnale che si voglia finalmente superare l’unica discussione sul centro che impazza da anni…auto si auto no nel centro storico , dibattito inutile e sterile , che non ha prodotto nessun serio progetto , ma …attenzione se assemblea ci sarà si eviti che si trasformi in una inutile gazzara .. ho la sensazione che qualcuno non aspetti altro
Troppe troppe multe mannaggia ai pescetti
Parcheggi GRATIS per iniziare, ACCESSO al centro storico con l’auto senza pagare i permessi , eventi per attirare il pubblico.
Potrebbe essere un inizio.
Che ne dite ?