Centrodestra, il coro è (quasi) unanime:
“Anche noi vogliamo le primarie”

LA PAROLA AL PDL - Agostini: "Vanno fatte di coalizione". Capponi: "Servono idee nuove". Lattanzi: "Le farei anche a livello locale". Marinelli: "Le appoggio, ma non si organizzano in due giorni". Massi: "E' il momento del rinnovamento, Berlusconi va ringraziato ma deve lasciare". Pistarelli: "Servono mantenendo l'unità d'intenti"
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Da sinistra: Mario Lattanzi, Nazareno Agostini, Franco Capponi, Erminio Marinelli, Fabio Pistarelli, Francesco Massi

di Filippo Ciccarelli

Anche il centrodestra, dopo 18 anni di indiscussa leadership targata Silvio Berlusconi, deve fare i conti con la scelta del proprio leader. Una questione che s’intreccia con la crisi del Pdl, abbandonato dalla Lega in Parlamento per il sostegno al Governo Monti, separato dall’Udc di Casini sin dalle elezioni politiche del 2008, indebolito dopo la scissione seguita alla nascita di Fli, mai così in basso nei sondaggi e alle prese con una ristrutturazione della propria struttura interna, scossa anche da scandali come quello che riguarda la giunta Formigoni in Lombardia e l’ex Capogruppo in Regione Lazio, Franco Fiorito. E se il centrosinsitra sceglierà con il ballottaggio di domenica prossima il proprio candidato premier tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, continuando sulla strada delle consultazioni primarie giù collaudata da qualche anno, dall’altra parte le divisioni cominciano a partire dal metodo. C’è chi sostiene che le primarie non servano, se Berlusconi decidesse di ricandiarsi; chi, invece, le vorrebbe a prescindere per provare a rinnovare non solo il Pdl, ma tutto il campo dell’area tradizionalmente moderata.

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Nazareno Agostini

Nazareno Agostini, Capogruppo del Pdl in Provincia: “Bisogna superare gli schieramenti attuali, c’è un tale cambiamento nel quadro politico nazionale che il Pdl, secondo me, deve riuscire in qualche modo ad essere la forza trainante di un nuovo patto dei moderati. Le primarie andavano fatte come coalizione dei moderati, e non come partito. I limiti del partito ormai sono diventati troppo stretti, è un partito che è in profonda crisi e che ha bisogno di rinnovamento. Servirebbero le primarie dell’area moderata, che ha dei confini molto più ampi di quella del Pdl. Per questo motivo non indico nessuno, non credo nelle primarie di un partito che deve cambiare e rientrare nei canoni del Ppe. Il prossimo governo? Deve essere politico, deve partire dai moderati ma cercare alleanze anche nelle altre aree, perché la situazione dell’Italia è tale che servono tutti i punti possibili di dialogo, per un governo che sia il più ampio possibile che dovrà fare scelte anche più difficili del governo Monti”.

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Franco Capponi

Franco Capponi, Capogruppo del Ppe in Provincia: “Ritengo che le primarie siano utili qualora ci sia una strategia per le primarie: il Pd aveva una strategia per le primarie, non avendo individuato un leader. Nel Pdl queste problematiche sono ancora più evidenti qualora non ci fosse più Berlusconi. Se Berlusconi esce di scena, scelta che io reputo la migliore, ci sarà bisogno delle primarie.  Voglio vedere i programmi dei candidati prima di scegliere chi appoggiare: o c’è una linea nuova, di riformismo del Paese anche se magari non sarà vincente nell’immediato, oppure in questo momento l’unica novità è il governo Monti, che ha un’agenda di stampo europeista indispensabile, di riforme dello stato, anche se molto confusa. Certamente al governo Monti manca la strategia del rilancio economico e dell’occupazione giovanile, come i fondi per le start-up di giovani che servono al Paese. Bersani, Vendola e Di Pietro non sono la novità: serve un’unione di intenti tra cattolici, liberisti e riformisti, senza un dibattito sopra le righe, bisogna tornare a fare politica senza l’assalto delle ospitate televisive”.

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Mario Lattanzi

Mario Lattanzi, Coordinatore provinciale del Pdl: “Il centrodestra non è abituato alle primarie, ma ritengo siano un modo importante e democratico per stabilire priorità e candidati per varie cariche, a partire dalla Presidenza del Consiglio; le farei anche a livello locale per stabilire chi debba candidarsi partecipanti alla camera e al senato. Non mi sento di indicare uno o l’altro candidato, non nascondo che il segretario nazionale, per quello che ha fatto, sarebbe indicato ad essere il Presidente del Consiglio”.

 

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Erminio Marinelli

Erminio Marinelli, Consigliere regionale Pdl : “Farle tanto per farle serve a poco, bisogna organizzarle in un certo modo, altrimenti diventa una pagliacciata: non si preparano in due giorni. Io sono d’accordo, ma non si fanno in poco tempo, anche perché non abbiamo esperienza. E’ evidente che c’è un conflitto tra le varie anime del Pdl, tra chi è contro Berlusconi e chi lo sostiene, tra chi vuole farle e chi no. A questo punto ben vengano, servono per ripartire: al momento non saprei chi appoggiare. Secondo me la competizione Bersani-Renzi ha risvegliato l’anima dei loro elettori ed hanno fatto bene al centrosinistra. L’anima politica del Pdl invece è ancora immobile e assonnata”.

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Francesco Massi

Francesco Massi, Capogruppo del Pdl in Regione: “Va chiarito subito il rapporto con Berlusconi, che pure merita un ringraziamento per quanto ha fatto in questi anni. Io credo che siamo al momento del rinnovamento generazionale; ho sempre auspicato che con la nomina di Alfano, Berlusconi continuasse a sostenere il rinnovamento. Alfano ha 41 anni, è stato ministro a 35: un Berlusconi che si mette contro il Pdl mi lascia sinceramente perplesso. Il rinnovamento del partito deve andare avanti e se Berlusconi non ci sarà, Alfano dovrà far ripartire la democrazia interna, il confronto con la base, la selezione della classe dirigente. Il Pdl deve essere una forza che rientra nei Ppe”.

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Fabio Pistarelli

Fabio Pistarelli, Capogruppo del Pdl al Comune di Macerata: “Io auspico che le primarie si possano svolgere, anche se in questi ultimi giorni c’è stata un’aggiunta di riflessione, legata alle decisioni del presidente Berlusconi. Mi auguro che l’iniziativa vada avanti, c’è bisogno nel centrodestra di una rinnovata spinta, di un nuovo messaggio e soprattutto di tornare in mezzo alle persone con volti e facce e contenuti nuovi nell’unità di intenti. Questo è il concetto delle primarie: negli ultimi giorni questa cosa è stata un po’ messa in discussione, sbagliando a mio avviso. Il centrosinistra sta occupando con le sue primarie ogni tipo di spazio, ora c’è un vuoto che è quello dell’altra parte dell’elettorato, che ha guardato sempre con grande attenzione al centrodestra. Anzi, se sommiamo i voti delle forze alternative alla sinistra questi sono maggiori: oggi però non hanno voce né espressione, e noi abbiamo il dovere di rappresentarla. La questione non è sul chi sostenere, ma vedere attentamente i contenuti del programma di ognuno che si presenta alle primarie. C’è bisogno di rinnovamento ed unità di intenti, che oggi è smarrita in tanti rivoli”.



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