Il cinema Tiffany ha chiuso i battenti ieri sera. La storica sala cinematografica, sorta più di 30 anni fa, identificata dall’inconfondibile insegna girevole, in via dei Velini a Macerata ha proiettato ieri per l’ultima volta “Amour” per i 60 spettatori presenti e poi sul grande schermo è calato il sipario. Se ne va così un altro pezzo della città, un luogo di riferimento di appassionati e studenti universitari che sceglievano il Tiffany, anche se non tecnologico nè particolarmente confortevole, sia perchè vicino al centro storico e raggiungibile anche a piedi, sia per la programmazione che negli ultimi anni l’aveva caratterizzato con film non commerciali ma per lo più opere di autore. Dopo il cinema Cairoli (che ha lasciato il posto ad un palazzo ancora in fase di costruzione) e il Corso, un altro pezzo di storia e società maceratese si perde.
La proprietà del cinema è della famiglia Perugini, la stessa del Multiplex di Piediripa, ma ha affidato la gestione del Tiffany all’Alternativa Cinematografica di Ancona che in questi ha deciso di chiudere per motivi tecnici e logistici. I problemi non sono legati alla mancanza di presenze o a motivi economici (il cinema continua ad avere una sua rilevanza) ma sono dovuti alla vetustà delle sale che avrebbero bisogno di interventi di ammodernamento e al necessario adattamento al digitale, visto che il sistema di proiezione a pellicola, usato al Tiffany sparirà entro dicembre 2013. Sarebbero necessari interventi di manutenzione per decine di migliaia di euro e la gestione non può investire su qualcosa di incerto.
I gestori hanno annunciato la chiusura dalla pagina Facebook del cinema: «In questi ultimi 10 anni, sono state sviluppate molte idee interessanti, presentando sempre una programmazione di “classe”. Purtroppo ora queste idee stanno ritornando nel loro luogo d’origine, nell’Iperuranio, quel luogo bellissimo e affascinate delle idee perfette disegnato da Platone,con scarse possibilità che possano essere di nuovo travasate da quest’altra parte. Per modi e maniere diverse, siete stati tutti affascinati e superbi per avere condiviso questa avventura con il Tiffany. Non potendo dare con certezza altre informazioni e una data da destinarsi, mi auguro che in un tempo determinato con ulteriori sviluppi; se le circostanze attenuanti lo permetteranno, sarei lieto di darvi delle informazioni molto più intelligenti di questa. Tiffany».
Ora non resta che attendere che accada qualcosa che riaccenda nella sala di via dei Velini la magia del cinema.
(foto Cronache Maceratesi, vietata la riproduzione)
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questa città diventerà un Pet Cenetery, peggiore del peggior incubo di Stephen King.
Cemetery
è tutto morto, rendiamocene conto!!!!
:((((
La colpa è anche, e in questo caso sopratutto, dei maceratesi!
E’ stato il primo cinema “moderna” , con tanto di bar e divanetti per l’attesa e sitema audio moderno (per l’epoca). Un luogo surreale che sembrava tratto da qualche film di David Linch, a cominciare dalle varie declinazioni del viola usate pe arredamenti ed interni. In bagno c’era la “porta del nano”: non uno sgabuzzino ma una vera porta in miniatura di cui nessino ha mai capito l’utilità, nè dove portasse. Amavo quel posto
;-(
….concordo…. Andrea Sba…..soprattutto dai cosiddetti “eletti”…..
aahh che peccato!!Non c’è niente da fare,Macerata è una città morta!
nota a margine per il bigliettaio sempre in gilet, cache col elegantissimo, gentilissimo e con uno sguardo vagamente sinistro, insomma in tono con il posto
ti avevo detto di venire la scorsa settimana a vedere “Amour”….
non pensavo, sennò venivo. se non altro per salutare il mitico bigliettaio.
anche a me dispiace ma ormai la puzza era insopportabile
ma quale puzza..ora ci faranno l’ennessimo supermarket demmerda o altra cosa per vendere beni di consumo. meglio un cinema, anche puzzolente!!!!+
brava Alessandra Pierini per questo servizio.
la fine di un’epoca…fra poco spegneranno le luci anche su Macerata…
per ora sono accesi i maledetti lumini natalizi. pigliassero fuoco!
ci faranno un altro pseudo-auditorium!
ma per chi e per cosa?
per nessuno,ovvio
rimettiti in politica per salvare la città
qui per cambiar 2 cose ci vuole un dittatore africano, altro che ste mezzeseghe attuali!
movimento 5 stelle, coordinatore RENéè
in secundis deporterei in Siberia tutti i MASSONI MACERATESI
tertium, confino per i vari Clellini e focolarini che dir si voglia. Poi si comincia.
ok, allora nella penisola della Kamchatka.
E’ davvero triste la chiusura del Multiplex.
Purtoppo le sale cinematografiche chiudono ovunque.
Le cause sono tante. La crisi, certo, la minore disponibilità delle famiglie.
Una serata in cinque al cinema vale dai 30 ai 40 euro: non poco.
Il numero degli spettatori italiani, nell’ultimo anno, è in calo vertiginoso, al contrario di quel che accade in altri paesi europei.
L’ultima tegola arriva (anche quella) dall’Europa: la sparizione dei film in pellicola dall’inizio del 2014 e di conseguenza l’obbligo delle sale di adeguarsi al nuovo corso digitale, dotandosi di nuove (e costose) macchine adeguate allo scopo.
Ma è inutile farla lunga.
Al mondo del cinema sta accadendo quel che è già successo nell’ultimo decennio nel settore della musica. Dove il disco ormai non è più il centro della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte.
Il disco è solo uno dei tanti (e sempre più marginale) modi in cui le opere vengono distribuite. Questo cambiamento ha tolto ai produttori di dischi (le aziende discografiche) il monopolio della distribuzione della musica, tagliando di netto i loro profitti. Non avendo capito quello che stava accadendo e sbagliando perciò strategia, l’industria musicale semplicemente si è suicidata per insipienza.
Ora l’onda lunga della rivoluzione digitale sta travolgendo il cinema.
Forse, avendo avuto più tempo a disposizione per riflettere, l’industria del cinema (soprattutto americana) sta cercando di cavalcare il cambiamento invece di tentare inutilmente di frenarlo. Adeguandosi ai nuovi modi in cui il pubblico si avvicina al cinema.
E i nuovi modi sono naturalmente Internet.
La proiezione in sala sta trasformandosi sempre di più in uno (e neanche il principale) dei modi in cui si guarda il cinema. Per questo, per esempio, è assurdo continuare a mantenere il sistema cosiddetto delle finestre: per cui un film prima esce in sala e dopo sei mesi in home video e dopo non so quanti in tv.
Non è un modo cieco di affrontare la pirateria che spesso mette in rete i film prima ancora che escano in sala?
Non varrebbe la pena di ripensare completamente la distribuzione di un film utilizzando in contemporanea tutti i canali che la tecnologia mette a disposizione?
Il mondo cambia, la società cambia, il rito della sala non è più obbligatorio e ha perso fascino.
I tempi di impegno nel lavoro della maggioranza delle persone si sono dilatati, di conseguenza il tempo libero si restringe e l’offerta di modi per impiegare questo tempo libero s’allarga a dismisura. E ora c’è già una generazione di ragazzi – il pubblico di domani – che i film in sala non è proprio abituata a vederli. Né in sala né in tv, peraltro: la loro finestra sul cinema è il pc.
Allora piuttosto che lasciare tutta questa massa di pubblico alla pirateria, non è meglio ampliare l’offerta legale? Decretando la morte di una gestione del mercato che è già defunto nei fatti.
Il discorso sarebbe lungo e complesso, così come complicato è il mutamento epocale e rapidissimo al quale stiamo assistendo in questi anni. È urgente che un’industria vitale come quella culturale (di cui certo fa parte il cinema) abbandoni l’idea di congelare rendite di posizione che via via vengono smantellate, con o senza il loro consenso.
Ultimo capitolo della interminabile saga “Caranciaffi colpisce ancora”!
NOOOOO!!! 🙁
da quello che vuol far intendere il signor renato e chi ha scritto l articolo e c metto anche,cronache maceratesi,la città,sta perdendo pezzi,per colpa dell amministrazione…..non credo che il gestore era il comune,ma un privato…e se un privato chiude,quale colpa ne ha un sindaco o un amministrazione?
E’ il cinema storico, il migliore fino a pochi anni fa, ora chiude. E’ una necessità perché il cinema cambia ed ora si proietta solo il digitale, le multisale hanno parcheggi e spettatori, gli altri no, si potrebbero cercare modi nuovi e incentivi per fare e proiettare in modo diverso… putroppo chi gestiva (male) l’Italia erano semidei chiusi a tutti, finanziati dalla provincia che spendeva soldi pubblici e HANNO CHIUSO per fortuna… questi chiudono, ma è il destino di tutti i cinema di provincia… spiace ma è una necessità, è come dire avevo la fiat UNO, ora non riesco più ad andarci perché è vecchia, spiace ma stavolta son cambiati i modi e le tecnologie, non è la politica stavolta…
mi dispiace veramente.
Ancora una triste notizia, palesataci dal’ ottima Alessandra, incolpevole Cassandra di una Macerata che piano piano non riusciremo più a riconoscere, se non nei ricordi e nei racconti di qualcuno fra noi….
Tutti abbiamo dei ricordi legati al Tiffany, chi non è’ stato una volta li’ con la fidanzata, o con l’amico caro, con la mamma o con il nipotino in quella sala, capiente ma non troppo, oramai banchetto di acari affamati che si sono impadroniti delle moquettes lise…….
Ben ricorda il buon Renato, l’atmosfera e gli arredi surreali, ma all’ epoca modernissimi, i divanetti in ecopelle diremmo oggi, in cui sprofondare in attesa di, far uscire la “massa” degli spettatori del precedente spettacolo, via via che il cinema si riempiva e la gente, dopo aver cercato nei paraggi un parcheggio improbabile, si accalcava fin sulle scale……e poi via, dentro, lungo i gradoni in discesa a cercare il posto che piu’ ci aggradava, al di la’ dei pesantissimi tendoni….
Qualcuno più realista del re dirà : ” e’ solo un cinema, come mille!”, ma per i maceratesi ( e non solo) e’ stato un punto di riferimento preciso, faceva la sua parte nelle domeniche uggiose, o magari
nelle sere in cui ” in piazza non c’era gnisciu’…”
Tempus fugit e porta via con se’ brandelli di vita…….
Ciao vecchio Tiffany , speriamo davvero tu possa risorgere, tecnologico e moderno.
Non sarà la politica…. Ma cosa diciamo? Il Multiplex a Piediripa magari avrà dato una mano alla chiusura?
leggendo l’ articolo sono riaffiorati tanti bei momenti passati al Tiffany , sono molto dispiaciuto un altro luogo di ritrovo della mia Macerata sparisce………………
Credo sinceramente che l’amministrazione in questa faccenda c’entri poco…sono molto affezionata al Tiffany, è stato lì che ho visto il mio primo film sul grande schermo da piccolina…e mi dispiace che chiuda! Sono state fatte delle scelte di gestione molto sbagliate, lasciando al Tiffany pellicole di nicchia, o comunque di poco impatto sul pubblico giovane, sulle famiglie,assegnando invece i blockbuster al mega Multiplex2000…poche persone portano pochi soldi, quindi poca manutenzione, poco interesse, etc…è ovvio che, considerando che i due cinema sono dello stesso privato, costui segua i suoi interessi…nell’epoca del capitalismo, ciò che non rende, va estirpato.
Nn c’entra nulla l’amministrazione. Però un po’ c’entra sempre;)
Vi siete persi il bigliettaio del tiffany…non avrebbe sfigurato in un film di Tarantino.
La prima volta che ci andai fu nel 1977 appena inaugurato, a vedere “Guerre Stellari”. Che tristezza questa notizia.
Abito nei paraggi dell’ex Cairoli, però mai avevo tanto apprezzato a Macerata un cinema come il Tiffany….Probabilmente l’ipotesi di Renato Bianchini si avvererà: ennesimo supermercato….Tanto, ne è stato edificato uno pure a pochi passi dal cimitero….a beneficio dei cari estinti? Chissà….Potrebbe trattarsi della trama di un fulm surrealista, se mai qualcuno lo escogiterà…Peccato che, eventualmente, noi maceratesi non potremmo più visionarlo al Tiffany.
Per Alessandra: pezzo bello e tristissimo, con l’aggiunta delle “parole” indirette che balzano su dalle foto. Condivifo il taglio di enossam.
Non credo che “attendere che accada qualcosa” sia l’atteggiamento giusto. Se il cinema è qualcosa a cui la gente tiene, la gente deve muoversi per riaverlo. Un’idea? Crowdfunding. Se funziona all’estero, perché non qui da noi? http://www.guardian.co.uk/technology/2012/nov/14/kickstarter-crowdfunding-creative-revolution-uk?CMP=twt_gu
Anche a me dispiace… però a leggere certi commenti cadono le braccia.
Colpa dell’amministrazione??????? Macerata sta morendo?????
Ma che c’entra? Condivido in pieno quanto scritto da Enossam e da Travaglio. Macerata non c’entra proprio nulla. Per quanto possa dispiacere, il Tiffany ha fatto la fine che si prevedeva dovesse fare (onestamente pensavo avesse già chiuso)… E’ semplicemente successo quello che sta succedendo in altre città e i motivi li ha espressi con lucidità e chiarezza Enossam
Quest’amministrazione è incapace ma tirarla in ballo in questo caso è ridicolo… Anzi simbolo di come non si riesca a leggere le situazioni che ci circondano, il “mondo” che ci circonda…. Ah il movimento 5 stelle…..
Ah dimenticavo…. Oh ma sapete che hanno chiuso pure il Colosseo! Peccato facevano quei bei spettacoli coi gladiatori…
una così grande affluenza di pubblico al tiffany, non vi è più da anni….così come negli altri cinema cittadini…..da quando è stato aperto il multiplex a piediripa….puoi scegliere quello che vedere…..nella medesima struttura……del resto in ANCONA i cinema sono chiusi da molti anni e così a CIVITANOVA MARCHE……pazienza…..l’ITALIA rimane ancora aperto perchè è una struttura che offre varie possibilità di utilizzo e si trova in centro……tanto tutto ha una FINE
Ero lì domenica scorsa per “Amour”, ero lì qualche domenica fa per “Un sapore di ruggine ed ossa”, ero lì all’inaugurazione di questo cinema (all’epoca) modernissimo per l’inaugurazione con il primo capitolo di “Guerre stellari”…ed ora dove li vado a vedere film semplicemnte belli? visti come si conviene, in silenzio, quasi in trance, e fino ai titoli di coda…dove? Al Multiplex in mezzo ai masticatori di popcorno? Che orrore…e quanto avvilimento…
Questo il popolo vuole, film di massa, in sale di massa, sommersi dalla massa, e tutti a masticare…bah…
Sul discorso multisale, gli occhialini 3D, l’odore di sbruciacchiato di popcorn penetrante, il vicino che sgranocchia popconr mentre strai a guardare il film…..meglio tacere.
I bei cinema anni 80, e i VERI film, oramai sono un lontano ricordo e come il cinema in generale è in crisi anche il mondo che fa il cinema è in crisi, anche grazie a questa tecnologia che porterà si progresso, ma porta anche tanta gente a spasso e senza lavoro. Pensate oggi a come si fa un film (soprattutto quelli con effetti speciali) quasi tutto anzi tutto computerizzato. A Roma a Cinecittà sono spariti falegmani, scenografi, costumuisti, elettricisti, operai, ovvio se un pesonagghio viene elaborato al PC a cosa mi serve un sarto?? O se devo fare una scena virtuale, a cosa mi serve il falegname che mi costruiva una quinta? Peccato che i 20 enni di oggi non hanno vissuto quell’epoca (anni 80,anche se è stata un eopca di cui oggi ne paghiamo le conseguenze con la crisi) e forse qualcuno di loro deve dire proprio grazie al Tiffany dove i loro genitori magari andavano da fidanzatini. La vita è anche questa.
Noooooo!!!
Macerata sta velocemente franando a valle! Tutte le attività si stanno spostando a Piediripa, dove esistono enormi parcheggi e la viabilità è veloce. A me che abito a Corridonia può solo far piacere. Tra poco non dovremo più salire la mulattiera verso l’ex capoluogo di provincia, ci basterà fermarci a Piediripa ed avremo tutto quello che ci serve. Spostate a valle anche l’Inps, L’inail , il tribunale, l’Ospedale, tutto a Piediripa. Lasciamo Macerata come un museo, senza visitatori, oltretutto.
Apri’ nel ’77 con “Guerre Stellari” mi pare..
Tranquilli ci sono sempre i cinema dei centri commerciali a 7 euro ad ingresso che vi vendono i pop corn… se tutti vanno a spendere i loro soldi nei multiplex poi è logico che i piccoli cinema non reggono la concorrenza…
Era meglio quando era peggio? Non sempre è così. Vogliamo mettere la comodità di parcheggio, delle polstrono, delle sale etc del Multiplex con gli ambienti, ormai datati, del Tiffani o del cinema Corso?
Poi, se guardiamo al passato… diceva Virgilio nelle “Bucoliche”: Omnia fert aetas, animum quoque.
altri 10 anni cosi , con queste politiche e macerata sera’ un dormitorio
Ci andavo da piccolo…anche io ina vita che non ci entravo.Quindi,in definitiva…è anche colpa mia
@filosofo
sono spesso d’accordo con le sue posizioni, ma questa volta, mi permetta di dirlo, le fa velo la sua furia antimaceratese ed il gusto della provocazione (ma questo è un altro discorso). Sul discorso del cinema sono d’accordo con i molti commenti di rimpianto e tristezza di un epoca che finisce. A me, che porto immeritatamente lo pseudonimo del grande ammiratore della democrazia americana, non si può fare l’accusa di essere contro la modernità. Ma le multisala, per favore, con il cinema c’entrano come i cavoli a merenda. La multisala non è altro che l’applicazione del fordismo all’industria cinematografica. Lasciando da parte la tipologia delle pellicole proiettate, lo spettatore è ridotto ad una molecola di un flusso che non deve mai essere interrotto, come se ci si trovasse in una catena di montaggio. E’ quindi, finisco il pistolotto, sono dalla parte di tutti gli Amarcord per quel mondo che sta finendo.
p.s. però, secondo me, in una Macerata che non fosse come l’attuale Macerata, anche una sala come il Tiffany sarebbe potuto sopravvivere.
@ Alexis. Lasciamo stare la tipologia delle pellicole proiettate, che sono quelle che passa il mercato, sia che le proietti al Multiplex sia al Tiffany. Non mi pare che al Tiffany si proiettassero films d’essai (si dice così?). Se i film sono brutti, o di cassetta, non dipende dalla sala ove vengono proiettati. Non ho alcuna furia antimaceratese. Provocatore lo sono di natura, ma anche realista. Solo chi si copre gli occhi non si rende conto che Macerata è, ormai, finita. I negozi chiudono, a favore dei vari cityper o corridomnia che dir si voglia, tutti a valle. Le sale cinematografiche chiudono, a favore del Multiplex, a Piediripa. Le agenzie delle banche chiudono e si spostano a valle (Piediripa o Zona Industriale di Corridonia). Qualche ufficio pubblico (una parte dgli uffici provinciali) è già a Piediripa, molti locali come pizzeria e bar (basta vedere la storica pizzeria dal Napoletano) si sono spostate dove c’è giro e commercio, leggi a valle. I sindacati, a quanto si dice, stanno costruendo una sede a Piediripa. Si parlava, tempo fa, di costruire un nuovo ospedale di area nella zona tra S. Claudio e Trodica, quindi a valle. Il futuro delle attività E’ A VALLE, inutile negarlo. Lì sono i parcheggi, che a MC sono solo pagamento, lì c’è la grande viabilità con accesso facile alla superstrada. Non a caso gli antichi romani, che stupidi non erano, cominciarono a costruire le città in pianura, vicino ai fiumi, vedi Pausola, Cluana, Potentia, Septempeda, Helvia Ricina. Siamo saliti sui colli nel medioevo, per difenderci dai barbari, ma è ora che ridiscendiamo a valle.
Se applicare il fordismo, come dici tu, vorrebbe significare dare a tutti la possibilità di avvicinarsi ai servizi, magari tenendo prezzi bassi, BEN VENGA IL FORDISMO. Non è solo lo spettatore ad essere ridotto a molecol, siamo tutti noi ad essere una piccola parte dell’ingranaggio del commercio globale. Tutti noi abbiamo un amarcord per ciò che è passato, ma non si può vivere guardando sempre indietro, altrimenti sbatteremo il muso sul palo che ci troveremo davanti.
Se non avessimo guardato avanti, ora andremmo al cinema, proiettato in salette dai f.lli Lumière, con il calesse ed il cavallo, seduti su sedie di paglia o di legno. Ci riscalderemmo con il fuoco sul camino, o stufette a legna e, d’estate, accaldati ci asciugheremmo il sudore con fazzoletti di lino. Invece, andiamo al Multiplex con il suv da 200 cavalli, caldi d’inverno e freschi d’estate, seduti su poltrone comodissime che non le abbiamo neppure a casa. Certo, il vicino rumina masticando pop corn a ripetizione ( ma io mi chiedo: chi va al cinema alle 10 di sera, non ha già fatto cena? A che serve mangiare tutto quel pop corn?), quello della fila dietro lascia accesa la suoneria del suo ultimo smartphone, quello davantiaddirittura si è portato il tablet. L’educazione , purtroppo, non si evolve con l’evolversi della società, anzi inversamente, regredisce.
@ alexis: concordo perfettamente con te sull’ultima tua frase. MA se Macerata è l’attuale Macerata… è solo colpa di Macerata e dei suoi abitanti. mica sono arrivati gli alieni a renderla così. Concordi con me su questo?
Un sincero grazie al mitico e speciale bigliettaio del Tiffany. Mi mancheranno le nostre chiacchierate a fine proiezione.
Prima del tiffany c’è stato il cairoli e prima ancora il Corso . Un progressivo slittamento a valle che non ha riguardato soltanto il cinema ma anche tante altre attività . Ma Piederipa non è in fondo Macerata ? Perché questo dovrebbe disturbarci così tanto ? Non si parcheggia meglio ? Perché non lo diciamo , forse non lo pensiamo ma lo sentiamo che tutto questo e ‘ uno spreco , che a questo processo manca una identità ed un cuore . Prima di tutto uno enorme spreco di territorio . Per fare le stesse cose che in fondo facevamo anche prima abbiamo dovuto cementificare e distruggere ettari ed ettari di ambiente naturale o agricolo. Poi per fare cose che prima potevamo fare a piedi o con un mezzo pubblico oggi siamo costretti a metterci in fila in auto in mezzo al nulla. È fino qui i danni all’ambiente . Poi i danni alla nostra cultura , alla nostra identità. I nuovi spazi sono ” non luoghi” perché mancano di una storia , e non l’avranno mai, perché sono stati progettati per sviluppare una sola funzione del nostro essere civile : quella commerciale. Luoghi brutti per di più perché costruiti non con la logica del bello ma del costo più basso possibile.. È questo e’ ancora più grave per noi italiani che della cultura del bello abbiamo fatto il nostro tratto distintivo il nostro vantaggio competitivo . Quando si usciva dal cinema Corso si passeggiava fra i segni della nostra storia e della nostro cultura e magari i migliori ed i più attenti di noi assorbivano il senso delle proporzioni , il gusto per il bello e l’utile . Oggi quando esci dal Multiplex…. al massimo cerchi di ricordare dove hai lasciato la macchina !
@ Mario Iesari: bell’intervento, mi piace. Avrei dato manina verde, se ancora ci fossero le manine. Mi permetto di dissentire su qualche punto. E’ vero che, inpassato, quando uscivamo dal cinema Corso si passeggiava tra la storia e la cultura. Ma fermati al Cinema Corso o all’Italia. Perché se parliamo dell’ex Cairoli e dell’ormai ex Tiffany, non mi parlare di passeggiare, perché non mi sembra che passeggiare per corso cairoli o via dei velini sia il massimo. E’ vero, anche Piediripa è Macerata, ma chissà perché i maceratesi la snobbano, considerandola quasi una cenerentola, una sorella minore, anzi una figlia bruttina e da nascondere. E’ sempre Comune di Macerata.
E’ vero che quello che prima facevaTE a piedi, ora necessita della macchina. Ma chi andava al cinema Corso o Cairoli a piedi? Solo chi abitava in centro a MC. Tutti gli altri abitanti della provincia dovevano prendere la macchina. Almeno, ora, parcheggiamo con comodità e facciamo meno strada. I nuovi spazi sono “non luoghi”, bella descrizione, ma sono i luoghi del (BRUTTISSIMO, lo ammetto) futuro, fatto di centri commerciali che sostituiranno le piazze dei centri storici, fatto di negozi impersonali, tutti uguali, tutti delel stesse marche, tutti con le stesse identiche vetrine. Ognuno di noi, però, rimpiange il suo tempo andato. Chissà se i nostri nonni che sono vissuti negli anni 20/30, hanno accettato il Tiffany, come novità, o rimpiangevano i cinema di paese dove, magari, andavano senza pagare, arrampicandosi sul tetto.
@filosofo
Se fosse solo un rimpiangere i tempi andati avresti ragione ma non è questa la visione che dovrebbe muoverci . Anzi io penso , e non solo io certamente, che la progettazione della nostra vita su spazi più vivibili , più concentrati , più “pedonabili” se vuoi, sia in realtà la modernita, l’unica prospettiva sostenibile del nostro futuro . E per noi italiani non è solo un problema di sostenibilità ambientale come cercavo di spiegare (queste scelte cominciano a farle anche in America potrei darti molti esempi ma per loro è sopratutto un problema di smettere di consumare territorio , ridurre l’uso dell’auto, qualità della vita etc) per noi italiani è anche una esigenza indispensabile per continuare a poter contare sul nostro “made in italy” , sulla cultura che viene dalla nostra storia impagabile e che ci rende diversi da tutti gli altri . Ci rendeva . Se invece passiamo tutta la nostra vita nei centri commerciali, nei multiplex , nelle periferie urbane che sono uguali a quelle che stanno in francia , in canada e adesso anche in cina , come faremmo ad essere diversi e anche migliori ?
@ Iesari: concordo in tutto, ma non sono sicuro che noi italiani siamo meglio dei francesi, canadesi o inglesi. Orami siamo tutti omolagti, tendenti al peggio, al brutto. Hai notato quanti negozi tengono accese le luci, che una volta erano di Natale, anche d’estete e negli altri periodi dell’anno? Ci stiamo abituando al brutto, omologandoci al brutto degli altri. Che senso hanno le luci intermittenti a ferragosto?
ma dai.. dispiace a tutti perché ci riporta indietro di tanti anni ma è inevitabile questa chiusura.
motivi
tutti scaricano film a gogo (infatti anche gli affitti dvd calano)
oramai i TV sono in HD con dolby surround e la gente si vede i film a casa
il cinema tiffany era super obsoloto
andare al cinema comincia a costare parecchio!!
sti giorni a Roma c’è il festival del cinema e si parlava in una rubrica in radio proprio della crisi del cinema in generale dovuta ai motivi da me elencati sopra
la chiusura del tiffany era da aspettarsela come l’abbattimento del cinema cairoli o la chiusura dell’excelsior!!
Il cinema è come qualsiasi altra attività economica: deve produrre un utile, altrimenti si chiude. E’ evidente che le cose si evolvono e quindi è obiettivamente più comodo per qualsiasi persona andare in un luogo dove un può trovare più sale, magari anche dei ristoranti/negozi aperti, un parcheggio comodo, acquistare i biglietti per il film su internet, invece che andare in un posto dove tutte queste cose non ci sono. Le cose si evolvono, quindi niente di strano che oggi si preferisca andare in una multisala. Certo, magari si ha qualche bel ricordo legato al posto dove si è andati per tanto tempo, ma io preferisco vedere il lato positivo (avere una multisala con parcheggio, negozi vicini ecc) che quello negativo (un cinema vecchio che chiude).
Detto ciò, faccio presente che i gestori del cinema se ne sono fregati altamente di un parcheggio che era stato fatto nelle vicinanze (è vicino al Palavirtus), dove potrebbero stare una settantina di auto ma che è stato abbandonato da anni e che è praticamente diventato una semi-discarica. Spero che almeno questo venga ceduto al Comune o a qualche azienda privata che almeno possa sfruttare come merita questo spazio.
Sono un insegnante 59enne di Macerata appassionato spettatore di cinema e la chiusura del Tiffany, che mi auguro soltanto temporanea, mi ha veramente rattristato. Attualmente la città non possiede una sala cinematografica aperta e trovo che ciò sia molto penalizzante per il profilo culturale di Macerata, che con le sue scuole, l’Università, le tante iniziative di elevato valore artistico annualmente presentate, si propone, a mio avviso, come centro molto interessante . Spero pertanto che si apra un dibattito che coinvolga semplici appassionati di cinema, ma anche gestori e rappresentanti del mondo culturale e politico della città sul futuro delle sale cinematografiche di Macerata.
@Mario Iesari e per filosofo
non sono intervenuto per rispondere al “filosofo” perchè Mario Ieari mi ha “rubato le argomentazioni dalla tastiera”. Concordo con tutto quello che ha detto e dico al filosofo: associare la modernità con centri commerciali e cementificazione ed il cinemino in centro con “il bel tempo che fu” è una equazione per vecchi schematismi del novecento che sono vivi, quelli si, solo nelle nostre menti. Si può essere protesi verso il moderno ed anche il capitalismo – scelgo deliberatamente questo termine che tanti aborriscono – ed avere bella architettura ed anche il cinema in centro. Quasi trenta anni fa vidi negli Stati Uniti per la prima volta le Multisala dove ricordo di essere andato a vedere Superman alle 12.00 della Domenica, quando qui si andava a messa. Nel centro città, pero sopravvivevano molte sale da 50 / 100 posti. Questo tanto per stare al tema in questione. Sulla architettura poi non sono affatto d’accordo: il consumo di territorio e la costruzione di aborti architettonici è una prerogativa italiana e del sud Europa. Andate in paesi capitalistici, non dico come la Norvegia, ma come la Gran Bretagna e guardate come hanno costruito. Consumo di terriorio strettamente necessario ed architettura accettabile anche in zone periferiche. Mi fermo qui perchè il discorso ci porterebbe lontano.
MI DISPIACE VERAMENTE TANTO. ANCHE IO HO TANTI RICORDI PASSATI IN QUEL CINEMA.
Che peccato, quanti ricordi…
@andreasba da maceratese non ti permetto proprio di dire che è colpa dei cittadini questo no davvero mi dispiace! ma guardate nei vostri paeselli ( visto che che ce l’avete tanto con macerata non ci si mette molto a capire che non siete di macerata) quanto si sta bene vero? sempre a giudicare gli altri!!
SONO DACCCORDO CON EVA. I MACERATESI NON HANNO NESSUNA COLPA. QUINDI CARO ANDREASBA,PRIMA DE PARLA’ CONTA FINO 10!
Mejo
Sono uno studente universitario fuori sede a Macerata, e trovo davvero triste la chiusura del Tiffany, un cinema a cui sono molto affezionato e che frequentavo spesso. Tra l’altro, attualmente era l’unico cinema attivo in centro a MC, visto che il cinema Italia non sta proiettando film (a proposito, ma come mai? riprenderà la programmazione?). E’ davvero incredibile che una città universitaria come Macerata non abbia più un cinema. Il Multiplex è un’altra cosa: primo, perchè non è a Macerata; secondo, perchè per arrivarci bisogna avere la macchina, e la maggior parte degli studenti non ce l’ha a Macerata; terzo, perchè è un multisala, non un cinema storico. Mi auguro che la chiusura sia soltanto temporanea e che il Tiffany riapra al più presto, anzi credo che bisognerebbe fare qualcosa, una raccolta firme o qualsiasi altra forma di protesta. Lasciar chiudere il Tiffany è un vero e proprio attentato contro la cultura, e un duro colpo per tutti gli appassionati di cinema.
Con vero e profondo dolore apprendo della chiusura del cinema Tiffany, unico a Macerata a proporre nel pomeriggio del sabato film decenti. Donne sole escono mal volentieri di notte. Nessun paese nelle vicinanze propone film di qualità. Gli studenti che proprio questo anno si sommò inaspettatamente iscritti in gran numero a lettere non possono ignorare la cultura cinematografica. Anche l’ università insieme a quanti hanno a cuore la cultura , anche a Macerata, che come ovunque, aumenta ogni giorno, dovrebbero prendere a cuore il problema e cercare di risolverlo.
Incredibile ! Quando sono venuta a MC quattro sale cinematografiche erano al centro di MC. Cinema Cairoli, Corso, Italia, Tiffany, sono passati diversi anni , il centro e’ spopolato di giorno, non abbiamo offerta culturale che possa aggregare le generazioni, che fine ha fatto il cinema Corso, sala privata ma inutilizzata, che fine farà il cinema Italia? Ci battiamo per la provincia e continueremo per avere meno guai possibili in tal senso, ma cosa farà’ , anche la provincia per questa non piccola mancanza che comporta una notevole scivolata verso la non cultura in senso lato.
Il cinema Exelsior propone film non male, non si capisce perché si dovrebbe andare solo nello spettacolo della sera. Sarebbe tanto difficile unire le forze e i preposti alla cultura , farci sapere se è possibile fare qualche cosa anche con il cinema, che avevano detto , anche ai Salesiani?
Un saluto particolarmente caro al gestore del cinema Tiffany , con il quale è stato sempre piacevole fermarsi a commentare , con competenza, i film.
quindi ammo’ che ce ‘rmane a macerata? un par de *****!