L’appello di Giuliano Bianchi:
“Difendiamo la ferrovia di Civitanova”

Summit a San Benedetto per affrontare il problema della soppressione dei treni nelle Marche. Chiesto un incontro urgente al Ministro Passera. Ma il presidente della Camera di Commercio di Macerata è deluso: "Anche le altre istituzioni maceratesi si devono far sentire"

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trenitalia1-300x2251Tra il 2011 e il 2012 Trenitalia (che dalla regione Marche riceve 40 milioni di euro l’anno) ha proceduto alla drastica soppressione di treni lungo la tratta adriatica danneggiando alcune tra le più importanti città della costa per cui sono risultati particolarmente penalizzati gli utenti delle quattro regioni di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con intervalli di fermate che arrivano fino a 100 chilometri tra una stazione e l’altra. In pratica Trenitalia ha adottato una strategia che assicuri collegamenti efficienti solo da Milano e Torino fino a Rimini, basti pensare all’assenza di linee di alta velocità lungo la litoranea del medio e basso Adriatico (una “bolla vuota”, come l’ha definita il Presidente della Regione Spacca).

Il gravissimo problema è stato affrontato, su iniziativa delle Camere di commercio e degli enti locali, in un incontro che si è svolto a San Benedetto del Tronto con l’intervento del presidente della Giunta regionale delle Marche Gian Mario Spacca e con una massiccia rappresentanza delle istituzioni delle quattro regioni adriatiche. Nelle Marche sono stati tagliati 28 treni regionali e 7 Eurostar a lunga percorrenza (2 con base in Ancona per i collegamenti con Roma) e 6 treni periodici.

Il Presidente della Camera di commercio di Macerata, ente che ha partecipato alla stesura del documento di base della manifestazione, ribadisce che “per la provincia di Macerata (già danneggiata per la soppressione delle fermate a Civitanova per i treni a lunga percorrenza) è di vitale importanza il ripristino di dette fermate ed il mantenimento della tratta ferroviaria Civitanova-Albacina, che oltre ad essere un collegamento strategico tra la costa e l’entroterra, ha anche un forte impatto sociale garantendo il diritto alla mobilità di pendolari (studenti, operai, anziani, ecc.) e di turisti. La stessa tratta – ha inoltre evidenziato Bianchi  – potrebbe evolvere in metropolitana di superficie tra Macerata e Civitanova”.

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Giuliano Bianchi, presidente della Camera di Commercio di Macerata

Dall’incontro è emerso che i tagli determinano una inevitabile riduzione dei flussi turistici. Tenuto conto che il 7% dei turisti italiani e stranieri (dati Isnart) normalmente si sposta in treno, si calcola che un milione e mezzo di persone saranno disincentivate all’utilizzo del trasporto ferroviario. In questo modo si danneggia il turismo e si favorisce il trasporto su gomma.

Al termine dell’incontro si è deciso di chiedere un incontro urgente sia con il ministro Passera che con l’amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti, e si è firmato un documento con cui si chiede ai parlamentari delle quattro regioni di presentare in Parlamento un ordine del giorno per chiedere il ripristino delle tratte e delle fermate soppresse e si invitano le quattro Regioni a lavorare unite per “sollecitare con fermezza” il Governo nazionale affinché ponga rapidamente rimedio alla situazione e si impegni a considerare “con maggiore attenzione il potenziamento della logistica infrastrutturale lungo la dorsale adriatica” che risulta “assolutamente necessaria e strategica in vista della creazione della macroregione Adriatico-Ionica”.

Ma a parte la Camera di Commercio in che modo stanno affrontando questo grave problema le altre istituzioni maceratesi? La nostra provincia è stata infatti quella meno rappresentata all’incontro di San Benedetto: erano stati invitati ma non hanno partecipato i consiglieri regionali maceratesi e i sindaci dei Comuni costieri, mentre la Provincia ha mandato il presidente del Consiglio Cartechini ma nessun assessore.

“Non avere la fermata di Civitanova – conclude Bianchi – è qualcosa di gravissimo. San Benedetto e Pesaro hanno protestato fortemente, noi invece non ci siamo fatti sentire per niente”.

(redazione CM)

 

 



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