Il governo non ha più la maggioranza
Berlusconi: “Mi dimetto
dopo la legge di stabilità”

Pdl e Lega battuti alla Camera: il Rendiconto passa con 308 voti e 321 astensioni. La maggioranza assoluta a Montecitorio è di 316 deputati

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Aggiornamento delle ore 20 – Il Presidente del Consiglio ha manifestato a Napolitano la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto alla Camera. Una volta approvata la legge di stabilità il premier rimetterà il suo mandato. Lo si legge nella nota ufficiale del Quirinale.

Questo il testo del comunicato della presidenza della Repubblica: Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa sera al Quirinale il Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, accompagnato dal Sottosegretario dott. Gianni Letta. All’incontro ha partecipato il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere Donato Marra. Il Presidente del Consiglio ha manifestato al Capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera; egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l’urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l’approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea. Una volta compiuto tale adempimento, il Presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione”.

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Ore 17.08 – Il governo non ha più la maggioranza alla Camera. Il rendiconto generale dello Stato è stato approvato con 308 voti, nessun contrario, un astenuto (Franco Stradella del Pdl). I non votanti sono stati 321. Il Governo non ha quindi raggiunto la maggioranza assoluta degli aventi diritto (316 voti) e nemmeno i voti favorevoli su cui sulla carta si ipotizzava potesse contare (310-311).

C’è un oggettivo problema dei numeri, ora dobbiamo riflettere su cosa fare, avrebbe detto il premier a diversi parlamentari della maggioranza prima di lasciare l’Aula di Montecitorio.

«Questo voto ha certificato, su un atto dirimente per la governabilità del Paese, che il governo non ha la maggioranza in quest’Aula», ha detto nell’Aula della Camera il leader del Pd Pierluigi Bersani. «Il governo ha 308 voti su 630. Le opposizioni unite hanno dimostrato che la maggioranza non c’è più. Ora basta», ha scritto su Twitter Dario Franceschini.

«Faremo la nostra parte per il Paese. Se non si dimettesse le opposizioni considererebbero iniziative ulteriori», ha detto ancora Bersani. «Oggi abbiamo avuto con questo voto la certificazione che il deficit di credibilità di questo governo è fondato su numeri che si sono espressi».

«Berlusconi prenda atto che la maggioranza non esiste più. È arrivato il momento per il presidente del Consiglio di salire al Colle per rassegnare le dimissioni e lasciare che il Paese si salvi con un governo di ricostruzione nazionale aperto a tutte le forze presenti in Parlamento, nessuno escluso». Lo dichiara il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. «Non c’è tempo da perdere e qualsiasi altro escamotage per tenere in vita questo esecutivo sarebbe un’offesa all’Italia e agli italiani», aggiunge.

Non hanno partecipato al voto, oltre ai deputati dell’opposizione, anche Calogero Mannino e Francesco Stagno D’Alcontres del gruppo Misto e Gennaro Malgieri (Pdl), che però ha sotenuto di non aver votato per un disguido.

Subito dopo il voto c’è stata una riunone nella sala del Governo alla camera a cui hanno partecipato il premier e i ministri Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Maroni. Ragazzi, stringiamoci e decidiamo subito cosa fare. Sono queste le parole che il presidente del Consiglio avrebbe riferito ai suoi subito dopo la proclamazione del voto sul rendiconto dello Stato e prima di riunire i vertici di maggioranza alla Camera. Poi Berlusconi, scuro in volto, ha lasciato l’emiciclo di Montecitorio ed è andato a Palazzo Chigi dove si è riunito con Gianni Letta.

Berlusconi a caccia di traditori. Il presidente del Consiglio, subito dopo il voto, si è messo a controllare il tabulato dei voti che gli è stato consegnato dalla sottosegretaria Laura Ravetto. Subito dopo il voto Berlusconi ha rivolto qualche

«Al Colle si sale qualunque sia il risultato. L’ho detto l’ultima volta, lo ripeto ora. Credo che sicuramente il presidente Berlusconi debba parlare con il presidente della Repubblica». Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, all’uscita dall’Aula dopo il voto sul rendiconto di bilancio. «Nessuno sottovaluta il voto di oggi – sottolinea – ma l’opposizione continua ad avere un numero di voti inferiore ai nostri».

Il presidente del Consiglio era arrivato poco prima del voto in Aula alla Camera, accolto da un applauso dei deputati del centrodestra. Ai lati del premier Bossi e Maroni.

La «drammaticità della situazione ci impone di restare al nostro posto e di fare fino in fondo, con senso di responsabilità, il nostro dovere», aveva affermato poco prima il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, nella dichiarazione di voto sul rendiconto generale dello Stato. «Mi domando – ha aggiunto citando le posizioni dei partiti del centrosinistra rispetto alla richieste che giungono dall’Unione europea – quale tipo di governo uscirebbe fuori qualora posizioni di grande importanza che hanno su questo terreno questo sottofondo avessero responsabilità di governo. Questo è un elemento che accentua la drammaticità della situazione». (Ansa)



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