di Lucia Paciaroni
Ancora un infortunio sul lavoro, ancora una volta nei cantieri della Quadrilatero. E’ successo lunedì notte in quello di Muccia: l’incidente, avvenuto in galleria, è costato al lavoratore ore di intervento, ha riportato diverse fratture ed è attualmente ricoverato all’ospedale di Camerino. “Le cause dell’incidente – dicono i sindacati – ancora non sono chiare”.
E’ di pochi giorni fa la notizia della morte di un altro operaio (leggi l’articolo), sempre nel cantiere alla Maddalena di Muccia. Sono così tre i lavoratori che hanno perso la vita (in realtà cinque, ma uno ha avuto un incidente mentre andava a lavoro, l’altro un infarto davanti all’imbocco della galleria) e salgono a quota sedici gli infortuni, di cui uno gravissimo e cinque gravi.
Sono i dati illustrati questa mattina in conferenza stampa da Massimo De Luca, segretario Fillea Cgil, Primo Antonelli, segretario Filca Cisl, Sergio Campanari, segretario Feneal Uil, Valter Paolucci, della Filca Cisl e Cinzia Mosca della Fillea Cgil.
“Dopo la terza morte e sedici infortuni nei cantieri maceratesi, il minimo che possiamo fare come sindacati è quello di denunciare questa situazione – ha detto De Luca – Non siamo mai stati zitti, ricordiamo che nel 2007 abbiamo fatto un accordo con tutti i soggetti coinvolti e avevamo detto che il rischio era di arrivare al 2011 con criticità dal punto di vista della salute e della sicurezza. Non eravamo veggenti all’epoca, ma conoscevamo l’esperienza delle grandi opere. A distanza di quattro anni l’assessore regionale alla Sanità, i responsabili dei servizi ispettivi e l’Asur Marche ci dicono facciamo, stiamo facendo e sarà fatto. Questa situazione non è più sostenibile”.
Drammatica la panoramica sui contratti: “In tutto il cantiere sono 1200 i lavoratori, di cui 230 in capo alle aziende madri, quelle che formano Val Di Chienti, il resto sono delle affidatarie. In tutta la tratta non più di 200 persone hanno un contratto a tempo indeterminato. Per quanto riguarda il cantiere a Muccia, si contano 130 unità di lavoratori, di quelli che fanno capo alla Glf (Grandi Lavori Fincosit) solo quattro hanno un contratto a tempo indeterminato, altri sei a tempo determinato e sono trenta quelli che ne hanno firmato uno somministrato. Il resto sono lavoratori delle aziende in affidamento, tutti con contratti a termine o in somministrazione”. “Negli ultimi tre mesi – ha rilevato De Luca – non è stata rispettata una norma del contratto provinciale di Macerata, quella che riconosce una indennità specifica per gli operai impegnati in scavi in galleria in presenza di acqua”.
Il quadro descritto è quello dove troviamo “precariato, la filiera dell’affidamento, mancato rispetto dei contratti collettivi nazionali e provinciali e tutto questo aiuta a far accadere quello che è accaduto” conclude De Luca.
“Ancora oggi si perde la vita sul posto di lavoro, la situazione è allarmante perchè se continuiamo così, ricorderemo questa grande opera per i suoi infortuni e i suoi morti – ha commentato Antonelli – Abbiamo chiesto un incontro con le istituzioni, con l’assessore regionale alla Sanità, ma i tempi sono molto lunghi. Nei cantieri mancano i controlli, i lavoratori sono costretti a lavorare in un clima di frenesia estrema per accorciare i tempi di lavoro, senza tener conto dei loro diritti. L’altro allarme riguarda le aziende stesse, in quelle in affidamento manca la formazione e c’è un utilizzo sfrenato dei rapporti di lavoro interinale. I lavoratori sono ricattabili, visto che il contratto viene rinnovato loro di mese in mese e non sono nelle condizioni di protestare. I tempi di lavoro sono elevati e risultano insufficieti le misure di prenvenzione”.
Antonelli ha ricordato gli scioperi fatti e chiede “un incontro con Val Di Chienti e Glf perchè non si può andare a lavoro rischiando tutti i giorni la vita”.
Campanari della Uil ha sottolineato le condizioni di lavoro “in ambienti poco salubri e con ore di lavoro in più” e ha invitato “le istituzioni a verificare la situazione”, chiedendosi “quante persone ancora dovranno piangere i propri cari?”.
Valter Paolucci ha ribadito “l’importanza di un incontro con la Val di Chienti, il rilancio di un tavolo di sicurezza che sia realmente efficiente e la disponibilità a metterci ancora di più la faccia come sindacati”. Cinzia Mosca, della Fillea Cgil, ha affermato che “lavorare senza morti è possibile, pensiamo all’altà velocità tra Bologna e Firenze, nel 2007 ci eravamo incamminati su questa strada. Il S.p.s.a.l. di Camerino è ancora sotto organico ed è il servizio che si occupa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Va ripensato il modo di fare vigilanza. Inoltre, non è mai avvenuto che una azienda si collegasse all’altra sul tema della sicurezza e infatti l’ultimo morto era di una azienda
diversa da quella di chi manovrava il camion. Abbiamo fatto due esposti al Servizio P.s.a.l. . A questo punto è il caso che intervenga anche la magistratura. Non è stato sospeso il lavoro dopo la morte di una persona, non è stato sospeso il cantiere dopo i tanti incidenti mortali. La sicurezza non esiste più in quei cantieri”. “Montagne di protocolli e accordi rimasti carta straccia. La Regione non ha mai rispettato le delibere fatte” ha aggiunto De Luca.
Il lungo elenco delle criticità dei cantieri della Quadrilatero non si arresta: “Le ore di riposo sono poche e i posti destinati a far riposare i lavoratori, per quanto riguarda la tratta maceratese, sono uno a Muccia e uno a Serravalle di Chienti – ha concluso De Luca – Nel primo sono state applicate le linee guida della Regione, nel secondo invece non so quante volte abbiamo sollecitato per renderlo un posto civile”.
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Dove sono tutti quei commentatori che per ipotetici maltrattamenti di cani o gatti stanno qui’ a scrivere per intere nottae?
Vale cosi’ poco la vita di un operaio, da non meritare neanche un commento?