di Lucia Paciaroni
E’ tornato a Macerata, a distanza di poco più di un mese, il Sottosegretario di Stato all’Interno, l’onorevole Alfredo Mantovano. Oggi pomeriggio ha partecipato ad una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia in Prefettura, insieme al Procuratore della Repubblica di Macerata Mario Paciaroni, per fare il punto sulla sicurezza sul territorio, in particolare dopo le recenti rapine in villa a Civitanova e il duplice omicidio a Cingoli.
“Solo due mesi fa ci siamo incontrati per firmare il patto per la sicurezza per la Provincia e quello per il Comune di Porto Recanati, in particolare rivolto alle criticità dell’hotel House – ha detto Mantovano – Nella Provincia di Macerata non fioriscono organizzazioni criminali, ma è un territorio ricco di attività imprenditoriali, è guardata con attenzione e i problemi possono riguardare il riciclaggio e la droga. Il dato allarmante riguarda una significativa crescita del traffico di stupefacenti. Sono arrivati i rinforzi estivi per dare respiro agli operatori del territorio già molto impegnati”.
La riunione con Mantovano è proseguita come Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui hanno partecipato anche il sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini e quello di Civitanova Massimo Mobili. Presente anche il presidente delle Provincia Antonio Pettinari.
Mantovano si è soffermato sulla situazione dell’Hotel House: “In queste ore è in atto il trasloco dell’Arma dei Carabinieri in una sede a poche centinaia di metri dallo stabile e l’organico è passato da nove a sedici unità” e ha poi parlato dell’incontro con i sindaci: “Mi hanno parlato delle loro esigenze e daremo un seguito concreto a questo incontro. A Cingoli c’è stato un duplice omicidio, mentre Civitanova è una città che in estate diventa più movimentata e ha esigenze particolari”. E ha poi ribadito l’attenzione sull’Hotel House: “Chi è ospite dell’hotel House, è meglio che rispetti le regole, gli conviene, questo è un consiglio. Da qualche mese l’attenzione è aumentata e già ci sono riscontri tangibili. Porto Recanati ha visto un incremento di attività su tutti i fronti e l’attività di prevenzione non è solo criminale ma in senso lato”.
Soddisfatti dell’incontro Mobili e Saltamartini, quest’ultimo dice: “E’ stato Mobili a sollecitare l’incontro e l’onorevole si è subito mostrato disponibile a tornare per parlare con noi”. Mobili parla di una “Civitanova più viva, dinamica e movimentata in particolare durante il periodo estivo e ho chiesto il potenziamento delle forze dell’ordine”. Stessa richiesta da parte di Saltamartini: “Ci stiamo dissanguando per mettere in sicurezza le nostre città. Chiedo il potenziamento della stazione e il completamento dell’organico, altrimenti non si recepisce l’attività di prevenzione”. Infatti Mobili parla “dell’installazione di telecamere, dell’illuminazione e dell’organizzazione di convegni”. E dicono: “Ora lo Stato deve fare la sua parte, le forze vanno equilibrate sul territorio”.
Riguardo al duplice omicidio che si è consumato a Cingoli il mese scorso, Saltamartini dice: “Ho fiducia nel fatto che l’autorità giudiziaria presto possa mettere le mani sugli autori. I controlli sono aumentati a dismisura”.
(foto di Guido Picchio)
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Se come dice Mantovano il vero problema è la droga è inutile iniziare una battaglia che è già persa in partenza.
Il mercato della droga (così come quello della prosituzione) è gestisto dalla criminalità organizzata e rende miliardi di euro ogni anno.
Da anni, forse decenni, solo circa il 10% della droga, che circola in Italia, viene sequestrata mentre il 90% sfugge ai controli e va ad alimentare i fondi della malavita…. Quindi cosa serve combattere se il nemico ha già vinsto senza nemmeno muovere un sopracciglio????
Non sarebbe il caso di legalizzarla???
Cosicchè si taglierebbero i mostruiosi ricavi (esentasse) che oggi derivano (alla malavita) da questo enorme, redditivo, poco pericoloso mercato…
Inoltre legalizzandola non ci sarebbe più bisogno delle ingenti Forze dell’Ordine (oggi impegnate nella repressione del fenomeno) che potrebbero essere impiegate, diversamente, sul territorio.
C’è allora da chiedersi eprchè quando la soluzione ai problemi è semplicissima invece di percorrere questa strada (legalizzazione dietro controllo medico e mancanza di miliardarui introiti illegali ala criminalità) ci si incaponisce, nel cercare di contrastare un femomeno che oramai è incontrastabile????
Signor Cerasi a volte la leggo divertito, altre volte annoiato.Lei interviene sempre su tutto ed a volte rischia magari di parlare di cose che non conosce a fondo e quindi in quei casi mi annoio.
Questa volta invece è riuscito ad irritarmi. Mi scusi, niente di personale.Lei è una persona anche simpatica e lo dico perchè ci conosciamo personalmente. In materia di droga non mi piace assolutamente parlare di liberalizzazione. Senta cosa ne pensano i ragazzi che ne sono usciti dopo un percorso nelle comunità. Senta i ragazzi di San Patrignano o delle tante Comunità Incontro. Lei crede che i ,purtroppo tanti, giovani e non solo, incensurati o non segnalati, siano disposti a farsi schedare per ricevere la dose gratis? Non pensa che ricorrerebbero ugualmente agli spacciatori prima di essere scoperti? Ma a parte questo, che potrebbe essere anche secondario, Lei pensa davvero che per vivere noi piu’ tranquilli possiamo permetterci il lusso, o l’abominevole atteggiamento, di lasciare che i ragazzi si distruggano con la “droga di stato” Veramente pensa che potremmo barattare la nostra sicurezza con le lacrime e la disperazione di questi ragazzi e delle loro famiglie? Ha mai provato a vivere da vicino queste situazioni magari collaborando con chi cerca di occuparsi di questo problema? Caro Cerasi, oramai ho superato i 60 anni ma non mi stanchero’ mai di dire che contro la droga dobbiamo essere intolleranti, aggressivi verso tutti e tutto cio’ che ne favorisce la diffusione. Non dobbiamo e non possiamo tollerare atteggiamenti permissivistici ne da parte di chi è interessato al mercato, ne da parte di tanti benpensanti che non si rendono conto del danno che producono con le loro idee egoiste. Cerchiamo di essere cittadini ,donne e uomini, con la D e la U maiuscole. Smettiamo piuttosto di far finta di non vedere, collaboriamo con le forze dell’ordine segnalando magari le situazioni sospette che a volte ci troviamo ad osservare. Cerchiamo di pensare di piu’, ed anche in modo diverso, ai giovani, alle loro aspettative, alla loro formazione. Riempiamo i tanta contenitori che abbiamo loro dato di tanti contenuti. La droga certamente è difficile da combattere, ma non dobbiamo mai rassegnarci. Vorrei tanto che un giorno si possa finalmente dire: OPERAZIONE POSSIBILE.
@ Giuseppe
Già ci permettiamo, legalmente, il lusso di spacciare alccol …. Solo che, ipocritamente, visto che l’abuso non ti ammazza subito facciamo finta di nulla e “beviamo responsabilmente” ma nessuno fa veramente nulla per prevenire l’abuso e la diffusone
Già ci permettiamo, legalmente, il lusso di spacciare giochi a premi che creano dipendenza, però nessuno si scandalizza se qualcuno con i videopoker o con l’enalotto o il super manda nei casini la famiglia (perchè si giocherebbe anche la figlia, potendo)… Però “giochiamoil giusto” e nessuno fa veramente nulla per prevenire l’abuso e la diffusone
Il mio non è assolutamente un atteggiamento permissivo sulla droga, ma non faccio finta di essere ipocrita: su alcool e gioco lo Stato incassa tanti bei soldini (e pure sulle sigarette): perchè non lo fa anche sulla droga????
Inoltre saranno almeno 20 anni (ma forse di più) che si sa benissimo quali siano gli effetti, dannosi, delle droghe pesanti quindi, chi diventa tossico, sa la strada che intraprende (lo stesso dicasi per l’alcool: tutti sanno che l’abuso è dannoso eppure sono pieni, tutti i sabato sera e non solo, i bar di giovani e giovanissimi che si ubriacano con tutto quello che gli capita a tiro) ….
Io mi baso solo sulla passato: negli anni ’20 gli USA (con un organizzazione assai migliore della nostra che oggi contrasta gli stupefacenti) provarono a impedire la diffusione dell’alcool.. Sappiamo tutti come è finita: il proibizionismo ha fallito alla grande ed ha arricchito solo la criminalità.
Credo che da noi per la droga sia lo stesso…
segare le gambe alla criminalità organizzata si può!!! Come? Colpendoli nel portafoglio: LEGALIZZARE PROSTITUZIONE E DROGHE LEGGERE!!!! Milioni di euro di introiti spostati dalla mafia allo stato!!!
Meno donne maltrattate e costrette a prostituirsi!!! Meno donne prese con la forza da altri paesi e gettate sulla strada per sollazzare il cliente italiano!!! Siamo degli ipocriti: ogni volta con la scusa della moralità preferiamo vedere soffrire gente quando potremmo migliorare la loro condizione!!!
Per le droghe ha ragione Cerasi: è esattamente come con l’alcool!!!Per non parlare del tabacco!!!
70000 morti all’anno in italia per tabacco!!! 20000 morti all’anno per alcool in italia!!! 0 morti all’anno per mariuana in italia!!!!
LEGALIZZARE ADESSO, PRENDERSI I SOLDI, COMBATTERE LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA NON CON LA REPRESSIONE MA CON L’EDUCAZIONE CIVICA!!!!
..i giovani e giovanissimi bevono,fumano e fanno uso di sostanze per TRASGRESSIONE , e’ su questo che i sostenitori del “legalizzare” non fanno i conti a prescindere dalla criminalità….perche forse legalizzando ci sara meno criminalità organizzata …ma i DANNI che le sostanze portano con se restano sia esse legali o illegali…. il concetto libero e legale non salva le vite.
..ci sono migliaglia di morti per alcool e tabacco eppure sono legali…
Alla legalizzazione delle droghe leggere dovrebbe seguire alcune azioni non di poco conto:
– sensibilizzazione continua a spese di chi commercia su questo settore anche in base agli introiti
– divieto di fumare / “drogarsi” / bere superalcolici / superare il tasso alcolemico in luoghi pubblici chiusi e aperti (come i parchi) e relegarli solo in determinate strutture come bar, pub, luoghi adibiti e attrezzati, ecc…
– controllo del marketing da parte dello stato (ci sono esperienze all’estero che vedono le sigarette di tutte le marche racchiuse dentro pacchetti anonimi di color prugna).
– responsabilizzazione contro gli abusi: test clinici su abusi di queste sostanze per poter svolgere determinate mansioni, accudire neonati, avere patenti, ecc..
– altro ancora… si può discutere a lungo, di idee ce ne sono molte.
Sono tutte azioni semplici e potrebbero anche funzionare, non funzionano invece proibizionismo e permissivismo.
Non so se i proibizionisti si sono accorti che gli introiti della malavita su questi settori sono talmente alti da rendere queste associazioni le prime industrie per “fatturato” nei rispettivi paesi. E chi ha i soldi ha anche molto potere, soprattutto politico.
Solo a sentir parlare di LIBERALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE mi vengono i brividi. Si vuole facilitare la commercializzazione e l’uso di prodotti che sono assolutamente deleteri alla salute. Come si può solo ipotizzare una cosa del genere? Aumentiamo invece la lotta agli spacciatori e cerchiamo di tagliare il più possibile i contatti tra fornitori e utilizzatori.
E’ ridicolo metter sullo stesso piano della droga gli alcolici che sono in ogni caso un altro male da estirpare. Ho avuto modo di verificare che in alcune gite scolastiche lo scopo è quello di ubriacarsi la sera. Un ragazzo del 5° liceo aveva la valigia piena di alcolici anzichè di vestiti!!!! Le famiglie debbono esercitare controlli maggiori e dobbiamo essere assolutamente intransigenti sia con la droga che con gli alcolici.Non parliamo per carità di Liberalizzazione!!!!
Mi ritrovo sempre molto confuso quando sento, o meglio leggo, interventi che non hanno nessun aggancio alla realtà. Essere sognatori è un lusso che i “paesetti” troppo a lungo si sono concessi.
Si vede ancora il concetto droga quasi come un mercato ben nascosto, un sistema blindatissimo e dedicato a pochi eletti che, magari nell’immaginario collettivo, fanno furtivi incontri in qualche malfamata bettola nascosta al fine di poter riuscire ad acquistare una piccola dose di droga.
La realtà è ben diversa ed è comune a tutte le altre situazioni che la nostra cultura ha catalogato come “vietato”. Si parla così di prostituzione adagiandosi ancora all’idea delle povere sfruttate “jo l’inca” senza vedere che ci sono realtà molto ben organizzate e scelte alla porta a fianco, e si parla di droga senza voler vedere che lo spaccio è ovunque, decisamente non nascosto, ed alla portata di tutti.
La droga la si acquista al bar, a scuola, in ufficio, al pub, la trovi in qualsiasi locale, in ogni discoteca, in qualsivoglia luogo di ritrovo. Quindi ? Chiudiamo tutto ?
Il divieto non è mai stato un rimedio e sicuramente niente può fermare un giovane che intende acquistare droga a qualsiasi titolo.
A macerata per lo più si fumava, e si poteva trovare una “canna” ovunque e senza la minima difficoltà, ora la moda è cambiata e si “tira” di coca, e reperirne un po non è certo un problema (come non lo è in nessun posto del mondo), domani forse ci saranno gli acidi, o le metanfetamine, o chissà cos’altro.
Il fenomeno non può essere fermato, l’uso è talmente comune da mettere in disagio chi non ne fa uso.
Non potendo quindi abbassare l’interesse dell’aquirente, basta togliere quello del distributore. La legalizzazione delle droghe (anche se appoggerei le “leggere”, meno le “pesanti”) come da alcuni ipotizzato sarebbe l’unica possibilità per iniziare a fronteggiare il fenomeno, ma solo l’inizio.
Voler togliere la droga dal mondo è un po come voler togliere internet, o voler togliere il cellulare; ma esattamente come internet o con il cellulare, ci deve essere una sorveglianza attenta delle famiglie, non un divieto, ma un aiuto a capire cos’è.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
legalizzare SI oppure NO oppure NI… se provassimo a spostare la discussione sulle responsabilità?! la trasgressione c’è sempre stata, magari con forme diverse, solo che ora è sotto gli occhi di tutti perchè i mass-media sono più immediati e diretti:
– genitori consapevoli, che non abbassano la guardia, che ascoltano i figli e le loro richieste, che non dicano sempre SI, che abbiamo il santo coraggio di dire NO! (no ai voti belli a scuola, x forza ed apparenza! no al cellulare ultimo modello! no ad abbigliamento per forza di cose griffato, no tacere di fronte agli altri se il proprio figlio passa un momento di debolezza, no vergognarsi delle scelte dei propri figli, no tacere e nascondere il figlio spacciatore!)…
– il cittadino prenda il coraggio di denunciare
– la chiesa combatta senza nascondimenti
– la scuola torni ad essere istituzione che segnala e denunci; si allontani dall’omertà per paura di non ricevere iscrizioni!
– segnalazione degli operatori appartenenti gli organi di controllo, se non operano secondo le regole
ALTRIMENTI SIAMO TUTTI OMERTOSI!!!
P.S.: se demandiamo allo Stato il compito di gestire le droghe (non vedo differenze di danni alle cellule del corpo tra le leggere e le pesanti), dobbiamo considerare gli spacciatori, dipendenti statali da stipendiare mensilmente?
La strada della legalizzazione (che prevede la coltivazione, la produzione, il commercio, la vendita e il consumo di stupefacenti, con l’osservanza di una serie di regole e di limiti, come già avviene per l’alcol e il tabacco; mentre invece la liberalizzazione prevede la totale rimozione di qualsiasi norma che vieti la coltivazione, la produzione, il commercio e il consumo) è pericolossima.
Va considerato, a favore della attuale normativa di tipo proibizionistico (che certamente andrebbe migliorata sotto diversi aspetti), in primo luogo che il consumo delle sostanze stupefacenti crea danni alla salute dei consumatori (soprattutto dei più giovani) e alla salute pubblica. Rendere quindi quanto meno più difficile l’accesso alle droghe significa ridurre i danni alla salute individuale e pubblica, ed è in ogni caso questo è un compito che lo Stato non può non assumersi.
Le norme di tipo proibizionistico rafforzano poi, sul piano simbolico, l’inaccettabilità sociale e morale del consumo di droghe, fondamentale oggi che masse sempre più vaste di ragazzi giovanissimi, con età di avvio intorno agli 11-12 anni, si avvicinano alle sostanze, ragazzi, che, in caso contrario, sarebbero ancora più incentivati sulla strada del consumo di sostanze stupefacenti.
Tali norme, inoltre, con i problemi di tipo legale e penale che ne conseguono, possono contribuire a favorire e ad anticipare l’accesso ai servizi sociale e sanitari, per iniziare un percorso terapeutico di fuoriuscita.
E’ vero che legalizzare significherebbe far scendere i prezzi e colpire in qualche modo le organizzazioni mondiali e locali del narcotraffico. Ma ciò, che peraltro non è vero del tutto (pensiamo alle sigarette, che sono legalizzate, ed al ricchissimo traffico di quelle di contrabbando, anch’esso gestito dalle mafie internazionali e italiane), ridurrebbe la diffusione delle droghe in strati sempre più vasti della popolazione giovanile? Sicuramente no, anzi, avverrebbe il contrario!
Abbiamo sotto gli occhi un esempio illuminante: quello dell’alcol, sostanza psicoattiva legalizzata, che, benchè non gestita da organizzazioni criminali, sta dilagando tra i giovani in maniera continua e sempre più preoccupante da ogni punta di vista (morti, malattie, incidenti stradali, comportamenti violenti indotti dal suo uso …).
Il discorso sarebbe molto più lungo, e non è questa la sede per farlo, però a volte a me sembra che non battersi con tutte le forze affinchè venga in qualche modo limitata la circolazione, soprattutto tra i giovani, di un veleno potentissimo qual’è la droga, di tutti i tipi (ivi compresi l’alcol e il tabacco), costituisca solo un atteggiamento puramente rinunciatario (tanto non si può fare niente …) o di totale indifferenza (tutti lo sanno che le droghe fanno male, quindi, se vengono usate, sono cavoli di questi stupidi e irresponsabili consumatori….).
Secondo me, invece, proprio la gravità della attuale situazione dovrebbe indurre, anzichè ad alzare le mani, a moltiplicare gli sforzi sulla prevenzione (in famiglia, a scuola, negli oratori, nella società nel suo complesso) e sulla repressione, nel tentativo, costante, di ridurre sia la domanda che l’offerta delle sostanze.
E’ un grande sforzo, però, di tipo culturale, educativo, istituzionale, politico, religioso, che dovrebbe coinvolgere tutti noi e tutte le istituzioni, in nome di una presa di coscienza che ormai dovrebbe essere generale: i giovani, i nostri figli, si stanno distruggendo, in ciò aiutati dalla società adulta (che li considera solo come consumatori).
Sono stato qualche giorno fa a San Patrignano, e ho avuto la fortuna di parlare con Andrea Muccioli. Tra le tante cose che ha detto, una mi ha colpito in particolare: “Noi, qui a San Patrignano, stiamo svuotando l’oceano con un cucchiaino. Il nostro sarà pure un cucchiaino ben fatto, ma lo immergiamo comunque nell’oceano. Se non si interviene a tutti i livelli sulla prevenzione, la battaglia è persa”.
Ho cercato di seguire con attenzione i commenti di questo articolo, e cerco di esprimere una mia opinione.
Ma vi sembra corretto e risolutivo al problema scontrarsi solo sul principio di stampo “economico”.
Possibile che il verbo Liberista e Progressista sia oramai l’unico modo per affrontare i problemi, anche quelli più tragici e drammatici?
Possibile che la salute e la libertà dei nostri giovani sia oramai solo basato sul prezzo e su chi deve o no guadagnarci soldi?
Possibile che nessuno ponga in discussione il modello “sessantottino” della società, che oggi si chiama Berlusconismo erede di una stagione culturale che ha fallito. O meglio che ha trionfato impossessandosi del potere e della società odierna?
Abbiamo per anni e anni predicato il consumo di ogni sorta di droga, è stata osannata, beatificata, propagandata come il diritto alla libertà.
L’abbiamo fatta diventare come un consumo di alcol, di sigaretta, di prostituzione (e sesso), ecc. ecc.
Siccome tutto questo c’è, liberalizziamo, nel più alto senso Liberista e Progressista.
Ma un esame di coscienza sulla cultura e gli insegnamenti che abbiamo non è forse il caso di porseli, non è forse il caso di invertire questa cultura e stile di vita, Riscoprire un po di Tradizione e VALORI, di amore per la vita (tutta), le persone e la gioia di vivere “naturalmente” senza misture chimiche? E soprattutto senza “pensieri sociali” -Così fan tutti liberaliziamo-.
Mi scuso, ma è difficile esprimere un pensiero su un argomento così complesso e Drammatico, spero di essere utile alla riflessione.
Tonino Quattrini
c’è il problema delle scommesse clandestine gestite dalla mafia.
si legalizzano le scommesse.
rislutato.
scommette tutti, anche chi non ha i soldi.
la mafia comanda lo stesso le scommesse illegali, che restano.
quindi la mafia guadagna, lo stato guadagna, i calciatori guadagna.
i cittadini perdono.
sostituire la parola scommesse con Droga
Se due persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” gli fai la multa,
se venti persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi,
se duecento persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” … TOGLI IL CARTELLO.
questo diceva Winston Churchill circa il concetto di probizionismo e, più in particolare, dei divieti alle libertà, siano esse proficue o dannose.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione… e anche quella di Churchill
Dire che il problema è la droga è secondo me, fuorviante.
La droga è la risposta ad un disagio profondo, per cui il problema va ricercato negli ambiti della sociologia, cultura, psicologia ed economia.
Non tralasciando, tra l’altro, il pessimo ruolo che hanno i media, in costante e progressivo peggioramento, scientificamente pianificato a tavolino.
Dire che il problema è la droga è come dire che il problema è l’alcool. Se così non fosse, tutti noi dovremmo essere alcoolizzati, no?
Nel mio precedente intervento dicevo, riferendomi ai giovani, :”Riempiamo i tanti contenitori che abbiamo loro dato di tanti contenuti. ”
Quasi nessuno, negli interventi, all’infuori di Bommarito, ha ripreso questo discorso. Credo sia proprio questa invece la cosa importante da fare e sulla quale impegnarsi per i nostri giovani.
Chi ha seguito tutti i dibattiti proposti dall’avv. Bommarito in questi ultimi mesi conosce già la mia posizione riguardo al tema “droghe”, quindi mi astengo da ogni ulteriore commento ma vi invito a leggere anche questo articolo prima che il riflesso condizionato guidi ineffabilmente il vostro click sul “pollice verso”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/27/vietare-le-droghe-funziona/127569/
detto questo, chiedo gentilmente all’Avv. Bommarito se ha avuto modo, questa volta, di leggersi i recentissimi studi internazionali che ho suggerito linkandoli in calce ad uno dei suoi ultimi articoli domenicali. Purtroppo non ho avuto l’opportunità di avere una sua opinione al riguardo, peccato perchè l’avrei letta con piacere.
Sono consapevole che essendo appunto, le risultanze di studi scientifici internazionali, vengono pubblicati solo in inglese e spagnolo, mi rendo quindi disponibile a tradurli..gratis ovviamente…pur di avere un suo commento.
arei molto interessato ad avere un suo parere al riguardo.
http://www.globalcommissionondrugs.org/
http://www.globalcommissionondrugs.org/Report
P.S. Per chi fosse seriamente interessato gli studi ai quali accennavo nel precedente post potete trovarli ai link che seguono.http://www.globalcommissionondrugs.org/http://www.globalcommissionondrugs.org/Report
Caro Tommy Gun,
credo che Lei faccia riferimento alla recenti dichiarazioni della cosiddetta, e autonominatasi, “Global Commission on Drug Policies”, (Commissione Globale sulle Politiche della Droga), le cui argomentazioni sono riprese, forse con maggiore chiarezza, dall’articolo sul Fatto Quotidiano pure da Lei segnalato.
Premesso che ogni cittadino è libero di avere le opinioni che vuole (e liberi e privati cittadini, e null più, sono i componenti della commissione di cui sopra, che non ha in realtà alcuna valenza istituzionale, pur facendone parte diverse persone molto note, quali ex capi di stato, personaggi dello spettacolo, ecc.), a me sembra che il dibattito si stia sviluppando su presupposti di fatto abbastanza confusi.
In primo luogo, nelle posizioni antiproibizioniste sopra riportate non si capisce se le ipotesi della legalizzazione dovrebbero riguardare solo la cannabis, o tutte le droghe oggi disponibili sul mercato, sulla base, in quest’ultimo caso, di un presunto diritto a drogarsi e a farsi del male (a se stessi, e alle terze persone che potrebbero venire in contatto con persone che si trovano in una stato di alterata percezione della realtà) che non esiste in alcuna nazione, sia per motivi di carattere etico che per esigenze di tipo pratico. Se invece dovesse essere legalizzata solo la cannabis, allora gli introiti delle organizzazioni criminali subirebbero solo un lieve decremento, in quanto esse porterebbero comunque avanti il traffico illecito delle altre sostanze.
In secondo luogo, si continua a parlare a sproposito delle politiche antidroga dell’Olanda, paese in cui, fermo restando il divieto mai rimosso di usare sostanze diverse dalla cannabis, tutta la normativa sui c.d. caffè-shop, dove era possibile acquistare liberamente cannabis, sta subendo negli ulti anni pesanti restringimenti, proprio per i guasti che tale libera circolazione ha prodotto sulle giovani generazioni. Il governo olandese, oltre a ciò, per gli stessi motivi, sta lanciando una serie di campagne rivolte ai giovani e alle famiglie per scoraggiare l’uso di hashish e marjuana.
In terzo luogo, se vogliamo rimanere sulla cannabis, la tesi della legalizzazione viene portata avanti fingendo di ignorare che il principio attivo di questa sostanza, il THC, negli ultimi dieci, quindici, anni, è passato dal 2-3% al 20-25%, con effetti devastanti sul sistema nervoso ancora in formazione di più giovani (su questo ultimo aspetto c’è assoluta identità di vedute nel modo sanitario e scientifico).
Si continua poi a ragionare, con un falso sdegno, come se le politiche proibizioniste colpissero i semplici consumatori, quando invece quasi tutta la normativa dei vari Paesi, tra cui l’Italia, non punisce affatto i consumatori, semmai li considera delle persone che, se e quando sono arrivate alla vera e propria tossicodipendenza, devono essere aiutate a curarsi in qualche modo, perchè la tossicodipendenza è una malattia gravissima.
C’è poi il discorso dell’alcol, sostanza legalizzata che sta facendo disastri soprattutto nel mondo giovanile. Non è un esempio illuminante sul quale riflettere tutti?
Grazie Avv. Bommarito per la risposta chiara quanto celere, vediamo se ho ben capito:
la “cosiddetta” e “autoproclamatasi” Global Commission on Drugs Policies a suo giudizio non è autorevole, in quanto: “non ha alcuna valenza istituzionale”, come dire che non avendo un accreditamento ufficiale presso le istituzioni (quali? nazionali/internazionali?) ciò che i suoi membri possono aver concluso nei loro lavori e alla luce della loro esperienza, semplicemente non è degno di interesse, e i loro non sono pareri vincolanti…facendo un paragone non troppo azzardato sarebbe a dire che il G8 o il WTO, la FAO, o il Fondo Monetario Internazionale, non sono autorevoli poichè “autoproclamatisi”, non mi risulta infatti che si sia mai chiesto alle popolazioni del mondo di eleggere i membri di tali importanti consessi, nelle cui mani lasciamo il nostro presente e buona parte del futuro. Forse, un po ingenuamente, mi vien da pensare che i membri della Commissione non hanno un curriculum vitae che ne acclari l’esperienza necessaria e li legittimi, però poi mi informo e leggo: César Gaviria Ex presidente della Colombia,Ernesto Zedillo Ex Presidente del Messico,Fernando Enriche Cardoso ex presidente del Brasile, Javier Solana ex alto rappresentatnte per l’UE per la politica estera e la sicurezza comune,George Shultz ex Segretario di Stato USA, George Papandreu primo ministro della Grecia,Kofi Annan ex segretario generale delle Nazioni Unite , Paul Volker ex presidente della Federal Reserve americana etc. etc. francamente avvocato non mi sembrano gli ultimi bananari arrivati ancorchè privati cittadini…sono disposto ad ascoltare le ragioni di chiunque ma non si aiuta il dialogo quando, dalle argomentazioni usate, si avverte un malcelato sentore di pregiudizio ideologico. Perdoni la franchezza ma sono fermamento convinto che indipendentemente da dove giunga un aiuto, una risorsa in più, un esperienza diversa, questo sia un buon aiuto nella impari lotta alle tossico dipendenze e ai cartelli di trafficanti. Sono disposto ad abdicare alle mie idee se l’altro mi dimostra che le proprie sono migliori e vincenti e cercando, per quanto possibile, di non cedere ad inutile orgoglio. Ha ragione avvocato quando dice che non esiste un diritto a drogarsi ma esiste un principio più generale, quello di auto-determinazione del proprio corpo, secondo cui non è illegale danneggiare il proprio corpo (si pensi solo al numero di fumatori e bevitori) ma si è comunque responsabili delle proprie azioni. Non si ragiona con “falso sdegno” quando, parlando di legislazione punitiva a danno dei semplici consumatori, si contesta una legge come la Fini-Giovanardi, inutilmente ideologica che non fa i conti con la realtà. Le faccio un esempio: la norma equipara le droghe leggere a quelle pesanti tutto a vantaggio di quest’ultime. Con questa equiparazione a uno spacciatore conviene vendere droghe ad alto tasso di profitto come la cocaina invece che il fumo, dato che corre gli stessi rischi. Idem per il consumo. Poi c’è la reintroduzione della dose massima giornaliera. Se un giovane viene pizzicato con un quantitativo di illecito superiore ai 4 o 5 grammi, scatta automaticamente il processo penale. Nel resto nel mondo le cose vanno diversamente: la dose consentita a Berlino è di 14 grammi, in Nord Irlanda e in Russia di 20, in 11 stati americani di un oncia, che corrisponde circa a 28 grammi. Insomma, mi sembra di capire che a differenza di quanto avviene nei paesi più sviluppati e a differenza di quanto lei sostiene, in Italia si criminalizza proprio il consumo! Condivido pienamente invece l’idea di considerare la tossicodipendenza una malattia grave e questa non è materia criminale ma di salute pubblica. Parlando poi di legalizzazione dei cannabinoidi leggo che le criminalità organizzate avrebbero solo un “lieve decremento” degli introiti..faccio una botta di conti al volo..in Olanda si possono comperare fino a 5 grammi di fumo al giorno nei coffee shop ergo se in Italia stimiamo in 10 miliardi i soldi spesi dai consumatori di cannabinoidì, avremmo, solo di IVA, un’entrata di 2 miliardi di euro l’anno, più atri due miliardi di tasse che i rivenditori di tali sostanze verserebbero al fisco…non mi sembra tanto lieve questo decremento, al netto di ciò che si potrebbe realizzare con questi soldi in assistenza, informazione e prevenzione in materia di tossicodipendenze. Da ultimo vorrei dirle che lei ha tutta la mia stima e la mia solidarietà umana per la battaglia che sta portando avanti ma si lasci suggestionare dall’idea che condividendo idee e progetti anche diversi dai suoi, flettendo alcune sue posizioni troppo rigide ma comprensibilissime, si possa raggiungere un comune intento ed una comune unità di vedute che aiuti tutti ad affrontare più attrezzati questo dramma. Perdoni avvocato la mia ironia e il mio sarcasmo ma proprio non riesco a comprendere come di fronte ad un problema così trasversale ci si riesca a dividere anche sull’ovvio..la risposta probabilmente è nel nostro inconscio, “questo eterno inconscio… che si nasconde… e imprime alle azioni libere la sua identità” (Friedrich Schelling).
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/06/28/news/il_caso-18366277/?ref=HREC2-5
..e ancora…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/28/coro-unanime-di-critiche-alla-relazionedi-giovanardi-sulla-droga/129950/
Salve a tutti,
ho effettuato studi e lavorato nel campo della criminologia urbana e la situazione mi lascia alquanto perplesso. In primo luogo l’Hotel House, architettonicamente parlando, fa riferimento ad una tipologia di edilizia popolare che ha fatto la sua comparsa, negli Usa, durante gli anni Cinquanta. Si pensava a grandi “casermoni” caratterizzati da numerose abitazioni a basso costo e, in particolare, dalla presenza di ampi spazi che avrebbero permesso la socializzazione delle persone ivi residenti. Tali ampi spazi destinati alla socializzazione non solo non svolsero la propria funzione ma piuttosto divennero il ricettacolo di segni di abbandono, di degrado e di criminalità.
In tutto il mondo la tendenza è quella di abbattere completamente tali strutture, mentre in Italia (tranne per alcune situazioni, si pensi alla zona di Calderara, vicino Bologna)la tendenza è quella di mantenere lo status quo delle cose (esempi sono lo Zen di Palermo e il nostro Hotel House).
Quindi fin quando l’amministrazione comunale e provinciale non provvederanno all’abbattimento prima, e alla riconfigurazione edilizia poi, il problema rimarrà tale e quale. A meno che non si provveda la
disposizone di oltre 2000 agenti di polizia, tanti quanti sono i residenti dell’Hotel House…:-)
Ci sarebbero moooooolte cose da dire anche sull’inefficacia delle SOLE telecamere per PREVENIRE la criminalità ma per ora mi fermo qua…
per gli interessati e volenterosi, un po di sana informazione sull’argomento:
http://droghe.aduc.it/notizia/war+on+drugs+fallita+appello+della+global_123094.php
http://droghe.aduc.it/notizia/lotta+alla+droga+parte+new+york+svolta+conferenza_123063.php