Anna Menghi, consigliere comunale del Comitato Menghi e Placido Munafò, ex consigliere comunale, intervengono sulla statua che il comitato “Stringiamoci a coorte” ha chiesto di realizzare in piazza Mazzini (leggi l’articolo) per il 150° dell’Unità d’Italia:
“Da qualche giorno si è aperta in città una discussione sull’opportunità di ospitare in piazza Mazzini una scultura per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia, scultura promossa dalle logge massoniche maceratesi. A tal proposito sentiamo il dovere di puntualizzare alcune questioni per liberare il campo dalla facile e inutile retorica. La prima questione riguarda proprio “chi” promuove tale iniziativa e il significato di essa. In relazione a ciò teniamo a sottolineare che Macerata, con delibera del consiglio comunale, é “Città di Maria” prima ancora di essere “Città della Pace”, cosa quest’ultima banale e inutile, anche perché vorremmo sapere chi e quali città si fregiano della dizione di “Città della guerra”! Detto questo riteniamo che per coerenza Macerata non possa ospitare simboli massonici nel rispetto proprio della sua identità cattolica. Non si tratta di essere intolleranti come qualcuno potrebbe obiettare, si tratta di non dare spazio ad associazioni che di fatto non possono che essere definite segrete e fuori dal tempo nei valori che in apparenza vorrebbero esprimere e che sono da più di tre secoli già parte integrate della cultura occidentale, e parliamo di uguaglianza e libertà di pensiero, ecc.. Ricordiamo poi che non si è dato spazio alla possibilità per la realizzazione della statua di Padre Matteo Ricci solo perché il Comune doveva impegnare qualche migliaio di euro a differenza della statua promossa dalla massoneria che si dice interamente finanziata dai privati. E’ questo il solo motivo per cui detta statua troverebbe consenso e libererebbe le coscienze dal peso di non spendere denaro pubblico? Non può certamente essere questa una giustificazione plausibile soprattutto in relazione al momento storico che viviamo e alla concezione diffusa della massoneria, associazione che può definirsi tutt’altro che liberale in quanto non aperta a tutti. Sappiamo che si leveranno un coro di proteste in relazione a questa nostra affermazione, ma il dato oggettivo è questo, anche se c’è sempre qualcuno che vorrebbe sostenere l’incontrario. La seconda questione riguarda il senso dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’unità d’Italia che sottace colpevolmente molte verità storiche su come è stata realizzata proprio l’unità d’Italia. Per capire il senso di questa nostra affermazione, diciamo subito che la nostra presa di distanza rispetto a certi festeggiamenti retorici e menzonieri è il rispetto per le centinaia di migliaia di vittime della cosiddetta unità d’Italia di cui si fa finta di niente. La storia retorica del risorgimento italiano che ci è stata propugnata per decenni è un qualcosa che certamente non fa onore al popolo italiano. Se proprio dobbiamo festeggiare lo dobbiamo fare con cognizione di causa. Chi conosce un mimo di storia si pone la domanda di cosa dovremo festeggiare? I valori risorgimentali espressi dal noto “patriota” Nino Bixio che riferendosi alla rivolta del sud Italia all’occupazione piemontese così si esprimeva: “In questo Paese i nemici e gli avversari si uccidono, ma non basta uccidere il nemico, bisogna straziarlo, bruciarlo vivo a fuoco lento … è un Pese (riferendosi al meridione d’Italia) che bisognerebbe distruggere o almeno spopolare e mandarli in Africa a farsi civili …”. Oppure dobbiamo rifarci al “democratico” referendum del 1961 dove ci dicono che il popolo italiano votò in massa per l’unità di’Italia, quando in verità alle urne ci potevano andare solo i favorevoli che rappresentavano circa il 20% della popolazione, e dove, ad esempio, in città come Napoli si votò con i seggi controllati da camorristi con tanto di coccarde tricolori? Oppure dobbiamo festeggiare la cosiddetta “impresa dei mille” che trovarono appoggio finanziario della massoneria e logistico della mafia siciliana e che portò alla farsa della vittoria di Catalafimi tanto celebrata dalle pellicole cinematografiche, quella in cui Garibaldi avrebbe detto la famosa frase. “qui o si fa l’Italia o si muore”? Una vittoria che non c’è mai stata perchè il generale borbonico Francesco Landi in schiacciate superiorità numerica e di armamenti rispetto ai garibaldini decise di ritirarsi senza sparare un colpo perché comprato con i soldi della massoneria inglese e i sui figli furono poi arruolati negli alti ranghi dell’esercito piemontese. Queste sono le motivazioni che ci portano a dissentire dall’ospitare la statua della massoneria in P.zza Mazzini e tanto abbiamo sentito il dovere di esternare per dare il giusto spazio all’intelligenza della ragione fondata sui fatti, ma soprattutto, data oramai come acquisita l’unità d’Italia, non accettiamo che i relativi festeggiamenti siano strumentalizzati dalla massoneria o da qualunque parte politica essendo l’unità d’Italia un patrimonio di identità nazionale comune a tutti i cittadini”.
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Suggerisco di rinviare l’installazione del monumento e altre celebrazioni al XX Settembre 2020, in occasione dei 150 anni dalla Presa di Roma con la famosa Breccia di Porta Pia che sancì la fine dello Stato Pontificio.
Segnalo un errore di battitura:
Errata: …al “democratico” referendum del 1961
Corrige: …rifarci al “democratico” referendum del 1861
…aggiungo solo che di statue o cose simili donate alla città abbiamo già esperienze negativissime:
– orrenda monetona nella rotatoria di Via Roma
– “FONTANA SENZ’ACQUA” di Piazza Mazzini; qualcuno ci dovrebbe spiegare perchè non esce più l’acqua dalla fontana con la lumaca dalle corna d’oro .
Un difetto di progettazione che portava l’acqua ad arrivare fino allo Sferisterio?
La vittoria dei referendum per l’acqua pubblica e quindi il divieto di usarla su una fontana privata?!?!?
Macerata è stupenda, la rovinerete con un piano casa devastante, almeno evitateci queste opere orrende…anche se a GRATISSE!
La nostra città ha una storia gloriosa che pochi conoscono veramente (io per primo), difficilmente riassumibile in una brochure perché ha origine dai Romani ed ha subito nei secoli, nel bene e nel male, le vicende italiche. I nostri avi hanno avuto cura di cingere la città con imponenti mura per preservare il centro dalle invasioni “barbariche”.
I comuni che non hanno una storia da raccontare ed una edilizia monumentale da sfoggiare possono svendere gli spazi pubblici agli artisti contemporanei come il Paciotti ed il LoryBlu, ma noi no! …o meglio non più, dato che un monumento rotatorio ce lo abbiamo anche noi!
Questa scultura non la vogliamo e basta perché non ci appartiene come storia e come cultura. Cara Anna, te utilizzi argomenti persuasivi, il dott. Liuti altrettanti e così i numerosi maceratesi che dissentono dall’iniziativa …ognuno con le sue ragioni per dire che non e’ il caso anche se e’ gratis …provate altrove e troverete senz’altro spazio.
Propongo uno “scambio”: installare la statua massonica lo stesso giorno in cui verrà tolta la patacca del massone Vittorio Emanuele II dalla facciata di Piazza Libertà sulla Torre dell’Orologio, e reinserito al suo posto il meccanismo dei Magi.
Sarebbe – temo – l’unico modo per vivere abbastanza e ricordarsi il gioiello della Torre in funzione.
Poi non sono d’accordo con l’amica Anna, pur partendo dagli stessi presupposti: ritengo infatti che sia un grande bene che tutti i cittadini si ricordino quanto sia forte in città la presenza della massoneria.
Sulla Statua, almeno vedendo il bozzetto che compariva oggi sul Resto del Carlino, dovrebbe essere scritto tra la’altro “Libertà, Ugualianza, Fratellanza”…
Quindi se ne deduce che Libertà, Ugialianza, Fratellanza sono dei chiari riferimenti alla Massoneria, evidentemente simboli oscuri e misteriosi…
Così oscuri e misteriosi, così arcani e indecifrabili che, al solo pensiero, mi tremano le gambe…
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Ma dove cavolo è che li ho già visti????
Cribbio: ma è il motto ufficiale della Repubblica (evidentemente Massonica) Francese!!!!!
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In confronto i codini sono campioni di progresso….
@Cerasi
A mio parere un’opera monumentale esposta in una piazza cittadina importante deve anzitutto essere costruita con materiali eccellenti e con tecnica sopraffina…non mi accontenterei della citazione. Se, poi, soddisfatte le due caratteristiche, non ci fossero riferimenti diretti o indiretti a chicchessia, a lavoro ultimato (non solo un bozzetto) si potrebbe indire un referendum cittadino (anche senza particolari formalità) per vedere se ai Maceratesi piace veramente.
In mancanza, basta percorrere piazza Mazzini, girare in fondo a sinistra e poi ancora a sinistra per salutare il bel busto di Giuseppe esiliato…ma fiero.
Oddio la Menghi s’è svegliata!!!!!!!!!!!! L’ultima volta che l’ho sentita ce l’aveva ancora con Meschini. Bentornata!!!
@ Filippo Davoli
Mi da la sua e mail gentilmente? Volevo chiederle una cosa privata. Grazie
..ancora un poco di storia …
http://it.wikipedia.org/wiki/Massoneria#Repressioni
A Davoli ricordo che durante la mia esperienza di assessore coprì temporaneamente la lapide a Vittorio Emanuele II con la cosiddetta “lapide dinamica” dove si proiettavano immagini della Città del passato e di vita quotidiana. Alcuni apprezzarono l’iniziativa e altri no, ma fu un esperimento a mio avviso molto interessante. Per quanto riguarda l’ipotesi di interveto ripristinando l’antico orologio ebbi già modo di sottolineare che sarebbe un intervento improprio in quanto proporrebbe un falso non essendo in nostro possesso l’orologio dell’epoca (se non in qualche elemento che però non consente di ricostruire l’orologio originale) . Quindi sarebbe più corretto, se proprio si vuole mettere l’orologio sulla torre civica, prevedere un intervento proponendo un orologio che utilizzi il linguaggio attuale e che magari richiami la memoria a quello del passato dando così un valore aggiunto alla torre civica che non può certo dare un’operazione di ripristino che sarebbe invece “un imbroglio” o meglio un invenzione estemporanea.
@ Marchiori
Per i materiale e la tecnica niente di più facile che informarsi.
Per i riferimenti, diretti o indiretti, dal bozzetto apparso sulla stampa non mi sembra che compaia nulla di strano.
Ho posto l’accento su “Libertà, Ugualianza, Fratellanza” poichè dovrebbero essere questi i punti cardini su cui si fonda una Democrazia.
Se qualcuno trova che siano parole sconvenienti allora, credo, dovrebbe essere coerente e chiedere, a voce alta, che si interrompano tutti i rapporti con la Francia, visto che quella frase è ufficialmente il motto francese….
Credo che sia riduttivo, oltre che stupidamente ottuso, dire “questa proposta viene dai massoni” in quanto, almeno fino ad oggi, non mi sembra che ufficialmente la massoneria (locale o nazionale) ci abbia messo bocca, visto che è un’iniziativa privata.
Però, siccome, quindi c’è un iscritto alla massoneria ecco che automaticamente deve essere tutto riconducibile alla massoneria…..
Ma sulla polemica sulla Statua a Matteo Ricci (polemica, lo ricordiamo, strtumentalmetne accesa e rinvigorita dal vescovo) nessuno mi sembra abbia mai fatto la stupida similitudine siccome interessa al vescovo allora vescovo=opus dei=ior=calvi=p2, cosa che invece qui si tenta di fare….
@ Munafò
Caro Placido, ti ringrazio per la delucidazione critica a riguardo dell’orologio. Mi piacerebbe molto approfondire il discorso davanti a un caffè: ci vediamo?
@ Cerasi
Caro Gianfranco, davvero hai scoperto oggi che la Massoneria sta alla base della Rivoluzione francese (come peraltro del Risorgimento italiano)?
@ MF
Mi scriva pure a filippo.davoli@gmail.com
Forse si perde di vista il valore ed i valori che la statua rappresenta, ovvero i 150 dell’Unità d’Italia. Se la statua fosse stata promossa, pagata ed offerta da… che ne so… la bocciofila…? Oppure il circolo Caccia e Pesca…?
Avreste sollevato tutto stò casino?
A prescindere dal valutare chi paga (e sicuramente se è bella o brutta)… ricordatevi che tanto, l’Italia, l’hanno fatta i Massoni: Garibaldi, Bixio, Cavour, etc… a quel tempo, lo erano tutti 🙂
@Munafù “la cultura è come la marmellata, meno ne hai, più ne spandi…”
Quello che mi fa pensare è che gente anomima e poco significativa come “maceratese scorbutico” critica solo perché non ha altro da dire, di proprio ovviamente , e lo fa in anonimato perché si vergogna di svelarsi. Credo di aver sprecato troppo del mio tempo per rispondere a persone di questo tipo. Buona giornata maceratese scorbutico è scriva bene i nomi perché il mio è autentico e non inventato.
Ti incontro volentieri Filippo, conattami e organiziamo
[critiche via internet ON]
@Munafù = la politica maceratese al passato remoto 🙂
Cosa ci fa del mio nome, mi viene a fare le poste sotto casa?
Oppure pensa di potermi in qualche modo ostacolare nella vita di tutti i giorni utilizzando amicizie ed inciuci, in perfetto stile 1° repubblica…?
Faccia tesoro delle critiche e tenda di più l’orecchio verso la voce che viene dal basso e che mormora scontenta delle persone come lei che, di questa città hanno fatto un luogo desolato e povero.
Citare la città di Maria fa comodo he…? Quand’è che si è andato a confessare l’ultima volta? 🙂
Suvvia… da personaggio pubblico quale auspica essere, satira e critiche sono d’obbligo. Il suo ego dovrebbe nutrirsi anche di queste cose, prenda spunto da chi è più popolare di lei.
[critiche via internet OFF]
Torniamo all’argomento… qualcuno mi sa indicare dove trovare maggiori info sulla statua incriminata? chi l’ha concepita? in che materiale sarebbe fatta? e soprattutto… come mai la scelta di P.zza Mazzini?
Scorbuticamente vostro,
Maceratese “anonimo” Scorbutico
@ Filippo
Visto che il motto ufficialer della Francia è tutt’ora quello cosa devo pensare?
Che in Francia è una nazione interamente massonica visto che, dopo più di 200 anni, ancora usa quel motto?? Non credo.
Vede maceratese scorbutico il suo livore e rabbia, tipico di chi avrebbe voluto fare qualcosa nella vita e probabilmente non ne è stato in grado di farla ,non mi irrita affatto anzi, figuriamoci poi perdere tempo ad appostarmi sotto casa sua, o chiamare i poterei forìti che forse lei conosce perché a me sono sconosciuti, non mi interessa afafto. Lei caro maceratese scorbutico non portà mai comprende la mia citazione di Macerata città di Maria fatta da una persona come me che è atea, così come non potrà mai comprendere, ma questo è un problema suo, che io potrei pur essere come dice lei la figura di un politic del passato , ma sono stato un politico oniosto e corretto, valori questi che forse non risece a comprendere perchè non sa concepire che c’è chi si è impegnato in politica senza cheidere nulla. Un ultimo appunto non ho e non ho avuto bisogno della politica per realizzarmi il mio lavoro e le mie capacità me lo hanno permesso indipendentemenet dalal polittica. Non se la prenda, ma volevo conosce il suo nome di cui tanto pare si vergona, perchè sono abituato a parlare in faccia alla gente senza nascondermi. Buona serata e stia più sereno e quando prenderà il coraggio a due mani e se la sentirà di scambiare due parole con me, sono a sua disposizione mi sono sempre messo a disposizione di chi può evere dei problemi per dargli una mano disinteressata.
@Munafù
se si’ forte…! 🙂 infatti non l’ho capita solo io la citazio’ sulla Civitas Mariae, ma non l’ha capito proprio gnisciù 🙂
Oh, e volemo parlà de quando dici “senza chiedere nulla”…?
Si proprio forte Munafù 🙂
PS: ma non eri detto che non perdevi più tempo a risponde? Speravo de esseme liberato per sempre… e invece… come lu batterio killer… a ritorni de soppiattu! 🙂
Carissimo Maceratese Scorbutico per quanto riguarda la citazione ti rispondo con le tue stesse parole la cultura è come la marmellata si spalma quando ce ne poca, ma se non c’è affatto non si spalma niente!! Non te la prendere se non riesci a comprendere il perché della citazione sulla Città di Maria, non ti sforzare più di tanto non ha importanza, ora pensa con tranqullità a quanto ti ho detto: se vuoi scambio volentieri due parole con te, mi piace e non mi pesa venire incontro disinteressatamente a chi potrebbe avere dei problemi, non fare complimenti pensaci e goditi questa spendida serata di quasi inizio estate.
@Goffredo Mameli
…pardon “STRINGIAMCI A COORTE” e non stringiamoci a corte!
Ma se proprio ci vogliamo stringere a corte, Vi aspetto da Pierino…offro una camomilla a tutti!!!!!!!!!!
sulla motivazione:
da non cattolica posso accettare, per rispetto delle tradizioni e dei valori cristiani, che Macerata “con delibera del consiglio comunale” sia Città di Maria… mi sorprende e un po’ mi preoccupa che si voglia interpretare questa delibera come divieto implicito a rapprersentare qualsiasi pensiero diverso o anche antagonista a quello cattolico.
Sulla facciata del Comune, molto vicina all’immagine di Maria, c’è anche la lapide all’eretico (e massone?) Giordano Bruno “che non deve né vuole pentirsi e non ha di che pentirsi né ha materia di pentimento, e non sa di che cosa debba pentirsi”.
Non mi sembra che si sia mai gridato allo scandalo!
saluti laici
marta massetani
Se la statua è a spese dei proponenti e non presenta segni massonici, credo che si possa accettare dopo l’approvazione dei tecnici comunali.
Io credo che il dibattito si debba incentrare su come la cultura contemporanea debba relazionarsi con la società contemporanea.
Innanzi tutto all’interno di ogni giunta Comunale ci dovrebbero essere delle figure intellettuali, attente, sensibili e con uno sguardo illuminato, che sappiano cogliere il fermento culturale internazionale per poi dare delle indicazioni nelle realtà locali.
Secondo me le operazioni artistico/culturali pubbliche sono di fondamentale importanza per lo sviluppo di una buona urbanistica (intesa come scienza che studia il territorio antropizzato).
Ma questo ragionamento è profondamente distante dal significato che si sta dando all’arte pubblica (in gran parte del nostro paese), intesa come “abbellimento” delle piazze, “celebrazione” di qualche lobby o “rivendicazione” di qualche religione.
L’Italia è uno stato democratico, laico e nella storia è stata sempre riconosciuta come luogo di grandissimo fermento artistico.
Questo è quello che conta, al di là della committenza.
Oggi l’arte “contemporanea” è scardinata da ogni forma di potere, non è più “celebrazione del potere”.
Quindi il problema di questa “ANSIA DA STATUA” si può risolvere soltanto introducendo delle persone con stimoli culturali contemporanei validi all’interno delle amministrazioni: in questa maniera l’arte entrerà positivamente nel tessuto sociale e nella struttura urbana della città.
due stupidate in estrema semplicità:
1) a macerata, la civitas mariae, abbiamo un elenco di vie, viali e piazze intitolate ai più noti massoni d’italia (mazzini, garibaldi, vittorio emanuele, i frantelli pantaleoni), una via – via gramsci – intitolata ad un marxista, di dubbia fede democratica ma di certa tradizione anticlericale, un corso che è stato intitolato a giordano bruno (ora corso matteotti). ci vantiamo nelle nostre guide turistiche d’avere una torre del boia.
Dobbiamo forse cambiare loro i nomi, scegliendo santi e papi?
2) il riferimento massonico a libertà fratellanza ed uguaglianza da mettere sulla statua – se di riferimento massonico si tratta – non solo è presente in tutte le costituzioni democratiche (una volta si sarebbe detto essere un elemento riconosciuto dalle nazioni civili), ma è più che compatibile con l’essere civitas mariae. O forse la dedica alla madonna ci redne più o meno fratelli, tolleranti ed uguali rispetto agli altri?
detto questo, pur guardando con simpatie al bozzetto, una statua alta quattro metri al centro di piazza mazzini sembra una mostruosità.
Mi piace il commento qui sopra di Adrien Macry. Se proprio si deve dare un’occhiata alla Storia – in relazione alle opere d’arte, ‘ché sennò non si finisce più – al di là della committenza di potere (che peraltro era anche una fonte di foraggiamento…) va ricordato che molto spesso – e ben prima dell’epoca delle committenze – l’opera d’arte (sia essa un monumento o una cattedrale o un dipinto) aveva soprattutto una valenza sociale: civica. La città, cioè, si dotava di un prodotto bello che significasse il suo livello di civiltà. E anche di potere. Per questo – all’unisono con fior di critici e storici dell’arte – ritengo l’invenzione del museo il sinonimo pratico del cimitero dell’arte. Un’opera, privata del luogo in cui è nata e vissuta (e per il quale è stata creata), perde per così dire il respiro, si snatura, si sterilizza. Il museo diventa il peggior sistema di neutralizzazione della portata sempre rivoluzionaria dell’opera d’arte.
In questo senso, un Comune non dovrebbe avere il solo ruolo di stilare un referto che permette a un’opera di spuntare in un luogo del proprio territorio, ma proprio concorrere fattivamente all’abbellimento delle proprie piazze, vie, quartieri. Noi purtroppo ci troviamo a vivere nel pieno di una decadenza molto seria: se il Medioevo era un’epoca di transizione – ma in salita – la nostra è di transizione ma verso la dissoulzione. Mancano gli aneliti ideali di popolo, una classe di intellettuali egoista e irresponsabile ha progressivamente allontanato l’arte dalla gente, facendone una bolla a sé per uso e consumo di specialisti.
Tornando dall’empireo teorico alla nostra quotidianità, se la statua ha un qualche substrato ideale rintracciabile tra la nostra gente, ben venga la sua edificazione in città. Magari non in Piazza Mazzini, perché è bellissima così com’è e davvero non si capisce (o meglio, si può capire benissimo, invece) a chi può dar fastidio il suo magnifico spazio vuoto, così evocativo dell’agorà in cui circola il vento della parola e ci si può incontrare, parlare, confrontarsi.
Ma si faccia, questa statua, che tra l’altro ha pure la sua committenza privata e non va a pesare sulle tasche della cittadinanza. Se presenta simboli massonici, ci ricorderemo meglio che la massoneria esiste ancora, che non è una bufala, e che in città ha un suo peso.
Spero tanto che l’Amministrazione Comunale si esprima positivamente, in modo laico e democratico, indicando la piazza dove collocare la statua, commemorativa dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che sia capace di far risaltare e mettere in evidenza il suo forte significato rappresentativo, evocativo e simbolico.
Va sottolineato anzitutto una questione ovvia, ma non scontata, che questa scultura è un’opera moderna, quindi non un’opera che segue i canoni classici. Per intenderci, un’opera moderna, sia essa scultura, pittura o architettura, ha sempre necessità di strumenti di aiuto al giudizio, perché non è di immediata comprensione e quindi non è costruttivo farsi influenzare nella scelta da argomenti che nulla hanno a che fare con la statua in questione. Non poterla realizzare a Macerata significa per la città perdere una grande opportunità di avere una moderna opera d’arte di rara bellezza stilistica, realizzata da un noto e bravo scultore locale, che ha come unico fine quello ricordare i principi fondativi dell’Unità d’Italia: libertà , uguaglianza e fratellanza.
Moderna significa che non è una statua dove l’artista rappresenta fedelmente e fisicamente una persona, come riuscivano il genio di Michelangelo o del Caravaggio, in grado addirittura di migliorare l’espressività dei soggetti, che sembravano quasi parlare per il loro realismo.
Moderna significa che vengono messi in risalto solo alcuni simbolismi del soggetto, e qui “l’essere umano che si avvita in una spirale che tende verso l’alto” è senza dubbio il simbolo che meglio rappresenta “la tensione umana al miglioramento ed all’ideale”.
Mi permetto di dare un modesto suggerimento: la statua non va addossata ad un muro, così si può osservare a tutto tondo, girando attorno al luogo dove verrà posta. Qui ci si potrà sorprendere delle varie angolazioni che rendono la scultura spesso diversa, e mostrando più attenzione si notano dei particolari e simbolismi devono far pensare e riflettere l’osservatore.
Sono sicuro che i Consiglieri Comunali sosterrano in modo convinto questa scelta. Poi saranno gli anni a giudicarla, ma di sicuro ci sarà sempre qualcuno che criticherà, perché non è stato aiutato o piuttosto educato, ad un giudizio.
NOn sono d’accordo in nulla con Anna Menghi. L’identità cattolica appartiene ad una parte della cittadinanza, che ha il diritto di rivendicarla tanto quanto ogni altro gruppo ha il diritto di rivendicare la propria identità. Affermare che in quanto “Città di Maria” Macerata non può essere anche una città di qualunque altro credo (purché, ovviamente, non illegale, razzista o violento) è lo stesso che negare la multiculturalità di una città: è un discorso da talebani. La città, signora Menghi, appartiene a tutti i suoi cittadini!
Che poi Macerata sia afflitta dalla presenza di una spaventosa congerie di brutti monumenti, è un’altra faccenda: dal “monetone” di via Roma alla ferraglia arrugginita dei giardini Diaz, al triangolo di piazza Pizzarello ai tubi di porta San Giuliano, c’è solo l’imbarazzo della scelta…
Un’altra cosa: Massoneria non significa solo P2, Gelli, Berlusconi e traffichini (o trafficoni) vari, nella solita tradizione del recente malaffare italico. La tradizione massonica europea ha alimentato ideali di giustizia sociale, uguaglianza, promozione della cultura che sono alla base della crescita della stessa idea di Europa.
Oltre ai nomi già fatti, da amante della grande musica, mi piace citare due immensi musicisti come Mozart e Haydn, per esempio.