di Giancarlo Liuti
M’incontro con uno dei tanti esponenti della politica maceratese che non tollerano i commenti dei lettori pubblicati da Cronache Maceratesi in calce agli articoli. Dice: “Oggi ne ho letto uno. C’è scritto, figuriamoci, che io penso solo alle poltrone. E chi è questo calunniatore che si nasconde dietro uno pseudonimo? E come si permette? Un mio collega, tempo fa, è stato accusato di avere interessi in faccende societarie e professionali. Veri, intendiamoci, ma onesti, puliti. Eppure, sotto sotto, quante pesanti allusioni! E già immagino cosa accadrà da adesso fino alle elezioni provinciali. Fango, gogna mediatica! Dov’è finito, vivaddio, il rispetto per le cariche istituzionali e per chi le rappresenta?”
E’ arrabbiatissimo, cerco di calmarlo: “Vede, signore, sono anni ormai che la carta stampata dedica intere pagine alle lettere dei lettori, molto spesso firmate con nomi di fantasia. E quasi ogni giorno compaiono i risultati di sondaggi d’opinione che esprimono anch’essi tendenze, orientamenti e giudizi di persone senza volto. E non si contano, nei telegiornali e nei talk show, le interviste a passanti presi a caso, senza chiedergli la carta d’identità. E grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie dell’informazione, i quotidiani online danno sfogo in tempo reale ai pareri della gente su qualsiasi vicenda. E i social network – pensi a “Facebook”, coi suoi cinquecento milioni di aderenti in tutto il mondo – portano insistentemente alla luce quel grande fiume di idee, sentimenti ed emozioni che prima scorreva sotto terra alimentato dai mugugni e dalle chiacchiere da bar. Per non dire, infine della rivoluzione di “Wikileaks”, che sta mettendo in crisi il dogma plurisecolare del Segreto di Stato”.
Lui: “E con questo?”
Io: “Cronache Maceratesi è per l’appunto un giornale che si propone, anche nei commenti, di favorire un rapporto sempre più diretto, spontaneo e immediato fra chi è governato e chi governa”.
Lui: “Sarà, ma io non sono affatto d’accordo con questa smania di mettere tutto in piazza. Come nella vita in generale, anche nel dibattito politico ci vuole riflessione, decoro, senso della misura, buona creanza. Su, non prendiamoci in giro. In questo giornale mi è capitato di leggere commenti da brivido”.
Io: “Da brivido? Non esageri, signore. Asprezza nei toni? Eccessi polemici? Inesattezze? Può darsi, ma intanto va detto che non ci sono espressioni a rischio di codice penale, perché esse, se arrivano, vengono cestinate alla fonte. Una precauzione che invece manca, per esempio, nelle risse politiche di alcuni programmi televisivi, con urli, insulti e oltraggi, quelli sì da brivido, che non di rado finiscono in querele per diffamazione. Se questo è il linguaggio dei politici, perché lamentarsi del linguaggio, fra l’altro meno incivile, di coloro che politici non sono?”
Lui: “Ma in noi c’è la passione, c’è la foga di un’appartenenza, di un’ideologia, di una fede.. Dall’altra parte, invece, solo una valanga di sgangherati pettegolezzi da comari”.
Io: “Dall’altra parte, lei dice. E quale sarebbe?”
Lui: “Il volgo, la plebe. Intendiamoci, io non ce l’ho col popolo. Anzi, è stato proprio il popolo a farmi salire dove sono. E gliene sono grato. Ma, insomma, a ognuno il suo mestiere. Ci sarà pure una logica se nei cantieri si espone un cartello che dice ‘vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori’. E allora, se la politica è un lavoro, forse il più difficile di tutti, non vedo perché dovrebbero entrarci anche i non addetti, il cui unico scopo è di far confusione e seminare sospetti”.
Io: “Ho capito. La politica, secondo lei, è roba dei politici, è il loro mestiere. E quale sarebbe, invece, il mestiere del cosiddetto uomo della strada, ossia della stragrande maggioranza dei cittadini? Solo andare a votare? O anche sapere ciò che fanno gli eletti, giudicarne le scelte e i comportamenti, schierarsi, discutere, prendere posizione? Cioè, in una parola, partecipare?”.
Lui: “Per questo ci sono i partiti, i congressi, le assemblee, le associazioni”.
Io: “C’erano, una volta. Ma adesso? Vattelappesca. Le cause? Tante, inutile discuterne qui. Sta di fatto che la forza coesiva di quelle sedi e di quelle occasioni è venuta meno. Provi a convocare una qualsiasi riunione, se ci vengono in venti è già un successo. Del resto è pure colpa vostra, che vi siete rinchiusi nelle vostre stanze e quel che combinate non lo fate sapere se non quando è fatto e, dopo, neanche vi prendete la briga di spiegarne le ragioni. Adesso, signore, questo mestiere o, meglio, questo diritto l’uomo della strada lo esercita in modo individuale, in prima persona, alzando, in pubblico, la sua voce al singolare. Fino a qualche tempo fa gli mancavano i mezzi, gli strumenti. Oggi ci sono, basta un computer. E Cronache Maceratesi li mette a disposizione”.
Lui: “Complimenti! Se tutti parlano a ruota libera, se tutti dicono quel che gli pare, se tutti mettono bocca, se tutti sputano sentenze perfino su argomenti che non conoscono, lo sa lei come si chiama questo bel sistema? L’ha detto chiaro e tondo il presidente del consiglio, si chiama casino!”
Io: “Ecco una brutta parola, lei che si lamenta delle brutte parole altrui. Sia serio, la cambi, la sostituisca con una parola migliore: democrazia. Non crede che quanto più si moltiplicano le occasioni di partecipazione popolare tanto più cresce e si afferma lo spirito della democrazia?”
Lui: “Se la democrazia sarebbe che tutti comandano e nessuno ubbidisce, sa qual è il risultato? Una totale anarchia”.
Io: “Posso capire che voi politici siate sorpresi dalla novità di questo più libero rapporto con la gente. Essendo un cambiamento di vecchie e condivise abitudini, è naturale che provochi nostalgie, arroccamenti nel passato, istinti di conservazione, reazioni animose. Ma la risposta giusta non è, mi creda, auspicare censure, minacciare vendette, mettere il chiavistello alle porte oltre le quali si affaccia il futuro”.
Lui: “Cosa dovremmo fare noi politici? Rassegnarci? Sottoporci di buon grado a questo sgangherato stillicidio di accuse?”
Io: “No, signore. Dovreste accettare le regole del gioco, raccogliere la sfida, diventare gente fra la gente”.
Lui: “Ma come?”
Io: “Semplice: commentare i commenti. Cronache Maceratesi non aspetta altro”.
Lui: “Lei mi chiede troppo. E, poi, farli commentare da chi?”
Io: “Da voi stessi, dai vostri sostenitori, dai vostri simpatizzanti. Avrete pure le vostre ragioni, no?”
Lui: “Se è per questo, ne abbiamo a bizzeffe”.
Io: “Lo vede?”
Lui: “Accidenti, me lo dovevo immaginare. Discutere con lei è come fare a cappellate coi passeri. E va bene, dai e dai mi ha quasi convinto. D’accordo, ci penseremo”.
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Senso della misura, decoro, buona creanza???! Non mi pare che ultimamente i politici abbiano praticato questo, semmai è esattamente il contrario. Quotidianamente assistiamo sempre più amareggiati e a volte rassegnati all’indegno teatrino messo in atto da mestieranti della politica e dalla loro variegata corte di maneggioni, pupari, amici, amici degli amici,nani e ballerine, a Rome come in provincia, gente che considera il cittadino alla stregua di un suddito che deve stare al suo posto, col capo chino al cospetto del potere. Ma il cittadino a giorni assumerà il ruolo di elettore e quindi questa gente lo verrà a cercare perchè adesso, e solo adesso, gli serve per rimanere su quelle poltrone o per tentare di arrivarci. Poi, tra un mese, le cose torneranno come prima. Il cittadino, perso il suo ruolo di elettore tornerà nell’anonimato a rivestire il posto che gli spetta e cioe’ quello di lavoratore, di contribuente, di studente, di pensionato, di casalinga, oguno occupato nel proprio compito, nettamente distinto, e separato, da coloro che occuperanno quelle poltrone e che per i prossimi 5 anni non dovranno più avere a che fare con quella gente, come dice l’anonimo interlocutore di Liuti. Ma quella gente rappresenta la società civile e il tempo delle suppliche al potere è finito ed è ora di alzare la testa anche per mandare questa gente a lavorare, cosa che molti non hanno mai fatto. Che vengano a bussare alle nostre porte, magari per parlare di programmi (di cui ancora non v’è traccia). Li aspettiamo!
P.s.: i candidati sono invitati a commentare.
Lugi Verdecchia (così che non si dica che ci si nasconde dietro un alias)
Lo sappiamo che, per la gran parte dei politici, siamo utili idioti, buoni soltanto per dare loro il voto quando ce lo chiedono e alle loro condizioni.
Si capisce da come ci trattano.
“Per questo ci sono i partiti, i congressi, le assemblee, le associazioni”, le ha detto il suo interlocutore?
In alcuni anni di militanza di partito a me, personalmente, non è mai capitato di essere messo in condizione di VOTARE su niente; anche quando c’erano mozioni congressuali diverse avevano già provveduto a spartirsi i delegati a tavolino. Questo mi è successo in tre partiti diversi, non mi si venga a dire che sono stato sfortunato o che è stato un caso eccezionale.
Qualche esempio generale? Alle elezioni del segretario regionale del PD il candidato era unico per tutte e tre le mozioni. Quando l’UDC, a livello nazionale, scelse di rompere l’alleanza con Berlusconi, ricordo che fu detto senza mezzi termini, agli eventuali dissidenti, di togliere il disturbo e di uscire da quel partito. Nel partito di Berlusconi e nella Lega Nord i contrasti sono solo sotterranei e legati a beghe di potere, sono due partiti in cui è reato di lesa maestà anche solo mettere in discussione tanto il leader, quanto la linea politica. I mal di pancia dei militanti marchigiani del partito di Di Pietro, anche in occasione delle regionali dello scorso anno, sono cosa pubblicamente nota.
Chi comanda, nei partiti, fa quel che gli pare: le regole le stabilisce a suo comodo, quando non è così le applica o le stravolge in funzione dei suoi interessi. Se si pensa che il popolo sia “plebe”, tanto vale evitare direttamente di andare alle elezioni: non facciamole per niente, torniamo alla monarchia assoluta o a quel sistema oligarchico che, per secoli, è stato applicato negli stati italiani. Non siamo tutti idioti, e la gran parte dei nostri politici non può vantare, al di là della capacità di intrallazzo, alcuna capacità significativa. E’ gente spesso neanche laureata, che a scuola andava male, che al di fuori della politica non ha mai combinato niente, né nel mondo della scuola né in quello del lavoro.
Vogliamo andare a vedere i curriculum dei politici degli altri paesi? Cominciamo dai primi ministri. In Gran Bretagna, Blair, Brown e Cameron sono tutti usciti da università prestigiose, avrebbero potuto intraprendere carriere brillanti anche al di fuori della politica e, per qualche tempo, l’hanno anche fatto. La Merkel era una professoressa universitaria di fisica; prima di lei, Schroeder era uno che, pur venendo da una famiglia povera, si era preso la laurea in legge. Chirac, Juppé, Jospin, tanto per fare qualche nome, tutti usciti dall’ENA. Sia Clinton sia la moglie si laurearono brillantemente in legge, e Clinton vinse anche una delle prestigiose borse di studio Fulbright per studuare in Gran Bretagna. Di esempi del genere ce ne sarebbero a iosa.
I soldi e il potere si possono ottenere con l’intrigo e con il tradiamento. Il rispetto, cari politici che siete sempre lì, alla testa dei vostri partitini e sempre meno stimati, che spesso brigate lucrosi incarichi in virtù dei vostri agganci e non delle vostre dubbie, quando non del tutto inesistenti, capacità, bisogna meritarselo; la considerazione bisogna guadagnarsela e sapersela conservare.
Quando la si pretende per grazia di Dio, o come prerogativa annessa al potere che si detiene, dura solo finché il potere lo si ha.
Ecco l’immagine che noi tutti vogliamo il 15 e 16 Maggio 2011:
http://img809.imageshack.us/i/capponipres.jpg/
Oggi c’è la partita del cuore ed era a tema.
NB: Aspetto il commento di Pettinari… ^^
Mi chiedo anche su cosa si fondi questa pretesa di gran parte dei politici non solo di non essere contestati, ma persino di essere “rispettati”, considerato che non mi sembra che l’Italia sia, a tutti i livelli, un paese particolarmente ben amministrato (caso mai il contrario), che loro spesso sono i primi a non rispettare il merito nello scegliersi collaboratori e dirigenti pubblici e che ogni giorno cambiano bandiera dall’oggi al domani o accettano qualsiasi compromesso per il potere, dando l’impressione che, per una poltrona, passerebbero sopra a qualsiasi cosa. Per cosa dovrebbero essere rispettati? Per le capacità amministrative? Per le capacità che hanno dimostrato in ambiti diversi dalla politica? Per la rettitudine? Per la coerenza? Insomma, per tutto quello che, troppo spesso, dimostrano di non possedere, se non in minima parte?
Oltretutto, di che si lamentano? Nei partiti le candidature vengono scelte dall’alto e gli iscritti non hanno alcuna possibilità di influire. Alle politiche le preferenze sono state abolite. Alle provinciali si è obbligati a scegliere il candidato che il partito presenta nel collegio e il partito abbinato al candidato alla presidenza. Alle regionali fino alla volta scorsa c’era il “listino” in cui si potevano imbucare quelli che dovevano, o volevano, essere eletti per forza (e in molte regioni c’è ancora; è nel listino che è stata eletta quel genio della Minetti). Le preferenze ci sono solo per le regionali e le comunali, e neanche dovunque.
Dobbiamo subirli, ci tocca votarli, e non possiamo neppure permetterci di dire una parola perché sennò manchiamo loro di rispetto?
Spero che sia un dialogo inventato sul tipo di quelli di Leopardi, altrimenti ci sarebbe da ridere solo per non mettersi a piangere…
Caro Stefano
Il dialogo è inventato ma si riferisce ad una serie di fatti accaduti veramente. La possibilità di commentare gli articoli non va giù alla maggior parte dei politici, alcuni lo dichiarano apertamente altri in maniera subdola. Di sicuro la linea di Cronache Maceratesi, universalmente accettata in tutto il mondo di internet, non cambierà.
Non ho consigliato né io, né il medico a questi 5 di candidarsi. Se si vogliono mettere in gioco dovrebbero accettare pure le critiche, fa parte del “mestiere”…
Caro Direttore, caro Liuti, altroché accaduti realmente.
La stessa sottoscritta ha ricevuto per interposta persona, minacce di querela da un politico l’estate scorsa….dille che se continua così, si becca una querela… ( a cui ho risposto direttamente, affrontandolo apertamente subito, e tanto è bastato ” a capirsi” da distorglierlo dal suo proposito) dopodichè, ” a tal propositamente e infattamente”, mi sono intimorita così tanto da azzittirmi ancora oggi:))))
Si vede che il mio politico, si è scordato le letture giovanili, Gramsci, ” Odio gli indifferenti”.
Hè, cara CM, i nostri Cetto La Qualunque ” Il dialogo ci sarà, ma dopo le elezioni” …”fatte i ca…tòi!”
Quanto mi piacerebbe conoscere chi ha messo quei due segni negativi su una testimonianza come la mia, che non è d’opinione politica stavolta, ma di civiltà democratica. Sarà ognuno di un politico/a o solo una/uno che gli piace che la politica va così e si fa così, o uno/una semplicemente scollegato tra dita-cuore-cervello o uno/una che va a votare di solito a stomaco pieno?
A parte qualche sporadico caso (già avvenuto in passato dei soliti 4/5 consiglieri comunali che qui scrivono) sarà estremamente difficile che un politico, soprattutto se politicante navigato e rotto a tutte le esperienze, replichi a qualche intervento: sono probabilmente incapaci, mica sono scemi.
Un contraddittorio scritto, in cui se dici cavolate queste restano a perenne memoria e puoi essere sbeffeggiato, è come la peste…
Soprattuto per quei politicanti (cioè quasi tutti) che nelle loro lunghe carriere hanno detto e fatto tutto (e il contrario di tutto).
Proprio perchè politicanti sanno benissimo che il contraddittorio è pericolosissimo, soprattutto quando non hanno spessore (e quindi verrebbero facilmente colti in castagna) ed hanno preso pacchi di voti per favori e accomodamenti.
Quindi si limiterano a mandare avanti le loro “teste di legno” che prendranno le loro difese.
Si limiteranno a far sapre, a tizio o caio, che sta esagerando, che è il caso che si controli, che è il caso che tenga bassa la polemica, non si sa mai (cioè se non è un atteggiamento omertoso/mafioso poco ci manca)
Cercherano in tutti i modi di evitare interviste su CM a meno che non siano telecomandate (cioè si fanno le domande da soli e si danno delle graziose risposte)
…E seproprio saranno messi alle strette si inventerano un alias per cercare di spargere merd@ su chi li accusa, spesso non a torto.
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A proposito, visto che alcuni dei commentatori di CM sono candidati come si regolerà la testata CM?
“La politica è come un cantiere dove è vietato entrare ai non addetti ai lavori”.Sta di fatto caro politicante che la Costituzione dice che IL POPOLO é SOVRANO,noi siamo i vostri datori di lavoro,noi paghiamo le tasse per permettervi di avere uno stipendio fisso a fine mese,noi siamo coloro che prendono del tempo dalla propia vita per venirvi a votare.Io credo caro politicante che lei sia un altro di quelli di cui il NOSTRO PAESE,la NOSTRA REGIONE,la NOSTRA PROVINCIA ed I NOSTRI COMUNI possono fare di sicuro a meno.Ora se legge,mi commenti pure.
Per quanto mi riguarda in ogni discussione seria bisognerebbe cercare sempre di essere un pò “problematici” e guardare le cose da diversi punti di vista. La provocazione di Liuti, come sempre, è stimolante (avevo capito che non si riferisse ad un vero dialogo) e dovremmo cercare di rendergli merito evitando conclusioni fin troppo facili. Da una parte i politici brutti e cattivi dall’altra noi commentatori liberi e democratici! (non perdete tempo a vedere se sono candidato , escluso) Io sono convinto che uno strumento di informazione e dialogo come CM sia veramente importante specie nella realtà locale e per certo i politici tradizionali (di entrambe le parti) fanno fatica a confrontarsi con questà novità perchè non sono abituati a comunicare (prima di tutto) e poi alla trasparenza e al dialogo. Mi sento di dire però che anche noi lettori e commentatori abbiamo a questo punto i nostri “obblighi” e dovremmo fare il possibile per utilizzare al meglio questa opportunità evitando di replicare (e a volte succede e recentemente mi è sembrato sia successo più spesso) anche qui gli “schemi” del confronto politico “tradizionale” (posizione preconcette, piccoli tentativi di manipolazione , urli piuttosto che ragionamenti, etc.).Insomma non basta essere fuori della politica per evitare i vizi della politica! Detto questo poi l’arena è libera e uno si comporta come vuole ! Ma riflettiamoci sopra..
Caro gradevolissimo-come-sempre Giancarlo Liuti,
al tuo interlocutore fantastico manca in calce solamente il nome e cognome.
Ma una rettificuccia devi concedermela: non è vero (e ho ferma ragione di asserirlo) che i commentatori sono tutti gente del popolo; ossia che tra di essi non c’è già qualcuno dell’entourage di questo o di quello, anche candidato (come nel caso di Marco Ricci, che è anche commentatore di CM e di cui dice qui sopra l’amico Cerasi). In tal senso, la piazza di Cronache Maceratesi è già ed efficacemente uno spaccato attendibile della piazza reale. Con – anche – una sua linea (perché è inevitabile che sia così, se siamo persone e non robottini); ma una linea che trova la sua par condicio reale non tanto nei sondaggi (ricordando quello per le elezioni a sindaco vien facile concludere quanto poco riscontro effettivo trovò nei risultati reali) quanto, appunto, nei commenti dei lettori.
Poi, comunque, il dialogo solleva questioni che spingono a riflettere al di là della contingenza: fino a che punto il clamore di piazza, peraltro democraticissimo, può aiutare la politica ad emanciparsi dall’indegnità? Fino a che punto – mi sono sempre chiesto – il popolo avrebbe all’epoca eletto presidente Sandro Pertini e non invece un Andreotti o un Fanfani? Fino a che punto la voce di piazza risponde alle ragioni del cuore e dell’intelletto più che a quelle della televisione?
Certo: rimane indubitabile che la politica ormai è purtroppo un gioco sporco e avvilente (senza che nel passato sia peraltro stato un gioco per supereroi); così come rimane indubitabile che laddove c’è circolazione della voce, del respiro, c’è sempre – alla fine del laboratorio – un talento che emerge, un genio che spunta, un’idea che si corrobora e si lima fino all’eccellenza.
In conclusione, vorrei dunque ringraziarti per lo stimolo efficacissimo che mi offri al fine di una riflessione meno empatica, su cui prometto di concentrarmi con l’agio di un nascondimento operoso.
Ma benedetta la testata CM. E chiunque, comunque, abbia a cuore la sempre antica e sempre nuova opportunità di confrontarsi.
un esperimento molto sfizioso:
http://www.youtube.com/watch?v=aM-hoBVi5VY
Dopo l’affaire Favia al Comune di Ancona chiedo a qualche candidato IDV della Provincia di Macerata se riesce ad avere una visione politica personale o la stessa è coordinata da qualche onorevole o consigliere/a.
Credevo in un movimento diverso e non così poco democratico.
Si è ricreato un piccolo pdl nel centrosinistra.
Pochi che pensano per tutti.
Attendo fiducioso un risposta vera e non ” coordinata “
@ caspatologico
Chiamala se vuoi… discontinuità.
Apprezzo così tanto Giancarlo Liuti che sono costretto ad accettare l’invito, cercando di spiegare in poche parole le difficoltà che chi è impegnato in politica può, a volte, riscontrare nella logica della discussione immediata (perlomeno ciò vale per me).
Per quanto occorrer possa non mi riconosco nella ricostruzione quasi antropologica dell’ “homus politicus” tratteggiata da Liuti ma lo stereotipo era forse necessario per sintetizzare una miriade di obiezioni al metodo della piazza virtuale e sto al gioco.
Io penso che vi sia libertà di dire tutto e di esprimere la propria opinione (i limiti sono quelli noti, di legge). Penso però che si sia anche liberi di evitare un confronto (o meglio: un metodo di confronto) non sempre e non per tutti praticabile. Ad esempio: come potrei discutere o anche polemizzare con Cerasi, il globetrotter del web, lo spirito immanente di Cronache Maceratesi? Sarei sconfitto in partenza tanta è la dedizione che pone nel commentare tutto ed il contrario di tutto. Naturalmente dico ciò con l’affetto che mi lega a Gianfranco ma la sostanza in parte emerge: non a caso molto spesso le discussioni che si intrecciano, anche appassionanti, sono limitate ad un gruppo di – diciamo così – habitues del commento, numeroso, indubbiamente rappresentativo di diversi modi di vedere le cose, ma non totalitario: e questo è forse un segno di come per molti che non hanno la possibilità di passare tempo sufficiente davanti al computer vi sia una comprensibile difficoltà nell’allacciare dialoghi e contraddittorii. Comunque ogni tanto anche chi scrive è intervenuto e spero di farlo ancora, magari con un ragionamento che presterà il fianco a commenti polemici o critici: cercherò di spiegare perchè vi sono buone ragioni per sostenere il cento sinistra alle prossime elezioni provinciali. Capisco che, al momento, non è un argomento facile ma, come si suol dire, il tempo è galantuomo …
Caro dott. Mandrelli, non vedo l’ora che ci spieghi le buone ragioni per cui votare Pettinari, ( preferisco chiamare le cose per nome, Pettinari ,più che ” il centro sinistra”; non utilizzerei una metonimia, o anche sineddoche in questo caso specifico ,sia perchè la parte non è “il tutto”, sia perchè non ci troviamo a mio avviso, nello stesso “campo semantico”) ma intanto vorrei farle presente, che questa piazza virtuale, se non si fosse accorto, non in una , ma in più occasioni, è tornata utile anche alla tenuta della vostra maggioranza in Comune, vedi caso Suap Giorgini.
Ricordatevene anche di questo, quando non si digeriscono i nostri commenti critici; se ne ricordi anche il Sindaco, di quale spalla esterna abbia potuto godere contro la sua maggioranza, da queste pagine virtuali ma molto reali per il bene di tutti in quel caso…o chissà, nessuno sa, come poteva andare, senza pressione costante e incessante dell’opinione pubblica, che da luglio a ottobre, stava qui a scrivere, a tenere assemblee e dibattiti sotto la porta del Comune, a partecipare ai Consigli comunali che slittavano come bob sul ghiaccio uno via l’altro, mentre voi eravate intenti a studiare le carte, ancora dopo 3 anni. Questo non è un mistero no? Che ci fu una spaccatura traumatica pochi mesi dopo le elezioni comunali e con un quasi isolamento del Sindaco dai suoi di Partito per quella vicenda? Noi, a differenza di quanti lo avevano sostenuto come candidato sindaco e con quel programma, poi messo in discussione su quel punto, non lo abbiamo lasciato solo in quella battaglia.
Qualche volta, anche il raglio dell’asino, può arrivare in cielo.
Cordiali saluti e grazie per essersi sentito di intervenire in questa discussione.