di Gabor Bonifazi
”Capitai a Macerata il giorno appresso la liberazione, tutta la città era imbandierata, non dimenticherò mai quelle scene di gioia, di entusiasmo, un lunghissimo corteo con banda, canti patriottici: m’inquadrai anch’io cantando a squarciagola, rimasi senza voce, ricordo bene. C’era un giovane vicino a me con una voce potente che copriva tutti, non ho mai saputo di che paese era. Percorremmo tutte le vie della città sino a giungere allo Sferisterio; molti oratori di tutti i partiti dicevano parole di fuoco contro l’abominevole fascismo. Terminata la cerimonia si sciolse il corteo”.
Queste impressioni, tratte da ”Autobiografia e memorie” di Alessandro Gabrielli, mio nonno materno, rappresentano una rara testimonianza di un periodo di esaltazione per la riconquistata libertà a Macerata. Un periodo che va dal bombardamento del 3 aprile 1944 all’arrivo simultaneo delle truppe della Nembo, della Banda Niccolò e delle divisioni ”Pino” (Polacchi) e ”Gatto Nero della Regina” (Inglesi) il 30 giugno del 1944. In fondo la città non fu liberata in quanto i tedeschi se ne erano già andati verso Filoltrano.
Sempre dal manoscritto inedito riprendiamo il passo seguente: ”Ecco il famoso bombardamento del 3 aprile 1944. Gli assassini, dopo aver eseguito l’immane tragedia, fecero retrocedere un’altra squadriglia, pronta a terminare la vile e inumana operazione. Dissero. “Macerata ha avuto la sua punizione”, come se la nostra Città fosse il Quartier Generale nemico.Farabutti!! Erano circa le ore 10 del mattino quando incominciò la scorribanda degli aeroplani: ”Casermette”, via Roma, piazza della Vittoria, corso Cavour, mura di Tramontana, ritornando al centro con l’intento di bersagliare la Casa del Fascio. Sbagliarono la mira, andarono distrutti edifici adiacenti. Io ero a lavorare in via Berardi, quando cominciò la musica, cioè lo sganciamento della prima bomba. D’impeto mi vestii e mi riversai per le mura di Tramontana non sapendo di andare incontro alla morte, perché quella era la traiettoria degli aeroplani, scavalcai la siepe con il filo spinato ferendomi alle mani, mi strappai il vestito e persi la chiave di casa; mi scutulai giù a carponi e a testa bassa mentre la squadriglia ci volava sopra. Chiusi gli occhi pensando è finita. Terminata l’incursione mi rialzai e presi a camminare, barcollavo e tremavo per la paura avuta. Traversai i campi fino a raggiungere una gabba, imbucai corso Cavour all’altezza del tornitore. Tutta la via era ricoperta di macerie e cose. Camminando sopra a queste raggiunsi pian piano il portone di casa. Arrivato in cima alle scale entrai e rimasi immobile credendo d’impazzire. Tutto aperto a giorno senza tetto. Nei giorni appresso ci fu l’assalto al deposito del grano, tutti corremmo con ogni mezzo, persino con le casse da morto: facemmo una bella provvista”.
Riprendiamo lo scritto al momento della Liberazione di Macerata: ”…poi arrivarono le truppe amiche, polacche e americane; un comitato preparò vino e panini imbottiti, ma i soldati, bene inquadrati e disciplinati, rifiutarono e proseguirono la marcia trionfale della Liberazione. Gli organizzatori ci rimasero male. Appresso ci fu una dimostrazione con tanto di banda improvvisata e canti patriottici. Così si cominciò a vivere tranquilli”.
Credo che a sessantasei anni dalla Liberazione di Macerata sia giunta l’ora di scrivere una pagina in memoria delle centotrenta vittime del bombardamento e di Scorpecci, il custode del campo sportivo barbaramente trucidato. Chi sa parli!
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Con la scusa dei morti, a seguito del bombardamento di Macerata, a distanza di oltre 60 anni ancora si tenta di riscrivere la storia del bombardamento e della liberazione di Macerata
“…In fondo la città non fu liberata in quanto i tedeschi se ne erano già andati verso Filoltrano…”
I nazisti erano fuggiti proprio a seguito dell’avanzata del fronte… Dovrebbe essere chiaro che se uno fugge in armi chi lo insegue ed arriva in una città (fino a poco prima occupata militarmente dal fuggitivo) la libera…
“…Gli assassini, dopo aver eseguito l’immane tragedia, fecero retrocedere un’altra squadriglia, pronta a terminare la vile e inumana operazione…”
Se da un lato l’aministrazione fa benissimo a ricordare i civili morti nel bombardamento tale tragedia deve essere contestualizzata.
Il bombardamento di Macerata non è minimamente paragonabile ai bombardamenti di Guernica (http://www.cultorweb.com/Picasso/P.html) o alle incursioni aeree dei nazisti sulle città inglesi (o il successuvo bombardamento di Dresda da parte degli alleati)
Non è paragonabile il bombardamento di Macerata con altri bombardamenti durante la guerra poichè nel caso di Guernica, di Londra, Liverpool, Canterbury, Manchester i nazisti consapevolmente decisero di bombardare per ammazzare i civili, per creare il terrore.
Scientemente i nazisti bombardarono, più e più volte, le città con il solo scopo di ammazzare la popolazione; nel caso di Macerata il bombardamento (in cui sbagliarono obiettivi) voleva colpire istallazioni militari: la città di Macerata non venne rasa al suolo come i nazisti (e anche i loro alleati fascisti) fecero in Inghilterra o in Russia.
Questo osceno tentativo di riscrivere la storia, per cercare di far acquisire in tutti i modi, anche indirettamente, “punti” al fascismo (ovviamente quasi “buono”) va rigettato, non fosse altro per il fatto che disonora la morte dei civili maceratesi così come la morte di tutte le vittime civili in tempo di guerra…
Su su, dott. Cerasi non faccia l’eroe del nostro tempo: si segga un momento e beva un bicchier d’acqua, anzi una camomilla, perché Macerata non era neanche Dresda e il racconto continua:
“Il tavolo della cucina sfondato, il piano da 3 cm. di spessore a terra in pezzi, con la farina che Gabriella aveva stacciata la sera innanzi. Il 1° pensiero fu per Eleuteria e Gabriella, questa arrivò ed altre compagne della Mutua. Mentre cercava di mettere un po’ d’ordine, ripresi fiato, insieme a loro, sistemammo un po’ di roba alla meno peggio nascondendoo sotto i letti e sotto le credenze.
Quando loro se ne andarono, rimasi a chiudere alla meglio le porte con dei mattoni, perché le serrature non c’erano più”. Al di là delle sue sicumere e verità riprese da Wikipedia, la informo che mio nonno era anarchico ed antifascista quando non era di moda esserlo.
Nel 1994 è stato celebrato il 50° anniversario del tragico bombardamento su Macerata del 3 aprile 1944, ai quali seguirono altri tre bombardamenti del 2 e del 14 giugno 1944 e dell’11 luglio dello stesso anno. Furono i civili inermi a pagare il più grande sacrificio, in quanto non ebbero la possibilità di difendersi, a differenza dei militari; eccezionale fu l’opera dei soccorritori, oltre ai Vigili del Fuoco, agli addetti dell’Unpa (Unione Nazionale Protezione Antiaerea), ai Vigili Urbani e alla Croce Rossa, anche il clero maceratese e i seminaristi svolsero un’opera preziosa, in occasione della tragedia che costò tante vite umane – ci furono 110 morti, tra le vittime anche donne, anziani e bambini – e causò sofferenze e mutilazioni a molte altre persone.
In tutto si contarono 200 feriti.
Si disse che il bombardamento doveva vendicare i ventisei giovani fucilati a Montalto il 22 marzo, o perfino che servisse a far fuggire i partigiani imprigionati. Ma assai verosimilmente, e più semplicemente, tutto fu dovuto al fatto che il quel periodo il movimento partigiano del maceratese era sottoposto a una forte pressione alla quale bisognava tentare di opporsi, scompaginando il centro politico e militare dal quale essa nasceva.
L’incursione fu un’azione con finalità ESCLUSIVAMENTE MILITARI, progettata in modo da evitare, per quanto possibile, vittime civili: gli obiettivi nella città furono assegnati al bombardamento mirato dei cacciabombardieri, quello delle “CASERMETTE” (lungo la provinciale 77, il complesso poi ospitò la Saram), allora in aperta campagna, ai bombardieri in quota. Le cose però andarono ben diversamente e gli obiettivi furono in parte mancati.
Sino ad allora Macerata aveva vissuto ai margini della guerra, anche se c’erano famiglie in lutto per i loro caduti al fronte; Ancona e Porto Civitanova subivano bombardamenti dei quali si potevano udire i paurosi boati; si sapeva di stragi, fucilazioni e combattimenti in montagna, fra partigiani, tedeschi e fascisti; poi all’improvviso, in venti minuti di schianti di bombe, spari di mitragliatrici e rombo di aerei, che si buttavano in picchiata, la città conobbe il volto più tragico e straziante della guerra, e ne restò annichilita.
Il 3 aprile era una giornata fredda con cielo coperto; era lunedì santo. Alle 8.40 dal campo di aviazione di Biferno erano decollati dodici Martin Baltimores dello Squadron 223 della Royal Air Force; dal campo di Cutella erano partiti 12 Curtiss P-40 Kittyhawks IV dello Squadron 250 e 11 Kittyhawks III dello Squadron 112.
Tutti i Kittyhawks portavano ciascuno una bomba da mille libbre. Gli aerei si avvicinavano volando sul mare a una quindicina di chilometri dalla costa, per poi virare all’altezza di Porto Sant’Elpidio – Porto Civitanova e dirigersi alla volta di Macerata. I Kittyhawks dello Squadron 112, dopo aver girato sulla zona per una decina di minuti alla quota di 2700 metri per aspettare l’arrivo degli altri aerei, verso le 9.45 attaccarono con direzione sud – nord, mitragliando e sganciando le bombe in affondata da una quota di circa 450 metri. Sei apparecchi mirarono al PALZZO DELLA PREFETTURA, cinque alla CASA DEL FASCIO (in piazza Littorio, ora piazza Mazzini).
Subito dopo lo Squadron 250 attaccò con le stesse modalità la CASERMA CASTELFIDARDO (in corso Cavour, ora sede del Palazzo Lanari e del Liceo Classico Leopardi), il palazzo Conti, dove c’era il COMANDO TEDESCO (poi sede del Consorzio agrario, in corso Cavour), il DISTRETTO MILITARE (era nel Palazzo Conventati, in piaggia della Torre) e la caserma CORRIDONI, in viale Trieste.
Infine arrivarono i Baltimores in due formazioni di sei apparecchi ciascuna, che sorvolarono le Casermette a una quota di circa 2400 metri e sganciarono il carico di bombe, che caddero subito all’esterno della caserma parallelamente a tutto il lato sud del perimetro, tra esso e la strada provinciale fino a oltrepassare l’incrocio con via Spalato; altre finirono nei campi fra la strada e la ferrovia, e anche oltre la ferrovia.
Soltanto tre caddero all’interno della recinzione.
I cacciabombardieri centrarono solo uno degli obiettivi, la caserma Castelfidardo. Oltre a quelle in corso Cavour, si ebbero distruzioni in via Santa Maria della Porta, estese dal vicolo della Rota e, sul lato opposto, circa all’altezza dell’albergo Fanfulla (ora Albergo della Piaggia) alla piaggia della Torre e, sempre nella stessa via, all’altezza dello sbocco dell’attuale via Basily.
Altre distruzioni interessarono ambedue i lati di via Padre Matteo Ricci, sino all’incrocio con la piaggia della Torre, in via della Nana e nelle zone vicine di corso Cairoli e di piazza Nazario Sauro.
In via Lauro Rossi, la casa numero 9 fu colpita da una bomba che non esplose.
Una bomba inesplosa fu trovata tra lo spiazzo antistante l’ingresso delle Casermette (ora piazzale gen. Vincenzo Velardi) e il villino Pascucci.
Una vera strage si ebbe in via della Nana, dove l’esplosione investì la gente che correva per raggiungere i campi attraverso la via del Pozzo e coinvolse nei crolli un forno pieno di donne che compravano il pane: i morti furono una quarantina, tra i militari furono 15.
L’Ospedale civico, che, nei giorni precedenti, aveva registrato una media di sette/otto ricoveri, quel giorno ne ebbe 61; le strade che escono da Macerata si riempirono subito di una folla che si allontanava con ogni mezzo.
I partigiani incarcerati nella caserma Corridoni, uno dei quali era stato avvertito da un compagno di prigionia che quel giorno la città sarebbe stata bombardata, riuscirono a fuggire approfittando della confusione.
Anche le distruzioni furono ingenti. Alla data dell’8 maggio 1944, erano state presentate oltre 400 denunce di distruzione o di danneggiamento di abitazioni; i senzatetto furono quasi 1600. L’incursione del 3 aprile non fu la sola: in totale furono distrutti 43 fabbricati, comprendenti 524 vani. Furono danneggiati gravemente 72 fabbricati con 35 vani distrutti, 750 gravemente danneggiati e 198 leggermente danneggiati. Infine 138 fabbricati con 1625 vani risultarono leggermente danneggiati”.
(Tratto dal testo scritto da Giuseppe Federico Ghergo, “Cronaca del 3 aprile 1944”, pubblicato dall’Associazione culturale “Il labirinto” nel 1994; contiene anche due piantine con le zone d’attacco e di caduta delle bombe nell’area urbana maceratese. Altre informazioni sono desunte dal volume “50° anniversario bombardamenti Macerata 1944-1994” realizzato dall’Associazione nazionale vittime civili di guerra, dal Comune di Macerata e dall’Unicef)
I bombardamenti indiscriminati nazifascisti (VOLUTAMENTE contro la popolazione civle) sono stati ben altra cosa.
http://www.libero-news.it/news/483367/Londra_commemora_il_70__dei_bombardamenti_nazisti.html
Renzo De Felice scrisse….”l’Italia e’ stata liberata dall’ultimo tedesco che e’ andato via”
mio padre e’ nato il 23 gennaio del 1944 e l’ospedale di Camerino portava sul tetto una enorme croce rossa ben visibile dall’alto.(ospedale bombardato ovviamente)
in quei giorni i simpatici alleati uccisero sopra 200 bambini in una scuola bresciana.
ne potrei fare altri di esempi per far capire che anche in Italia si bombardava per massacrare civili.la R.A.F. si “esercitava” sui nostri campanili per farne un altro di esempio.
comunque la storia ci dice che dobbiamo essere grati a questi liberatori del menga che ci hanno cosi tenuto in considerazione tanto da riportarci la mafia sia quella militare che quella politica con i risultati degli ultimi 60 anni!contenti voi contenti tutti!!!
@vanucci
Che anche gli alleati sul finire della guerra abbiano bombardato le città, come scelta strategica, per fiaccare la volontà della popolazione (non facendo molte distinzioni tra obiettivi civili e militari) è la scoperta dell’acqua calda.
Ma voler paragonare la scelta militare tedesca di ammazzare i civili (non solo con i bombardamenti) con quanto fecero gli angoalleati mi sembra un paragone fuoriluogo…
Gli “amici” giaponesi di Mussolini affondarono 2 navi ospedale australiane così come gli “amici” tedeschi dei fascisti scelsero, fin dall’inizio della guerra, la strategia di bombardare indiscriminatamente fregandosene altamente se ammazzavano i civili…
Anzi Guernica in Spagna (dove venne massacrata un’intera città di nessuna importanza strategica o militare) fu la prova generale nazista su come l’avizione germanica si sarebbe comportata durante la Seconda guerra Mondiale.
A Londra e Liverpool i nazisti (per settimane e settimane) non bombardarono solo i moli o le istallazioni militari, ma lanciarono bombe ovunque ben sapendo che la distruzione avrebbe colpito i civli… Solo Londra ha avuto TRNTAMILA civili uccisi.
Oppure basti ricordare gli attacchi aerei nazisti sulla Polonia o sull’URSS.
In ultimo la storia ci dice che oggi, senza gli alleati, saremmo stati molto probabilmente una misera colonia nazista.
@cerasi
la storia secondo me invece non ci dice un bel niente,specie quando si hanno posizioni cosi ortodosse come le sue,che al minimo squillare di “allarme fascista” interviene come salvatore di non so cosa.
atteggiamento tipico di una formazione culturale e storica a una sola veduta evidentemente.
il sottoscritto ha avuto la fortuna di strafregarsene di tante ideologie e sopratutto di crescere con i racconti di guerra di una moltitudine di persone (comprese anche umili donne di campagna con figli/mariti ammazzati dai nazisti che pero’ avevano l’odio in corpo per i partigiani,veri responsabili a loro vedere del tragico epilogo).
concordo con lei sulla follia nazista,ci mancherebbe.
concordo con lei che e’ stato un bene abbattere una dittatura(non grazie ai partigiani ovviamente con cui mezza italia ci si riempe la bocca)
concordo con lei con il fatto che siamo diventati veramente liberi?ovvio che no!!!
siamo diventati il modello perfetto per mamma america e compagnia,dove la nostra sovranita’ non e’ mai esistita e lei lo bene a cominciare dalla falsificazione del voto popolare post guerra,passando alle miriadi di stragi di stato e alle scelte economiche e politiche.
il tutto come ripeto con il ritorno di mamma santissima mafia,o no?
il bombardamento di macerata e’ sullo stesso livello di quello nazista tornando al discorso principale,perche’ deve obbiettare pure stavolta?
i risultati sono gli stessi ovvero morte e terrore di civili inermi ….altro che sbaglio di mira.
se gli inglesi e americani volevano salvare il mondo dovevavano e potevano intervenire gia’ in Polonia nel ’39.perche’ non lo hanno fatto?forse perche’ avevano gia’ deciso come e quando spartirsi il mondo?mah, ai posteri la fortuna di scoprirlo.
saluti
@ vannucci
Il suo, maldesto, tentativo di farmi passare come uno con i paraocchi ed i suoi, maldestri, tentativi di passare come uno spirito libero (e quindi, sottointeso, unico che ragiona e dice cose giuste) si scontra, poi, con la sua visione manichea.
Non a caso (pur essendoci tonnellate di documenti,interviste, foto, ecc. che dimostrano il contrario.. al di la di ogni ragionevole dubbio) lei asserisce che i bombardamenti tedeschi e quello avvenuto a Macerata perseguivano lo stesso obiettivo, cioè quello di fare stage di civili…
Non sto a farla tanto lunga: per sbugiardare (con estrema facilità) il suo parallelismo (tra le stragi aereidi civili fatte dai nazisti il bombardamento di Maerata) basterebbe vedere qualche foto post-bombardamento nazista su Londra o Liverpool o su Varsavia e si vederebbe benissimo che gli obiettivi erano in larghissima parte civili mentre su Macerata si è bombardato (male) vicino ad obiettivi militari.
Questo non significa, ovviamente, disconoscere o minimizzare i morti civili maceratesi (o delle altre 100 e più città bombardate dagli alleati)…
Ma volere fare dei parallelismi (come fa lei) tra le stragi di civili nazifasciste (NON solo aeree) e i bombardamenti alleati significa piegare la verità al suo (non oggettivo) punto di vista.
Inoltre quando lei dice che gli inglesi e gli americani potevano intervenire in Polonia nel 1939 e fermare Hitler significa, al di la di ogni raginevole dubbio anche qui, che presumibilmente dovrebbe leggere quache cosa d’altro, oltre il Giornale e Libero
BERLINO – “In Italia, in ogni luogo dove arrivavamo, il tenente ci diceva sempre “cominciate ad ammazzarne un po'”. Io parlavo italiano, avevo compiti speciali”. Conversazione quotidiana tra un caporalmaggiore della Wehrmacht e un suo compagno di prigionia, registrata dai servizi segreti alleati durante la seconda guerra mondiale. Una delle tante. Citando e narrando questi documenti, un libro d’imminente uscita in Germania racconta con la precisa freddezza degli storici una realtà agghiacciante, che i tedeschi del dopoguerra, nelle due Germanie e dopo la riunificazione, avevano amato rimuovere: la Wehrmacht non fu l’esercito implacabile ma “pulito” e cavalleresco. Fu nell’animo collettivo pieno complice sia dell’Olocausto, sia dei crimini di guerra.
“In un villaggio in Russia c’erano partigiani. E’ chiaro che dovevamo fare terra bruciata, uccidemmo donne, bambini, tutto e tutti”, dice un soldato a un altro. Oppure, ricordando l’aggressione alla Polonia: “Bombardavamo e mitragliavamo a volo radente attorno a Poznan, volevamo fare tutto il possibile con le mitragliatrici di bordo. Soldati, civili? La gente non mi faceva pena, ma uccidemmo anche cavalli, per i cavalli fui dispiaciuto fino all’ultimo giorno”.
Diciotto milioni di uomini, 4 uomini tedeschi adulti su 10, servirono nella Wehrmacht. Queste conversazioni di prigionia tra gente comune, non tra nazisti convinti prescelti nelle SS, narrano l’adesione spontanea alla guerra totale hitleriana. Torniamo ai massacri in Italia: “Il tenente ci diceva, ammazzatene venti, così avremo un po’ di pace, alla minima loro sciocchezza via altri cinquanta. Ra-ta-ta-ta con le mitragliatrici, lui urlava, “crepate, maiali”, odiava gli italiani con rabbia”. Anche altrove: “In Caucaso, se uccidevano uno di noi, il tenente non aveva bisogno di impartire ordini. Pistole pronte, donne, bambini, tutto quel che vedevamo, via!”:
Durante la Battaglia aerea d’Inghilterra, affrontare in duello Spitfires e Hurricanes della Royal Air Force non faceva piacere, ma accanirsi sui civili sì. “Avevamo un cannone da 20 mm, volando bassi su Eastbourne abbiamo visto una festa in una villa, abbiamo sparato, ragazze in abito sexy e uomini eleganti schizzavano via nel sangue, amico mio che divertimento!”, si confessano gli ex piloti Baeumer e Greim. Poi c’era il sesso di guerra: “In quella casa a Radom in Polonia”, disse il soldato Wallus, “ci portavano con i camion, ogni donna doveva avere una quindicina di noi ogni ora, ogni due settimane dovevano sostituirle”. Con le partigiane, ancora più duri, ricorda il militare Reimbold: “In Russia prendemmo una spia, le infilzammo i seni con spini, le infilammo la canna del fucile di dietro, poi ce la facemmo. Poi la buttammo giù dal camion, le tirammo granate attorno, figurati, urlava ogni volta che esplodevano vicino!”.
Tratto da: http://www.repubblica.it/esteri/2011/04/04/news/i_racconti_shock_dei_nazisti_che_gioia_uccidere_italiani-14467341/?ref=HREC1-5
@Vannucci:
Gli alleati decisero di intervenire proprio alla luce dell’invasione della Polonia. Semmai esitarono prima di quell’invasione: Nel 1938, infatti, Hitler si era annesso l’Austria, aveva invaso la regione cecoslovacca dei Sudeti, e le principali potenze europee ideologicamente avverse al nazismo (Francia e GB in primis) furono ben liete di non intervenire, ed anzi di sancire il tutto con la Conferenza di Monaco del 1938.
Perché? Perché in larga parte si pensava di poter accontentare Hitler con quelle concessioni territoriali, ma anche perché si riteneva ingiusta la pace punitiva con cui si era chiusa la prima guerra mondiale. La Germania si era annessa l’Austria ed una regione, quella dei Sudeti, dove la maggioranza della popolazione era di lingua tedesca, ed era opinione comune (anche negli USA) che quelle manovre correggessero un assetto ingiusto stabilito 20 anni prima, quando i confini vennero tracciati con poco riguardo della composizione etnico/linguistica delle popolazioni.
Non ultimo, anche gli USA favorirono questa politica di appeasement soprattutto per motivi elettorali; il presidente era Franklin Delano Roosevelt, uno molto attento agli umori del proprio elettorato, ed in quel momento gli USA erano profondamente isolazionisti. Nonostante tutto, Roosevelt già nel 1937 aveva iniziato a preparare gli americani ad un possibile mutamento sulla politica estera USA con il discorso “della quarantena”, in cui sosteneva la necessità di mettere in quarantena quei paesi che minacciavano l’ordine e la pace internazionale (in quel caso si riferiva al Giappone che, dopo aver instaurato nel 1931 nella Manciura un governo fantoccio, aveva attaccato in quell’anno la Cina).
Sicuramente gli alleati capirono tardi la minaccia nazista e fascista (il nostro governo di italiani “brava gente” andò a bombardare gli etiopi con armi chimiche e gas, aggredendo uno stato che non ci aveva fatto nulla, solo per soddisfare gli appetiti di qualche esaltato; poi passò all’invasione dell’Albania e della Grecia, con risultati militari disastrosi). Tuttavia deve anche tener presente che Hitler conquistò la Polonia in 5 settimane e la Francia in 6! In meno di 3 mesi aveva instaurato un dominio che comprendeva tutto l’Europa centrale, orientale e metà di quella occidentale.
Resto poi convinto del fatto che gli “alleati” a cui dovremmo sempre dire grazie siano i sovietici, le cui perdite militari nel secondo conflitto mondiale sono nell’ordine dei 25 milioni, e che furono impegnati sin dal 1941 (per comparazione, lo sbarco in Normandia è del 6 giugno 1944). Ma questo nessuno (o quasi) se lo ricorda…
Non mi sento proprio in dovere di ringraziare i sovietici, che, molti non lo sanno, si spartirono la Polonia con i nazisti, e dopo aver cacciato i tedeschi dai loro confini si mangiarono mezza Europa.
@Luigi: ovviamente mi riferivo al fatto che senza il loro supporto ed il loro sacrificio altissimo in termini di vite umane, con ogni probabilità la Germania non avrebbe perso la seconda guerra mondiale. Che poi siano stati protagonisti di una politica orrenda, crudele ed assassina è fuor di dubbio. Tuttavia la retorica tende spesso a ricordare solo i morti anglo-britannici e mai quelli russi; è facile intervenire dopo 6 anni, con l’Europa distrutta e dopo milioni di morti e prendersi ogni merito.
Tra l’altro i russi la spartizione dell’Europa la fecero anche con gli inglesi; alla conferenza di Mosca del 1944 Stalin e Churchill si passavano i fogliettini con scritti i nomi degli stati e le percentuali vicine; quelle percentuali andavano a definire la quantità di influenza che avrebbero avuto gli occidentali ed i sovietici! Un comportamento che continuò ben oltre la morte di Stalin (perché non si intervenne a sostegno della primavera di Praga e contro l’Armata Rossa, in nome della democrazia, della libertà, e di tutti gli altri valori c.d. occidentali? Perché quei fatti accadevano all’interno della sfera di influenza comunista).
Ad onore del vero bisognerebbe anche aggiungere che, fino a quasi tutto il 1944, l’enorme sacrificio sovietico venne, in larga parte, supportato dagli approvigionamenti americani (armi, mezzi, vettovagliamento, ecc.) senza i quali (e senza i bombardamenti angoamericani sugli impianti industriali tedeschi) la Russia avrebbe avuto molte più difficoltà nel riprendersi dall’invasione nazista.
Che poi, con la “spartizione” dell’Europa nel dopoguerra, nelle rispettive zone di influneza non ci si metteva becco vale anche all’incontrario (Grecia, Spagna, Portogallo) dove i “liberatori” americani non ebbero nulla da dire dei regimi totalitari fascisti (non molto dissimili dai regimi dittatoriali comunisti dell’Est Europa).. Ma questo è un discorso molto esteso e che, con il bombardamento di Macerata, poco c’entra
Non avevo intenti polemici, volevo solo sottolineare che niente è solo bianco o solo nero 🙂
Il 6 Luglio 1944 (cioè dopo che da oltre un mese il fronte si era spostato più a nord), un aereo “Cicogna” tedesco lasciò cadere sopra la città durante una ricognizione notturna, diversi spezzoni esplosivi nelle zone di: Viale Trieste (presso l’Istituto Femminile delle Suore di S.Giuseppe e la caserma “Corridoni” oggi sede degli Uffici Comunali, in Piazza Mazzini e Viale Leopardi facendo 4 vittime.
@ Cerasi mi scusi, lei vorrebbe dire che è stato giusto uccidere qei civili perchè eravamo stati fasciti?
Complimenti
@ Renna
Dove è che io dico che è stato giusto uccidere civili?
@ Cerasi lo scrive qui: Non è paragonabile il bombardamento di Macerata con altri bombardamenti durante la guerra poichè nel caso di Guernica, di Londra, Liverpool, Canterbury, Manchester i nazisti consapevolmente decisero di bombardare per ammazzare i civili, per creare il terrore.
Scientemente i nazisti bombardarono, più e più volte, le città con il solo scopo di ammazzare la popolazione; nel caso di Macerata il bombardamento (in cui sbagliarono obiettivi) voleva colpire istallazioni militari: la città di Macerata non venne rasa al suolo come i nazisti (e anche i loro alleati fascisti) fecero in Inghilterra o in Russia.
è una chiara giustificazione, secondo la mia misera opinione.
@ Renna
Come avevo scritto sopra poi il discorso si allarga a dismisura.
Ma brevemente: oggi con tutta la tecnologia possibile le cosiddette “bombe intelligenti” sono ancora molto stupide poichè capita che, invece colpire obiettivi militari, finiscano per uccidere civili..
Ed oggi abbiamo strumenti di misurazione pressochè perfetti, telecamere sulle bombe, riconsocimento dell’obiettivo da colpire, bombe che vengono indirizzate sull’obiettivo da satelliti, ecc. ecc.
Immagini un pò cosa doveva essere un bombardamento di oltre 60 anni fa quando, da grandi altezze (e senza alcuna possibilità di guidare la bomba sull’obiettivo), si aprivano i portelloni e si sganciavano le bombe (totalmente stupide), dopo che era stato dato l’ok dall’aviatore che aveva l’occhio incollato sul mirino…
Oltre che colpire la fabbrica, il porto, la linea ferroviaria, le caserme, ecc. le bombe cadevano anche fuori bersaglio…
Ed il fuori bersaglio erano strutture civili
Quindi era inevitabile, oltre 60 anni fa, e con tutta l’imprecisione di allora che, ad ogni bombardamento, parte delle bombe finissero per colpèire tutto fuorchè l’obiettivo prefissato…
Nel caso di Macerata, al contrario di come in moltissime occasioni fecero i nazisti, gli obiettivi erano militari e non si è bombardato a casaccio sulla popolazione civile…
E’ stato uno dei tanti bombardamenti finiti male, come altri 100 e 100 ce ne sono stati durante la guerra.
Ma la differenza abissale è che a Macerata non si voleva ammazzare i civili -scegliendo di bombardare le case-, cosa che invece fecero i nazisti a Londra e Liverpool, Canterbury e Varsavia….
Se non si rende conto che a Macerata non “tirarono” sui civili (cosa che allegramente fecero molto spesso i nazifascisti e non solo con gli aerei), ma che l’obiettivi erano tutti militari (tanto che parte vennero colpiti) non è colpa mia.
Continuo però a non capire dove è che io hio scritto che avessero fatto bene ad uccidere i civili poichè fascisti…
@cerasi
scusi il ritardo ma il mio lavoro non mi permette di cazzeggiare in internet durante il giorno.
detto questo accipicchia che reazione!non me l’aspettavo!forse ho colto nel segno…..
e lei sarebbe l’uomo nuovo e democratico?
si rigira sempre i discorsi che poi portano sempre inevitabilmente ai nazi/fascisti…che palle!!!
mi accusa di leggere libero e il giornale.non li leggo e anche fosse?vuol dire che fosse per lei li censurerebbe?
ammazza che liberale!forse glielo avranno gia’ detto in molti ma il suo di modo e’ fascista.
un liberale che pretende che anche gli altri lo siano e’ per l’appunto un fascista(o comunista veda lei)
Fingendo di scusarsi del ritardo da del cazzeggiatore a chi non scrive negi orari in cui scrive lei.. Veramente crede che la sua offesa passi inosservata solo prchè è preceduta da una finta scusa?
Si guarda bene dal replicare e continua allegramente ad offendere (…che palle…) solo perchè altri osano non essere sulla sua lunghezza d’onda che, ovviamente, deve essere l’unica e la sola…
E poi la stoccata finale: da del fascista (o tra parentesi del comunista) al solo scopo di prendere le distanze e di elevarsi, di porsi in un altro livello…
… Già perchè lei vola così alto, ragiona così profondamente, con le sue lucenti parole illumina la mente di noi poveri comuni…Lei che sa tutto, capisce tutto, conosce tutto…
Ed ovviamente solo il suo punto di vista è meritevole di considerazione, di attenzione, di riconoscimento…
Lei da del fascista agli altri, nascondendosi dietro un finto liberalesimo, ben sapendo che l’unico vero fascista è lei.
@ Cerasi da Valcerasa
“La più perversa maniera di nuocere a una causa è difenderla con argomenti errati a bella posta” (Friedrich Nietzsche)
@ Gabor
Mi scusi ma ho fatto le scuole basse e non capisco proprio quello che lei (per interposta persona) vorrebbe dire…