La Provincia di Macerata ha presentato un ricorso al Tar contro il Comune di Morrovalle che ha rilasciato alla società Morrovalle Ambiente s.p.a. un permesso per la costruzione di un impianto fotovoltaico sul territorio della discarica “Asola di Morrovalle”.
La Provincia ritiene che il provvedimento sia illegittimo “per l’indisponibilità della superficie interessata alla realizzazione del’impianto fotovoltaico gravata da una autorizzazione (DGP n. 495/2004) in quanto “area di discarica tra l’altro ancora non dichiarata definitivamente chiusa. La Provincia si è affidata all’avvocato Leonardo Filippucci.
La decisione presa non è stata affatto gradita dal Fronte Verde, associazione molto attiva nella tutela dell’ambiente, che ha diffuso una nota.«Ha dell’assurdo – dichiara Tonino Quattrini, responsabile regionale del movimento – il ricorso al TAR della Provincia, ci lascia esterrefatti che si contesti un impianto di piccole dimensioni, previsto a recupero di un sito deteriorato da una discarica che ha funzionato per 25 anni) su un terreno di proprietà pubblica mentre la stessa Provincia autorizza un impianto di 12 ettari in zona Sarrocciano su un terreno agricolo di privati, con pannelli alti 3,37 metri e di grande impatto paesaggistico, modificando l’area di rispetto e i vincoli dell’alveo fluviale.
Non siamo mai stati teneri con le scelte dell’amministrazione comunale di Morrovalle – prosegue Quattrini – ma questa volta manifestiamo il nostro pieno sostegno e la nostra collaborazione a sostegno di una scelta giusta, anche perché la realizzazione di un impianto fotovoltaico nei pressi della discarica apre la strada alla possibilità di mettere fine alla stessa e diventa forse e finalmente possibile avviare la definitiva bonifica del luogo. Il ricorso al TAR della Provincia di Macerata si giustifica solo con la possibilità di riaprire la discarica, forse in previsione dell’ormai prossima scadenza dell’accordo con la provincia di Fermo, dove vengono attualmente smaltiti i rifiuti solidi urbani della nostra provincia. La mancanza di una seria politica sui rifiuti e sul loro smaltimento sta creando un pericolo di vera e propria emergenza, dopo il periodo della giunta di sinistra (Silenzi) immobile in materia e le deludenti promesse elettorali, tutte disattese, della giunta Capponi, di cui ricordiamo i siti e gli accordi (a parole) già fatti, sbandierati nella campagna elettorale provinciale, ma mai resi noti. Chissà se esistevano nella realtà o erano solo “bufale” elettorali?
Dobbiamo da subito aprire un tavolo, aperto a tutte le forze di categoria, politiche e sociali. Dobbiamo affrontare il tema per non trovarci nella palude dell’emergenza, come tristemente avviene in altre parti. »
Tonino Quattrini conclude con un appello alla Provincia di Macerata: «Invitiamo la Provincia, a rivedere le sue decisioni, è vero che c’è un commissario ma non è possibile non ascoltare i cittadini. Non è possibile autorizzare il mega impianto di Sarrocciano (privato) e ostacolare un (pubblico) mini impianto che va anche a risanare un’area e una zona già fin troppo compromessa.»
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Quattrini, vedo che lei continua ad avere più astio contro il fotovoltaico che contro la cementificazione di tutta la vallata del Chienti.
Non pensa che sia più grave la seconda, sulla quale concentrare maggiormente i Suoi sforzi e quelli delle altre associazioni/comitati?
Inoltre, il futuro sarà tutto elettrico (macchine, apparecchi, riscaldamento, etc.), quindi che deve fare l’Italia? Continuare a fondarsi su petrolio, carbone, gas (tutti esteri, naturalmente), perpetuando la dipendenza da altri stati? O peggio ancora, tornare davvero al nucleare?
Non vede cosa sta facendo la Russia con la posizione di predominio rispetto al gas naturale?? E pensa che in futuro le cose andranno meglio?
Fossi in lei mi concentrerei meglio sui VERI problemi ambientali, perchè il fotovoltaico rovina si il paesaggio, ma se continuiamo con questo ritmo di crescita INSOSTENIBILE, tra non molto non sarà importante il paesaggio, ma il cibo, l’acqua… parlo dei cambiamenti climatici che tutti ignorano, a partire proprio da molti fautori di un ambiente puro, pulito…
Condivido le considerazioni di chi mi ha preceduto per quanto riguarda lo scenario globale a cui dobbiamo fare riferimento . Nel caso specifico però mi sembra che Axel abbia equivocato la posizione di Quattrini. Non credo si tratti infatti di una visione negativa verso il fotovoltaico a prescindere ma la sorpresa , che condivido, per una decisione della provincia che mette in discussione una installazione sul terreno della precedente (o no..) discarica che certo suona molto più sensato dell’autorizzazione al megaimpianto di Sarrociano. Personalmente credo che il fotovoltaico vada sostenuto ed incentivato a partire dalle installazioni sui tetti , che non sono e non saranno però sufficenti per raggiungere gli obiettivi energetici; a seguire poi si possono utilizzare terreni di poco pregio od incolti. L’installazione sulla discarica di Morrovalle mi sembra per questo certamente accettabile.
Non ho equivocato perché Quattrini continuamente si schiera contro il fotovoltaico sui terreni, anche in parte a ragione. Io faccio un altro discorso che ho spiegato sopra, più ‘largo’.
Ben vengano gli impianti sui tetti, sulle superfici già esistenti, etc., ma sappiamo che, purtroppo, non bastano… la realtà è questa, poi se si vuole sognare un mondo perfetto, idilliaco, ok, anche a me piace, però dopo un attimo scendo con i piedi a terra…
@ axel munthe
Chiedo scusa se non risulta chiara la nostra, e mia personale, posizione sul tema. Chiedo scusa per la mia insufficiente capacità di spiegare con chiarezza le argomentazioni. Cercherò di spiegarmi meglio, o almeno ci provo.
NON siamo, e non sono contrario al Fotovoltaico, come non siamo, e non sono contrario a nuove aziende o abitazioni.
SONO e siamo contrari alla “cementificazione selvaggia” come agli impianti fotovoltaici selvaggi e contrari ad ogni “legge” della natura.
Forse sono sfuggite a qualcuno le proposte del Fronte Verde sui vari temi: Discariche e gestione dei rifiuti, Gestione e sicurezza del territorio, Acqua pubblica contro la privatizzazione, Metropolitana di superficie e trasporti pubblici, Fogne e collettori pubblici allacciati a depuratori (metà e più del territorio urbano della provincia e anche interi comuni, sono ancora sprovvisti di fogne e depuratori), Difesa dei fiumi e ripristino dei confini di rispetto (oramai spariti dalle mappe), Contro la “Piazza logistica” di 27 ettari proposta a Civitanova Marche al confine con Montecosaro.
Per cercare di essere più chiaro faccio alcuni esempi delle Nostre iniziative: Bonifica dei “pozzi” di contrada Fontanelle a Morrovalle ancora pieni (92)% di idrocarburi), La bonifica del Basso bacino del Chienti, opposizione al viadotto proposto a Civitanova Marche con sostegno alla proposta alternativa “Svincolo”. Contestazione ai lavori sul torrente di Piediripa – San Claudio e messa a norma, sostegno contro la EuroInga (industria insalubre) nel centro urbano di Trodica, sostegno all’opposizione del nuovo centro Valle Verde (Giorgini), in ultimo contestazione del Fotovoltaico di Sarrocciano.
La nostra opposizione non è contraria alle “COSE”, ma a come e perché vengono fatte.
La nostra opposizione è contro quando mancano o non vengono rispettate le regole.
Faccio un esempio: se Macerata aveva un regolamento e previsto una zona per l’edificazione di industrie nocive nel PRG non avremmo avuto il caso Giorgini, ed oggi non saremmo tutti in apprensione per il ricorso al TAR.
Per il fotovoltaico la nostra contestazione è all’impianto di 12 ettari con pannelli di 3,37 metri, in una zona dove sono stati modificati i vincoli di alveo fluviale (comune di Corridonia).
Con questo devo ammettere che non mi piacciono gli impianti a terra, (l’agricoltura è agricoltura) ma non ci siamo opposti a tutto, un conto sono 2-3 ettari con pannelli di 1,50.
Nel caso dell’articolo siamo contrari alla Provincia che ricorre al TAR, perché un impianto a terra, in una ex (si spera) discarica ha una funzione pubblica, di recupero e di basso impatto ambientale.
Perché la provincia è contro un piccolo impianto pubblico su una discarica in via di chiusura e invece autorizza 12 ettari in uno dei più fertili terreni della provincia, Sarrocciano?
La differenza qual è? Uno è di proprietà pubblica, piccolo e nascosto l’altro grandissimo, privato e di alto impatto paesaggistico? Cioè uno viene controllato dall’ente pubblico e l’altro è di Merloni?
Spero di aver chiarito meglio e mi scuso se non riusco sempre ad essere chiaro e convincente, ma in fondo non voglio essere convincente, mi basta e vogliamo (Fronte Verde) sensibilizzare la politica e i cittadini a discutere dei temi, vogliamo ravvivare un dibattito e un confronto, vogliamo cercare di essere propositivi e contribuire a trovare le soluzioni.
SIAMO CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA, SIAMO CONTRO IL FOTOVOLTAICO SELVAGGIO, CONTRO TUTTO CIO’ CHE NON SI REALIZZA NELLA LOGICA DELLA NATURA E DELL’ECOSISTEMA, CHE NON TIENE CONTO DELL’ECOSISTEMA, il quale nel suo essere è perfetto solo l’uomo, o meglio, la speculazione dell’uomo riesce a distruggere.
Dobbiamo chiederci: Cosa e come lasciamo ai nostri figli il mondo che ci è stato affidato?
In fondo il Fronte Verde chiede REGOLE chiare e precise, per fotovoltaico come per la “cementificazione”.
Perché caro axel munthe il problema più grave, è che ognuno può fare tutto e il contrario di tutto, con la politica assente da sembrare molte volte connivente.
Mi scuso per la lunghezza e se qualche volta non sono chiaro, ma il dialogo e il confronto serve anche a questo.
NOI non abbiamo ne pretendiamo di avere il “vangelo”, perciò non è detto che abbiamo ragione sulle proposte e le soluzioni, MA se ci confrontiamo, Come questo giornale online ci permette di fare, possiamo migliorare le “cose”.
Un sorriso a tutti
Tonino Quattrini
Per chi fosse interessato all’argomento ho incollato qui sotto (se funziona perchè non sono molto bravo in queste cose ) il link di un breve documento che presenta le nuove linee guida che la regione puglia ha emanato da pochissimo con l’obiettivo di difendere il territorio e di sostenere al contempo le energie rinnovabili. Per dire quindi che sono argomenti all’ordine del giorno e che il ruolo di indirizzo di chi amministra l’interesse pubblico è importantissimo. http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=printpdf&id=9550
Senza andare in Puglia, ci sono già le Linee Guida nazionali, di cui al DM 10.09.2010, che danno importanti indirizzi sulla materia delle fonti rinnovabili. Ad esse hanno fatto seguito, per prime, le Linee Guida della Regione Marche, che tuttavia appaiono di dubbia costituzionalità in quanto improntante su un concetto negativo che cozza con i principi dell’ordinamento giuridico sia comunitario (Direttiva 2001/77/CE e la nuova Direttiva 2009/28/CE) che nazionale, che sono invece molto permissive. Si ricordi che gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile sono de jure “impianti di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza” (art.12 del D.Lgs. 387/2003), per chiarirci..alla stessa stregua di un ospedale, e la loro realizzazione deve contribuire al perseguimento dell’obbiettivo del 17% di produzione di energia da fonti rinnovabili che l’Italia deve raggiungere entro il 2020 se non vuole incorrere in procedura di infrazione da parte della Comunità Europea. Per quanto riguarda l’impianto di Sarrocciano, posso dire che i commenti qui sopra sono basati su dati imprecisi…l’Impianto è stato autorizzato dopo una procedura che è durata circa 1 anno, inclusa la fase di verifica di assoggettabilità alla VIA in cui sono stati molto approfonditamente sviscerati tutti le problematiche di carattere ambientale. Nel corso del procedimento non si è mai costituito alcun comitato che abbia voluto essere coinvolto nello stesso, e le polemiche sono sorte a procedura amministrativa ormai conclusa. Comunque, per tranquillizzare tutti coloro che vedono il fotovoltaico come qualcosa di diabolico, posso dire che ormai nel territorio maceratese sarà sempre più difficile realizzare impianti a terra, vuoi per le linee guida regionali assolutamente proibizionistiche, vuoi per l’esaurimento della disponibilità delle linee elettriche.
Aggiungo due parole per quanto concerne l’impianto fotovoltaico sulla discarica di Morrovalle. Innanzi tutto è sbagliato equiparare questo impianto con quello di Sarrocciano, perchè ogni situazione è tipica e non ci sono situazioni equiparabili per analogia. Gli impianti fotovoltaici su siti di discariche (anche non dismesse..un esempio è un impianto autorizzato e realizzato in Sardegna) sono visti favorevolmente ed incoraggiati dalle Linee Guida nazionali di cui al DM 10.09.2010. Ma il caso di Morrovalle aveva in sè un problema particolare: che il sito di discarica (non ancora dismesso) è già stato disciplinato per la sua chiusura e messa in sicurezza da atti della Provincia di Macerata, che è il solo soggetto competente. Essi non prevedevano, quando furono emanati,la realizzazione di impianti di qualsiasi genere su quel sito. Il Comune di Morrovalle ha unilateralmente approvato con un mero permesso a costruire la realizzazione di un impianto fotovoltaico in deroga alle disposizioni e prescrizioni stabilite dalla Provincia. E’ da chiarire se quella procedura (il permesso a costruire) fosse la procedura legittima (a parte il discorso della compatibilità di quell’impianto con le disposizioni provinciali), sia in quanto il Comune è comunque un soggetto partecipativo del soggetto autorizzato (è un po’ come se si fosse autoautorizzato), sia perchè all’epoca in cui fu rilasciato quel permesso a costruire la competenza autorizzatoria diventava automaticamente della Provincia se per un dato impianto oltre al permesso a costruire fosse stato necessario il rilascio di qualsiasi altra autorizzazione, concessione, nulla-osta (es: autorizzazioni di viabilità ai sensi del codice della strada per le fasi di cantiere, nulla-osta ministeriali per le interferenze della linea di connessione elettrica con reti di comunicazione nazionale, autorizzazione provinciale alla connessione elettrica dell’impianto alla rete nazionale…). Per questi aspetti non è stata fatta ancora chiarezza, ma considerato che quell’impianto non è proprio piccolo, io presumo, per l’esperienza che ho in materia, che qualche altra autorizzazione sarebbe stata necessaria (almeno per l’impegno delle strade provinciali dai camion in fase di cantiere e per il nulla-osta ministeriale) e probabilmente doveva essere quindi presentata domanda di autorizzazione alla Provincia con la conseguenza che Comune non poteva autorizzarsi da sé….ma questi aspetti saranno chiariti presto…
da una parte il politico dall’altra l’amministratore della provincia (così mi sembra dall’intervento). risulta disarmante constatare come le pulsioni, i progetti, le aspettative della gente (in questo caso rappresentate dalle battaglie di quattrini, dei comitati, e non solo) possano infrangersi in un attimo contro le barriere delle autorizzazioni, i bizantinismi dei nulla osta da rilasciare, le scadenze temporali sempre da definire con l’ultima circolare di quel dipartimento-ministero-consiglio dell’onu.
ringrazio sinceramente mariotti che ci ha dato delucidazioni “istituzionali” ma dopo le sue parole divento ancora più confuso di prima sia per le informazioni che ci dà sia per la corretta individuazione delle competenze istituzionali: ci sono linee guida nazionali (restrittive) ma anche quelle derivate regionali (permissive) che però “appaiono di dubbia costituzionalità” nei confronti di norme europee e nazionali (chi ci dirà mai se appaiono o sono? E soprattutto quando ce lo diranno?). poi il regolamento nazionale (restrittivo) favorisce fortemente i pannelli in discariche da risanare ma con il regolamento regionale (permissivo) la provincia di macerata dopo un anno di v.i.a. vieta a morrovalle i pannelli in discarica autorizzati dal comune (ah, perché ci sono pure i comuni…).
ci sono troppe leggi tra loro contrastanti, troppe competenze tra loro in conflitto, c’è troppa incertezza e approssimazione: i comitati contrari ai mega impianti fotovoltaici nascono per questo e penso che, a livello politico o amministrativo, non sia sufficiente rassicurarli con “l’esaurimento della disponibilità delle linee elettriche”.
a proposito di fotovoltaico e istituzioni pubbliche: i pannelli posti una decina di anni fa sul tetto della sede della provincia a piediripa funzionano? quanto si è guadagnato (co2 ed euro) in un decennio? le bollette sono pubblicate on line?
Per “Avit”: ad essere restrittive sono le normative della Regione Marche, mentre molto più permissiva è la legislazione comunitaria e nazionale..le linee guida regionali appaiono di dubbia costituzionalità perchè adottano criteri esclusivi “a prescindere”, mentre dovrebbero essere solo uno strumento indicativo affinchè possano essere individuate di volta in volta le zone idonee e quelle non idonee alla installazione di impianti fotovoltaici. Questo è il principio molto chiaro che viene espresso nelle linee guida nazionali, alle quali quelle regionali dovrebbero conformarsi. Una norma, finchè non viene impugnata, è efficace,e quindi ad oggi le Amministrazioni provinciali delle Marche devono tenere conto delle linee guida regionali, finchè qualcuno non solleverà presso la Corte Costituzionale la questione di illegittimità. Competenze in conflitto non ce ne dovrebbero essere, in quanto le ultime novità hanno sgombrato il campo da competenze a livello comunale, ed inoltre esiste già il principio di cui all’art.117 Costituzione per cui la materia della tutela dell’ambiente è di esclusiva competenza dello Stato. I i comitati spesso nascono per interessi privati (legittimi, per carità), se non addirittura personali (mi è capitato di leggere una nota di un comitato rappresentato da 2 persone !!!!…). Infine, i pannelli posti sul tetto della sede della provincia di Piediripa non risalgono ad una decina di anni fa ma al 2003, e sono funzionanti, anche se non coprono tutto il fabbisogno energetico dell’edificio.
Ma se pole sapè c’adè che vulimo!!! La vinzina no,le pale pe’ lu ventu manco,lu fotovortaicu adè vruttu,lu scarcalacciu no lu vulimo,ma non vulimo manco bbruscià la monnezza e non c’imo manco voia de spartilla,ce lamintimo che la strada regina adè un casi’ e a passacce c’è lu rischiu de mmazzasse e se a unu jè vè penzato de facce la supestrada nun ce sta vè perchè dopo doventa vruttu lu panorama.Se dicimo de no bboccà a macerata co le machene che fa lo fume che fa male allora dicimo che rcujimo le firme pe protestà. Ma se pole sape’ c’adè che vulimo……che li nepoti nostri quanno c’adè granni ce manna a f….per lu casi’ che je lascimo?
Mi associo pienamente al sig. Giuseppe.
Amici miei quanto “politichese”. Ma Fare Regole chiare e precise per tutti non è forse la cosa migliore?
Prendere atto che Agricoltura è Agricoltura. Industria è Industria. Residenziale è Residenziale.
Ciò che serve all’industria va prima fatto nell’industria, ciò che serve al residenziale va fatto nel residenziale, ciò che serve in agricoltura va fatto in agricoltura.
Poi quando abbiamo esaurito il GIà edificato e se si ritiene non sufficiente al fabbisogno, guardiamo oltre, ma solo dopo.
La realizzazione di impianti sugli edifici, con 1/3 degli stessi, si arriva al 20% richiesto dagli accordi?
Perchè non si esaurisce la realizzazione di impianti fotovoltaici, sugli edifici di proprietà prima di invadere le terre?
Prima abbiamo consumato la terra per edificare le industrie, poi consumiamo la terra per dare energia alle industrie, Poi consumiamo la terra per smaltire i rifiuti Poi … Poi …. ci siamo finiti il mondo e lasciamo ai figli ………? Boh!
CHIEDERE LE REGOLE UGUALI PER TUTTI. è una cosa così tanto assurda?
Ogni regione ne dice una, i comuni vanno per conto loro, le direttive nazionali sono solo direttive indicative? Boh… ma le regole quando si fanno?
@QUATTRINI.
Vedo che spiega bene l’accaduto.
Appunto le regole che avete fatto finora hanno creato solo casino9 come lei dice e io approvo) allora perche continuare con questo casino?
In Italia c’e’e una regola ben precisa.
NON RISPETTARE LE REGOLE perche’ tanto qualcuno conosce sempre qualcuno che tappa la falla.
Ma queste regole le ha fatte anche lei.
Ora e’ come disintersecare una matassa.
Ci consigli.
PRENDERE ATTO SOLO DI UNA COSA; LI SORDI E” SORDI E NESSUNO SE NE FREGA DI ALTRO.
BUON ANNO.
Gli interventi di Mariotti offrono alcuni spunti di riflessione grazie alla quantità di informazioni che ci mette a disposizione . Anche io ho dubbi ad esempio sul solo aspetto “indicativo” delle linee guida nazionali e comunque quello che sta avvenenendo è che le regioni stanno legiferando sull’argomento. Da quello che vedo e sento sull’argomento mi sembra che le soluzioni che vengono più apprezzate siano quelle come nel caso di Puglia o Piemonte che senza chiudere in maniera assoluta al fotovoltaico a terra danno indicazioni precise su dove NON sarà possibile richiedere autorizzazioni per le istallazioni . Fra le altre cose mi premeva sottolineare un passaggio di Mariotti. A proposito di Sarrocciano lui dice che “Nel corso del procedimento non si è mai costituito alcun comitato che abbia voluto essere coinvolto nello stesso, e le polemiche sono sorte a procedura amministrativa ormai conclusa”. Quindi mettendola giù in maniera semplificata “chi non ha parlato prima taccia per sempre” . Credo che oggi le cose non stiamo più cosi! (mi scusi Mariotti se non la pensava proprio cosi ma è quello che mi è arrivato e mi interessava parlare dell’argomento ).Oggi Si parla di Responsabilità sociale di Impresa. Chi intraprende una attività che abbia un impatto ambientale o sociale sul territorio (come in questo caso) ha il dovere ma direi sopratutto l’INTERESSE ad informare e coinvolgere quelli che vengono chiamati I PORTATOTORI DI INTERESSI (lavoratori, comunità locali, istituzioni pubbliche, etc.) Un approccio di questo tipo oltre a corrispondere ad una visione più “etica” dell’azienda che si sta facendo largo fra imprenditori e manager , banalmente risponde all’interesse dell’azienda (un impianto fotovoltaico lo è ) di evitare o contenere al massimo discussioni e conflitti che fanno perdere più tempo e determinano maggiori costi. Non sono informato sull’argomento ma ho dubbi che nel caso di Sarrocciano le cose siano andate così. Magari Mariotti lo sa e ci informa. Nel caso del settore fotovoltaico poi regole confuse e assenti e finalità ambientali dell’impresa dovrebbero , a mio parere, faVorire ancora di più questo tipo di approccio. Saluti
*Fabio Marcelli
C’hai rajo’ da venne. Quissi pe’ tutta l’Italia da l’indicazio’ ma dice che non se deve fa per forza cusci’,che se po fa anche in tant’addri modi.
Cusci’ a l’amici sua li po lassa fa se je convene.
Eppo’ dopo do non comanna protesta,rcoje le firme,fa lu casi’.
Ma nun saria piu’ justo che a li sua che comanna a Roma je dicesse de fa quillo che dice de fa a li sinnici?
due esempi della stessa italia: rovereto e abbazia di rambona.
sull’autostrada che porta a bolzano, all’altezza della città di rovereto, hanno attrezzato tutto un lato di un cavalcavia con pannelli fotovoltaici: un serpentone moderno che si distende per 1 km, che protegge la città dai rumori delle auto e produce energia elettrica. Al termine del serpentone un cartello luminoso che ti aggiorna in tempo reale della quantità di energia che si produce e della co2 che si risparmia.
a pollenza, intorno alla splendida abbazia di rambona, sono stati installati dei pannelli fotovoltaici su dei campi in pianura molto fertili, vicini al fiume potenza (molto ricco di acqua), campi che fino allo scorso anno erano sistemati a cereali e intensamente lavorati anche con orto. e dire che quattro-cinque anni fa gli imprenditori agricoli della zona si erano più volte riuniti (con il sostegno delle amministrazioni di pollenza e treia) per verificare la possibilità di convertire le loro colture abituali (oramai non più redditizie perché non più “sovvenzionate” dai contributi europei) in altre finalizzate alla produzione di biomassa per riscaldamento.
Sono due esempi che dimostrano differenti sensibilità nei confronti del territorio, differenti intelligenze nei confronti dell’economia locale.
ora non so se questa nostra mancanza di sensibilità ed intelligenza dipenda dai nostri politici, dai nostri tecnici amministratori, dai nostri imprenditori o in generale dalla comunità ma rimane il fatto (cioè quello che si fa) che a rovereto un anonimo e degradante paracarro dell’autostrada diventa un intelligente, utile, bel serpentone di modernità e a pollenza un fecondo terreno vicino al fiume, con querce secolari di fondovalle, in prossimità di una abbazia romanica tra le più interessanti delle marche diventa un freddo quadrato di specchi.
Un esempio quello di Avit magari estremo (quel km di autostrada non produrrà tanto quanto l’altra soluzione) ma certamente corretto. Utilizzando capacità progettuale , innovazione e attenzione alle esigenze di informazione dei cittadini (i pannelli che informano la quantità di produzione) si può fare molto per conciliare energia rinnovabile e tutela del patrimonio ambientale.
@ Fabio Marcelli
Spettle sig Marcelli, purtroppo il sottoscritto non ha mai partecipato ad incarichi pubblici, amministrativi e politicamente determinati (come lei mi da) MA questo non vuol essere ne una giustificazione ne una scusa.
Sono sempre stato impegnato nelle vicende politiche MA anche nei partiti o coalizioni di appartenenza le proposte e le idee da me sostenute non hanno mai avuto sostegno, anzi sono rimasto emarginato e alle ultime provinciali escluso da ogni lista, tanto che per far sentire una VOCE diversa HO accettato la candidatura con la Fiamma, unico partito che me ne ha dato la possibilità (forse anche perchè non avevano di meglio).
LE REGOLE SONO POSSIBILI.
L’amministrazione comunale di Potenza Picena (vedi cronache sui quotidiani di questi giorni) si è dotata di una normativa che regola la materia nel suo territorio di competenza. Ne approfitto in questo spazio per fare i complimenti al sindaco Paolucci (sinistra) e per ringraziarlo.
Non è più il tempo dei contrasti di appartenenze, bisogna trovare un confronto oltre gli steccati e le appartenenze per risolvere i temi e dare una visione globale di difesa del territorio. Perchè dobbiamo renderci conto che il territorio, è di tutte le persone sia che votano a destra che a sinistra, (sempre che certa terminologia abbia oggi ancora un significato.
Comunque penso di essere presente anche alla prossima tornata elettorale per la provincia, anche se ancora non so come e con chi.
MA ci sarò per affermare “certe” idee, non importa se fuori dai giochi, se non prendo voti (certo entrare farebbe più determinante per l’affermazione di “dette” posizioni).
Ma penso sia importante parlare di certi argomenti e la presenza alle elezioni ne è una opportunità.
Ringrazio tutti per i contributi all’argomento, più se ne parla meglio è.
Un sorriso
Tonino Quattrini
per il sig. Iesari: per i procedimenti autorizzatori per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è prevista la pubblicazione della domanda nell’Albo pretorio del Comune, al fine di comunicare alla cittadinanza che c’è qualcuno che vuole realizzare in un determinato posto un impianto, e la pubblicazione rimane per 10 giorni. Inoltre, in base a quanto previsto dalla più recente normativa, le nuove domande dovranno da ora in poi essere pubblicate anche nell’albo informatico della Provincia. Aggiungo che la possibilità di intervenire in un procedimento amministrativo (in corso) da parte di chiunque interessato è data dall’art.9 della legge n.241/90. E’ ovvio che tale possibilità finisce quando il procedimento amministrativo si conclude. Quindi dire “Chi non ha parlato prima taccia per sempre” – mi scusi se glielo dico – è solo una frase simpatica ma che giuridicamente non ha alcun senso.
per il sig. Mariotti,
quasi nessun comune ha l’albo pretorio in rete, difficile pensare di andare tutti i giorni a consultarlo.
Inoltre, lei afferma che “ci sono gia’ le linee guida nazionali”, peccato che siano arrivate soltanto nel settembre 2010 (e a seguire quelle regionali) “solo” dopo sette anni di far west o quasi in cui comuni e province nulla hanno potuto fare di giuridicamente valido per regolamentare anche minimamente l’installazione di grandi impianti su suolo agricolo (vedere il caso della Val D’Aso). Poiché mi sembra sia bene informato, saprà certamente che la maggior parte degli impianti che saranno realizzati nei prossimi due anni (40/50 almeno) non saranno stati assoggettati a nessuna regolamentazione, tantomeno quella “stringente” della regione, perché i relativi procedimenti sono stati avviati (in fretta e furia) prima di settembre. Gli incentivi statali, in realtà, diminuiranno progressivamente fino a cessare, quindi le linee guida della regione, non si preoccupi, limiteranno ben poco.
Una considerazione finale su tutte: come mai, visto che il paesaggio è tutelato dalla Costituzione (vedi art. 9) si parla per l’energia di “indifferibilità e urgenza” come se fosse prioritario e di maggiore interesse pubblico produrre energia piuttosto che tutelare il paesaggio, la nostra maggiore risorsa culturale, economica e identitaria?
I principi da perseguire sarebbero, a mio avviso, quelli del risparmio energetico da un lato e la produzione da fonti di energia rinnovabile per l’autoconsumo dall’altro, come sostenuto con chiarezza dal grande economista John Rifkin.
per il sig. Iesari,
mi complimento con lei per i suoi ragionamenti sempre lucidi ed equilibrati!
m.m.
Chiedo scusa se reintervento sull’argomento, Ma ha proposito dell'”albo pretorio” : quando informato da alcuni cittadini mi sono interessato allo “scempio” di Sarrocciano, sono andato sul sito della provincia e ho scaricato il progetto per informarmi.
Al primo comunicato stampa apparso sui giornali Il documento è STATO IMMEDIATAMENTE TOLTO dal sito della provincia. COME MAI?
Se tutto era come da prescrizione e legge, PERCHE’ è stato nascosto?
Scusate ma non per pensare male. MA è una domanda che a tutt’oggi NON c’è risposta.
Altra cosa, Ho inviato una lettera alla regione, alla provincia e al sindaco di Corridonia. La regione ha risposto esprimendo la propria posizione e quello che ha fatto. DA PROVINCIA e SINDACO il silenzio più assoluto, eppure quando hanno modificato il vincolo di Alveo Fluviale per permettere l’autorizzazione sono stati superceleri?
Sarà solo l’importanza del committente, MERLONI?
Scusate per lo sfogo.
Saluti a tutti.
Tonino Quattrini
Io vorrei proprio sapere se tutti questi detrattori del fotovoltaico e sostenitori dell’agricoltura, si rendono conto di quanto dannosa sia l’agricoltura moderna, ossia quella chimica. Credete che questa non abbia distrutto il paesaggio? Lo sapete che prima le nostre campagne erano piene di filari, boschetti, stagni, fossi, siepi poi ELIMINATE per la maggior produzione? Lo sapete che prima dell’uso indiscriminato di agenti chimici la fauna era infinitamente più presente di oggi? Per non parlare della salute umana!!
Per coerenza invito tutti coloro che non vogliono i pannelli in giro, a comprare SOLO prodotti di agricoltura biologica VERA!! L’unica forma, insieme alla biodinamica, che rispetta DAVVERO l’ambiente e la salute umana.
Ciò vale anche per Quattrini, ovviamente, che difficilmente parla dei danni irreversibili causati dai metodi agricoli di cui sopra!!
Ho visto cronachemaceratesi in un servizio sul fotovoltaico del TG1 staesra. Compliemnti!!!
Scusa axel munthe, non riesco a capire se i tuoi commenti hanno il fine di dibattere e risolvere i problemi o se vuoi solo confondere e sparlare. Non so poi a che fine?
Non dare agli altri ciò che pensa Lei.
Se vuoi sapere come la penso puoi chiederlo, dov’è il problema. Ma ti basterebbe informarti e leggere quello che abbiamo scritto e ti accorgeresti.
Poi scusa che c’entra chi nell’agricoltura usa prodotti chimici con il fotovoltaico, Vuoi combattere un danno con un altro danno? Oppure li stai difendendo tutti e due?
Le chiedo scusa ma si informi sul pensiero degli altri prima di dare “sentenze”. Anche perchè sono note a tutti e pubbliche.
L’Agricoltura moderna in questo caso è quella della proprietà Merloni. Chimica e Fotovoltaico, cioè tutto meno che l’arte di coltivare come tradizione insegna.
Mi scusi e non me ne voglia.
A presto.
Tonino Quattrini
figlio di contadini
che ancora fanno i contadini
e ne sono onorato.
Per Marta Emme: E’ vero, le linee guida nazionali sono arrivate in ritardo (dovevano essere emanate subito dopo il D.Lgs. 283 del 2003, ma ci sono stati vari ostacoli che ne hanno ritardato la produzione..). Su questa materia i Comuni e le Province NON HANNO ALCUNA COMPETENZA REGOLAMENTARE, in quanto come ho già detto la tutela dell’ambiente è di esclusiva competenza dello Stato, per cui i vari regolamenti che si sono dati recentemente i vari Comuni di Macerata, Montelupone, Treia…sono inapplicabili nei procedimenti autorizzatori. Per i prossimi impianti che saranno autorizzati, non si preoccupi: saranno tutti valutati in base alle normative vigenti e per quelli i cui procedimenti sono stati avviati prima dell’emanazione delle linee guida regionali, è ovvio che queste non potranno trovare applicazione (la Regione ha giustamente deciso che esse non si applicano per i procedimenti in corso). Per l’ordinamento giuridico italiano l’interesse alla tutela dell’ambiente ha lo stesso peso dell’interesse all’approvigionamento dell’energia e allo sviluppo delle fonti rinnovabili: a tale riguardo si legga la sentenza del TAR Sicilia 4.02.2005, n.150. in cui si chiarisce il principio che “la tutela del paesaggio non è l’unica forma di tutela territoriale costituzionalmente rilevante”. Gli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabili sono di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti per volere del legislatore nazionale, che ha fatto propri i principi di diritto comunitario.
Per il Sig. Quattrini: non c’è nulla di nascosto del progetto di Sanrocciano e può chiedere in qualsiasi momento l’accesso agli atti, che sarò molto contento di mostrarle.
Gentile Tonino,
il mio intento è cercare di fare chiarezza e far capire che ci sono delle priorità ambientali e tra queste la prima non è certo il fotovoltaico, pur se esso presenta un grande impatto, ma solo a livello paesaggistico.
Sono di molto più negativi per l’ambiente e per gli ecosistemi, oltre che per il paesaggio, le cementificazioni, il traffico di veicoli su gomma e le infrastrutture necessarie, l’agricoltura chimica, gli inceneritori.
Lei dice di essere figlio di contadini e se ne vanta (e fa bene), ma non specifica se i metodi agricoli dei suoi sono rispettosi dell’ambiente o sono quelli che usa il 99% degli agricoltori, ossia pericolosi per la salute.
La chimica ha rivoluzionato il modo di produrre alimenti, introdotto metodi agricoli nuovi in poco tempo. Per effetto di queste innovazioni si è raggiunta una quantità maggiore di alimenti, ma NON una migliore qualità nutrizionale degli alimenti stessi.
Ad aggravare la situazione è che l’aspetto dei prodotti dell’agricoltura chimica è molto simile a quello dei prodotti dell’agricoltura biologica, perciò i consumatori non sono in grado di distinguerli se non sono informati e preparati sulle differenze di qualità nutrizionali. Un prodotto di agricoltura chimica non ha la stessa composizione nutrizionale di uno di agricoltura biologica: ha più nitrati, residui di pesticidi e di diserbanti e ha MENO vitamine e sali minerali. Le ricordo che nitrati = tumori…
Un’altra cosa grave è che possono essere ridotti o addirittura assenti gli oligoelementi, fondamentali nella dieta dell’uomo.
L’agricoltura chimica ha completamente dimenticato che il terreno è vivente e che deve produrre alimenti di qualità per meglio nutrire le cellule umane e mantenere in salute l’uomo e gli altri esseri viventi. Ha rincorso solo il mito della quantità con lo scopo dichiarato di sconfiggere la fame nel mondo (i risultati sono sotto gli occhi di tutti: in mezzo mondo si continua a morire di fame e ora hanno inventato l’agricoltura OGM, altro mezzo inutile e dannoso, creato solo per lucrare alle spalle della gente).
Se dopo mezzo secolo ciò non è stato raggiunto, è legittimo mettere in stato d’accusa l’agricoltura chimica attuale, oltre all’inquinamento generale e all’alimentazione insufficientemente nutriente e dannosa alla salute. Meglio un etto di carne e pane biologici che due etti degli stessi prodotti privi di nutrienti e dannosi alla salute.
Tonino, le cifre parlano chiaro. Nel mondo sono più di tre milioni all’anno le persone intossicate dai pesticidi (di cui molti sono proprio i contadini..). Circa 37.000 TUMORI/anno sono associati ad alti livelli di esposizione ai pesticidi o a una lunga convivenza con gli stessi. Si noti che i BAMBINI sono più a rischio perché la quantità di aria e cibo inquinati che assumono in relazione al loro peso, è maggiore degli adulti.
Nei bambini i tumori dipendono generalmente dall’inquinamento ambientale per contatto diretto e anche per esposizione della madre in gravidanza. Questi pochi esempi credo siano sufficienti per far capire i danni provocati all’ambiente e alla salute dall’agricoltura chimica.
In questi ultimi anni, fortunatamente, la coscienza ambientale si è espansa (vedi la formazione dei G.A.S. gruppi di acquisto solidale – http://www.gasmc.org/) e si sta ritornando all’agricoltura naturale (biologica). Questa fornisce alimenti di alta qualità nutrizionale per la salute, di gusto migliore e migliora l’ambiente.
Nel mondo del biologico il terreno è al primo posto nelle attenzioni e nelle cure di chi coltiva. Sembrerebbe ovvio, ma non è cosi in agricoltura chimica, in cui al primo posto è la resa quantitativa e non qualitativa del prodotto. E nel rispetto del terreno (organismo vivente) e della qualità dei prodotti che l’agricoltura biologica usa come fertilizzanti; materie organiche naturali (animali, vegetali e minerali) che ricostituiscono il terreno agrario naturale.
Cordialità
Mi pare di capire che il mariotti che scrive è l’impiegato della provincia che si è prodigato per far nascere nel nostro territorio decine e decine di campi fotovoltaici? Il fautore del recente articolo nel quale si è fatto vanto che la nostra provincia era quella con il maggior numero di impianti? Complimenti, ottimo lavoro e bel primato! Di una cosa sono certo: questi signori, di comune accordo con l’amministrazione di monte san giusto, sono riusciti a far passare uno degli impianti più grandi (una distesa equivalente a 32 campi da calcio! – avete letto bene: trentadue-) in una splendida collina nel comune con il territorio più piccolo della provincia e con la densità di abitanti maggiore, nonché già industrializzata al punto… giusto. Tutto questo, ovviamente, con un esplicito parere contrario della sovrintendenza che ha diffidato per iscritto l’ente provincia nel proseguire le autorizzazioni. Non solo: in vista della provvidenziale legge regionale per limitare questo scempio, ha accelerato l’iter per la realizzazione di un altro campo fotovoltaico attaccato al precedente (anch’esso gigantesco ma un po’ più piccolo). Incredibile ma vero. Se non fosse un dramma per il nostro territorio mi verrebbe da ridere leggendo che ora la stessa provincia si oppone alla costruzione di un impianto vicino alla discarica di morrovalle. Per la zona dell’asola (un’asola che non troverà mai bottone…) già rovinata dalla discarica e da altri impianti si ricorre, mentre per un territorio ancora vergine, dove sorgono b&b e agriturismi, si fa finta di niente. Mi sono chiesto: dove sta la differenza? Per carità non voglio insinuare strane richieste, accettate da una parte e non dall’altra (non vorrei tirare in ballo Quattrini – il politico ovviamente…), dico solo che se vogliamo promuovere il turismo nel nostro territorio non mi sembra questa la strada. Basta con gli impianti fotovoltaici a terra dappertutto, senza eccezioni! Non si può approfittare dell’assenza politica in provincia per distruggere le nostre cartoline, altrimenti per stamparne di nuove avremo bisogno dei ritocchi con photoshop. Pessimi.
Rispondo al sig. Martino: io non mi sono “prodigato” e non ho alcun interesse a far autorizzare a rotta di collo, ma nel mio lavoro devo applicare le norme di legge..laddove è stato necessario e possibile,le autorizzazioni sono state negate. Non ho scritto alcun articolo e non mi sono fatto vanto di alcunchè..neanche avessi un interesse personale (oppure lei insinua qualcosa…)..Se nel corso del procedimento amministrativo sono state positivamente valutate le questioni ambientali, tutti gli Enti e Ministeri hanno espresso parere favorevole, e persino il Comune ha rilasciato il proprio parere favorevole, non ci sono spazi giuridici per negare un’autorizzazione. E’ appunto quello che è successo per l’impianto fotovoltaico di Sarrocciano: in conferenza dei servizi decisoria il Comune di Corridonia (che ora pare piangere lacrime di coccodrillo) ha espresso il proprio parere favorevole chiedendo ed ottenendo in cambio alcune consistenti misure di compensazione territoriale. Se avesse dato parere negativo e questo fosse stato congruamente e legittimamente motivato, probabilmente l’autorizzazione sarebbe stata negata, in quanto difficilmente si va contro un parere negativo del Comune territorialmente interessato, che sia – ovviamente – giuridicamente fondato e non pretestuoso.
Parlando parlando o meglio scrivendo scrivendo viene fuori la verità. Grazie sig Mariotti per le sue ultime precisazioni.
Il comune di Corridonia ha approvato? Noi lo sapevamo anche se il sindaco Calvigioni ha sempre (falsamente) detto di non avere possibilità di scegliere in merito, Lei dice anche che ha ottenuto consessioni? più chiaro di così.
Altra verita è che NON CI SONO REGOLE, o meglio quello che c’è permette lo scempio. Noi lo sappiamo ed infatti non trova nelle nostre argomentazioni, accuse contro alcuno, Funzionari compresi. Chiediamo solo alla politica di STABILIRE LE REGOLE.
Al sig axel munthe,
faccio notare che quello che lei scrive è contrario al Fotovoltaico a terra, soprattutto a quello di Sarrocciano.
L’inquinamento e i danni all’ambiente vengono da “cementificazione, il traffico pesante, la chimica, le infrastrutture e gli inceneritori” come lei afferma. Ma questi impianti Fotovoltaici a terra non servono forse per dare energia a tutto quello che lei dice? Se non ci fosse l’una non servirebbe l’altra?
Sul tema della chimica le faccio notare: come pensa che sarà tenuto diserbato il terreno negli impianti?
Poi ancora, Lei ci rassicura sul NON inquinamento del Fotovoltaico MA nessuno ci dice quando e come saranno smaltiti quegli impianti alla fine?
Poi il discorso sulle culture agricole (biologico e altro), sul sistema indiscriminato della chimica in agricoltura e non solo, NON LE SEMBRA CHE TUTTO (non solo, ci possiamo anche mettere, una certa idea di sviluppo, un indiscriminato arricchimento a danno dell’uomo e dell’ambiente ecc ecc), SIA DOVUTO ALLA MANCANZA DI REGOLE?
Penultimo appunto al suo commento: Lei dice “il terreno è vivente e che deve produrre alimenti di qualità per meglio nutrire le cellule umane e mantenere in salute l’uomo e gli altri esseri viventi”.
Bene è giusto quello che dice. Ma in que 12 ettari di fotovoltaico (e in molti impianti a terra), Come pensa che sarà vivente e rigenerande per l’ambiente e l’uomo quei terreni?
Ultimo appunto, qui di carattere personale, Penso che quando si parla di qualcuno, per poterne parlare sia più giusto sapere. Vedo che Lei a dato giudizi senza conoscere, (per carità niente di dannoso, la cosa non mi tocca). Ma non ho bisogno di fare un mio curriculum, Dei miei genitori e come fanno i contadini si può informare tranquillamente: vivono a Morrovalle e sono conosciuti da tutti.
Tutto ciò comunque non cambia il ragionamento e il senso dei dibattiti e degli argomenti trattati.
Con simpatia
Tonino Quattrini
per mariotti: non è vero che per il mega impianto di monte san giusto ministeri e enti hanno dato parere positivo, la sovrintendenza ha espresso parere contrario!
mi fa piacere (ironicamente) sapere che l’amministrazione comunale poteva far qualcosa o almeno tentare e non ha fatto nulla! complimenti sindaco lattanzi, lei sì che valorizza il suo territorio! sono contento (sempre ironicamente) anche per le camaleontiche scelte della calvigioni. siamo proprio in buone mani! con questi amministratori e con questi funzionari anche il mitico quattrini fa la sua porca figura…
sig. Mariotti,
personalmente non ritengo che il problema sia di natura tecnico-burocratica, sono certa che le autorizzazioni siano state tutte rilasciate legittimamente!!! Non sono nemmeno contraria al fotovoltaico tout court e sono fermamente convinta che i problemi che il fotovoltaico sta arrecando alle nostre campagne non siano minimamente paragonabili a quelli procurati da cinquant’anni di pessima urbanizzazione e ancor più dall’edilizia inutile. Ciò non toglie che le cose si possono fare male o fare bene…e delle volte sarebbe bastato, per fare bene, soltanto un po’ di buona volontà (non da parte dei tecnici ma da parte degli amministratori).
m.m.
ho letto con molta attenzione i numerosi, documentati e interessanti interventi che si sono qui succeduti.
Devo dire che il contenuto degli interventi di Quattrini, di Iesari, di a.munthe, di marta emme, di Martino e di avit sono sostanzialmente condivisibili e compatibili tra loro se traguardati attraverso un’ottica “olistica” (cioè complessiva ed integrata) dell’approccio al Paesaggio in rapporto allo sviluppo sostenibile, concetto rivoluzionario coniato ad Aalborg nel lontano 1982 e da allora obiettivo ambizioso del mondo occidentale
Tutti questi interventi dimostrano che non esiste un unico modo giusto e corretto di affrontare il tema dell’approvvigionamento energetico estraneo agli altri aspetti di natura culturale, socio-economica, ambientale, ecc.. ma è necessario che la politica individui quelle che sono le priorità a livello nazionale (vedi appunto i principi costituzionali e le leggi generali) e successivamente gli enti territoriali (Regioni,Province e Comuni) dovrebbero calare quei principi e quelle norme in modo coerente all’interno dei propri contesti.
Ciò che è mancato finora, e che ha determinato questa confusione ed incertezza dell’agire in molti settori anche strategici, è proprio quella visione d’insieme che avrebbe consentito intanto di avere un Piano Energetico Nazionale (come noto inesistente) e poi di farlo declinare alle regioni, province e comuni in modo sussidiario e concorrente come peraltro previsto dal titolo V della Costituzione
Non volendo entrare nello specifico delle singole questioni sollevate, già abbondantemente qui sviscerate, mi permetto di osservare che il sig Mariotti da una parte sostiene che Province e i Comuni non abbiano alcuna competenza e potestà in materia di energia e ambiente (ma il Paesaggio è altro dall’ambiente) e poi, sulla vicenda dell’impianto di Sarrocciano dice che il Comune di Corridonia avrebbe potuto interloquire addirittura ostacolandone se non impedendone la realizzazione (in effetti un “varco fluviale non è cosa da poco..)
…tanto per cambiare, in Italia la confusione regna sovrana!
i tecnici-amministratori (perché chi lavora nel pubblico, dal dirigente al tecnico, è sempre amministratore della cosa pubblica) hanno a disposizione un anno di tempo per autorizzare un impianto fotovoltaico e un cittadino, un’associazione, un comitato (anche di due persone perché no? la maggior parte delle ditte locali è costituita da due tre soci) hanno solo 10 giorni per andare fisicamente in comune (negli orari giusti), studiarsi carte tecniche, capirci qualcosa e proporre delle osservazioni? Sarà tutto giuridicamente a posto ma ad orecchio mi suona stonato.
e sentir dire da un amministratore che se quattrini vuole vedere le carte di sarrocciano egli “sarà molto contento di mostrarle” mi suona stonato e fuori misura perché mette in discussione l’idea che ho io dell’amministrazione pubblica: quando entro in un ospedale, in un comune, in una questura io mi sento a casa mia, non a casa di altri dove c’è un padrone di casa che gentilmente mi fa la cortesia di mostrarmi qualcosa che è già mio. nella casa dove viviamo in tanti quello che si scrive deve stare sempre lì, sul tavolo alla portata di tutti (la “totalità”, olismo). questo è il minimo di informazione e trasparenza. poi ci sarebbe anche la partecipazione ma finchè non sarà legge nessun amministratore l’applicherà (magari in ritardo).
L’accesso ai documenti si effettua secondo una specifica modalità stabilita dalla legge. Il signore (o la signora) che si sigla come “rpiccia” (ma vi vergognate ad usare il vostro nome e cognome?) dice molte cose giuste, soprattutto quando evidenzia un’assenza del piano energetico nazionale (ma anche regionale, perchè l’attuale PEAR delle Marche è tutto fuorchè un piano programmatico). Ribadisco che la normativa in cui ricade la disciplina per gli impianti fotovoltaici rientra nel diritto ambientale e nella tutela dell’ambiente, per cui né le Regioni autonomamente (ma solo previa conferenza Stato-Regioni) nè le Province e tanto meno i Comuni hanno potestà regolamentari (al riguardo la giurisprudenza è piena e costantemente conforme). Una precisazione ancora su Sarrocciano: nell’ambito del procedimento autorizzatorio il Comune deve dare il proprio parere: se esso è negativo e basato su legittimi principi giuridici (ad esempio:non su norme regolamentari comunali) viene preso in considerazione ai fini della determinazione finale,e posso dire che 10 volte su 10 un parere negativo del Comune finisce per portare al diniego dell’autorizzazione. Nel caso di Sarrocciano, per dirla in breve, non potendo qui addentrarmi in analisi tecniche, il Comune non poteva non rilasciare parere favorevole, perchè non vi erano ragioni giuridiche per dare parere negativo. Tuttavia ha chiesto che, dato che il proprio territorio perdeva un consistente valore paesaggistico, potesse in qualche modo compensare ambientalmente e territorialmente con una misura detta appunto “di compensazione” che è giuridicamente prevista anche dalle recenti linee guida nazionali: questa misura di compensazione è stata valutata dal responsabile del procedimento come congrua secondo i parametri indicati dallo Stato ed è stata imposta come prescrizione a carico del soggetto autorizzato nell’atto autorizzatorio. Spero di avere fornito molti elementi per fare chiarezza su questa materia, perchè ho letto molti interventi che evidenziano una superficiale informazione al riguardo (al di là delle legittime convinzioni personali) e vi ringrazio per il vostro coinvolgimento “appassionato”, pregandovi di avere un po’ più di fiducia nelle vostre amministrazioni.
Tonino,
non per insistere, anche perché mi è simpatico, ma solo per puntualizzare; dalla sua risposta si arguisce (forse a torto) che l’agricoltura effettuata nella sua proprietà non è di tipo biologico. Questa è un’incongruenza di fondo nelle sue azioni, poichè da una parte lotta strenuamente per i temi ambientali (e io sono perlopiù d’accordo), dall’altra favorisce una delle attività più dannose per la salute umana e per l’ambiente. Tutto qua. Senza offesa, solo per farla riflettere un pò…
Se, invece, trattasi di metodi biologici, Le chiedo scusa e ritiro quel che ho detto.
Cordialità
anche lasciando da parte i risultati ottenuti con il fotovoltaico e pur mettendoci tutta la superficialità e la maggior passione possibile, la preghiera ad aver fiducia in un’amministrazione che è commissariata richiede un vero e proprio atto di fede
La saggezza contadina.
Da repubblica di oggi:
VENETO”Meglio la terra dei soldi”
Dai contadini stop al cementoIl cambio di destinazione valorizzerebbe i terreni, ma a loro non interessa. “Questa è la nostra vita da sempre, far morire i campi non è vera ricchezza”
dal nostro inviato FRANCESCO ERBANI
TREVISO – Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora. Da Morgano a Valdobbiadene, da Godega di Sant’Urbano a Conegliano e quindi nel capoluogo, a Treviso. Altri, si dice, verranno. Sono contadini, proprietari di terreni che i Comuni vogliono rendere edificabili per farci villette e capannoni industriali. Ma loro si oppongono e insistono perché restino agricoli. Ci perdono tanto: il cambio di destinazione può valere dalle cinque alle dieci volte il prezzo di partenza. Non è come una decina d’anni fa, quando questo lembo di Veneto fu seminato di cemento e un’edificabilità faceva crescere anche di cento volte il prezzo agricolo. Ma è pur sempre la rinuncia a un bel gruzzolo.
Eppure non demordono. La famiglia Favaro di Morgano e la famiglia Caldato di Treviso coltivano la terra che coltivavano i nonni e chiedono di continuare o anche solo di tosare il quadrato verde che sta davanti a casa, di curare gli scolmatoi, di pulire le rogge e di non vederlo diventare lo svincolo di un distretto industriale. Nel frattempo il Comune gli impone di pagare l’Ici come se avessero già costruito. Ma dalla loro parte sono schierati il Fai e Italia Nostra e li assiste Francesco Vallerani, geografo dell’Università di Venezia.
I Favaro e i Caldato sono mosche bianche in questa provincia. Stando ai calcoli di Tiziano Tempesta dell’Università di Padova, nei piani regolatori dei 95 comuni del trevigiano sono conteggiate 1077 aree produttive, dieci per comune, la gran parte inferiori a 5 ettari e disseminate
a caso nel territorio. Molti, però, sono i capannoni sfitti (il 20 per cento in tutto il Veneto) e molte le aree già lottizzate sulle quali non si costruisce. Una, grande 15 mila metri quadri, è quasi al confine della proprietà dei Favaro. E lungo la provinciale che porta dai Caldato c’è un filare di stabilimenti vuoti. Ma nonostante questo, le concessioni di edificabilità fioccano quasi per inerzia. Chiunque può se le accaparra. Non tutti, perché il trevigiano è il territorio con il più alto numero di comitati in difesa del paesaggio, benedetti da Andrea Zanzotto che vigila dalla sua casa di Pieve di Soligo.
I Favaro hanno 4 ettari di terreno a Morgano. Coltivano mais. Ma la loro specialità è un vivaio di piante autoctone – aceri, querce, olmi, platani – allevate in un piccolo bosco che ripropone un brandello di paesaggio veneto. Chi le compra le lascia crescere lì e poi le porta via con l’intera zolla dopo tre o quattro anni. L’amministrazione comunale ha deciso che Morgano deve ingrandirsi con un’area industriale di 90 mila metri quadri in una zona paludosa, circondata da corsi d’acqua e che, sovrastata di cemento, rischia di finire sotto, come durante l’alluvione di due mesi fa. Siamo nel Parco del fiume Sile, in un sito protetto dalla Comunità europea. In questi 90 mila metri quadri ci sono i 40 mila dei Favaro. “A noi bastano i soldi che guadagniamo facendo gli agricoltori. Qui il cemento si mangia la terra, ma non porta più ricchezza”, dice uno dei fratelli Favaro, “se avessimo l’edificabilità e vendessimo non ci darebbero soldi, ma un appartamentino in una villetta a schiera”. Ora la decisione rimbalza fra Comune e Regione. Ma se l’edificabilità fosse imposta, i Favaro andranno in tribunale.
Più piccolo – 18 mila metri quadri – il terreno dei Caldato, alle porte di Treviso. Ma molto antica la storia che Pietro, con il fratello Roberto e la sorella Enrichetta, ha ricostruito fin dal Seicento e che attesta la loro proprietà dai primi dell’Ottocento. Ci sono una vigna, un orto e tanto prato. Ma il Comune di Treviso vorrebbe farne area industriale, squarciando il terreno con una strada che sfocia in una rotonda. E ai Caldato chiede di pagare l’Ici dal 2003, quando fu approvata la variante al piano regolatore: quasi 60 mila euro. “Della ricchezza che altri inseguono non sappiamo che farcene”, dice Pietro. Ora con il Comune è in corso una trattativa. È intervenuto il sindaco. “Rischiamo di perdere la nostra terra e la nostra libertà. Ma ancora preserviamo il nostro modo di pensare e di vivere. I soldi? Non possiamo portarceli dietro quando saremo morti”.
al sig Mariotti
mi dispiace ma devo contraddirla sulla questione delle competenze nel settore di cui qui discutiamo (energie rinnovabili)
il DM del 10.09.2010 è stato emanato dal Min. dello Sviluppo Economico di concerto con quelli dell’Ambiente e dei Beni Culturali proprio perchè il nostro ordinamento pone almeno sullo stesso livello la questione energetica con quella ambientale e quella della tutela del paesaggio (ma quest’ultimo, lo ribadisco,ha addirittura una valenza costituzionale)
E non è vero che solo la conferenza Stato-Regioni è abilitata ad emanare linee guida o regolamenti : tanto è vero che lo stesso DM del settembre 2010 delega a Regioni e Province autonome l’individuazione delle cd aree non idonee dopo apposita istruttoria atta a verificare la compatibilità dell’installazione di determinati impianti (ovviamente di rilevante impatto) con la tutela dell’ambiente, del paesaggio (rurale in particolare)e persino con la tutela della biodiversità e delle tradizioni agroalimentari.. piuttosto occorre rilevare come la Regione non abbia effettuato una ricognizione del territorio e dei vari contesti paesaggistici adeguata alle direttive emanate dai tre Ministeri competenti (e su questo occorre tornare)
Mi sembra che vi sia ampia materia perchè la Regione Marche possa intervenire con successivi atti integrativi maggiormante motivati ed approfonditi
Quanto a firmare con la mia identità nessun problema
Riccardo Picciafuoco
In effetti io vorrei ringraziare il sig. Mariotti che da funzionario pubblico (se ho capito bene) ha dimostrato attenzione , disponibilità al dialogo con noi cittadini e credo anche una buona dose di trasparenza. In molti altri casi nelle discussione di CM ci sarebbe stato bisogno di un simile comportamento da parte di altre amministrazione o funzionari pubblici. Le procedure utilizzate non sono una sua responsabilità e lui ha fatto il possibile credo, per farci capire la situazione. Nell’ultimo intervento ad esempio ci informa di questa compensazione (economica) che l’amministrazione può chiedere per compensare il danno ambientale subito. Se è cosi può essere un grosso problema perchè le anninistrazioni locali hanno un disperato bisogno di soldi e le compensazioni di questo tipo possono diventare la regole piuttosto che l’eccezzione!
@ axel munthe
Prendo atto delle “Le chiedo scusa e ritiro quel che ho detto”. Ma non servono le scuse non è stato commesso niente di grave, è un semplice dialogare per aiutarci a vicenda.
Cmq per essere più preciso: il terreno non è di mia proprietà ma dei miei genitori. Un giorno forse, ma spero tra almeno 20-30 anni, sarà anche mio e dei miei due fratelli.
Con simpatia
Tonino Quattrini