L'avvocato Giuseppe Bommarito
di Giuseppe Bommarito*
Si susseguono, in questi giorni, gli arresti da parte delle forze dell’ordine di spacciatori, corrieri e trafficanti di sostanze stupefacenti, di nazionalità italiana o straniera. Ogni giorno, sulle cronache locali, compaiono notizie in tal senso – arresti, sequestri di sostanze, processi – che, in verità, senza distinguere molto, mettono insieme coloro che trafficano in grande stile, coloro che hanno un minimo di organizzazione logistica e sono quindi in grado di tagliare e confezionare le dosi, e coloro che curano solamente il microspaccio (quello “porta a porta”, che avviene, spesso dietro chiamata, nei luoghi di ritrovo giovanile, dentro e nei pressi delle scuole, vicino al Sert, alla terminal degli autobus, nelle discoteche, nello stadio).
Queste notizie – che illustrano con evidenza la diffusione sempre più vasta anche nella nostra provincia di un’attività criminale ormai strutturata ed appannaggio non certo di isolati malavitosi, ma della criminalità organizzata – ci devono far riflettere, anche perché le stesse forze dell’ordine comunicano un dato di fatto estremamente preoccupante: gli arresti effettuati, ed i sequestri di sostanze che avvengono in tali frangenti, interessano solo il dieci per cento dell’attività delittuosa che concerne il traffico, la detenzione e lo spaccio di droga. Ciò che emerge (ed è gia tantissimo), quindi, è solo la punta dell’iceberg. Il grosso non viene a galla, non viene intercettato dalle forze dell’ordine, e si traduce in un fiume di droga, di tutte le tipologie, rivolto principalmente ai nostri giovani, che sta invadendo la provincia maceratese e la regione, ormai non più isole felici, ma, semmai, zone fortemente appetite dalle associazioni criminali anche e soprattutto per la scarsa attenzione e sensibilizzazione sul fenomeno droga.
Il riflesso sul piano sociale e sanitario di questa presenza sempre più massiccia di droga lo troviamo al Sert (dove i soggetti seguiti, negli ultimi dieci anni, sono passati da circa 250 a quasi 600), nelle scuole (dove l’età di avvio alle sostanze si colloca ormai intorno agli undici-dodici anni), nell’aumento dei casi di overdose (le Marche sono la quarta regione d’Italia per tasso di mortalità dovuta alla droga), nell’incremento delle malattie psichiatriche anche in giovane età.
Un altro dato emerge dalle cronache giudiziarie: la maggior parte delle persone arrestate, specialmente quelle fermate con discreti quantitativi di sostanze, non sono consumatori, sono persone che distribuiscono la morte solo ed esclusivamente per tornaconto personale, per soldi, per i guadagni smisurati e rapidissimi che lo spaccio di droga consente di effettuare. A queste persone non importa proprio nulla dei dolori, della disperazione, dei lutti che creano in tanti ragazi e nelle loro famiglie.
In questo quadro si inseriscono anche molti giovani, magari di buona famiglia, alcuni dei quali non si rendono nemmeno conto, specie all’inizio, della gravità e della pericolosità della loro attività di spaccio, non comprendono la forza distruttiva delle sostanze che offrono ai loro coetanei, anche giovanissimi, a volte poco più che bambini. A questi ragazzi, che iniziano a spacciare per comprarsi un telefonino nuovo o un capo di abbigliamento griffato, o per pagarsi il privè in discoteca, vorrei ricordare che anche una sola dose di eroina o di cocaina può talvolta causare la morte per overdose, anche una sola pasticca di ecstasy può determinare in certi casi la morte per arresto cardio-circolatorio, anche una sola “abbuffata” di cocaina, di cannabis, di anfetamine può causare lesioni cerebrali gravissime ed irrecuperabili, oppure può determinare condotte di inaudita violenza verso gli altri o verso se stessi.
Lo scopo di queste poche righe è quindi quello di informare, sensibilizzare e sollecitare sempre di più le agenzie educative (la famiglia, la scuola, la Chiesa) impegnate nella formazione dei giovani. Facciamo tutti attenzione, il fenomeno della droga è sempre più grave e sempre più sottovalutato anche dagli stessi adulti, che spesso erroneamente considerano la droga un male sociale da tollerare e con il quale convivere. Difendiamo i nostri ragazzi, non lasciamoli soli, sono un patrimonio incalcolabile, sono il nostro futuro.
*Giuseppe Bommarito, avvocatoe presidente dell’associazione Onlus “Con Nicola oltre il deserto di indifferenza”
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ma il sistema giudiziario italiano prevede spesso scarcerazioni lampo e pene detentive lievissime. sensibilizzare l’opinione pubblica è importante ma l’omertà uccide quanto un’overdose!!!
ottimo articolo signor bommarito,quello che ha scritto rappresenta la totale vera realtà, mi permetta solo con il massimo rispetto di aggiungere solo una cosa: non dimentichiamoci mai del dramma che vivono i familiari di queste persone coinvolte direttamente o indirettamente nel problema droga.per farla breve non le isoliamo ma se si può aiutiamole. la saluto cordialmente e la ringrazio.
Non posso che concordare con il caro amico e collega Giuseppe..la situazione è molto più grave e molto più vicina di quanto sembri. Occorre una vasta opera di prevenzione!
Mi associo totalmente al tuo articolo, caro Giuseppe. Sappimi – come già peraltro mi sai – sempre al tuo fianco, in questa battaglia che ti ha purtroppo registrato tra le vittime senza tuttavia farti perdere il coraggio e la voglia di batterti per tutti quegli altri che ce la possono ancora fare. Ti abbraccio forte.
AHAHAHHAAHAHHA MI SEMBRA DI SENTIRE LE FAVOLE IN CUI C’ERA IL LUPO CATTIVO .
INIZIAMO A RICHIEDERE PER LEGGE IL TEST ANTIDROGA PER TUTTI COLORO CHE LAVORANO IN OSPEDALI , E UFFICI PUBBLICI (COME IL DOPPIG PER LO SPORT), E VEDRETE COME E’ FACILE DEBELLARE QUESTO “MALE”.
POI CI DEVE ESSERE LA VOLONTA’ DI NON CONSIDERARE L’AMICO DELL’AMICO E’ MIO AMICO , MA TU SBAGLI TU PAGHI ,SE VI GUARDATE INTORNO NON E DIFFICILE FARE PULIZIA MA E’ MEGLIO ANDARE A TEATRO CON LE SCARPE PULITE E LA CAMICIA STIRATA..UN SALUTONE A TUTTI