
Ivo Costamagna, presidente di Azione Macerata
«La polemica sollevata in questi giorni attorno alla rassegna “Letture Maceratesi” non nasce da un equivoco grafico né da una sensibilità eccessiva. Nasce da un dato di fatto: l’utilizzo consapevole di un immaginario visivo che richiama, in modo diretto, la propaganda del regime fascista». Non usa mezze misure il direttivo di Azione Macerata per unirsi al coro di proteste che si è sollevato contro l’iniziativa in programma per sabato e domenica.
«Non si tratta di semplici suggestioni stilistiche, ma di un linguaggio simbolico preciso, storicamente connotato e tutt’altro che neutro – affermano il presidente Ivo Costamagna, il segretario Stefano Vallesi e i vice Leonardo Piermattei e Alessio Botticelli – negarlo significa non conoscere, o fingere di non conoscere, il peso che immagini, estetica e comunicazione hanno sempre avuto nei sistemi autoritari. Qui non è in discussione la libertà di espressione, valore che Azione difende senza ambiguità. È invece in discussione il ruolo delle istituzioni e il confine che separa il pluralismo dall’ammiccamento. Quando un evento gode di spazi, visibilità o legittimazione pubblica, nulla può essere liquidato come ingenuo o inconsapevole. L’“occhiolino” al fascismo, anche quando mascherato da provocazione culturale, resta un gesto politico. Il punto è proprio questo: la banalizzazione del simbolo, la sua normalizzazione, il gioco del “non volevamo dire quello”. È una dinamica già vista, che svuota la memoria storica e rende accettabile ciò che la Costituzione repubblicana ha definitivamente sepolto. Il fascismo non è un’estetica tra le altre, né un repertorio grafico da citare con leggerezza: è una negazione dei diritti, delle libertà e della dignità democratica».

A sinistra la locandina dell’evento; a destra la tessera del dopolavoro disegnata da Fortunato Depero
Azione non invoca né censure né divieti preventivi. «Ma rifiutiamo con decisione l’idea che tutto sia equivalente, che tutto possa essere sdoganato in nome della provocazione – finisce il direttivo del partito – le istituzioni non possono permettersi ambiguità culturali quando sono in gioco valori fondanti della Repubblica. Il garantismo non è indulgenza verso chi flirta con l’autoritarismo. Il riformismo non convive con la nostalgia. Il costituzionalismo non ammette zone grigie. Su questo non servono spiegazioni: serve chiarezza».
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Evidentemente rispecchia il volere e lideologia del popolo maceratese. La città ha votato questo, per cui in linea con ciò che sono i valori della maggioranza dei cittadini maceratesi. Ve ne accorgete soltanto adesso ?!
Francesco Clerico e qua concordo.
Massimo Gentili daccordo, ma i valori dei partiti politici restano, per cui se poi appoggi le persone che ne fanno parte, come risposta alla precedente amministrazione, non puoi pensare che la loro ideologia cambi in virtù del tuo voto. In sostanza, se hai valori progressisti e democratici di sinistra, ma voti la destra per protestare contro linefficienza della precedente amministrazione, cosa ti aspetti che accada ?! Le promesse e proposte politiche le fanno in tanti, a prescindere dal partito politico, ma poi restano i valori, quelli per cui ognuno di noi vive quotidianamente. Le promesse spesso non vengono mantenute, ma i valori, quelli restano, quindi se voti questa destra sai cosa aspettarti oggi come oggi. Ecco perché non serve stupirsi
Francesco Clerico i cittadini maceratesi, molto probabilmente hanno preferito la coalizione di centrodestra nell'ultima votazione in risposta ad una pessima amministrazione di centrosinistra. Farli passare per nostalgici del ventennio mi sembra una forzatura. Che poi chi li amministra, possa avere pensieri diversi, qua non ci metto la mano sul fuoco.
Chiara Fabiani non ho detto questo, ci mancherebbe. Giusto protestare (finché è concesso in questo Paese) se si è contrari. Io ho solo evidenziato che la maggioranza dei cittadini che ha votato alle scorse elezioni, evidentemente ha questo genere di valori, tutto qua
Blablablabla.... Blablablabla.... Blablablabla...
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Chi d’equivoco pur parla,
ben dovrebbe già appurare,
certa storia pur a sgonfiarla,
tutti han dietro l’altare;
ma l’altar che sempre alcuni,
ancor vanno a celebrare,
nulla da invidiar a taluni,
che lor vanno a criticare… m.g.
Il Prefetto, rappresentante delle istituzioni repubblicane, dovrebbe vietare il tutto ancor prima che inizi.