I candidati di Base popolare alle ultime regionali
Un contributo non certo trascendentale, e non poteva essere altrimenti per Base Popolare senza una vera lista (era presente un candidato in ognuna delle cinque di Forza Italia) e dopo un’estate tormentata, segnata dalla spaccatura interna che aveva portato parte del movimento alla fuoriuscita per entrare nell’alveo del centrosinistra. Ma la creatura dell’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca non è sparita nella selvaggia lotta a uno scranno in Consiglio regionale interna al centrodestra, soprattutto a Pesaro e a Fermo.
Gian Mario Spacca
Nel primo caso, a rappresentare il gruppo c’era il sindaco di Mombaroccio Emanuele Petrucci, capace di drenare 2.071 voti finendo alle spalle del solo assessore regionale uscente Stefano Aguzzi (3.264). Nel Fermano, invece, ottimi numeri per Lorenzo Morresi, finito non così lontano dalla leader forzista Jessica Marcozzi (1.495 voti contro 1.818). Certo la musica nelle altre province è stata ben diversa: a Macerata Mattia Orioli è stato il fanalino di coda nella lista dei berlusconiani (con sole 255 preferenze); ad Ascoli poco meglio ha fatto Leo Bollettini, finendo terzo con 552 preferenze ma lontanissimo dal duo Acciarri-Camela; lo schiaffo più forte però è arrivato da Ancona, dove l’ex sindaca di Filottrano Lauretta Giulioni ha chiuso ultima con sole 375 preferenze. Nel complesso, i cinque candidati presentati hanno quindi portato alla causa 4.748 voti. Una goccia nel mare, eppure la direzione regionale del partito, nei giorni scorsi, non ha visto tutto nero. Anzi. «Abbiamo ottenuto un risultato di grande rilievo, che conferma la potenzialità del nostro movimento, in un contesto difficilissimo, con astensionismo al 50% e una giungla di oltre 500 candidati per 30 scranni in Consiglio regionale – afferma il coordinatore Raimondo Orsetti – è un segnale importante: Base Popolare c’è e guarda al futuro del popolarismo».
Secondo il partito, «va sottolineato come la collaborazione di Base Popolare con Forza Italia abbia contribuito in modo determinante al conseguimento di un risultato rilevante per quest’ultima». Affermazione azzardata pensando ai 48.823 voti di lista raccolti da Forza Italia, tra i quali solo 4.748 sono rappresentati da voti ai cinque candidati di Base Popolare. «Abbiamo sperimentato la strada della collaborazione tra Popolari, piuttosto che di ulteriori frammentazioni del nostro mondo – dice il presidente Gian Mario Spacca – ne facciamo tesoro, sulla strada della creazione di una grande forza popolare in Italia, come già accade in Europa».
Mattia Orioli
Il sogno per gli spacchiani ora sarebbe una rappresentanza in Consiglio regionale che potrebbe arrivare nell’ipotesi (remota) che Jessica Marcozzi trovi posto in giunta (a quel punto subentrerebbe al suo posto Lorenzo Morresi). Ma non solo. «Con la conferma di Francesco Acquaroli alla presidenza, Base Popolare rivendica una possibile rappresentanza nel nuovo Consiglio regionale, nella circoscrizione di Fermo, e presenza qualificata nei ruoli della governance. Il nostro interlocutore naturale è il presidente Acquaroli – ha spiegato Orsetti – ma la prospettiva è più ampia: un dialogo crescente con Forza Italia e con tutte le forze popolari, guardando al Partito Popolare Europeo come casa comune. La direzione regionale ha tracciato le linee della terza fase del progetto politico di Bp: rigenerare, aggregare, innovare. Il primo impegno da affrontare saranno le prossime elezioni amministrative, a seguire, tra i passaggi principali: tesseramento 2026 già avviato; congressi provinciali e regionale a gennaio 2026 per il rinnovo dei vertici; nascita di una scuola permanente di politica per formare una nuova classe dirigente; sostegno alle iniziative referendarie sul proporzionale con preferenze e sul premierato; avvio del dibattito per un Partito popolare italiano in vista delle politiche del 2027. Bp intende essere piattaforma di unità e innovazione: un movimento capace di dare voce al mondo popolare, liberale e cattolico, di proporre soluzioni concrete ai cittadini e di ricostruire fiducia nella politica. È il momento di passare dall’io al noi. Le regionali sono solo l’inizio di un percorso più grande: rigenerare la politica su basi popolari, offrire risposte ai territori e preparare il terreno per una forza politica nazionale nuova, coesa e credibile».
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