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«Sui rifiuti ci siamo paralizzati,
la soluzione non sono le discariche.
Vecchi siti miniere di materie prime»

ELEZIONI - Il candidato alle regionali Domenico Luciani (M5s) ritiene che l'ipotesi migliore sia quella dei rifiuti zero. A causa delle indecisioni sulle strategie da adottare: «Sono aumentati i costi per i cittadini»

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Domenico Luciani con Giuseppe Conte

«Rifiuti, le incertezze sulla strategia ha paralizzato le scelte e fatto cresce i costi per i cittadini. Unica soluzione quella dei rifiuti zero». A dirlo il candidato alle regionali Domenico Luciani (M5S). «La giunta Acquaroli – sostiene Luciani — in questo quinquennio non è riuscita nemmeno a far approvare definitivamente il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, la cui ultima edizione risale, ormai, a più di dieci anni fa (giunta Spacca)». Secondo il candidato dei 5 Stelle «Dobbiamo avere il coraggio di assumere decisioni strategiche con fermezza, senza ulteriori rinvii. La soluzione non può essere quella di continuare a realizzare discariche per abbancare rifiuti disseminandole sul territorio. Ogni volta che se ne apre una, il territorio si porta addosso una ferita che con gli anni può trasformarsi in un problema enorme per l’ambiente e per la salute. Non è giusto lasciare questa eredità a chi verrà dopo di noi. Nessuno vuole una discarica vicino casa, e lo vediamo bene anche nella nostra provincia: appena si parla di nuovi siti, nascono comitati, proteste e ricorsi. Un segnale chiaro che la gente non è più disposta ad accettare questo tipo di soluzione».

Luciani aggiunge che la soluzione non è neanche un inceneritore o termovalorizzatore. «Dalla padella si finisce alla brace, passando dall’inquinare la terra e l’acqua a intossicare l’aria che respiriamo ogni giorno. Oggi l’energia si può ottenere in modo più pulito ed economico con le fonti rinnovabili, invece di bruciare rifiuti dal contenuto incerto. Occorre procedere convintamente verso l’unica direzione possibile: quella dei rifiuti zero. Vogliamo promuovere con decisione l’economia circolare attraverso il riuso e il riciclo dei rifiuti e parallelamente vogliamo sostenere l’eco-design e la riduzione degli imballaggi, e introdurre, finalmente, la tariffa puntale, con l’obiettivo di tendere a rifiuti zero. Le soluzioni tecnologiche ormai sono mature. Diminuendo in modo significativo i rifiuti destinati alle discariche, potremo prolungare la vita di quelle attuali presenti nella Regione Marche ed evitare nuove aperture. Piuttosto che realizzare nuove discariche o inceneritori bisognerebbe cominciare a pensare come recuperare e riqualificare le aree che nei decenni precedenti sono state utilizzate come “cimiteri dei rifiuti”».

Secondo Luciani «La transizione verso un’economia circolare non può limitarsi alla gestione dei rifiuti che produciamo oggi o che produrremo domani. Accanto al riuso e al riciclo dei flussi futuri, è necessario avviare una riflessione seria e un’azione concreta anche sui rifiuti del passato.

Per decenni la risposta prevalente al problema dei rifiuti è stata quella di abbancarli in discarica. Questi siti, sparsi sul territorio, oggi rappresentano un’eredità pesante sotto il profilo ambientale e sanitario. Molte discariche sono esaurite, altre necessitano di costanti interventi di manutenzione e monitoraggio, tutte costituiscono comunque un potenziale rischio per le falde, il suolo e l’aria.

Ma c’è un aspetto troppo spesso trascurato: ciò che chiamiamo “vecchie discariche” non è solo un accumulo di scarti, bensì una riserva di materiali preziosi. Plastica, metalli, vetro, frazioni organiche stabilizzate: sostanze che, se opportunamente recuperate, possono tornare a essere materie prime, riducendo il ricorso a nuove estrazioni e contribuendo alla sostenibilità del sistema produttivo.

Per questo motivo, la prospettiva deve cambiare: le discariche non come “cimiteri di rifiuti”, ma come miniere di materie prime. Affrontare il tema delle vecchie discariche con una logica di recupero e riuso non è solo una scelta ecologica, ma una strategia di futuro: trasformare un’eredità ingombrante in un’opportunità per la comunità, l’ambiente e l’economia».

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