Fabio Cardona
«A 25 anni ho deciso di restare nelle Marche e mettermi in gioco. Con fatica, entusiasmo e tanto impegno. La notizia dell’estensione della Zona economica speciale alla nostra regione rappresenta un passaggio storico. Ma sarà davvero efficace solo se saremo noi giovani, per primi, a crederci e a muoverci». Così Fabio Cardona, giovane professionista di Serravalle, sulla volontà di Giorgia Meloni di estendere la Zes anche al territorio regionale. La questione però, secondo Cardona, deve essere affrontata con il giusto spirito.
«La Zes offre strumenti concreti: agevolazioni fiscali, semplificazioni, incentivi per chi vuole avviare o rilanciare un’attività. Ma tutto questo – avverte – rischia di restare sulla carta se non ci mettiamo nelle condizioni di usarlo bene. Per questo credo sia arrivato il momento di parlare ai giovani prima che diventino imprenditori. Dobbiamo trasmettere fiducia, stimolarli, aiutarli a vedere nella propria terra un futuro possibile. Penso in particolare alle associazioni di categoria, Confindustria, Confartigianato, Cna e le altre, che ogni giorno rappresentano con impegno e competenza il mondo produttivo. Il loro lavoro è fondamentale. Ma oggi abbiamo anche bisogno che si aprano maggiormente al confronto con i giovani, andando a incontrarli prima ancora che decidano il loro futuro lavorativo. Nelle scuole, nei centri giovanili, nei piccoli comuni. È lì che può nascere una vocazione, una consapevolezza, un progetto oppure un sogno. E lì dobbiamo esserci tutti».
Cardona si rivolge, infine, agli istituti di credito. «In questo percorso, anche le banche del territorio possono giocare un ruolo fondamentale. Per un giovane che vuole provarci, il primo ostacolo è spesso l’accesso al credito. Avere qualcuno che ti ascolta, che valuta un’idea, che ti dà fiducia e ti mette nelle condizioni di iniziare può fare la differenza. E va riconosciuto il merito a quegli istituti locali che, mentre i grandi gruppi chiudono sportelli, continuano a presidiare le nostre comunità. Alcuni stanno perfino aprendo nuove filiali. È un segnale forte di fiducia nel territorio. Una fiducia che dobbiamo imparare a meritare, ma che abbiamo anche il diritto di chiedere». «Per questo – conclude – subito dopo la pausa estiva intendo promuovere un tavolo tecnico operativo con giovani, associazioni di categoria e banche locali. Sarà un’occasione concreta per confrontarci, raccogliere idee, chiarire dubbi e soprattutto costruire un metodo con cui accompagnare chi vuole provarci davvero. Noi giovani dobbiamo essere i primi a crederci. Ma non possiamo farlo da soli. Serve una rete che ci ascolti, che ci stimoli e che ci accompagni. Fare impresa nelle Marche non deve essere un’eccezione: deve tornare a essere una scelta possibile».
Renzo Marinelli
Alle parole del giovane Cardona fanno eco quelle del consigliere regionale Renzo Marinelli, ex sindaco di Castelraimondo, che inquadra la Zes come la concretizzazione di un lungo percorso, partito anni fa proprio dal cuore delle zone colpite dal sisma: «Accolgo con grande soddisfazione l’annuncio fatto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad Ancona: l’estensione della Zona economica speciale alle Marche è una scelta giusta, necessaria e attesa da tempo. Una vera occasione di rilancio per la nostra regione e per le aree interne, a partire da quelle colpite dal sisma».
Marinelli ricorda il “Patto di Torre del parco” promosso a Camerino nel 2019, «un documento condiviso che proponeva l’istituzione di una Zona economica speciale post-sisma», basato «su analisi puntuali e una visione di lungo termine». E sottolinea come già allora si chiedessero «agevolazioni fiscali automatiche, incentivi strutturati per gli investimenti, e un modello di governance dedicato e snello».
Un percorso che oggi trova compimento, secondo Marinelli grazie al governatore uscente Francesco Acquaroli: «Un impegno costante, portato avanti con determinazione nei tavoli nazionali e interregionali, che oggi trova finalmente un riscontro concreto. Vedere che quello spirito anticipatore viene raccolto a livello nazionale è motivo di orgoglio, ma anche di rinnovato impegno».
Ora, però, avverte Marinelli, bisogna passare alla fase più difficile: quella dell’attuazione. «Questa opportunità non deve restare sulla carta. È fondamentale che le istituzioni locali, le imprese, i professionisti e le comunità vengano messi nelle condizioni di utilizzare realmente gli strumenti previsti. Servono tempi certi, regole semplici e canali operativi chiari». Perché, conclude, «ora che il contesto nazionale è favorevole, dobbiamo farci trovare pronti. È il momento di trasformare questa occasione in una vera leva di sviluppo per i giovani, per le imprese e per una ricostruzione che sia finalmente anche rinascita».
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