Le 10 domande del Dem Sciapichetti:
«Fallimentari i 4 anni del centrodestra.
Alle elezioni va coinvolto il mondo civico»

MACERATA - Il segretario provinciale del Pd critico su una serie di punti: dalla sanità ai nodi di acqua e rifiuti, dall'addio al Superbonus al Covid hospital di Civitanova. E annuncia l'idea di una coalizione aperta ai civici e «radicata sul territorio»

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Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Pd

di Luca Patrassi

Il 2024 si chiude con il Pd che fa l’elenco delle cose che sarebbero state fatte male o non fatte dal centrodestra. Un lungo bollettino che porta la firma del segretario provinciale Dem Angelo Sciapichetti: «A fine anno – rileva l’esponente maceratese Democrat – è tempo di bilanci e dopo quattro anni consecutivi, ho l’impressione che non funzioni più la narrazione quasi fiabesca della destra secondo la quale va tutto bene, anzi benissimo (“con me cose mai viste, nessun paragone con chi c’era prima..” dice Acquaroli sull’onda di “stiamo scrivendo la storia” della Meloni) salvo poi quando le questioni non funzionano dire sempre che la colpa è di chi c’era prima; ricordate il refrain: “e allora il Pd?” Non bastano più conferenze stampa, dichiarazioni trionfalistiche quotidiane dei vari assessori e rappresentanti della destra che governano Regione e Provincia perché la realtà è sotto gli occhi di tutti e i maceratesi così come tutti i marchigiani, si stanno accorgendo che il sogno promesso sta diventando un incubo. I maceratesi quattro anni fa hanno provato a cambiare, ma oggi gli stessi che hanno voluto il cambiamento sono rimasti in gran parte delusi».

Il Pd maceratese si rivolge direttamente al centrodestra: «sarete chiamati molto presto a rispondere – non al Pd ma ai maceratesi – almeno a queste dieci domande che interessano il nostro territorio». Ed ecco le domande partendo dalle prime sul tema della sanità: «Perché l’Ast di Macerata ha cambiato 5 direttori in 4 anni impedendo di fatto la sia pur minima programmazione sanitaria territoriale? Di chi è la colpa? Perché la tanto sbandierata riforma sanitaria dopo due anni e mezzo dall’approvazione è di fatto rimasta una scatola vuota non avendo visto la luce ancora il necessario atto aziendale? Eppure in questi anni sono aumentate a dismisura le liste di attesa, la mobilità passiva, siamo la regione nella quale dopo Lazio e Sardegna più persone hanno rinunciato a curarsi; e pensare che le Marche sono le uniche ad avere un assessore alla sanità e un suo tutor per limitarne i danni. Perché volendo deliberatamente sabotare e abbandonare il vecchio progetto dell’ospedale provinciale si è voluta percorrere una strada nuova che ad oggi ha visto solo una serie di bugie e roboanti dichiarazioni dei vari rappresentanti della destra di turno e lo slittamento continuo di una serie di date di inizio dei lavori buttate lì dal sindaco Sandro Parcaroli e dall’assessore Filippo Saltamartini, solo per distrarre l’attenzione dei maceratesi e dopo quattro anni la verità è che non ci sono i soldi (o meglio ci sono i 59 milioni lasciati dalla vecchia giunta), non c’è ancora un progetto definitivo e non si sa dove, come e quando potrà essere espletata la gara. Di chi è la colpa di tutto ciò?».

Il fronte dell’acqua e dei rifiuti: «Perché il sistema idrico provinciale nell’Aato3 dopo liti furibonde tra gli stessi rappresentanti della destra (Parcaroli contro Alessandro Gentilucci, consulenze inutili e proposte fallite sul nascere) ad ora nessuno sa quale strada prendere per evitare la incombente privatizzazione della gestione dell’acqua? Il Pd da un anno e mezzo come su altri temi fa proposte concrete nel merito senza mai venire ascoltato. Perché dopo 4 anni un piano regionale dei rifiuti non c’è e Macerata non avendo ancora individuato un sito per una discarica di appoggio sapendo che quella di Cingoli sarebbe andata ad esaurimento è costretta a portare i rifiuti in provincia di Pesaro con un aggravio drammatico di spesa che grava sulle tasche dei cittadini? Di chi è la colpa?». Il Consiglio saltato sul bilancio: «Di chi è la colpa se a Macerata, nel comune capoluogo di provincia la maggioranza dilaniata da una serie di fratture e polemiche interne non riesce a garantire neanche il numero legale per l’approvazione del bilancio?».

Dal Comune capoluogo al territorio provinciale: «Perché il governo Meloni nel silenzio assenso della famosa filiera istituzionale della destra abolisce il Superbonus per i terremotati bloccando di fatto la ricostruzione? Perché con il nuovo dimensionamento scolastico voluto dal governo Meloni e attuato dalla giunta regionale marchigiana nelle aree interne del Maceratese già messe a dura prova dal terremoto e dalla cronica carenza di servizi, ora vedono i loro istituti scolastici accorpati o cancellati senza tenere in nessun conto le indicazioni dei sindaci? Con chi debbono prendersela i cittadini? Perché nelle Marche il sistema di welfare è stato praticamente smantellato e le risorse essenziali per garantire i servizi dirottate altrove lasciando di fatto sole tante famiglie a cominciare da quelle che debbono fare i conti con la salute mentale?». Infine il Covid Hospital: «Perché l’ex covid Hospital di Civitanova, costruito in un mese per rispondere alla drammatica emergenza Covid e realizzato senza impegnare un euro di denaro pubblico, è costato, negli ultimi tre anni 690mila euro per restare chiuso e senza utilizzare un macchinario sanitario all’avanguardia come la Tac Slice, rimasta ferma per più di di due anni all’interno della struttura quando avrebbe potuto contribuire in modo significativo a ridurre le liste d’attesa per esami diagnostici?».

La riflessione politica del Pd in vista delle elezioni: «So già che nessuno risponderà – osserva infine Angelo Sciapichetti – ma sono sempre però più convinto che per vincere le prossime elezioni non basterà parlare male della destra o della filiera istituzionale, ma occorrerà un programma alternativo serio, convincente, realizzabile. Per questo abbiamo bisogno di un nuovo centrosinistra che veda coinvolto quel mondo civico che c’è e sta svolgendo un’azione importante anche nella nostra regione; abbiamo bisogno di un’alleanza con le forze sociali, le associazioni di categoria, le università, il terzo settore, il mondo laico e cattolico. Alle regionali dobbiamo proporre un’alternativa credibile, affinché alle Marche venga ridata un’ambizione, un sogno, un progetto. Le Marche devono tornare grandi e competitive. La vittoria di Stefania Proietti in Umbria lancia un segnale importante: è la dimostrazione che, di fronte al malgoverno, i cittadini scelgono di affidarsi ad amministratori competenti, capaci di proporre un progetto, una visione chiara per il futuro del loro territorio, di parlare e tenere unito il mondo laico come quello cattolico. In Emilia Romagna e in Umbria hanno vinto due amministratori locali radicati nel territorio, capaci di raccontare un progetto, una visione per la propria terra. E ha vinto la coalizione unita del centrosinistra, con una evidente forza del Partito Democratico sui territori che da solo però non basta. Nelle tre regioni dove si è votato poco più di un mese fa abbiamo dimostrato che senza alleanze non si vince, per questo continueremo ad essere “testardamente unitari” come dice la nostra segretaria Schlein e a lavorare per un nuovo centrosinistra unito. È quello che avverrà anche nelle Marche perché ormai i limiti e le divisioni nette di questa destra regionale e provinciale sono evidenti a molti».

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