Gianluca Puliti
«Ci si può dichiarare “virtuosi” anche dicendo esattamente le cose come stanno». E’ l’invito di Gianluca Puliti, ex dirigente del Comune di Macerata, all’assessore Riccardo Sacchi che ha risposto con una replica al vetriolo al suo intervento riguardo i festival storici e quelli nascenti in città.
«Ho letto la replica – scrive Puliti – e ho capito di aver toccato qualche nervo scoperto. Ho anche capito che per Sacchi il dirigente pubblico in pensione non gode di tutti i diritti. Di sicuro ha meno diritto degli altri di esprimere le sue opinioni, specie se sono di disturbo al manovratore. Sacchi insinua, avanza sospetti e velate accuse, mi attribuisce, con qualche imprudenza, fatti mai accaduti, opinioni mai espresse, giudizi mai formulati. Insomma intorbida le acque, la mette sul personale, seguendo il solito copione della politica politicante, facendo un inverecondo minestrone di tutto un po’, confondendo il ruolo e le responsabilità della politica con quelle dei dirigenti e dei funzionari, mettendo insieme il festival del folklore con le piscine, Liberilibri con il braciere delle olimpiadi provinciali. Lo scopo è sempre quello. Cortina fumogena, polemiche fuorvianti, tattiche evasive. Il tutto per non affrontare il cuore del problema che invece è bene rimettere al centro della discussione».
Puliti specifica innanzitutto le caratteristiche della delega dell’assessore: «La delega che ha ricevuto dal sindaco ha specificato, su sua precisa richiesta, quali sono le manifestazioni di sua esclusiva competenza (Musicultura, Sferisterio Live, Artemigrante Festival, Macerata Racconta, Ratatà, Festival, Festival del Folklore, Overtime Festival). Probabilmente lo scopo originario di questa non usuale formula era anche di proteggere e valorizzare questi contenitori, preservarne il prestigio e la valenza culturale. Strada facendo questo spirito iniziale (e con esso la delega) è stato via via mortificato. Non è una facezia quando si dice che l’assessore dovrà prepararsi a difendere Musicultura, argomento sul quale ha prudentemente taciuto. Bisogna capirsi, una volta per tutte. Che la Giunta faccia le sue scelte è pienamente legittimo, poi ciascuno potrà esprimere la sua valutazione di merito. Quello che non è sopportabile è l’ipocrisia di voler celare e giustificare decisioni evidentemente ritenute scomode con la presunta carenza di risorse, mentre sarebbe più semplice e onesto rivendicare con limpidezza e con orgoglio l’orientamento di ridurre il finanziamento a quelle manifestazioni che (come ammette lo stesso Sacchi) sono connotate per essere, a torto o a ragione, “politicamente vicine al centrosinistra”.
Il videomapping ad Artemigrante censurato
Per intendersi, è la stessa timidezza politica che non consente a Sacchi di prendere posizione riguardo alla censura del videomapping di Luca Agnani e che, anzi, lo induce ad assumere una postura pilatesca e a negare che lui e tutta l’Amministrazione c’entrino qualcosa con la vicenda, nonostante egli stesso abbia dichiarato che sono stati alcuni assessori a chiedere e ottenere l’intervento del comandante della Polizia Municipale. Nessuno dica più: “non ci sono soldi”, “vale la linea della prudenza”, “si tratta di una virtuosa razionalizzazione delle spese”. Lo ripeto. Negli ultimi dodici mesi sono stati spesi “virtuosamente e razionalmente” oltre 200mila euro in festival e feste. In questa abbondanza non si è trovato il modo di sostenere, non tanto i reprobi amici del centro sinistra, ma neppure le altre associazioni culturali della città, che anche quest’anno sono chiamate a partecipare al consueto bando per l’assegnazione dei contributi comunali per dividersi, tra tutte, la cifra risibile di 20mila (addirittura 3mila euro in meno dello scorso anno)».
L’ex dirigente chiarisce poi: «Le associazioni culturali, con in prima fila Li Pistacoppi, I Benandanti, Contesto, (quelle cioè che organizzano il Festival del Folklore, Artemigrante e Macerata Racconta), rischiano in proprio se i conti non tornano. Esse fanno affidamento sul contributo comunale, ma sanno che devono cercarsi sponsor e introiti per riuscire a far quadrare i conti e non menomare la qualità della manifestazione. Le novità festivaliere di questa amministrazione, invece, sono finanziate a piè di lista dal Comune che, per lo più, appalta a terzi l’organizzazione e la realizzazione dell’evento. Non mi pare il modo migliore per far crescere” virtuosamente” l’associazionismo della città, che, per fortuna, a dispetto di una politica poco avveduta e piuttosto distratta, è tuttora vivo e vitale e non si è ancora disamorato».
L’assessore Riccardo Sacchi a Sferisterio Live
Passa poi a Sferisterio Live: «Sarà bene ricordarlo, non nasce con Sacchi, ma era già presente in Arena da qualche lustro, come sono sempre state presenti le buone ragioni per valorizzare, migliorare e potenziare questa rassegna musicale. Nota per l’assessore: nelle delibere di Giunta che approvano il programma di Sferisterio Live non si parla mai di festival, ma solo di rassegna musicale. Qualcuno evidentemente conosce la differenza tra i due termini. In ogni caso non si può dire che la formula organizzativa odierna sia molto differente dagli anni scorsi, né che essa non abbia conosciuto, anche in passato, successo di critica e di pubblico. Di diverso, semmai, c’è il tentativo di farne una cosa propria, di intestarsela per fini di marketing politico, di attribuirsi meriti tutti da dimostrare. Dev’essere questo il senso, per esempio, dei denari spesi dal Comune per la comunicazione di Sferisterio Live, che peraltro consiste in manifesti affissi per lo più in città e quindi poco utili per promuovere Macerata e la manifestazione stessa fuori dal territorio comunale, anche perché le agenzie di spettacolo hanno, com’è normale, i loro canali comunicativi professionali e li utilizzano a tempo debito e con congruo anticipo. Si continua a dire, con sprezzo del ridicolo, che Sferisterio Live non costa niente al Comune. Non è così. Al netto dei costi indiretti, ci sono dipendenti comunali che lavorano per garantire il funzionamento degli eventi, dal personale operaio alla Polizia Locale. in secondo luogo i servizi di viabilità vengono assicurati con l’ausilio di soggetti esterni all’Amministrazione che, complessivamente, sono costati al Comune 6.825 euro per tutti gli spettacoli estivi, compresi gli spettacoli di Sferisterio Live. Ma che bisogno c’è, domando io, di celare questi dati, che peraltro sono reperibili con facilità. Anche in questo caso sarebbe stato meglio, invece di giocare a rimpiattino, valorizzare con chiarezza l’apporto fattivo dell’Amministrazione, sempre che se ne abbia l’ardire».
«La frenesia da festival degli assessori penalizza eventi storici e associazioni»
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E anche basta… no !!!!!
“La sera dei dì di festival e feste” è un canto dolente in cui il poeta si rivolgeva ad una donna che gli aveva aperto una piaga in mezzo al petto, donna nella quale è oggi possibile identificare in allegoria la città di Macerata:
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t’accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m’affaccio,
E l’antica natura onnipossente,
Che mi fece all’affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da’ trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell’artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov’è il suono
Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido
De’ nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio
Che n’andò per la terra e l’oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s’aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s’udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.
Facciamo la festa ai festival? La ripetizione senza un senso e poi un vuoto di realtà e di esperienza hanno sempre zavorrato i dì di festa, e con i festival si cerca di aggirare l’ostacolo. Proprio Giacomo Leopardi, scrivendo da Roma al fratello Carlo, descriveva così una certa deriva: “non si va allo spettacolo se non puramente per veder lo spettacolo, (cosa noiosissima)…”.
Un vago c’è irradiarsi d’azzurro
là dov’è la città, che una perversa
gelida specie abita
col suo sfacelo:
a larve di nipoti
fila un domani di tenebra.
Trakl
Bartolo””…E’ quello che speriamo tu faccia da un bel po’!!!!!!!!
Bartolo””…E’ quello che speriamo tu faccia da un bel po’!!!!!!!!.
Molto bene dr. Puliti. Con dati e fatti precisi… così si sbugiarda un politicante maldestro, che si permette di reagire con maleducazione alle critiche dei cittadini.
Se anche stavolta Sacchi, magari con l’aiuto dell’amico liberale Aborro Porro riesce a risollevarsi dal cappotto di Puliti , le loro tesi come minimo dovrebbero portare il Premio Bartoloni.
Siccome mi pare di ricordare che Sacchi parli con grande enfasi del/dei celeberrimi maceratesi raduni liberali e visti gli invitati e gli spettatori, perché lo chiamano così? Non sanno che liberale significhi tra l’altro che la Costituzione prevede che i tre poteri, quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario, differenti proprio per evitare la concentrazione dei poteri, fusi nella dittatura fascista ( qui ancora Leghista per un forte legame con i popoli del grande Nord) e non ha niente a che fare con l’altra parte della filiera dell’Acetoso Sacchi molto bevuto anche a Civitanova dove lì sono veramente più liberi che liberali mentre ad Ancona sono solo… scriviamo più misteriosi perché a voce riescono a fare tutto quello che non fanno per spudorata mancanza di sincerità.