Bruno Mandrelli
di Luca Patrassi
Crescono le adesioni al sit in annunciato per martedì prossimo, con inizio alle 18 davanti al palazzo della Provincia in corso della Repubblica, dal coordinatore provinciale di Azione Massimiliano Fraticelli.
L’obiettivo è quello di sostenere il fronte degli amministratori – numeroso in teoria ma un po’ in difficoltà nel fare atti concreti – impegnati nel mantenimento della gestione pubblica del servizio idrico. Finora hanno aderito all’iniziativa i sindaci di Tolentino, Treia ed Appignano, il Pd, Psi, Italia Viva, le liste di Massimiliano Bianchini e David Miliozzi a Macerata.
Osserva l’avvocato Bruno Mandrelli: «La lodevole iniziativa di Massimiliano Fraticelli va sostenuta e personalmente aderisco, condividendone contenuti e scopo. Va dato atto che diverse forze politiche si sono già espresse in favore di una gestione pubblica del sistema delle acque e ciò è di conforto per il futuro. L’acqua, come noto, è un bene primario ed essenziale (in assenza non c’è vita, quando è carente i problemi da affrontare sono immensi) ed ogni ragionamento che involga anche alla lontana la logica del profitto su di essa va respinto.
Credo che l’occasione vada anche colta per iniziare una riflessione su cos’altro si deve fare oltre al garantire il controllo pubblico sulla risorsa e sulle modalità di erogazione del servizio: a dire come, dove e quando dare corso ad una politica infrastrutturale utile a non disperdere questa preziosa risorsa nel momento in cui i forti cambiamenti climatici vedono l’aumento di fenomeni piovoso di forte intensità a discapito delle pregresse stagioni di normale piovosità sufficienti a mantenere in equilibrio i bacini e le risorse sotterranee. Un esempio per meglio spiegarsi: ogni anno sulla penisola piovono circa 285 miliardi di metri cubi d’acqua, eppure ne preleviamo appena 34 miliardi, cioè l’11% del totale disponibile (Fonte: report Istat del 21 marzo 2022) in ragione del pessimo stato di manutenzione delle dighe e degli invasi che ne fanno diminuire sensibilmente la capacità di raccolta.
Una riflessione comune, prospettica ma con l’urgenza del caso, su tali questioni potrebbe portare anche ad individuare ipotesi di lavoro per la nostra terra (e ricordo a me stesso che ai confini – provincia di Ascoli – già quest’estate si sta ponendo un problema di razionamento). L’auspicio è quindi che su tale delicata questione prevalga l’impegno comune, siano evitate approcci e linee comportamentali ai limiti del bizantinismo (e mi riferisco all’articolo di Cronache Maceratesi dello scorso 15 luglio) o, se si preferisce, del cinismo. Come dire, va sempre bene la protesta ma qualche volta anche la proposta, soprattutto su temi che involgono la salute e la vita delle persone».
Angelo Sciapichetti
Altro intervento a cura del segretario del Pd Angelo Sciapichetti: «La destra sta provocando un disastro e noi abbiamo avuto il coraggio di denunciarlo da tempo: in provincia di Macerata i partiti di destra sono palesemente divisi tra loro e al proprio interno, basti pensare alla lotta tra Parcaroli e Gentilucci e sono assolutamente incapaci di risolvere il problema dell’acqua.
Per il servizio idrico siamo allo psicodramma. Lo scontro tra Lega e FdI ci sta portando alla gara e quindi alla privatizzazione. L’acqua deve rimanere in mano pubblica e questo martedì lo ribadiremo».
Sandro Scipioni
«Il codice ambientale – sottolinea il segretario provinciale del Psi Sandro Scipioni – prevede obbligatoriamente ‘l’unicità della gestione’ nell’ambito territoriale, nonché adeguatezza delle dimensioni gestionali, definita sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici – spiega Scipioni – Constatato quindi l’obbligo legislativo, nonostante l’assemblea dei sindaci si sia espressa in più di un’occasione a favore della gestione pubblica, ad oggi non si è ancora costituita la società pubblica alla quale dovrebbe essere affidato il servizio.
Torno quindi a chiedere a sindaci e consiglieri di ogni Comune, di fare un interpello, affinché la Provincia dia l’adeguata soluzione della gestione idrica in un’unica società provinciale». Una visione che va di pari passo con la questione discarica provinciale. «L’assenza del piano regionale dei rifiuti e la mancata assunzione di responsabilità della Provincia, denota l’incapacità del centrodestra di dare risposte in tempi rapidi e certi. Nelle scelte – conclude Scipioni – ci vuole coraggio».
«Rifiuti e acqua, no ai privati: Apm gioiello di famiglia e il Cosmari non si tocca»
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L’ultima spiaggia:la politica dimostri una buona volta che e’ capace di gestire in maniera snella ed intelligente un problema complesso,in questo caso la distribuzione di un bene prezioso come l’acqua. Finora sia destra che sinistra non sono state all’altezza.vedi rifiuti,sanita’….. Se non riesce e’ finita raggiungiamo lo zero credibilita’.
Ma siete proprio sicuri che la gestione dell’acqua e dei rifiuti se finisse in mano a privati ( A2A e altri privati?) è una tragedia?
Ad oggi queste gestioni, sempre in mano al pubblico (leggi politici che ci hanno fatto i cavoli propri, TUTTI) non è che hanno brillato, il Cosmari ha un mare di debiti che tenta di ripianare con l’aumento della Tari, e il cittadino paga, l’acqua ogni anno ha sempre degli aumenti, anche se contenuti ma aumenta, e ci illudono con le casette dell’acqua, allora non sarebbe meglio dare la gestione a chi se ne intende con tariffe e costi decisi dal pubblico e fissi per almeno tre o cinque anni e poi rifare la gara?
Oramai noi cittadini abbiamo capito che sia la destra che la sinistra non sono capaci di gestire ne i rifiuti ne l’acqua perché pensano troppo ai loro interessi e poco agli interessi dei cittadini.
Leggere certe dichiarazioni di politici equivalenti solo a rimpalli di responsabilità senza concrete proposte di collaborazione che possano migliorare problemi complessi come la gestione dell’acqua e dei rifiuti è sconcertante soprattutto per le perdite dell’acqua che in ambito nazionale sfiorano il 50% da decenni per condutture fatiscenti da rifare il cui costo è stato stimato in 50 miliardi di euro. Purtroppo il pubblico troppo spesso è sinonimo di inefficienza e sperpero di risorse anche per mancanza di scelte prioritarie, anche se tali settori dovrebbero rimanere sotto controllo pubblico l’inserimento di quote private normalmente più efficienti potrebbe migliorare la gestione.
Una considerazione per Crescimbni e Castellucci. Le difficoltà che stiamo riscontrando ora nella gestione del ciclo dei rifiuti e del sistema idrico integrato non dipendono da incapacità gestionali di aziende pubbliche ma piuttosto della attuale governance politica a prendere decisioni, se pur difficili e complesse. Cosmari o Apm non sono improvvisamente diventate più inefficienti a gestire la loro attività di quanto farebbe un privato, ma è il decisore politico (la destra al governo della provincia e dei principali comuni)che, in un caso con la mancata scelta del sito della discarica e nell’altro con il ritardo ad individuare il necessario percorso di integrazione, determina costi impropri che si scaricano sul cittadino. E anche se avessimo avuto società private al posto delle due citate questi costi sarebbero comunque rimasti perchè quelle decisioni sono inalienabili alla governance politica. E ricordiamo comunque che, almeno per quanto riguarda la gestione dl ciclo dei rifiuti, la Tari pagata nella nostra provincia è, prima della serie di aumenti che arriveranno per i motivi che conosciamo, fra le più basse di Italia. Quindi rilanciare ora la trita contrapposizione fra le capacità gestionali delle aziende pubbliche e di quelle private non ha nulla a che fare con il problema vero che abbiamo di fronte. L’incapacità dell’attuale decisore politico.
Per un bene fondamentale per ogni forma di vita come l’acqua: non c’è stata mai una gestione né pubblica né privata. Ma oggi c’è il problema del mantenimento e ampliamento del carrozzone politico parassitario incominciato nel 1970 con l’istituzione delle regioni. invece di eliminare i veri sprechi delle risorse pubbliche che stanno riportando il paese più indietro di quando era diviso in sette stati che si scannavano l’uno con l’altro: s’inventano vagonate di bugie per costringere il popolo a credere e sopportare ogni sorta di estorsione finanziaria spacciata come un bene per la collettività.
E’ inutile che ci giriamo intorno nel fare gli esperti nei giorni pari e i populisti nei giorni dispari. Mario Iesari ha rappresentato in modo chiaro il dramma in cui si trova la provincia di macerata sul versante dei rifiuti e dell’acqua. Altri discorsi rispettabilissimi, ci mancherebbe altro, ma da fare al fresco di fronte al bar dello sport.
La destra fa disastri, è vero, ma d’altra parte la sinistra non è un’alternativa credibile e quindi i cittadini non la votano. I democratici riflettano su questo.
L’ acqua come i rifiuti debbono essere pubblici, il privato lontano migliaia di km…..anche qui a casa tutti i politici che si sono succeduti negli ultimi 10 anni nella gestione pubblica mancanza di responsabilità e capacità.
Le cosiddette “società controllate” sono di fatto società di capitali a scopo di lucri (es. srl o spa) e poiché i capitali da qualunque parte provengano tali rimangono il “pubblico” ben poco c’entra. In realtà queste società lavorano in regime di monopolio (gestione in hause scappatoio per eludere i vincoli inposti dall’EU) traendone si lecito profitto, ma imponendo le loro tariffe senza la mediazione della concorrenza del mercato e a farne le spese sono le tasche dei Cittadini. Se invece anziché ricorrere alla gestione dei servizi con questo tipo di società – molto comode ai politici – il Comune o più in generale l’Ente pubblico gestisse in proprio tali servizi la cosa sarebbe ben diversa perché tali servizi sarebbero sotto il controllo dell’assise politica (maggioranza e opposizione). Ma questa soluzione non è praticabile (vedi direttive europee) e allora a mio avviso e nell’interesse dei cittadini, sarebbe molto più utile e conveniente per il cittadino che l’Ente pubblico (es. i Comuni) bandissero una gara pubblica (libera concorrenza tra le società che gestiscono i servizi) e controllassero l’effettivo rispetto dei vincoli del bando, ma questa soluzione credo non convenga ai politici.
Sono d’accordo con quanto afferma Lucio Tranzocchi in merito alle Regioni, che sono stata una autentica stronzata antidemocratica, nel senso della mancanza di controllo e di contatto da parte dei cittadini, nel senso che gli amministratori della <Provincia li potevi contattare personalmente perfino lungo il Corso della Repubblica di Macerata e parlare con loro, mentre quelli della Regione sono come l'Araba Fenice.
Dopo la mia lamentela greca dico che l'acqua deve essere lasciata fuori dalla fame di quattrini di chi ha tonnellate di soldi da parte e vuole investirli al meglio del guadagno. Vedi lo sfacelo che hanno portato tutti questi supermercati, che invogliano al consumo, ma non producono lavoro producendo i beni da vendere. Il risultato è che nelle nostre città chiudono i negozi privati. E si formano sacche di disoccupazione.
L'Acqua è un bene vitale. In mano al privato servirebbe per fare guadagno e non beneficenza. Qualora venisse imposto un prezzo "politico" il privato chiederebbe allo Stato quattrini pubblici. Agnelli insegna. Spero che la Lega si dissoci da chi vuole fare entrare i privati nell'affare dell'acqua.