Acqua, si allarga il fronte del sit-in
«Va garantito il controllo pubblico.
La destra sta facendo un disastro»

CASO - All'iniziativa di protesta proposta dal coordinatore di Azione Massimiliano Fraticelli finora hanno aderito i sindaci di Tolentino, Treia ed Appignano, il Pd, il Psi, Italia Viva, le liste di Bianchini e Miliozzi a Macerata e Bruno Mandrelli: «L’auspicio è quindi che su tale delicata questione prevalga l’impegno comune, siano evitate approcci e linee comportamentali ai limiti del bizantinismo»

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Bruno Mandrelli

di Luca Patrassi

Crescono le adesioni al sit in annunciato per martedì prossimo, con inizio alle 18 davanti al palazzo della Provincia in corso della Repubblica, dal coordinatore provinciale di Azione Massimiliano Fraticelli.

L’obiettivo è quello di sostenere il fronte degli amministratori – numeroso in teoria ma un po’ in difficoltà nel fare atti concreti – impegnati nel mantenimento della gestione pubblica del servizio idrico. Finora hanno aderito all’iniziativa i sindaci di Tolentino, Treia ed Appignano, il Pd, Psi, Italia Viva, le liste di Massimiliano Bianchini e David Miliozzi a Macerata.

Osserva l’avvocato Bruno Mandrelli: «La lodevole iniziativa di Massimiliano Fraticelli va sostenuta e personalmente aderisco, condividendone contenuti e scopo. Va dato atto che diverse forze politiche si sono già espresse in favore di una gestione pubblica del sistema delle acque e ciò è di conforto per il futuro. L’acqua, come noto, è un bene primario ed essenziale (in assenza non c’è vita, quando è carente i problemi da affrontare sono immensi) ed ogni ragionamento che involga anche alla lontana la logica del profitto su di essa va respinto.

Credo che l’occasione vada anche colta per iniziare una riflessione su cos’altro si deve fare oltre al garantire il controllo pubblico sulla risorsa e sulle modalità di erogazione del servizio: a dire come, dove e quando dare corso ad una politica infrastrutturale utile a non disperdere questa preziosa risorsa nel momento in cui i forti cambiamenti climatici vedono l’aumento di fenomeni piovoso di forte intensità a discapito delle pregresse stagioni di normale piovosità sufficienti a mantenere in equilibrio i bacini e le risorse sotterranee. Un esempio per meglio spiegarsi: ogni anno sulla penisola piovono circa 285 miliardi di metri cubi d’acqua, eppure ne preleviamo appena 34 miliardi, cioè l’11% del totale disponibile (Fonte: report Istat del 21 marzo 2022) in ragione del pessimo stato di manutenzione delle dighe e degli invasi che ne fanno diminuire sensibilmente la capacità di raccolta.

Una riflessione comune, prospettica ma con l’urgenza del caso, su tali questioni potrebbe portare anche ad individuare ipotesi di lavoro per la nostra terra (e ricordo a me stesso che ai confini – provincia di Ascoli – già quest’estate si sta ponendo un problema di razionamento). L’auspicio è quindi che su tale delicata questione prevalga l’impegno comune, siano evitate approcci e linee comportamentali ai limiti del bizantinismo (e mi riferisco all’articolo di Cronache Maceratesi dello scorso 15 luglio) o, se si preferisce, del cinismo. Come dire, va sempre bene la protesta ma qualche volta anche la proposta, soprattutto su temi che involgono la salute e la vita delle persone».

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Angelo Sciapichetti

Altro intervento a cura del segretario del Pd Angelo Sciapichetti: «La destra sta provocando un disastro e noi abbiamo avuto il coraggio di denunciarlo da tempo: in provincia di Macerata i partiti di destra sono palesemente divisi tra loro e al proprio interno, basti pensare alla lotta tra Parcaroli e Gentilucci e sono assolutamente incapaci di risolvere il problema dell’acqua.

Per il servizio idrico siamo allo psicodramma. Lo scontro tra Lega e FdI ci sta portando alla gara e quindi alla privatizzazione. L’acqua deve rimanere in mano pubblica e questo martedì lo ribadiremo».

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Sandro Scipioni

«Il codice ambientale – sottolinea il segretario provinciale del Psi Sandro Scipioni – prevede obbligatoriamente ‘l’unicità della gestione’ nell’ambito territoriale, nonché adeguatezza delle dimensioni gestionali, definita sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici – spiega Scipioni – Constatato quindi l’obbligo legislativo, nonostante l’assemblea dei sindaci si sia espressa in più di un’occasione a favore della gestione pubblica, ad oggi non si è ancora costituita la società pubblica alla quale dovrebbe essere affidato il servizio.

Torno quindi a chiedere a sindaci e consiglieri di ogni Comune, di fare un interpello, affinché la Provincia dia l’adeguata soluzione della gestione idrica in un’unica società provinciale». Una visione che va di pari passo con la questione discarica provinciale. «L’assenza del piano regionale dei rifiuti e la mancata assunzione di responsabilità della Provincia, denota l’incapacità del centrodestra di dare risposte in tempi rapidi e certi. Nelle scelte – conclude Scipioni – ci vuole coraggio».

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