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Aato3, criticità della proposta Ciarapica
«Operazione complessa, tempi stretti»
Tecnici al lavoro per trovare un’intesa

MACERATA - Ancora nessun accordo per arrivare al gestore unico del servizio idrico integrato al fine di evitare la messa a gara e l’affidamento ai privati. Il direttore Massimo Principi ha spiegato quali potrebbero essere gli elementi di difficoltà, così come aveva fatto con il piano presentato dal gruppo Parcaroli. Nuova assemblea per i primi di maggio

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Il presidente della Provincia Sandro Parcaroli e il suo vice Luca Buldorini a colloquio con i sindacati prima della riunione

di Luca Patrassi 

Riunione interlocutoria quella di oggi nella sala riunioni dell’Aato 3: era convocata l’assemblea dei sindaci per affrontare alcuni punti all’ordine del giorno ed ascoltare la relazione tecnica del direttore Massimo Principi sulla proposta di gestione formulata da alcuni amministratori e tra questi i sindaci di Civitanova e di Pieve Torina, rispettivamente Fabrizio Ciarapica e Alessandro Gentilucci. E’ rimasto deluso chi si aspettava qualche novità sul fronte dell’accordo per arrivare al gestore unico del servizio idrico integrato al fine di evitare la messa a gara e l’affidamento ai privati.

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Alessandro Gentilucci oggi alla riunione di Piediripa

Nei giorni scorsi c’era stata una riunione tra i tecnici delle società di gestione ed alcuni sindaci ma le due parti (il gruppo Parcaroli da un lato e quello Ciarapica dall’altro) non sembrano aver individuato una piattaforma comune. Oggi appunto c’è stata la relazione del direttore Principi sulla seconda proposta, cosa che era già avvenuta con il primo progetto presentato. «La scelta – è stata la premessa del direttore – della modalità di gestione del Servizio Idrico Integrato e il relativo affidamento comportano per l’Aato 3, e quindi per i Comuni ad essa aderenti, una funzione propositiva, di indirizzo e di controllo delle varie fasi da svolgere per giungere validamente all’affidamento del servizio. Nel modello di gestione in house, (oltre al rispetto dei noti requisiti di legge: unicità della gestione, esercizio del controllo analogo, ancorché congiunto, da parte dei Comuni ed esclusività del servizio), sono gli Enti locali interessati e le rispettive società in house da essi controllate ad avanzare la proposta candidatura così come la legge prevede». I contenuti formali: «La società, provvisoriamente denominata “Acqua Pubblica Macerata”, si verrebbe costituendo tramite scorpori e fusioni progressive  (dieci i passaggi burocratici previsti, ndr) fra le numerose legal entity che oggi contribuiscono alla gestione del servizio fino a diventare, entro un congruo lasso di tempo, una società interamente pubblica con la disponibilità di reti e impianti per la gestione effettiva e diretta del servizio idrico integrato».

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Sandro Parcaroli con l’assessora Oriana Piccioni e Gianluca Micucci Cecchi, presidente Apm

Le criticità segnalate: «il progetto, al momento, deve ancora essere considerato come una bozza da sviluppare e completare, anche se si prefigge correttamente la finalità si giungere ad un soggetto giuridico unico in grado di gestire direttamente il servizio grazie alle infrastrutture nella sua piena disponibilità.

Il progetto tratta comunque necessariamente in modo superficiale e non dettagliato alcuni aspetti essenziali del percorso delineato quali quelli di seguito elencati, aspetti che dovranno essere analizzati, approfonditi e verificati in un secondo tempo:  non contiene e non fa cenno ad alcun impegno degli attuali attori del servizio (aziende o Comuni) a perseguire quanto prospettato ma si limita ad illustrare i soli passaggi giuridico-societari necessari per giungere alla gestione unica;  l’ipotesi di lasciare operativa la Società Acquedotto del Nera come società patrimoniale (o gestore all’ingrosso?) non sembra aderente alla normativa sul servizio idrico integrato, che non prevede la separazione fra proprietà (o meglio, disponibilità) degli asset e gestione del servizio; l’ingresso dei Comuni che attualmente gestiscono il servizio idrico in modo autonomo nella società unica non sembra necessario perché tale facoltà è rimessa alla volontà del singolo Comune; l’affitto del ramo d’azienda (o meglio, nelle ipotesi prospettate, dell’intera azienda confluita nelle società beneficiarie delle scissioni) non può essere considerato una soluzione perseguibile se non per un lasso di tempo molto breve, al fine di assicurare la continuità del servizio nelle more dell’avvio della gestione unica; lo strumento della scissione del ramo d’azienda idrico potrebbe non essere visto con favore dalla giurisprudenza contabile;  la tempistica è molto stretta e, data la complessità delle molteplici operazioni societarie da concludere, rappresenta un punto critico dell’intero percorso. Tale aspetto potrebbe essere mitigato dal fatto di avere un percorso da compiere la cui blindatura (con accordi fra aziende e patti sottoscritti) può rendere fattibile la concessione di proroghe alla scadenza delle gestioni (che comunque non dovrebbero superare i 18-20 mesi)». Fin qui la relazione di Principi che aveva fatto la stessa operazione con il primo progetto evidenziando, anche in questo caso, una serie di criticità.

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Giuliana Giampaoli (sindaca di Corrdionia) e Rosa Piermattei (sindaca di San Severino)

Ora i tecnici delle società di gestione torneranno ad incontrarsi entro la fine del mese per trovare “un punto di caduta comune” tra i due progetti in campo e l’assemblea dell’Aato sarà riconvocata per i primi giorni di maggio. La discussione va avanti, così come i mesi del calendario.

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Sandro Botticelli (sindaco di Gagliole), Roberto Pupilli (vice sindaco di Castelraimondo) e Matteo Cicconi (sindaco di Pioraco)

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Mauro Sclavi, sindaco di Tolentino

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Andrea Michelini, sindaco di Porto Recanati

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Alessandro Gentilucci

 

 

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Mario Baroni, sindaco di Muccia

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