«All’Helvia Recina taglieranno i pini
per fare spazio agli spogliatoi»

MACERATA - La lettera aperta di Fabrizio Giorgi, mezzo secolo nel mondo dell'atletica: «Ho provato a chiedere di realizzarli di fianco alla partenza dei 110 ostacoli, poi ho proposto di chiudere la parte dietro della gradinata, ma non mi ha ascoltato nessuno. E così perderemo un'estetica che ci invidia tutta Italia»

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I pini dello stadio Helvia Recina

«E’ con la morte del cuore che mi accingo a scrivere queste poche righe. Oramai sono quasi 50 anni che frequento lo stadio Helvia Recina e rappresenta una parte di me e della mia vita. Non riesco ancora a credere che si decida di provvedere al taglio dei nostri pini per realizzare degli spogliatoi». Esordisce così Fabrizio Giorgi, una lunga esperienza nel mondo dell’atletica, nel tentativo estremo di smuovere le coscienze del Comune e modificare il progetto di riqualificazione dello stadio. Pubblichiamo integralmente il suo appello.

Foto-2-Pini-300x400«Dapprima – racconta – ho provato a chiedere di fare questo “parallelepipedo” di fianco alla partenza dei 110 ostacoli, dove ora sono allocate due fatiscenti capanne degli attrezzi, sfruttando così anche la possibilità di costruirvi sopra anche una minipalestra; poi ho proposto di chiudere la parte dietro della gradinata. Quello era uno spazio perso, sarebbe stato più facile lavorarci e non avrebbe avuto nessun impatto su un’estetica dell’impianto che ci è invidiata in tutta Italia. Ma si sa: è più facile tagliare, sbancare, cementificare che recuperare gli spazi vuoti a disposizione. Certo, nonostante tutto quello che accade con il cambiamento climatico, ancora una volta alle azioni concrete si preferisce fare il “solito” buonismo di facciata per poi comportarsi nel peggiore dei modi. Va ricordato che proprio per la tutela del territorio e della qualità dell’aria, la raccomandazione è quella di piantare alberi e non certamente di abbatterli».

«Devo dire che è stato solo Alessandro Tifi, rappresentante regionale della categoria Master e referente della Sef Macerata, a cercare concretamente di evitare tutto ciò, ma, nonostante il suo impegno, l’unica concessione avuta dall’impresa aggiudicatrice dell’appalto è stata quella di aggiungere un carotaggio prima di effettuare la costruzione della nuova pista – aggiunge Giorgi – Anche qui siamo sulla farsa, se non fosse che si parla di un investimento milionario. Un piccolo riassunto è dovuto soprattutto per quanto udito nel consiglio comunale dedicato all’argomento stadio Helvia Recina, che dimostra la poca conoscenza sia della storia sia della reale situazione presente. La pista viene rifatta nel 2011 con una spesa di circa 300mila euro e tutto dovrebbe filare liscio per un ventennio, ma purtroppo il terreno su cui è costruito l’impianto non è omogeneo e così la curva sud cede e nel 2018 si spendono altri 95mila euro per sistemarla. Solo che i lavori avrebbero dovuto prevedere un rinforzo consistente, perché altrimenti si sarebbe ricaduti nel problema in tempi accelerati, visti i lunghi periodi di siccità alternati a quelli di notevoli piogge che oramai fanno parte del vivere quotidiano. Ciò non è stato fatto ed ecco così che da tre anni, dapprima, non è stato possibile lo svolgimento di gare di interesse nazionale e poi, solo con deroga, quelle regionali, portando comunque un peggioramento nei crono degli atleti impegnati nelle prove di corsa e di marcia».

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Alberto Cicarè

«Un particolare ringraziamento va ad Alberto Cicarè  (consigliere comunale di opposizione, ndr) – continua ancora Giorgi – che si è adoperato per avere i progetti dall’ufficio tecnico ed ha provato a far riflettere il consiglio comunale. Ora, vista l’indifferenza delle istituzioni politiche, degli organi tecnici preposti e della quasi totalità di coloro che utilizzano lo stadio, mi preparo a vedere per l’ultima volta quello che un tempo era più di uno stadio, un parco urbano vanto di tutta la città».

«Le ultime notizie dicono poi che arriverà il manto semi-sintetico e così dopo 50 anni in cui l’erba dell’Helvia Recina era seconda solo a quella di Ascoli, essa sarà un mero ricordo ed allora ecco le ultime domande: come si potranno fare le gare di lancio del disco e del giavellotto? Come si riuscirà a piazzare la pedana del martello nell’antistadio vista la sistemazione coperta del pistino? Ai posteri l’ardua sentenza. Non resta che prepararsi a vivere tempi sempre più bui, non c’è più chi pensa che – conclude Giorgi – fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza».

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