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Oculistica, il primario Ramovecchi annuncia:
«Tra non molto lascerò il testimone.
Siamo tra i primi centri in Italia»

INTERVISTA al direttore dell'Unità operativa dell'Ast di Macerata. Dai traguardi raggiunti dal reparto di San Severino che è al top per importanza degli interventi di impianto di stent per glaucoma, a considerazioni più personali: «I casi che mi hanno coinvolto maggiormente sono quelli di bambini extracomunitari con importanti problemi oculari». E sulle liste di attesa: «Oltre un anno per la cataratta? Non è solo questione di budget, il Covid ha comportato da solo un ritardo accumulato di almeno sei mesi e ci sono pochi chirurghi»

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Vincenzo Ramovecchi

di Luca Patrassi

Non solo medici in uscita, nella Ast ora guidata dal direttore generale Marco Ricci, ci sono eccellenze ben stabili da tempo. Alla voce Vincenzo Ramovecchi si abbina immediatamente Oculistica. Poi arrivano l’ospedale di San Severino, una carriera professionale che ha superato i trenta anni, 24 anni dei quali da primario. Quando si parla di sanità di eccellenza il reparto guidato da Ramovecchi è uno dei primi in assoluto che viene in mente, non solo in provincia di Macerata.

Dottor Ramovecchi qual è la situazione che emerge dai numeri, dagli interventi più o e meno complessi (cataratta, glaucoma, trapianto) e dall’attrattività anche extraregionale del reparto?

«L’unità operativa di Oculistica dell’Ast Macerata esegue nel presidio ospedaliero di San Severino un gran numero di interventi di impianto di stent per glaucoma, collocandosi tra i primi centri in Italia: sempre a San Severino si fanno più della metà di tutti i trapianti di cornea che vengono eseguiti annualmente in tutta la regione Marche. Inoltre, sempre a San Severino vengono effettuati un gran numero di interventi di chirurgia vitreo-retinica: distacchi di retina, fori maculari e pucker maculari. A Macerata, Recanati e San Severino vengono effettuati ogni anno numerosissimi interventi di cataratta e iniezioni intravitreali per il trattamento delle maculopatie e della retinopatia diabetica».

Richieste di prestazioni sanitarie in crescita, sul fronte degli organici come va?

«Purtroppo l’organico in questi ultimi anni è sempre stato in sofferenza a causa dei numerosi pensionamenti e della penuria di giovani oculisti disponibili a lavorare nel servizio pubblico. La carenza di oculisti e di medici in generale è purtroppo un problema nazionale. Colgo l’occasione per ringraziare l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che è riuscito quest’anno nell’impresa di portare a otto il numero dei posti di specializzazione in Oculistica presso la Clinica dell’Università di Ancona diretta da Cesare Mariotti».

ramovecchiC’è un intervento, un paziente, una storia che ricorda con particolare piacere?

«I casi che mi hanno coinvolto maggiormente dal punto di vista emotivo sono stati quelli di bambini extracomunitari con importanti problemi oculari e con difficoltà familiari: un bambino operato di trapianto di cornea per infezione corneale, una di cataratta congenita e un’altra di distacco di retina».

Essere un riferimento nazionale del settore, vivere di luce autonoma, può provocare reazioni di chi è in ombra: ha subito mai critiche immotivate, c’è qualcosa che l’ha ferita in tutti questi anni?

«Purtroppo a volte si ricevono critiche da ogni versante, critiche che a volte sono comprensibili ed altre volte meno, e in quest’ultimo caso rispondo con una frase di Lorenzo De Medici: “Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”».

Quando è arrivato a guidare l’Oculistica di San Severino, il reparto era già un fiore all’occhiello della sanità maceratese, ora la fama si è consolidata. Ha già pensato a quando lascerà l’incarico? Spera di aver formato professionalità in grado di raccogliere il suo testimone? 

«Credo che tra non molto lascerò il testimone: gli anni avanzano ed avendo anche una consolidata attività privata vorrei riappropriarmi della mia vita privata che mi è sfuggita di mano e che è stata sempre più soffocata dall’intensa attività professionale. Ho sempre cercato di insegnare e trasmettere la mia passione per l’oculistica ai miei collaboratori che sicuramente ne hanno fatto tesoro».

vincenzo-ramovecchiGrandi professionalità, ma anche la tecnologia si è evoluta: quali sono le novità nelle tecniche di intervento? 

«Negli ultimi anni abbiamo assistito all’introduzione di innovazioni tecnologiche soprattutto in ambito della chirurgia oculare. Grazie all’appoggio e al sostegno economico della direzione dell’Ast abbiamo potuto introdurre tecniche innovative nella chirurgia del glaucoma con impianti di stent per il glaucoma, tecniche che consentono una più rapida riabilitazione nel paziente con minori rischi intra e post operatori. Abbiamo introdotto cristallini multifocali e per la correzione dell’astigmatismo nella chirurgia della cataratta. Tecniche di chirurgia vitreo-retinica miniinvasiva mediante impianto di trocar di dimensioni sempre più ridotte. Tecniche di trapianto corneale parziale: lamellare per il cheratocono e endoteliale per la distrofia di Fuchs e lo scompenso corneale. Farmaci innovativi per il trattamento delle maculopatie mediante iniezioni intravitreali».

Si parla sempre più spesso di budget, di contenimento della spesa sanitaria. Quando legge di anziani in lista di attesa da oltre un anno per una cataratta a cosa pensa?

«Certamente un’attesa di sei mesi o di tre mesi per un intervento di cataratta sarebbe più consona però ci dobbiamo confrontare con alcune innegabili realtà. Vorrei precisare che non è solo e principalmente questione di budget, è vero che le risorse disponibili sono limitate ma accanto a questo bisogna considerare altri aspetti. Innanzitutto il Covid ha comportato da solo un ritardo accumulato di almeno sei mesi perchè le chirurgie programmate sono state sospese e ad sempio la sala operatoria di Oculistica di Macerata è stata trasformata in degenze degli ammalati di Covid. In secondo luogo gioca un ruolo importante il limitato numero di chirurghi di cui dispongo: siamo solo tre chirurghi pienamente formati ad operare. Non è facile reperire chirurghi oculisti già formati per gli errori di programmazione fatti a livello nazionale negli anni passati. Inoltre vorrei evidenziare che abbiamo da trattare patologie oculari più gravi e il cui ritardo di trattamento può comportare un danno irreversibile per la vista: glaucoma, distacco di retina, maculopatia, cheratopatia bollosa per esempio. Sicuramente quando la cataratta è molto avanzata e comporta difficoltà deambulative è necesario intervenire prontamente e infatti in questi casi cerchiamo di effettuarlo entro due mesi, ma la maggior parte delle cataratte comporta una difficoltà visiva relativa ancora compatibile con una normale vita di relazione e lavorativa e pertanto un’attesa maggiore, seppure deprecabile, non rappresenta un grave problema sanitario».



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