«Lo Sferisterio è nato – come straordinario bene culturale – grazie ad un intervento ed un’azione prodotta “dal basso” frutto della generosità dei Cento Consorti. Lo stesso Macerata opera Festival ha fatto dei Cento Mecenati locali uno dei tratti distintivi della propria campagna di autofinanziamento. Per questo è inaccettabile costringere l’associazione- senza neppure un minimo coinvolgimento degli Enti aderenti e delle istituzioni locali- ad inserire all’interno del consiglio di amministrazione il ministero della Cultura». Lo dichiara Irene Manzi, deputata maceratese e capogruppo Pd in commissione Cultura dove oggi è stato votato il testo unificato della proposta di legge “Dichiarazione di monumento nazionale dello Sferisterio di Macerata e concessione di un contributo all’Associazione Arena Sferisterio – Teatro di tradizione, per l’organizzazione del Macerata Opera Festival”.
Irene Manzi, deputata del Pd
Il testo, così come approvato oggi, prevede oltre alla dichiarazione di monumento nazionale dello Sferisterio, anche alla concessione di un contributo annuo di 500mila euro per l’organizzazione del Mof, a patto però che nel cda dello Sferisterio entri un rappresentante nominato dal ministro della Cultura. Il comma 2 dell’articolo 2 della proposta di legge recita infatti: “Il contributo all’Associazione Arena Sferisterio — Teatro di tradizione, di cui al comma 1, è concesso subordinatamente alla previsione, nel relativo statuto, di un componente del consiglio di amministrazione nominato dal ministro della Cultura». Ed è proprio questo comma che vorrebbe eliminare Manzi.
«Chi dice che è una scelta utile a garantire maggiore prestigio -aggiunge Manzi- si dimentica che l’associazione ha già un rilievo nazionale, riconosciuta dal ministero come teatro di tradizione (al pari di realtà come il Bellini di Catania, il Donizetti di Bergamo, il Regio di Parma), beneficiaria del Fondo Unico per lo Spettacolo. Ci sono stati già in passato esempi di contributi speciali assegnati per legge a realtà di prestigio come il Festival Donizetti ad esempio o Umbria Jazz o lo stesso Rossini opera festival, eppure nessuna delle leggi e dei contributi speciali è stato mai condizionato all’ingresso del ministero della Cultura negli organismi direttivi di quelle prestigiose realtà culturali. Così non si fa altro che ledere l’autonomia di importanti e consolidate realtà culturali. Quella proposta dalla maggioranza di governo -si rammarica la deputata dem- diventerebbe un’esperienza senza precedenti con cui si condiziona il contributo speciale all’ingresso del ministero nel consiglio di amministrazione e al cambio dello Statuto. Sono molti gli interrogativi e le preoccupazioni che suscita questa proposta: per quale motivo si deve creare un precedente, costringendo per legge gli Enti a modificare il proprio Statuto ? Il ministero entrerà come socio pronto quindi a sostenere eventuali perdite di gestione dell’associazione?».
«Sorge il dubbio -sostiene Manzi- che il ministero forse non si fidi dell’associazione e sia disposto a creare un unicum mai visto prima. Siamo molto preoccupati di trovarci di fronte alla premessa di una inaccettabile perdita di autonomia dell’associazione e dei suoi rappresentanti. Si torni al testo originario che si era proposto, conclude la deputata del Pd, in linea con esperienze precedenti già sperimentate. Il ministero ha già ora – anche in sede di rendicontazione dei contributi assegnati annualmente- gli strumenti per verificare la solidità della stagione lirica dello Sferisterio. Non si introducano forme di controllo dall’alto nei confronti di una realtà artistica che dovrebbe mantenere autonomia e capacità di decidere del proprio futuro. Perché è quel futuro quello che, da marchigiani e maceratesi, ci sta più a cuore».
«Proposta di legge Sferisterio, l’obiettivo è approvarla prima che inizi la stagione»
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Io sarei assolutamente favorevole spero che si accetti, non si deve perdere questa opportunità di contributo.
In ogni caso è importante è che il rappresentante governativo non eserciti mai il diritto di veto.
c’è qualcuno che ha parlato per di più.
l’opportunità del contributo e della dichiarazione dello Sferisterio di monumento nazionale è da non perdere e non mettere sul tavolo strani discorsi di gente bastian contrario in tutto.
Ormai il governo Meloni è diventato pure un ufficio di collocamento per i tanti suoi questuanti partitici. Quindi, perché meravigliarsi?
Prima o poi farà la fine di Salvini: dalle stelle alle stalle.
Quindi, i Suoi cercano una poltrona benedetta dalla luce della Giorgia crescente, prima che diventi calante.